Francia

  • benjomy
  • Membro: Guru
  • Risp: 5906
  • Loc: Monza
  • Thanks: 312  

08-05-17 18.44

@ anonimo
Il concetto è semplice:

1) apro una srl e sottoscrivo il capitale minimo (circa 10,000 euro se non sbaglio)...diciamo ce sottoscrivo e libero 12500 euro

2) mettiamo che fatturo proprio poco, dicamo 1 milione: con un primo margine del 60% (600mila euro) ed un 20% di spese commerciali dirette (provvigioni e logistica) mi resta un margine di contribuzione del 40% ovvero 400mila euro

3) 200mila le attribuisco come gettone CDA e me le intasco senza problemi

4) ne restano 200mila per fare andare avanti l'azienda...se non ce la faccio, uso castelletti, finanziamenti, fidi e quant'altro

5) galleggio per 10 anni, in cui ho intascato 200mila euro all'anno come gettoni CDA (ovverosia 2 milioni di euro)...poi i conti si fanno troppo incasinati e la srl fallisce con 3 milioni di debiti tra cui 6 mesi di stipendi non pagati

6) io personalmente sono responsabile di 12500 euro (le mie quote sottoscritte) e non di più...si liquida l'attivo dell'azienda (magazzino, conti in banca etc) e si raccolgono ad essere ottimisti 1 milione e mezzo... io sborso i miei 12500 euro, ed abbiamo circa 1 milione 512 e cinquecento euro di attivo

7) un milioncino va via tra curatore e periti...restano poco più di mezzo milione con cui soddisfare debiti chirografari per tre milioni

8) ma quello che è davvero il colmo: i miei 2 milioni di euro che ho intascato come membro del CDA nessuno li può toccare (non parliamo pi del resto del mio patrimonio)

9) ed in più, non sono io che fallisco ma la pippo pluto srl...

Alla fine dei giochi, io ho intascato 2 milioni e ce ne rimetto 12500, i miei impiegati lo prendono dove non batte il sole, banche e fornitori se va bene prendono il 10% dei loro crediti, periti e curatori si mangiano la fetta più grande della torta...ed io ne esco immacolato come un bimbo, con un credito bancario intonso

Ma non raccontatelo in giroemo
emo
exactly!!
  • anonimo
  • Membro: Expert
  • Risp: 2020
  • Loc: Torino
  • Thanks: 185  

08-05-17 21.40

Ma il tema della discussione, non era il risultato elettorale in Francia, e le preoccupazioni per l'avanzata estremista della Le Pen?.. Per carita', la lezione di economia e' stata interessante, pero' meriterebbe un thread tutto suo...

Per il resto fa piacere rivedere un po' di polis.
  • anonimo

08-05-17 21.48

sono stupito che non si sia arrivati ancora alle scie chimiche emo
  • anonimo

08-05-17 22.13

@ anonimo
Ma il tema della discussione, non era il risultato elettorale in Francia, e le preoccupazioni per l'avanzata estremista della Le Pen?.. Per carita', la lezione di economia e' stata interessante, pero' meriterebbe un thread tutto suo...

Per il resto fa piacere rivedere un po' di polis.
Si discuteva del fatto che non c'e più un partito di sinistra in europa...e di cosa vuol dire "partito di sinistra"...
  • paolo_b3
  • Membro: Supporter
  • Risp: 13429
  • Loc: Ravenna
  • Thanks: 2052  

08-05-17 22.16

@ anonimo
Si discuteva del fatto che non c'e più un partito di sinistra in europa...e di cosa vuol dire "partito di sinistra"...
Invece i partiti di destra in Francia ci sono eccome!

Ma a te cosa importa... emo
  • anonimo
  • Membro: Expert
  • Risp: 2020
  • Loc: Torino
  • Thanks: 185  

08-05-17 22.56

@ anonimo
Si discuteva del fatto che non c'e più un partito di sinistra in europa...e di cosa vuol dire "partito di sinistra"...
Questo e' gia' un tema piu' interesssante.

