12-02-20 19.30
Cyrano ha scritto:
1) Non è l'esecutore che impone alla musica la "sua" interpretazione, è la musica che impone all'esecutore la sua logica interiore. Poi le esecuzioni sono differenti perchè ognuno di noi coglie parti e sfaccettature differenti della medesima, immutabile logica del Bello
2) La musica è natura ma anche cultura. Quindi una data epoca storica si aspetta che l'esecuzione segua alcuni modelli abbastanza rigorosi. Certo poi si può benissimo scegliere di essere anticonformisti, ma il valzer viennese continua a non doversi suonare zum pa pa ma zumpa a pa. Anche se sul pentagramma c'è scritto zum pa pa.
Il discorso è molto complesso e non credo che si possano trovare risposte univoche buone per tutte le situazioni. Probabilmente sul valzer viennese hai ragione, il modo "giusto" di suonarlo è quello che dici e tale resterà anche nei secoli a venire. Ci sono però musiche di altri periodi storici per le quali le prassi esecutive negli anni sono cambiate moltissimo (mi sento di dire, al di là delle scelte intepretative dei singoli) e dire cosa è giusto o sbagliato non è per nulla semplice.
Anche senza citare l'esempio estremo di Gould, prova a pensare come si suonava Bach negli anni '50 e a come lo si suona ora. Prova a confrontare un'esecuzione di Albert Schweitzer con una di Germani con una, chessò, di Tom Koopman. Si può dire che ce n'è una giusta?
ANEDDOTO: mi ricordo che (putroppo ormai molti...) anni fa in coservatorio ci fecero ascoltare quattro diverse esecuzioni di Rachmaninoff, chiedendoci proprio quale secondo noi fosse quella giusta, quella che preferivamo. Non c'erano accordi in classe su quale fosse la migliore, ma tutti concordavamo su quale fosse la peggiore da ogni punto di visto. Ebbene, la peggiore, ci rivelarono, era... dello stesso Rachmaninoff! :-O