Synth-Yamaha ma perché?

  • maxpiano69
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25-05-17 08.32

valenciano ha scritto:
Insomma un sintetizzatore in multisintesi e' piu' ampio anche per chi ama il preset e basta : al meglio si ritrova librerie aggiuntive, che nel tempo valorizzano lo strumento rendendone piu' lenta l'obsolescenza

Non farei il confronto con gli stage : stage (o combo) e sintetizzatori sono due cose diverse, spesso rivolti ad utenze diverse.


Come scrivi tu "al meglio" ma mi domando (seriamente, perché non lo so) se ad esempio questo sia realmente accaduto con Kronos, che é in giro da qualche anno ormai: quante librerie sfruttano davvero la sua capacitá di multisintesi e quante invece solo la HD-1 (equivalente della AWM di Yamaha)?

Sulla seconda frase: quotone al cubo!
  • giosanta
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25-05-17 08.56

kurz4ever ha scritto:
Evidentemente è il pubblico che non compra strumenti potenti ma complicati.
L'esempio di nord con il ns è davanti agli occhi di tutti...alcune non banali limitazioni ma tutti i comandi mappati su pannello fisico. E vende. Perchè evidentemente è questo che il cliente vuole...poca fatica.... quindi preset o semplicità di edit (a scapito di potenza e flessibilità)...

Il pubblico non vuole pagare, ed è sacrosanto, quello che, dal punto di vista pratico, è quasi impossibile da utilizzare.
Tra il divertimento, la creatività, la voglia di suonare e la sua realizzazione non possono essere frapposti ponderosi manuali.
Bene chi lo ha capito, malissimo chi no.
  • sterky
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25-05-17 10.16

@ giosanta
kurz4ever ha scritto:
Evidentemente è il pubblico che non compra strumenti potenti ma complicati.
L'esempio di nord con il ns è davanti agli occhi di tutti...alcune non banali limitazioni ma tutti i comandi mappati su pannello fisico. E vende. Perchè evidentemente è questo che il cliente vuole...poca fatica.... quindi preset o semplicità di edit (a scapito di potenza e flessibilità)...

Il pubblico non vuole pagare, ed è sacrosanto, quello che, dal punto di vista pratico, è quasi impossibile da utilizzare.
Tra il divertimento, la creatività, la voglia di suonare e la sua realizzazione non possono essere frapposti ponderosi manuali.
Bene chi lo ha capito, malissimo chi no.
secondo questo ragionamento macchine come DX7 sono quindi progetti fallimentari.....
  • anonimo
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25-05-17 10.24

@ maxpiano69
valenciano ha scritto:
Insomma un sintetizzatore in multisintesi e' piu' ampio anche per chi ama il preset e basta : al meglio si ritrova librerie aggiuntive, che nel tempo valorizzano lo strumento rendendone piu' lenta l'obsolescenza

Non farei il confronto con gli stage : stage (o combo) e sintetizzatori sono due cose diverse, spesso rivolti ad utenze diverse.


Come scrivi tu "al meglio" ma mi domando (seriamente, perché non lo so) se ad esempio questo sia realmente accaduto con Kronos, che é in giro da qualche anno ormai: quante librerie sfruttano davvero la sua capacitá di multisintesi e quante invece solo la HD-1 (equivalente della AWM di Yamaha)?

Sulla seconda frase: quotone al cubo!
Un kronos61 costa 200 euro in piu' di un Montage 6. Anche senza programmare e con le librerie esistenti, Kronos ha una tavolozza sonora piu' ampia e piu' motori di sintesi.
Vale gia' la pena cosi' com'e' : se poi sei capace ed hai voglia di smanettare, ancora meglio perche' kronos ha possibilita' piu' vaste.

Doxessi prendere una workstation di punta oggi, non avrei assolutamente dubbi : kronos e non di certo montage.

per prendere un montage e strapagarlo, preferisco uno stage rosso, e poi un bel synth con la esse maiuscola. Eergo : motifXS XF non era piu' granche' sensato, e con la FM montage hanno cercato di metterci una toppa (un po' di condimento), ma siamo lontani sia da Kronos che dallo stesso EX (e perfino da motif classic/es+ plg)
  • maxpiano69
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25-05-17 12.51

@ anonimo
Un kronos61 costa 200 euro in piu' di un Montage 6. Anche senza programmare e con le librerie esistenti, Kronos ha una tavolozza sonora piu' ampia e piu' motori di sintesi.
Vale gia' la pena cosi' com'e' : se poi sei capace ed hai voglia di smanettare, ancora meglio perche' kronos ha possibilita' piu' vaste.