Cosa vuol dire partito di sinistra, lo sanno i nostri nonni, che hanno vissuto l'era dei latifondi, e di un giorno di lavoro nei campi in cambio di una ciotola di riso.

Noi abbiamo dimenticato.
  • anonimo

08-05-17 22.58

@ anonimo
Questo e' gia' un tema piu' interesssante.

Cosa vuol dire partito di sinistra, lo sanno i nostri nonni, che hanno vissuto l'era dei latifondi, e di un giorno di lavoro nei campi in cambio di una ciotola di riso.

Noi abbiamo dimenticato.
Appunto: sinistra vuol dire capire che i rapporti di produzione di stampo capitalista-liberista sono solo e sempre oppressione.

Il resto è sovrastruttura
  • paolo_b3
  • Membro: Supporter
  • Risp: 13429
  • Loc: Ravenna
  • Thanks: 2052  

08-05-17 23.09

@ anonimo
Questo e' gia' un tema piu' interesssante.

Cosa vuol dire partito di sinistra, lo sanno i nostri nonni, che hanno vissuto l'era dei latifondi, e di un giorno di lavoro nei campi in cambio di una ciotola di riso.

Noi abbiamo dimenticato.
Quoto 100%
  • anonimo
  • Membro: Expert
  • Risp: 2020
  • Loc: Torino
  • Thanks: 185  

09-05-17 08.00

Nel 1976 la societa' italiana era prevalentemente operaia. Generazioni di figli di contadini, emigrati dopo la guerra partendo da zero.
Scolarizzazione bassa, anche per via della guerra e vita umile per crescere i figli del boom delle nascite (molti di noi) e garantire loro un futuro.
Alle elezioni del 1976, il PCI raggiunse il picco massimo del 36% arrivando quasi al sorpasso sulla DC, ed il PSI arrivo' al 9.6%.

Solo questi due partiti, (senza contare quelli minori) raggiunsero il 50% : un italiano su due era di sinistra.

I governi di coalizione della prima repubblica, erano costretti a tenersi abbottonati, e a digerire sconfitte come quella del referendum sul divorzio, o sull'aborto.
Erano costretti a fare concessioni di sinistra, per mantenere consensi e riuscire ad evitare quel temuto sorpasso, che rischiava di far pendere l'Italia verso le influenze URSS.

In quel contesto sarebbe stato impensabile parlare di precariato, vaucher o cose di quel genere, anzi occorreva andare in direzione opposta, e perfino gli industriali approvarono pochi anni prima le 40 ore settimanali, pur di non vedere spostare l'asse troppo a sinistra.

Poi le cose cambiarono. Il muro cadde e con esso l'apparato sovietico e lo spettro del comunismo.
Nel frattempo i figli degli operai si diplomarono, si laurearono ed andarono ad occupare posti di lavoro piu' prestigiosi, passando dalla classe operaia al ceto medio, e godendo anche dei benefici dei loro genitori che furono la generazione piu' risparmiatrice di tutta Europa.
Scoppio' il benessere che porto' al boom degli anni 80 e 90, e proprio in concomitanza con la caduta del muro, cambio' il modo di vedere le cose.
Chi si era conquistato il proprio gradino nella societa', comincio' a ragionare diversamente : l'obiettivo non era piu' quello dell'uguaglianza, dei diritti e cose di questo genere, ma quello di scalare ancora di piu' la societa' (carriera, ingrandire le attivita' commerciali ecc..).

Con la caduta dello spettro del comunismo, venne meno il timore del sorpasso, e con esso anche la necessita' di garantire diritti tipici della sinistra.
La prima repubblica, travolta dallo scandalo di Tangentopoli lascio' spazio ad un'altra politica che percepi' subito l'occasione storica : l'Italia era cambiata, erano cambiati anche gli italiani ed era giunto il momento di riformare tutto per recuperare le varie concessioni elargite negli anni precedenti, al fine di spingere i profitti al massimo, sfruttando i venti del liberismo, della new economy e della globalizzazione.

