Ma cos’è questo jazz?

  • anonimo
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17-08-18 21.19

Per me la discussione finisce qui, tanto dei miei interventi capite solo ciò che volete capire. Non vedo terreno di confronto ma solo attacchi puerili. Ad maiora.
  • anonimo

17-08-18 21.28

@ anonimo
lucablu ha scritto:
ad evitare di dire castronerie del tipo che i "bianchi", nel jazz, hanno suonato solo nel Dixieland.


Di grazia, potresti copiare e incollare il testo dove ho scritto ciò di cui mi accusi?
Perché se il tuo intervento fosse un fake nei miei confronti, a studiare ti ci rimetto io...ragazzo!
Non prendo lezioni da te!
  • anonimo
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18-08-18 00.50

@ anonimo
Non prendo lezioni da te!
Mi stai prendendo in giro vero? O forse ti manca qualche diottria?
Ho scritto che le orchestre dixieland erano formate da bianchi, NON che tutti i musicisti jazz bianchi hanno suonato SOLO in orchestre dixieland!
Perché tu e altri volete attribuirmi concetti che non ho scritto? Siamo passati dal possibile confronto all'arte del contraddittorio? Spero di no per voi, se sono queste le vs soddisfazioni, sareste messi proprio male.
  • anonimo

18-08-18 01.23

@ anonimo
Mi stai prendendo in giro vero? O forse ti manca qualche diottria?
Ho scritto che le orchestre dixieland erano formate da bianchi, NON che tutti i musicisti jazz bianchi hanno suonato SOLO in orchestre dixieland!
Perché tu e altri volete attribuirmi concetti che non ho scritto? Siamo passati dal possibile confronto all'arte del contraddittorio? Spero di no per voi, se sono queste le vs soddisfazioni, sareste messi proprio male.
No, tu hai scritto una cosa diversa (a meno che, poi, tu non sia andato a correggerla): io avevo scritto che la musica jazz non l'hanno suonata solo musicisti neri, ma anche bianchi ed ho citato, solamente a titolo di esempio, Eddie Lang, Joe Venuti, Benny Goodman, Toots Thielemans e Michel Petrucciani, solo per citare i primi "bianchi" che mi venivano in mente (tra l'altro, Eddie Lang, pseudonimo di Salvatore Massaro, e Joe Venuti, di origine Italiana), senza distinguere tra stili e periodi diversi, ma citandoli insieme alla rinfusa solamente perché tutti bianchi.

Tu mi hai risposto che i musicisti che ho citato erano TUTTI musicisti Dixieland, e che il Dixieland NON È JAZZ perché il Jazz è nero, mentre il Dixieland è bianco e che io confondevo il New Orleans Jazz (nero), con il Dixieland (bianco) e che solo il primo può essere considerato jazz perché nero, mentre il secondo no (perché bianco).

Io ti ho risposto che SOLO ALCUNI di quelli che ho citato erano musicisti Jazz - Stile Dixieland (Il Dixieland è considerato a tutti gli effetti uno stile del Jazz, anzi, il primo disco di Jazz è stato inciso dalla "Original Dixieland Jazz Band" nel 1917. Tra l'altro tale band aveva anche 2 componenti di origine Italiana nell'organico: Nick La Rocca e Tony Sbarbaro), ma Toots Thielemans e Michel Petrucciani NO, non fanno parte del periodo e dello stile Dixieland.
  • anonimo
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18-08-18 02.38

@ anonimo
No, tu hai scritto una cosa diversa (a meno che, poi, tu non sia andato a correggerla): io avevo scritto che la musica jazz non l'hanno suonata solo musicisti neri, ma anche bianchi ed ho citato, solamente a titolo di esempio, Eddie Lang, Joe Venuti, Benny Goodman, Toots Thielemans e Michel Petrucciani, solo per citare i primi "bianchi" che mi venivano in mente (tra l'altro, Eddie Lang, pseudonimo di Salvatore Massaro, e Joe Venuti, di origine Italiana), senza distinguere tra stili e periodi diversi, ma citandoli insieme alla rinfusa solamente perché tutti bianchi.

Tu mi hai risposto che i musicisti che ho citato erano TUTTI musicisti Dixieland, e che il Dixieland NON È JAZZ perché il Jazz è nero, mentre il Dixieland è bianco e che io confondevo il New Orleans Jazz (nero), con il Dixieland (bianco) e che solo il primo può essere considerato jazz perché nero, mentre il secondo no (perché bianco).