Doxessi prendere una workstation di punta oggi, non avrei assolutamente dubbi : kronos e non di certo montage.

per prendere un montage e strapagarlo, preferisco uno stage rosso, e poi un bel synth con la esse maiuscola. Eergo : motifXS XF non era piu' granche' sensato, e con la FM montage hanno cercato di metterci una toppa (un po' di condimento), ma siamo lontani sia da Kronos che dallo stesso EX (e perfino da motif classic/es+ plg)
Sono d'accordo ma la mia domanda era seria e genuina: quanto alla fine vengono sfruttati davvero i 9 engine di Kronos a livello di librerie aggiuntive (tralasciando il fatto che i preset li usano e ce ne sarebbe giá che avanza)? Ovvero: tra i due é la multisintesi il "selling factor" di Kronos o i suoi 6.000 preset (che siano frutto o meno della multisintesi)?
  • anonimo
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25-05-17 13.39

maxpiano69 ha scritto:
Ovvero: tra i due é la multisintesi il "selling factor" di Kronos o i suoi 6.000 preset (che siano frutto o meno della multisintesi)?


Qui' c'e' il nodo della questione.

Il tastierista "mangiapreset", che vuole suonare ma non vuole perdere tempo a programmare, e' contento dei suoi 6000 suoni.

Il tastierista che vive solo di oscillatori (virtuali o no) sintesi additive quadratiche con scarto booleano in modulazione di frequenza, e' contento perche' naviga nella sua macchina e magari la spreme al massimo.

Entrambe le categorie sono contente del loro prodotto perche' soddisfa il target.
Spiace che korg non abbia implementato altro materiale, ma in fondo chi ha comprato kronos e' comunque contento.


Il tastierista accendi e suona, invece se ne va verso gli strumenti stage, e tutti vissero felici e contenti.

Motif XS/XF vanno benissimo per chi suona nel range della tavolozza di suoni che offre. Tavolozza fissa dove trovi anche il " flauto etnico dei canti giavanesi della siccita' " (che non userai mai), e le chitarre acustiche ed elettriche (che non userai mai), ma ti sta bene perche' nel mucchio trovi pianoforti, organi, pad e lead gia' pronti per le cose che devi fare.

Se pero' le esigenze escono da questo range, il motif di queste serie non va gia' piu' bene, e paradossalmente sono addirittura migliori le serie prima (fatta eccezione per i campioni un po' piu' datati). Inoltre e' uno strumento rigido (che fatico un po' a chiamare sintetizzatore) : finito il menu', continui a mangiare sempre la stessa pappa.
A qualcuno va bene, ad altri no... : credo che yamaha si sara' fatta bene i suoi conti...
  • michelet
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25-05-17 13.39

Devo dire la verità: posto che Kronos non mi è mai piaciuta fino in fondo, per la sua complessità, per il suo display troppo piccolo in rapporto ai parametri visualizzati e l'idea che, alla fine, dei 9 motori di sintesi me ne sarei fatto ben poco, sto rivalutando Montage. emo
Forse, in modo cinico, potrei dire che nell'ottica di compensare la GAS sempre latente, non trovando un prodotto "Ideale" mi accontento, in senso lato, di Montage.
A parte questo, la lettura degli articoli dedicati a Montage su YamahaSynth è molto illuminante e fa capire molte cose, difficilmente intuibili anche dopo una prova approfondita dello strumento.
Non ho ancora terminato la lettura (e la traduzione) dei suddetti articoli, che sono tanti, estesi e talvolta molto difficili da rendere in un buon italiano, certo è che aprono ad un mondo, quello della FM-X, molto avvincente. Il motore di sintesi a controllo di movimenti è utile, ma più specchietto per le allodole che altro.
  • kurz4ever
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25-05-17 14.26