Il paese era inebriato dal benessere, e le nuove generazioni pensavano che le riforme del lavoro (flessibilita', precariato ecc) ne portassero ancora di piu'. Le classi sociali si divisero : chi era entrato nel ceto medio, divento' indifferente ai nuovi problemi della classe operaia (la prima ad essere colpita dai venti riformisti).
In questo clima e' inizitato lo smantellamento speculativo del tessuto economico del paese (svendite alle multinazionali, delocalizzazione ecc), ma il popolino abituato al fatto che le crisi fossero cicliche, da allora ha cominciato a pensare che prima o poi sarebbe tornato un'altro boom economico.
Dalla grande crisi del 2007, c'e' ancora gente che aspetta e che non ha capito. Non ha capito che il picco di benessere e di diritti e' stato raggiunto a fine anni 80 e per inerzia si e' trascinato oltre i 90, ma da allora per molti e' cominciato un declino.

Un declino che sta aprendo la forbice della societa' : i ceti piu' deboli sono finiti nel tritacarne, compreso il ceto medio che spesso campa grazie ai risparmi delle generazioni che lo ha preceduto (sono tanti i disoccupati 40 enni che vivono con i genitori e grazie alle loro pensioni).
Altri invece ce l'hanno fatta, e sono su gradini piu' alti. Hanno dimenticato cos'e' stato a permettere loro quella scalata, ed hanno rinnegato totalmente le loro idee. (un'interpretazione sommaria del sottoscritto).
  • paolo_b3
  • Membro: Supporter
  • Risp: 13429
  • Loc: Ravenna
  • Thanks: 2052  

09-05-17 08.27

@ anonimo
Nel 1976 la societa' italiana era prevalentemente operaia. Generazioni di figli di contadini, emigrati dopo la guerra partendo da zero.
Scolarizzazione bassa, anche per via della guerra e vita umile per crescere i figli del boom delle nascite (molti di noi) e garantire loro un futuro.
Alle elezioni del 1976, il PCI raggiunse il picco massimo del 36% arrivando quasi al sorpasso sulla DC, ed il PSI arrivo' al 9.6%.

Solo questi due partiti, (senza contare quelli minori) raggiunsero il 50% : un italiano su due era di sinistra.

I governi di coalizione della prima repubblica, erano costretti a tenersi abbottonati, e a digerire sconfitte come quella del referendum sul divorzio, o sull'aborto.
Erano costretti a fare concessioni di sinistra, per mantenere consensi e riuscire ad evitare quel temuto sorpasso, che rischiava di far pendere l'Italia verso le influenze URSS.

In quel contesto sarebbe stato impensabile parlare di precariato, vaucher o cose di quel genere, anzi occorreva andare in direzione opposta, e perfino gli industriali approvarono pochi anni prima le 40 ore settimanali, pur di non vedere spostare l'asse troppo a sinistra.

Poi le cose cambiarono. Il muro cadde e con esso l'apparato sovietico e lo spettro del comunismo.
Nel frattempo i figli degli operai si diplomarono, si laurearono ed andarono ad occupare posti di lavoro piu' prestigiosi, passando dalla classe operaia al ceto medio, e godendo anche dei benefici dei loro genitori che furono la generazione piu' risparmiatrice di tutta Europa.
Scoppio' il benessere che porto' al boom degli anni 80 e 90, e proprio in concomitanza con la caduta del muro, cambio' il modo di vedere le cose.
Chi si era conquistato il proprio gradino nella societa', comincio' a ragionare diversamente : l'obiettivo non era piu' quello dell'uguaglianza, dei diritti e cose di questo genere, ma quello di scalare ancora di piu' la societa' (carriera, ingrandire le attivita' commerciali ecc..).