Io ti ho risposto che SOLO ALCUNI di quelli che ho citato erano musicisti Jazz - Stile Dixieland (Il Dixieland è considerato a tutti gli effetti uno stile del Jazz, anzi, il primo disco di Jazz è stato inciso dalla "Original Dixieland Jazz Band" nel 1917. Tra l'altro tale band aveva anche 2 componenti di origine Italiana nell'organico: Nick La Rocca e Tony Sbarbaro), ma Toots Thielemans e Michel Petrucciani NO, non fanno parte del periodo e dello stile Dixieland.
Non ho corretto proprio un bel nulla, a che scopo poi? Ho altro da fare nella vita reale, amico!
Ciò che ho affermato sul dixieland è riportato su vari libri di storia del jazz, compreso il Polillo. Le orchestre dixieland sono nate con il chiaro intento di arginare il successo delle black jazz band.. certamente, parliamo degli anni '20, in piena apartheid, il riformato ku klux klan contava milioni di aderenti, è stata una operazione velatamente razzista senza dubbio, almeno negli intenti. Poi ok, si trattava per lo più di polacchi italiani europei con solide basi classiche, ma i promotori che stavano dietro queste band erano suprematisti bianchi, lo stesso Nick la rocca ha più volte fatto affermazioni in tal senso. Che poi successivamente si sia superato il dualismo razziale è vero solo di facciata. Per me mo better blues di Spike lee è un film che descrive bene la situazione, la vita reale che la black music in generale ha dovuto sopportare.
Thielemans e Petrucciani ovviamente non c'entrano col dixieland, fanno parte di periodi successivi, davo per scontato che si capisse che non mi riferissi a loro! Petrucciani in una orchestra dixieland emo va bene che non sono un cultore del jazz come te, ma neanche un co@ione se mi permetti.
Per me il jazz come lo intendete voi è finito da alcuni decenni, persino miles davis se ne rese conto cercando nuovi stili. Oggi il jazz si è dissolto in una miriade di generi, per lo più facenti parte della black music... per me tutto ciò che contiene una % di jazz può rientrare in questa categoria. Vernon Reid era un jazzista che ha fuso le sonorità del jazz col funk e il metal, non rientra nel jazz? Per me sì. Idem Skunk Anansie, Diana Krall, Soulive, Koop, Zu, Brad Meldhau, tanto per citare alcuni contemporanei che mi vengono a mente adesso, ma la lista sarebbe infinita.
  • anonimo

18-08-18 03.01

@ anonimo
Non ho corretto proprio un bel nulla, a che scopo poi? Ho altro da fare nella vita reale, amico!
Ciò che ho affermato sul dixieland è riportato su vari libri di storia del jazz, compreso il Polillo. Le orchestre dixieland sono nate con il chiaro intento di arginare il successo delle black jazz band.. certamente, parliamo degli anni '20, in piena apartheid, il riformato ku klux klan contava milioni di aderenti, è stata una operazione velatamente razzista senza dubbio, almeno negli intenti. Poi ok, si trattava per lo più di polacchi italiani europei con solide basi classiche, ma i promotori che stavano dietro queste band erano suprematisti bianchi, lo stesso Nick la rocca ha più volte fatto affermazioni in tal senso. Che poi successivamente si sia superato il dualismo razziale è vero solo di facciata. Per me mo better blues di Spike lee è un film che descrive bene la situazione, la vita reale che la black music in generale ha dovuto sopportare.
Thielemans e Petrucciani ovviamente non c'entrano col dixieland, fanno parte di periodi successivi, davo per scontato che si capisse che non mi riferissi a loro! Petrucciani in una orchestra dixieland emo va bene che non sono un cultore del jazz come te, ma neanche un co@ione se mi permetti.
Per me il jazz come lo intendete voi è finito da alcuni decenni, persino miles davis se ne rese conto cercando nuovi stili. Oggi il jazz si è dissolto in una miriade di generi, per lo più facenti parte della black music... per me tutto ciò che contiene una % di jazz può rientrare in questa categoria. Vernon Reid era un jazzista che ha fuso le sonorità del jazz col funk e il metal, non rientra nel jazz? Per me sì. Idem Skunk Anansie, Diana Krall, Soulive, Koop, Zu, Brad Meldhau, tanto per citare alcuni contemporanei che mi vengono a mente adesso, ma la lista sarebbe infinita.
Questa volta sono d'accordo su tutto!