@ sterky
secondo questo ragionamento macchine come DX7 sono quindi progetti fallimentari.....
No, assolutamente, va tutto messo nel corretto contesto storico. Negli anni '80 avevamo tutti velleità di sperimentazione e quasi tutti avevamo uno strumento in casa (dalla chitarra al synth). DX7 e Juno 106 erano forse gli unici alla portata di un reddito medio (e con discreto sforzo se era l'unico che entrava in casa).
Poi sono curioso di sapere in quanti hanno resettato i preset di DX7 e si sono fatti tutti i preset a mano, sul display originale...
Ma comunque c'era una mentalità più aperta alla sperimentazione, meno distrazioni e meno stress, quindi più tempo....
Oggi una macchina come quella, al prezzo originale (rivalutato al potere d'acquisto attuale) secondo me sarebbe un fiasco.... comunque mi piacerebbe tanto conoscere i numeri di vendita di Montage rispetto alla concorrenza.
C'è da dire che ultimamente avevo un gruzzoletto da dedicare all'acquisto di una tastiera nuova un poco per ampliare ed un poco per backuppare il pc3K, causa vendita dei miei rack. Avevo anche pensato di pazziare e prendere un Montage, ma il pensiero di avere a che fare con l'interfaccia notoriamente contorta di Yammy su una sintesi altrettanto complessa e poco prevedibile mi hanno fatto desistere. Ed alla fine ho preso un Jupiter 80, bello robusto, semplice e con un suono grosso così. I preset non li sto praticamente usando, ma la parte VA è veramente semplice...
Ci fosse stato un motif con le quattro sintesi dei reface (e magari una interfaccia visuale simile ai relativi pannelli o con pomoli veri) l'avrei preso al volo...
  • michelet
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25-05-17 15.26

@ kurz4ever
No, assolutamente, va tutto messo nel corretto contesto storico. Negli anni '80 avevamo tutti velleità di sperimentazione e quasi tutti avevamo uno strumento in casa (dalla chitarra al synth). DX7 e Juno 106 erano forse gli unici alla portata di un reddito medio (e con discreto sforzo se era l'unico che entrava in casa).
Poi sono curioso di sapere in quanti hanno resettato i preset di DX7 e si sono fatti tutti i preset a mano, sul display originale...
Ma comunque c'era una mentalità più aperta alla sperimentazione, meno distrazioni e meno stress, quindi più tempo....
Oggi una macchina come quella, al prezzo originale (rivalutato al potere d'acquisto attuale) secondo me sarebbe un fiasco.... comunque mi piacerebbe tanto conoscere i numeri di vendita di Montage rispetto alla concorrenza.
C'è da dire che ultimamente avevo un gruzzoletto da dedicare all'acquisto di una tastiera nuova un poco per ampliare ed un poco per backuppare il pc3K, causa vendita dei miei rack. Avevo anche pensato di pazziare e prendere un Montage, ma il pensiero di avere a che fare con l'interfaccia notoriamente contorta di Yammy su una sintesi altrettanto complessa e poco prevedibile mi hanno fatto desistere. Ed alla fine ho preso un Jupiter 80, bello robusto, semplice e con un suono grosso così. I preset non li sto praticamente usando, ma la parte VA è veramente semplice...
Ci fosse stato un motif con le quattro sintesi dei reface (e magari una interfaccia visuale simile ai relativi pannelli o con pomoli veri) l'avrei preso al volo...
Come ho detto prima, Montage sta stupendo anche me, che ero partito in quarta pensando fosse la solita minestra riscaldata.
Se hai tempo (e voglia) leggi gli articoli su YamahaSynth che trattano sistematicamente della sua struttura di sintesi. Ci sono spunti molto interessanti e l'interfaccia utente, forse grazie al touch screen (non grande come servirebbe, purtroppo) è migliorata rispetto agli standard Yamaha.
Sono in attesa dell'imminente rilascio della suite di Editor di John Melas, che si preannuncia parecchio succosa. Poi deciderò il da farsi.
  • paolo_b3
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25-05-17 16.33

@ maxpiano69
Dipende dal rapporto tra portante (carrier) e modulante (modulator) ovvero da "quanto e come" viene distorta la sinusoide di partenza (del carrier): qui puoi trovare qualche semplice esempio con tanto di spettro risultante: http://synthesizeracademy.com/fm-synthesis/ o meglio ancora https://it.m.wikipedia.org/wiki/Sintesi_FM
Io però capisco che si sommano due onde di frequenza diversa, in nessuno dei due links si parla di intervenire sulla fase delle onde, forse per brevità?
Mentre AI2 (e forse anche AWM2?) sommano due campioni (e non due onde elementari) per cui per creare lo stesso effetto si deve intervenire sulle fasi dei singoli suoni. O sbaglio?
  • kurz4ever
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25-05-17 17.13