Con la caduta dello spettro del comunismo, venne meno il timore del sorpasso, e con esso anche la necessita' di garantire diritti tipici della sinistra.
La prima repubblica, travolta dallo scandalo di Tangentopoli lascio' spazio ad un'altra politica che percepi' subito l'occasione storica : l'Italia era cambiata, erano cambiati anche gli italiani ed era giunto il momento di riformare tutto per recuperare le varie concessioni elargite negli anni precedenti, al fine di spingere i profitti al massimo, sfruttando i venti del liberismo, della new economy e della globalizzazione.

Il paese era inebriato dal benessere, e le nuove generazioni pensavano che le riforme del lavoro (flessibilita', precariato ecc) ne portassero ancora di piu'. Le classi sociali si divisero : chi era entrato nel ceto medio, divento' indifferente ai nuovi problemi della classe operaia (la prima ad essere colpita dai venti riformisti).
In questo clima e' inizitato lo smantellamento speculativo del tessuto economico del paese (svendite alle multinazionali, delocalizzazione ecc), ma il popolino abituato al fatto che le crisi fossero cicliche, da allora ha cominciato a pensare che prima o poi sarebbe tornato un'altro boom economico.
Dalla grande crisi del 2007, c'e' ancora gente che aspetta e che non ha capito. Non ha capito che il picco di benessere e di diritti e' stato raggiunto a fine anni 80 e per inerzia si e' trascinato oltre i 90, ma da allora per molti e' cominciato un declino.

Un declino che sta aprendo la forbice della societa' : i ceti piu' deboli sono finiti nel tritacarne, compreso il ceto medio che spesso campa grazie ai risparmi delle generazioni che lo ha preceduto (sono tanti i disoccupati 40 enni che vivono con i genitori e grazie alle loro pensioni).
Altri invece ce l'hanno fatta, e sono su gradini piu' alti. Hanno dimenticato cos'e' stato a permettere loro quella scalata, ed hanno rinnegato totalmente le loro idee. (un'interpretazione sommaria del sottoscritto).
La tua analisi, che definisci interpretazione, è largamente condivisibile, ma non coglie uno dei punti essenziali che ci ha portati qui. Il famoso benessere degli anni 80-90 è stato possibile grazie all'indebitamento delle finanze pubbliche e faccio un nome per tutti, sicuramente il più rappresentativo: Bettino Craxi.
Il grande statista, morto esule, ha rilanciato l''economia che stagnava dal termine degli anni 70, al termine del boom economico precendente, portando il debito pubblico da 600.000 miliardi del 1980 ai 2.000.000 di miliardi del 1992. In altre parole lo ha più che triplicato. E non entro in "pagine nere" di quegli anni tipo la vicenda del Banco Ambrosiano.
Si sapeva che era una politica che avrebbe messo in crisi le generazioni future, ma all'epoca era la "modernità" e chi dissentì fu tacciato di pauperismo.
Potrei continuare la storia ma penso la sappiate già più o meno tutti.
Oggi, ahinoi, è arrivato il conto da pagare.
  • Cippoci
  • Membro: Senior
  • Risp: 282
  • Loc: Siena
  • Thanks: 45  