Sì, è vero, il Dixieland bianco è nato per contrastare il New Orleans jazz nero. Poi si racconta che Eddie Lang, per collaborare con Louis Armstrong, abbia dovuto tingersi la faccia di nero, ma, forse, è solo una leggenda...

Miles Davis si è rivolto, alla fine della sua vita, verso altri generi: (la musica elettronica, il Pop, famosa la sua interpretazione di "Time after time"), essendo anche criticato per questo perché accusato di aver " tradito" il jazz per scopi commerciali, solo per far soldi, insomma.

Sì, oggi assistiamo ad una fusione fra più stili e generi, possiamo ancora chiamarli jazz? Secondo me sì e ogni tanto vado a sentire qualche concerto che propone questi miscugli tra jazz e musica latino americana, (per esempio sono andato a sentire Paolo Fresu e Omar Sosa insieme in concerto, oppure il pianista Michel Camilo, che propone un jazz dal "sapore" Caraibico essendo lui originario della Repubblica Dominicana), tra jazz e musica africana, tra jazz e musica elettronica ecc... I Weather Report erano un gruppo jazz? Secondo me sì (ma è solo un'opinione personale, non è Vangelo), anche se vengono considerati un gruppo fusion (quindi non jazz "puro", ma fusione tra jazz e rock).
  • anonimo

18-08-18 09.56

Bravi fate la pace al ritmo di ciaccatum ciaccatum
  • anonimo

18-08-18 11.12

@ anonimo
Bravi fate la pace al ritmo di ciaccatum ciaccatum
O al limite sash-sdsh
  • anonimo

18-08-18 11.25

@ anonimo
O al limite sash-sdsh
il reggaetton è reagge? la bossanova se suonata da un jazzista è jazz? emo
  • anonimo

18-08-18 11.27

@ anonimo
Questa volta sono d'accordo su tutto!

Sì, è vero, il Dixieland bianco è nato per contrastare il New Orleans jazz nero. Poi si racconta che Eddie Lang, per collaborare con Louis Armstrong, abbia dovuto tingersi la faccia di nero, ma, forse, è solo una leggenda...

Miles Davis si è rivolto, alla fine della sua vita, verso altri generi: (la musica elettronica, il Pop, famosa la sua interpretazione di "Time after time"), essendo anche criticato per questo perché accusato di aver " tradito" il jazz per scopi commerciali, solo per far soldi, insomma.

Sì, oggi assistiamo ad una fusione fra più stili e generi, possiamo ancora chiamarli jazz? Secondo me sì e ogni tanto vado a sentire qualche concerto che propone questi miscugli tra jazz e musica latino americana, (per esempio sono andato a sentire Paolo Fresu e Omar Sosa insieme in concerto, oppure il pianista Michel Camilo, che propone un jazz dal "sapore" Caraibico essendo lui originario della Repubblica Dominicana), tra jazz e musica africana, tra jazz e musica elettronica ecc... I Weather Report erano un gruppo jazz? Secondo me sì (ma è solo un'opinione personale, non è Vangelo), anche se vengono considerati un gruppo fusion (quindi non jazz "puro", ma fusione tra jazz e rock).
Direi che il jazz può essere fuso con qualsiasi tipo di musica... ma questo è vero per ogni genere

La fusione sarà più o meno artisticamente riuscita in funzione dell’esperienza e della sincerità nell’intenzione del musicista

Ma, per evitare malintesi:

1) se fondo il jazz con il corale a 4 voci, non sto facendo nè jazz nè corale a 4 voci, sto facendo una cosa nuova

2) la cosiddetta “fusion”, iniziata appunto come fusione del linguaggio jazz e rock (ed altro ancora), si è ben presto evoluta in un genere a parte, con il suo lessico specifico: in questo senso il jazz-rock di Davis non è la fusion degli Spyro Gyra o al limite dei Weather Report:

1) nel primo la matrice jazzistica, sia in senso culturale che lessicale, continua ad essere dominante, facendoci in sostanza assistere a fraseggi ed armonie bebop/modali “sovrimposte” a sonorità e ritmi rock...insomma, è una sperimentazione in cui Davis vuol vedere cosa succede contaminando una robustissima matrice jazz con qualche “sapore” rocchettaro...ma restando intimamente nel mondo del jazz