@ paolo_b3
Io però capisco che si sommano due onde di frequenza diversa, in nessuno dei due links si parla di intervenire sulla fase delle onde, forse per brevità?
Mentre AI2 (e forse anche AWM2?) sommano due campioni (e non due onde elementari) per cui per creare lo stesso effetto si deve intervenire sulle fasi dei singoli suoni. O sbaglio?
La sintesi FM si basa sulla modulazione della frequenza portante di un 'onda tramite un'altra onda. Una sorta di vibrato in cui la frequenza modulata e modulante sono nello spettro delle frequenze udibili.
In pratica (la matematica potrebbe venire in aiuto, ma dovrei rispolverare vecchie nozioni di Teoria dei Segnali che non ricordo più...) la modulazione della fase (non della ampiezza) di un'onda genera distorsioni che ne arricchiscono lo spettro armonico esattamente come la modulazione in frequenza.
Comunque in pratica si parla di cambiare il pitch a intervalli rapidissimi, non sommare i segnali....: uno dei due oscillatori genera la frequenza base, l'altro genera il "vibrato" (se mi si permette la semplificazione)
  • paolo_b3
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25-05-17 17.22

@ kurz4ever
La sintesi FM si basa sulla modulazione della frequenza portante di un 'onda tramite un'altra onda. Una sorta di vibrato in cui la frequenza modulata e modulante sono nello spettro delle frequenze udibili.
In pratica (la matematica potrebbe venire in aiuto, ma dovrei rispolverare vecchie nozioni di Teoria dei Segnali che non ricordo più...) la modulazione della fase (non della ampiezza) di un'onda genera distorsioni che ne arricchiscono lo spettro armonico esattamente come la modulazione in frequenza.
Comunque in pratica si parla di cambiare il pitch a intervalli rapidissimi, non sommare i segnali....: uno dei due oscillatori genera la frequenza base, l'altro genera il "vibrato" (se mi si permette la semplificazione)
Non volevo andare così tanto in OT. Ma il segnale che genera il vibrato non funziona come l'LFO, è un'entità vettoriale che viene sommata al vettore di base, sbaglio?. Io Teoria dei segnali non la spolvero perchè non l'ho studiata emo
  • kurz4ever
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25-05-17 17.54

@ paolo_b3
Non volevo andare così tanto in OT. Ma il segnale che genera il vibrato non funziona come l'LFO, è un'entità vettoriale che viene sommata al vettore di base, sbaglio?. Io Teoria dei segnali non la spolvero perchè non l'ho studiata emo
LFO è una sorgente di modulazione che nel caso del tremolo modifica l'ampiezza ad esempio, nel caso del vibrato modifica la frequenza. Se parliamo del vettore di fase (ops, qui se c'è un matematico mi mena...) possiamo dire che vengono sommate le fasi del segnale con quella dell'LFO opportunamente scalata (tramite un inviluppo ad esempio). Ora immagina che LFO viaggi a frequenze udibili e come frazione del segnale principale.
  • paolo_b3
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25-05-17 18.05

@ kurz4ever
LFO è una sorgente di modulazione che nel caso del tremolo modifica l'ampiezza ad esempio, nel caso del vibrato modifica la frequenza. Se parliamo del vettore di fase (ops, qui se c'è un matematico mi mena...) possiamo dire che vengono sommate le fasi del segnale con quella dell'LFO opportunamente scalata (tramite un inviluppo ad esempio). Ora immagina che LFO viaggi a frequenze udibili e come frazione del segnale principale.
Ti sono riconoscente per averci provato emo
  • kurz4ever
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25-05-17 18.16

@ paolo_b3
Ti sono riconoscente per averci provato emo
emo
  • fighterrx

25-05-17 18.19

In origine erano gli strumenti tradizionali, quelli che erano in giro da un paio di millenni.
Ma, a parte il piffero e la chitarrina, costavano un botto ed erano alla portata di pochi.

Poi inventarono l'organo hammond. Non era nemmeno l'ombra del re degli strumenti a cui si ispirava (l'organo a canne). Però quello permetteva la tecnologia elettromeccanica dell'epoca. E sebbene non economico, lo era infinitamente di più della Cosa Vera. Ed i più fecero buon viso a cattivo gioco.