09-05-17 08.36

@ paolo_b3
La tua analisi, che definisci interpretazione, è largamente condivisibile, ma non coglie uno dei punti essenziali che ci ha portati qui. Il famoso benessere degli anni 80-90 è stato possibile grazie all'indebitamento delle finanze pubbliche e faccio un nome per tutti, sicuramente il più rappresentativo: Bettino Craxi.
Il grande statista, morto esule, ha rilanciato l''economia che stagnava dal termine degli anni 70, al termine del boom economico precendente, portando il debito pubblico da 600.000 miliardi del 1980 ai 2.000.000 di miliardi del 1992. In altre parole lo ha più che triplicato. E non entro in "pagine nere" di quegli anni tipo la vicenda del Banco Ambrosiano.
Si sapeva che era una politica che avrebbe messo in crisi le generazioni future, ma all'epoca era la "modernità" e chi dissentì fu tacciato di pauperismo.
Potrei continuare la storia ma penso la sappiate già più o meno tutti.
Oggi, ahinoi, è arrivato il conto da pagare.
La "scalata" che abbiamo avuto noi fortunati con un lavoro, è frutto anche dell'alzarsi presto la mattina, lavorare duro fino a sera, per avere poi una mezzora libera per suonare il nostro strumento preferito. Ognuno di noi ha sacrificato, sui libri, nel lavoro, per esser dove è. Poi scendo la sera sotto casa trovo bande di nullafacenti sbarcati a migliaia in cerca di fortuna (non in fuga dalla guerra!) che urinano al mio portone (quando va bene) e buttano rifiuti ovunque, come facevano a casa loro.
E ci si domanda da dove vengono i 10 milioni di potenziali "assassini" in Francia. Cyrano da gente come noi esasperata, semplice.
  • anonimo

09-05-17 08.58

@ paolo_b3
La tua analisi, che definisci interpretazione, è largamente condivisibile, ma non coglie uno dei punti essenziali che ci ha portati qui. Il famoso benessere degli anni 80-90 è stato possibile grazie all'indebitamento delle finanze pubbliche e faccio un nome per tutti, sicuramente il più rappresentativo: Bettino Craxi.
Il grande statista, morto esule, ha rilanciato l''economia che stagnava dal termine degli anni 70, al termine del boom economico precendente, portando il debito pubblico da 600.000 miliardi del 1980 ai 2.000.000 di miliardi del 1992. In altre parole lo ha più che triplicato. E non entro in "pagine nere" di quegli anni tipo la vicenda del Banco Ambrosiano.
Si sapeva che era una politica che avrebbe messo in crisi le generazioni future, ma all'epoca era la "modernità" e chi dissentì fu tacciato di pauperismo.
Potrei continuare la storia ma penso la sappiate già più o meno tutti.
Oggi, ahinoi, è arrivato il conto da pagare.
esatto, ci si dimentica sempre che è facile vivere facendo miliardi di debiti, poi succede che il banco salta...
  • anonimo

09-05-17 11.19

@ Cippoci
La "scalata" che abbiamo avuto noi fortunati con un lavoro, è frutto anche dell'alzarsi presto la mattina, lavorare duro fino a sera, per avere poi una mezzora libera per suonare il nostro strumento preferito. Ognuno di noi ha sacrificato, sui libri, nel lavoro, per esser dove è. Poi scendo la sera sotto casa trovo bande di nullafacenti sbarcati a migliaia in cerca di fortuna (non in fuga dalla guerra!) che urinano al mio portone (quando va bene) e buttano rifiuti ovunque, come facevano a casa loro.
E ci si domanda da dove vengono i 10 milioni di potenziali "assassini" in Francia. Cyrano da gente come noi esasperata, semplice.
Gli stessi buoni cittadini che, esasperati dalla crisi, dai luridi ebrei che stupravano le fanciulle cristiane e dominavano l'economia tedesca e dalla perdita delle "radici nazionali", votarono in massa il NSDAP.

È triste da dire, ma milioni di persone sono nazionalsocialiste nell'anima...per ignoranza? Per malizia? Per interesse? Non lo so, ma è una cosa triste.

Ah, la retorica dei nullafacenti che orinano sui portoni lasciamola perdere, se no potremmo cominciare con la retorica dei veneti evasori fiscali, dei terroni mafiosi e dei romani fancazzisti.

Ci sono immigrati laboriosi (quanti se ne vedono sui cantieri o nei campi di pomodori, che lavorano "come negri" magari neanche in regola)...ci sono immigrati che vorrebbero lavorare ma per varie ragioni non ci riescono...ce ne sono altri fancazzisti, ed altri delinquenti...

