12-12-20 02.45
@ Asterix
Sono d'accordo solo in parte, ma è innegabile che, al di là delle storture dei corsi quantomeno "fantasiosi" una formazione seria possa fare la differenza.
Io ho una formazione accademica: diploma di pianoforte, studi di composizione & arrangiamento, laurea in musica elettronica.
Come musicista POP sono praticamente autodidatta, a 18 anni ero un ragazzino senza arte né parte, senza synth, senza libri, YouTube, con pochi dischi, con poche possibilità di conoscere gente giusta, etc...
Oggi se ti iscrivi al conservatorio di Milano puoi studiare con questi docenti:
COMP/01 - BASSO ELETTRICO: Paolo Costa
COMP/01 - BASSO ELETTRICO: Lorenzo Poli
COMP/02 - CHITARRA: Rocco Zifarelli
COMP/02 - CHITARRA: Giorgio Francesco Secco
COMP/03 - PIANOFORTE E TASTIERE: Danilo Madonia
COMP/04 - BATTERIA E PERCUSSIONI: Gabriele Melotti
COMP/04 - BATTERIA E PERCUSSIONI: Maurizio Dei Lazzaretti
COMP/05 - CANTO: Gabriella Scalise
COMP/05 - CANTO: Paola Folli
COMJ/10 - TASTIERE ELETTRONICHE: Danilo Madonia
CODC/07 - COMPOSIZIONE POP ROCK: Fabrizio Cosimo Bianco
...e suonare con altri allievi, se sei "il primo sveglio" è un grosso aiuto!
Per me sarebbe stato un sogno!!!
Poi col tempo sono arrivato a suonare in situazioni importanti, ma è stata dura.
Ricordo a 14 anni che trascrissi tutta "November Rain" dei Guns...in Fa# perché il mio lettore di cassette andava più veloce!
Penso a Steve Vai, per me chitarrista fenomenale, da piccolo ha studiato teoria musicale fino alla fine del college, praticamente una decina d'anni in cui studiava teoria e TRASCRIVEVA musica come compito assegnatogli dal docente, poi a 14 anni decide di diventare chitarrista, e da chi va a prendere lezioni? Da Joe Satriani, che abitava nello stesso quartiere, da lì poi farà l'audizione con Frank Zappa.
Forse senza lo studio serio della teoria al college e le lezioni di Satriani Zappa non l'avrebbe tenuto nella band e la sua carriera non sarebbe decollata.
Certo è vero anche il contrario: Frank Zappa salta fuori DAL NULLA!
Se hai questo percorso alle spalle, dovremmo capirci...
Ho amici, anche abbastanza stretti, che sono direttori e vice direttori in alcuni tra i più prestigiosi ex conservatori d'Italia e..., al di là dell'istituzionale, ci chiacchiero.
Quello che trovo "sminuente", in relazione al vecchio ordinamento, è che attualmente si elargiscano titoli istituzionali "colorati" di percorso universitario ma che sppiamo benissimo esistere principalmente pe far cassa.
Ai miei tempi, a Roma, ci fu l'apertura sperimentale di un corso complementare di jazz tenuto da Giorgio Gaslini ed era a numero chiuso, solo come "complemento" ad una formazione pianistica o compositiiva degli allievi interni.
Oggi sappiamo com'è ...il direttore di conservatorio ha più facoltà, è perlopiù un manager e, per tenere a galla "l'azienda", se ha un amico "bravo" che fa pianobar o che è un virtuoso di tamburi vesuviani e questi gli portano iscritti (rette annuali) non ci mette niente a creargli percorsi di studio straordinari e titoli relativi. Comunque, verso queste aperture non ci sarebbe niente di male ma ...non dovremmo essere in un ambiente equiparato all'università?
Forse non conosco bene l'attuale andamento ma, come dici anche tu, fare un percorso serio di base e poi avere l'oportunità, da interno, di seguire corsi complementari tenuti da personaggi che praticano il mestiere che si vorrà intraprendere è certamente cosa buona, ma degli altri "titoli di stato", quelli rilasciati e relativi ai percorsi che ho descritto prima, a cui si può accedere senza particolari requisiti, che valenza hanno? Che fai, ti ci presenti all'orchestra di Sanremo? "Guardi, io sono diplomata in canto moderno/leggero, posso essere una corista?" oppure "sono un tastierista dialomato a XXXX, quando fate le audizioni per il gruppo di Fiorella Mannoia?" ...pensi che funzioni così? NO!
Sono quindi percorsi evidentemente clientelari che possono esistere solo grazie alle nuove facoltà decisionali dei direttori ...e sappiamo che se aprono un bando pubblico per la cattedra di percussioni partenopee o di storia e letteratura dell'organo Hammond, vista l'eccessiva specificità dei corsi, potremmo anche pensare che abbiano già in mente chi potrà essere l'insegnante più qualificato.
Insomma, se lo dico mi inguiaio, ma tutto 'sto giro sotto le ali dello stato è un movimento utile alle casse e agli amici musicisti dei conservatori. Gli allievi, tanti, troppi e non più ben preparati come prima, se pensano poi di spendere certi titoli in una situazione come quella in cui siamo oggi, sono illusi.
Tutt'al più, accompagnati da un diploma liceale e uno di abilitazione all'insegnamento, potranno sperare di fare i precari per qualche decennio nelle scuole medie e se avranno un diploma di quelli pesanti, come quelli di prima, potranno pretendere di insegnare in conservatorio per creare nuovi allievi per i quali verranno aperte nuove sedi che creeranno nuovi insegnanti .........
ma se po' insegna' Pianobar al conservatorio?