Poi con i primi componenti elettronici analogici inventarono il sintetizzatore a sintesi sottrattiva. Vabbè, faceva rutti, scoregge e pernacchie e non molto altro, e non assomigliava per niente a nulla di musicalmente noto. Però quello era il massimo che si poteva fare con l'elettronica analogica. Costava sempre un botto, ma infinitamente meno di The Real Thing. Ed i più fecero buon viso a cattivo gioco.

Poi arrivò il microprocessore e con esso la possibilità di fare calcoli. Ed inventarono la sintesi FM, che dava più possibilità espressive ed imitative rispetto a quella sottrattiva. Ed infatti per la primna volta nella storia dell'umanità si poteva suonare qualcosa di ragionevolmente simile ad un pianoforte (elettrico od acustico), senza possedere The Real Thing. OK, il synth FM non era ancora economico, ma caspita: qui si inizia a ragionare!! Ed infatti fù un boom di vendite come mai era stato prima.

Poi inventarono, a prezzi elevati ma abbordabili, la memoria in cui si potevano memorizzare i dati. E a qualcuno balenò l'idea che anziché manipolare in tempo reale con calcoli, delle sinusoidi, cercando di tirarci fuori qualcosa di non troppo dissimile da The Real Thing; si poteva invece registrare la Cosa Vera e riprodurla a piacimento con realismo impensabile, senza doverla fisicamente possedere.
E qui l'umanità fece non un passo, ma un balzo in avanti.

Inizialmente la memoria era costosa, e quindi si pensò di campionare i pochi attimi dell'attacco di un suono (quelli fondamentali per caratterizzarlo) e poi mandare in loop all'infinito (sustain) una breve registrazione che occupava poca memoria. Finalmente furono creati organi elettronici che imitavano in maniera sconvolgente il Re degli strumenti (che per definizione si presta benissimo ad un breve attacco ed un sustain infinito in loop).

Poi la memoria calò di prezzo, e si poterono imitare in maniera quasi indistinguibile da The Real Thing anche tutti gli altri strumenti (vedi ad esempio SA2 in Tyros). Qualcuno potè anche sprecare centinaia di mega byte di campioni per registrare quello che i primi synth rudimentali (analog e FM) facevano con poche centinaia di byte.

La dura realtà è che al giorno d'oggi con ~1000€ mi posso comprare una workstation al top della sintesi a campioni (es MOXF) ed avere quello che analog ed FM hanno sempre sognato e mai raggiunto. Inoltre il rompler fà anche l'80÷90% di quello che può fare uno di quei synth. Quei synth invece fanno lo 0% di quello che può fare un rompler. Inoltre hanno infinitamente meno polifonia e costano di più.

Non c'è quindi da stupirsi che il rompler abbia la quasi totalità del mercato. E che il più grande produttore al mondo di strumenti musicali si dedichi a questo mercato, lasciando agli altri le briciole di tecnologie alternative.
  • anonimo
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25-05-17 19.00

Se cosi' fosse, non esisterebbero i VA, gli RA, i VSTi ecc.
Gli hammond, rhodes e simili sarebbero stati rottamati tutti, e non ci sarebbe stata una ricerca forsennata delle glorie vintage.

Il Rompler e' la fotografia digitale con la pappa pronta (inquadri, fai click, ed hai l'immagine), ma i restanti strumenti sono la tavolozza dove si preparano i colori, si sceglie il fondo, il tratto e si DIPINGE il suono..

Se nell'era della fotografia digitale c'e' ancora chi dipinge, un motivo ci sara'?

E' chiaro che ci sono molte piu' foto su smartphone che pittori, ma dipingere creandosi l'immagine a partire dal colore, e mettendoci la fantasia e la creativita' e' tutt'altra cosa.
  • Arci66
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25-05-17 19.07

@ fighterrx
In origine erano gli strumenti tradizionali, quelli che erano in giro da un paio di millenni.
Ma, a parte il piffero e la chitarrina, costavano un botto ed erano alla portata di pochi.

Poi inventarono l'organo hammond. Non era nemmeno l'ombra del re degli strumenti a cui si ispirava (l'organo a canne). Però quello permetteva la tecnologia elettromeccanica dell'epoca. E sebbene non economico, lo era infinitamente di più della Cosa Vera. Ed i più fecero buon viso a cattivo gioco.

Poi con i primi componenti elettronici analogici inventarono il sintetizzatore a sintesi sottrattiva. Vabbè, faceva rutti, scoregge e pernacchie e non molto altro, e non assomigliava per niente a nulla di musicalmente noto. Però quello era il massimo che si poteva fare con l'elettronica analogica. Costava sempre un botto, ma infinitamente meno di The Real Thing. Ed i più fecero buon viso a cattivo gioco.