E per finire, forse non scappano dalla guerra, ma di certo il luogo da dove fuggono non è il paradiso terrestre...
  • anonimo

09-05-17 11.34

Aggiungo: svegliamoci! Il vero nemico non sono i negri che pisciano sui portoni..
I veri nemici sono le banche, la finanza internazionale, il liberismo sfrenato e i politici che ne sono servi...
  • anonimo

09-05-17 11.44

@ anonimo
Aggiungo: svegliamoci! Il vero nemico non sono i negri che pisciano sui portoni..
I veri nemici sono le banche, la finanza internazionale, il liberismo sfrenato e i politici che ne sono servi...
prima di tutto le banche e il fatto che usano soldi che non hanno
  • Cippoci
  • Membro: Senior
  • Risp: 282
  • Loc: Siena
  • Thanks: 45  

09-05-17 11.53

@ anonimo
Gli stessi buoni cittadini che, esasperati dalla crisi, dai luridi ebrei che stupravano le fanciulle cristiane e dominavano l'economia tedesca e dalla perdita delle "radici nazionali", votarono in massa il NSDAP.

È triste da dire, ma milioni di persone sono nazionalsocialiste nell'anima...per ignoranza? Per malizia? Per interesse? Non lo so, ma è una cosa triste.

Ah, la retorica dei nullafacenti che orinano sui portoni lasciamola perdere, se no potremmo cominciare con la retorica dei veneti evasori fiscali, dei terroni mafiosi e dei romani fancazzisti.

Ci sono immigrati laboriosi (quanti se ne vedono sui cantieri o nei campi di pomodori, che lavorano "come negri" magari neanche in regola)...ci sono immigrati che vorrebbero lavorare ma per varie ragioni non ci riescono...ce ne sono altri fancazzisti, ed altri delinquenti...

E per finire, forse non scappano dalla guerra, ma di certo il luogo da dove fuggono non è il paradiso terrestre...
Son d'accordo di fancazzisti, delinquenti e pisciatori seriali, ogni paese ha la sua dose. La domanda che ti faccio è: ma perché alla nostra dose dobbiamo aggiungere anche quelli degli altri? Abbiamo bisogno della loro mano d'opera, visto che non c'è lavoro nemmeno per i nostri figli? Se pretendi di accogliere tutti quelli che scappano da un luogo che "non è il paradiso" e che loro non hanno nemmeno cercato di cambiare in meglio, allora caro Cirano, apri la porta a quel miliardo di persone che vive senza servizi igienici e reintroduciamo i vespasiani...
  • anonimo

09-05-17 12.09

@ Cippoci
Son d'accordo di fancazzisti, delinquenti e pisciatori seriali, ogni paese ha la sua dose. La domanda che ti faccio è: ma perché alla nostra dose dobbiamo aggiungere anche quelli degli altri? Abbiamo bisogno della loro mano d'opera, visto che non c'è lavoro nemmeno per i nostri figli? Se pretendi di accogliere tutti quelli che scappano da un luogo che "non è il paradiso" e che loro non hanno nemmeno cercato di cambiare in meglio, allora caro Cirano, apri la porta a quel miliardo di persone che vive senza servizi igienici e reintroduciamo i vespasiani...
Insisto: ma il problema son davvero questi poveri cristi che inseguono pure loro il sogno di un po' di benessere (e per inseguirlo si sciroppano trafficanti, scafisti, naufragi, malattia, internamento in certi "centri d'accoglienza" che fanno a gara coi campi di concentramento)...oppure il nostro problema vero sono le banche, la finanza internazionale ed il capitalismo iperliberista?

