29-10-21 14.04
benjomy ha scritto:
ragionando così potremmo andare in giro con auto vecchie anni e anni
Ho una Honda Civic del 2000, la possiedo da 12 anni (comprata usata), ancora oggi va come un violino e me la tengo stretta finché non mi molla con i pistoni per terra. Di certo non ho fretta di cambiarla con un'auto nuova che se mi durerà 10 anni son tanti, e dove superati di poco i 100'000 Km probabilmente comincerà già ad aver rogne, come sempre più spesso succede oggi. Conosco persone che in questi 12 anni hanno già cambiato 2 o addirittura più auto, e non per forza per la pura voglia di concedersi lo sfizio (e ci sta, non giudico nessuno, ognuno investe i propri guadagni come vuole) ma perché cominciavano a dar problemi per cui spenderci dei soldi non ne valeva più la pena. Auto prese nuove e non usate, sottolineo. Credo che il nostro buon Valenciano/Robykaiman a tal proposito potrebbe raccontarci tanti di quegli anneddoti da riempirci un romanzo.
È vero che da una parte ci vuole la spinta economica che permetta alle aziende di innovare ed ancor più semplicemente di esistere, dove questa spinta è data dagli acquisti dei prodotti nuovi. Dall'altra però è altrettanto vero che ultimamente siamo sempre più in una situazione dove le aziende di proposito innovano col contagocce, preferendo fare prodotti costruiti nel modo più economico possibile dove però non sempre questa economia si riflette nel prezzo all'utente finale, sempre più difficilmente riparabili e dalla durata più limitata, in modo che la gente li cambi di frequente. Non parliamo poi di quei casi dove le funzionalità possono essere deliberatamente disattivate dal produttore con un aggiornamento del firmware, funzionalità che erano incluse nel prezzo all'atto dell'acquisto ed il cui costo non viene di certo rimborsato alla disattivazione. E questo non accade solo con gli strumenti musicali, che anzi è una delle categorie dove ancora un po' ci si può salvare se si punta alla parte alta della gamma, ma con la stragrande maggioranza delle categorie merceologiche, tecnologiche e non.
Questo oltre a far male alle nostre finanze ed a favorire un sistema produttivo sempre più marcio, fa male anche al pianeta, perché genera una montagna di rifiuti che potrebbe essere evitata. Rifiuti che se va molto bene vengono riciclati, dividendone il più possibile le materie prime ma col conseguente consumo energetico, se va meno bene finiscono bruciati o sotterrati in una discarica, se va male finiscono semplicemente abbandonati in boschi, fiumi, laghi e mari a marcire e rilasciare sostanze inquinanti per decenni.
Questo stato di cose deve finire, ma finché le aziende continueranno ad essere incentivate da noi stessi consumatori a comportarsi così, non cambierà nulla. Il potere per fargli cambiare direzione ce l'abbiamo in mano noi, dobbiamo solo usarlo.