Poi arrivò il microprocessore e con esso la possibilità di fare calcoli. Ed inventarono la sintesi FM, che dava più possibilità espressive ed imitative rispetto a quella sottrattiva. Ed infatti per la primna volta nella storia dell'umanità si poteva suonare qualcosa di ragionevolmente simile ad un pianoforte (elettrico od acustico), senza possedere The Real Thing. OK, il synth FM non era ancora economico, ma caspita: qui si inizia a ragionare!! Ed infatti fù un boom di vendite come mai era stato prima.

Poi inventarono, a prezzi elevati ma abbordabili, la memoria in cui si potevano memorizzare i dati. E a qualcuno balenò l'idea che anziché manipolare in tempo reale con calcoli, delle sinusoidi, cercando di tirarci fuori qualcosa di non troppo dissimile da The Real Thing; si poteva invece registrare la Cosa Vera e riprodurla a piacimento con realismo impensabile, senza doverla fisicamente possedere.
E qui l'umanità fece non un passo, ma un balzo in avanti.

Inizialmente la memoria era costosa, e quindi si pensò di campionare i pochi attimi dell'attacco di un suono (quelli fondamentali per caratterizzarlo) e poi mandare in loop all'infinito (sustain) una breve registrazione che occupava poca memoria. Finalmente furono creati organi elettronici che imitavano in maniera sconvolgente il Re degli strumenti (che per definizione si presta benissimo ad un breve attacco ed un sustain infinito in loop).

Poi la memoria calò di prezzo, e si poterono imitare in maniera quasi indistinguibile da The Real Thing anche tutti gli altri strumenti (vedi ad esempio SA2 in Tyros). Qualcuno potè anche sprecare centinaia di mega byte di campioni per registrare quello che i primi synth rudimentali (analog e FM) facevano con poche centinaia di byte.

La dura realtà è che al giorno d'oggi con ~1000€ mi posso comprare una workstation al top della sintesi a campioni (es MOXF) ed avere quello che analog ed FM hanno sempre sognato e mai raggiunto. Inoltre il rompler fà anche l'80÷90% di quello che può fare uno di quei synth. Quei synth invece fanno lo 0% di quello che può fare un rompler. Inoltre hanno infinitamente meno polifonia e costano di più.

Non c'è quindi da stupirsi che il rompler abbia la quasi totalità del mercato. E che il più grande produttore al mondo di strumenti musicali si dedichi a questo mercato, lasciando agli altri le briciole di tecnologie alternative.
Ma nonostante la storia che hai a noi ricordato il suono synth è ancora vivo, viaggia in carreggiata interna avendo dovuto lasciare ai mellotron moderni le due carreggiate centrali, ma è ancora vivo e si fa ancora sentire nei dischi solo che è più economico magari accaparrarsi un buon vst che potrebbe risolvere il problema con poco più di 100 €. Così il cerchio si chiude. Io non dico che Yamaha campa di favole chiaro che gli conviene fare quello...lo fa da quasi vent'anni. Ma però anche se alla fine ci vanno a guadagnare molto meno che su un montage, ogni 5 ma anche 10 anni perché non ci rifai un cazzo di synth magari con i pomelli per rispolverare il passato ed il nome? Probabilmente Yamaha tastiere non è più una company che spicca nel panorama del gruppo quindi se ne strafottono di rimettersi in quel settore soprattutto ora che gli analogici sono i synth del momento commerciale e quelli Yamaha non li produrrà mai e poi mai.
  • paolo_b3
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25-05-17 19.35

Ma... tutto questo... perchè Yamaha non mette in commercio una macchina con una sezione sottrattiva? emo
  • maxpiano69
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25-05-17 20.06

@ paolo_b3
Ma... tutto questo... perchè Yamaha non mette in commercio una macchina con una sezione sottrattiva? emo
Attento amico Paolo... la AWM2 di Motif, Montage e loro predecessori, come quella di qualsiasi rompler, é a tutti gli effetti una sintesi sottrattiva... ma tu intendevi un VA immagino emo

PS: e per la FM, in generale, guarda anche qui https://it.m.wikipedia.org/wiki/Modulazione_di_frequenza, c'é anche una bella gif animata che mostra la differenza tra modulazione in ampiezza e in frequenza emo