Lo sanno tutti che per distrarre l'attenzione (e la rabbia) del popolo dai veri problemi, non c'e nulla di meglio che offrirgli in pasto "il nemico" (interno o esterno), e contemporaneamente imbottirgli la testolina di bei concetti come "radici culturali", "fierezza nazionale", "cultura occidentale" e così via..

E invece tutti a parlare solo e sempre di immigrati brutti e cattivi...
  • Cippoci
  • Membro: Senior
  • Risp: 282
  • Loc: Siena
  • Thanks: 45  

09-05-17 12.35

@ anonimo
Insisto: ma il problema son davvero questi poveri cristi che inseguono pure loro il sogno di un po' di benessere (e per inseguirlo si sciroppano trafficanti, scafisti, naufragi, malattia, internamento in certi "centri d'accoglienza" che fanno a gara coi campi di concentramento)...oppure il nostro problema vero sono le banche, la finanza internazionale ed il capitalismo iperliberista?

Lo sanno tutti che per distrarre l'attenzione (e la rabbia) del popolo dai veri problemi, non c'e nulla di meglio che offrirgli in pasto "il nemico" (interno o esterno), e contemporaneamente imbottirgli la testolina di bei concetti come "radici culturali", "fierezza nazionale", "cultura occidentale" e così via..

E invece tutti a parlare solo e sempre di immigrati brutti e cattivi...
Ok Cyrano sono le banche il problema :)
La banca è storicamente il luogo dove si intermedia domanda e offerta di denaro, tra le unità in surplus (leggi risparmio, ossia c'è a chi i soldi gli avanzano) e quelle in deficit (ossia coloro che hanno bisogno di prestiti). Se tutti noi togliamo i nostri depositi dalle banche, queste nel giro di poco chiudono, in quanto gli viene meno la "materia prima". Non hanno più cosa prestare. Questo è il modo migliore per metterle a tacere, visto che poi non danno nemmeno più interessi, depositando si corre solo un rischio.
Se poi pensi alle conseguenze economiche/sociali di tale "ribellione" sempre possibile, allora forse scopri che le banche sì, sono il bastone del potere, ma per molti sono l'unico modo "giocoforza" per lavorare e sopravvivere (leggi commercianti ed imprenditori). Tralascio volutamente il discorso manager corrotti, derivati, sofferenze, ecc..
Io vedrei più un disegno destabilizzatore del nostro paese, o di tutta l'unione europea, organizzato a tavolino, utilizzando il fenomeno migratorio come elemento destabilizzate, per lasciare poi spazio ad un "problem solver" forte che, cavalcando la paura e la disperazione, si prenda tutto in un sol boccone. Ma qui siamo nella dietrofantageopolitica, quasi "una scie chimica", o anche no... boh :-)
  • anonimo
  • Membro: Expert
  • Risp: 2020
  • Loc: Torino
  • Thanks: 185  

09-05-17 13.32

paolo_b3 ha scritto:
La tua analisi, che definisci interpretazione, è largamente condivisibile, ma non coglie uno dei punti essenziali che ci ha portati qui. Il famoso benessere degli anni 80-90 è stato possibile grazie all'indebitamento delle finanze pubbliche e faccio un nome per tutti, sicuramente il più rappresentativo: Bettino Craxi.


In soli 4000 caratteri, e' praticamente impossibile elencare tutto.

L'indebitamento non e' stata una conseguenza del benessere, bensi' delle ruberie.
L'Italia che ho raccontato e' stata quella che ha ricostruito il paese dalla guerra, e lo ha rimesso in funzione.
Fino a prima del terremoto del 1980, il debito pubblico italiano era decisamente contenuto, ma il tenore di vita cresceva.

Se l'indebitamento fosse legato al benessere, ora dovremmo riprendere il controllo del debito pubblico e riuscire anche a pagare gli interessi, e invece non e' cosi'.
Non e' cosi' perche' rispetto all'era di Bettino, la corruzione e' cresciuta in modo esponenziale, e con essa anche gli sprechi.

Quindi non colpevolizziamo le generazioni del boom, dicendo che son state bene perche' altri rubavano E' inesatto.
E' inesatto come quando si dice che siamo indebitati perche' la gente andava in pensione a 55 anni, omettendo di dire che era gente che ha vissuto la guerra, non ha avuto un' infanzia (lavorava gia' ad otto anni), e a quell'eta' era logora perche' ha dato tutto per ricostruire il paese.

E' vero che ci sono state anche le baby pensioni, ma non sono state quelle ad indebitare cosi' tanto il paese.

Il terremoto del 1980 ci e' costato 50.0000 miliardi delle vecchie lire, che non sono finiti tutti in ricostruzione.
Da allora la politica collusa ha imparato che se si fanno tanti cappotti si possono rubare tanti bottoni, ed e' iniziata l'era degli appalti allegri.
Mondiali, giubilei, grandi opere lasciate a meta', cemento impoverito e quant'altro.
Non e' stato il benessere ad indebitarci, ma il fatto di aver permesso che ben cinque mafie dissanguassero il paese.

Spesso vedo puntare il dito sulle generazioni del benessere, poi sugli immigrati, poi sull'euro e sulla merkel, ma nessuno lo punta mai sulle mafie e sulle tante entita' che in qualche modo sono con esse colluse.

Anche in altri paesi (simili all'Italia) c'e' stato un benessere parallelo : perche' loro non si sono indebitati come noi?.
  • anonimo
  • Membro: Expert
  • Risp: 2020
  • Loc: Torino
  • Thanks: 185  

09-05-17 13.40

Cippoci ha scritto:
La "scalata" che abbiamo avuto noi fortunati con un lavoro, è frutto anche dell'alzarsi presto la mattina, lavorare duro fino a sera, per avere poi una mezzora libera per suonare il nostro strumento preferito. Ognuno di noi ha sacrificato, sui libri, nel lavoro, per esser dove è.


Senza l'aiuto dei miei genitori che mi davano da mangiare quando andavo a studiare, e faticavano per pagarmi gli studi, i libri ecc, non avrei fatto un solo passo avanti.
Le fatiche le ho fatte, ma perche' c'erano delle condizioni, e quelle condizioni erano dovute al fatto che avevano un lavoro (non c'era precariato), del tempo libero per seguirci, ed un reddito che consentiva di vivere.

Oggi i figli dei precari studiano solo grazie al fatto che li aiutano i nonni. Se tante famiglie dovessero fare i conti con le loro reali risorse, sarebbero gia' fallite economicamente, e cadute in disgrazia.
E domani sara' ancora peggio..

Cippoci ha scritto:
Ognuno di noi ha sacrificato, sui libri, nel lavoro, per esser dove è. Poi scendo la sera sotto casa trovo bande di nullafacenti sbarcati a migliaia in cerca di fortuna (non in fuga dalla guerra!) che urinano al mio portone (quando va bene) e buttano rifiuti ovunque, come facevano a casa loro.


Dicevano la stessa cosa di noi quando siamo arrivati,ed io ho vissuto una parte di quel periodo.
Qualcuno era convinto che avessimo davvero la capra nella vasca da bagno, ed ho rinunciato a fargli capire quanto gli hanno lavato il cervello.

La gente dice che gli immigrati costano.
E' vero : 3.5 miliardi/anno fino a due anni fa (metti 5 adesso).

Corruzione ed evasione ci costano dai 210 ai 240 miliardi anno, ed uccidono molto di piu' : dai cavalcavia che crollano, ai treni che deragliano perche' sprovvisti di sistemi di sicurezza, agli alberghi che si fanno travolgere dalle valanghe, alle vittime del cemento impoverito nei tanti terremoti italiani.

Se ci facciamo i conti impariamo che stiamo guardando le pagliuzze, mentre abbiamo grosse travi puntate (non dico dove).