2) nel secondo assistiamo a strutture e sonorità pop-rock “inzuccherate” con una spolverata di voicings ed approcci al fraseggio vagamente (molto vagamente) ispirati al jazz...ovvero, un gruppo sostanzialmente pop/rock che usa qualche coloritura jazz, ma resta fondamentalmente nel mondo del pop/rock

  • anonimo

18-08-18 11.36

@ anonimo
"Quando non sai cos'è, allora è Jazz!"
(Cit.)
è da queste battute che nasce la confusione sul jazz, per capirci è come se io dicessi:

"se ti addormenti dopo un minuto di ascolto allora è musica Classica"
  • markelly2
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18-08-18 12.21

@ anonimo
Direi che il jazz può essere fuso con qualsiasi tipo di musica... ma questo è vero per ogni genere

La fusione sarà più o meno artisticamente riuscita in funzione dell’esperienza e della sincerità nell’intenzione del musicista

Ma, per evitare malintesi:

1) se fondo il jazz con il corale a 4 voci, non sto facendo nè jazz nè corale a 4 voci, sto facendo una cosa nuova

2) la cosiddetta “fusion”, iniziata appunto come fusione del linguaggio jazz e rock (ed altro ancora), si è ben presto evoluta in un genere a parte, con il suo lessico specifico: in questo senso il jazz-rock di Davis non è la fusion degli Spyro Gyra o al limite dei Weather Report:

1) nel primo la matrice jazzistica, sia in senso culturale che lessicale, continua ad essere dominante, facendoci in sostanza assistere a fraseggi ed armonie bebop/modali “sovrimposte” a sonorità e ritmi rock...insomma, è una sperimentazione in cui Davis vuol vedere cosa succede contaminando una robustissima matrice jazz con qualche “sapore” rocchettaro...ma restando intimamente nel mondo del jazz

2) nel secondo assistiamo a strutture e sonorità pop-rock “inzuccherate” con una spolverata di voicings ed approcci al fraseggio vagamente (molto vagamente) ispirati al jazz...ovvero, un gruppo sostanzialmente pop/rock che usa qualche coloritura jazz, ma resta fondamentalmente nel mondo del pop/rock

Come avevo scritto più su (ma è passato inosservato emo), riguardo alla dichiarazione di Zawinul per cui con gli Weather Report farebbe rock e non jazz, mi sovviene una osservazione, per me fondamentale:

- chi fa fusion, è anche un jazzista.
- chi fa rock, non è detto che sappia fare jazz e nemmeno blues.

(esisteranno delle eccezioni, ma il più delle volte è così)
  • anonimo

18-08-18 12.29

@ markelly2
Come avevo scritto più su (ma è passato inosservato emo), riguardo alla dichiarazione di Zawinul per cui con gli Weather Report farebbe rock e non jazz, mi sovviene una osservazione, per me fondamentale:

- chi fa fusion, è anche un jazzista.
- chi fa rock, non è detto che sappia fare jazz e nemmeno blues.

(esisteranno delle eccezioni, ma il più delle volte è così)
non era passato inosservato, Zawinul conosce il significato della parola jazz emo
  • anonimo
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18-08-18 14.03

Cyrano ha scritto:
se fondo il jazz con il corale a 4 voci


... Vien fuori qualcosa che potrebbe somigliare al gospel. Il gospel stesso contiene elementi ripresi dal jazz. D'altronde anche il jazz, quando nacque era una fusione di stili.

Cyrano ha scritto:
cosiddetta “fusion”, iniziata appunto come fusione del linguaggio jazz e rock (ed altro ancora), si è ben presto evoluta in un genere a parte, con il suo lessico specifico: in questo senso il jazz-rock di Davis non è la fusion degli Spyro Gyra o al limite dei Weather Report:


Si però scusa, secondo me è sbagliato parlare solo di binomio Davis = Fusion, il mio orecchio non va dietro alle definizioni giornalistiche. Anni prima, Mingus con boggie stop shuffle aveva già creato una traccia con elementi rock, lo stesso tema o una parte di esso potrebbe essere, con le dovute proporzioni, un riff dei Black Sabbath o degli Allman Bros. Nel jazz di Ellington, Armstrong, e successivamente di Mingus, ci sono molti elementi che pescano a piene mani dal blues sebbene inserite nella grammatica del jazz. Quindi anche il jazz è a sua volta un connubio di altri stili precedenti o coevi, inseriti nelle forme che le regole del jazz imponevano, ma che emergono in base alla personalità del compositore o del musicista quando si ascolta il tema o un'improvvisazione.
Per esempio se per Mingus è chiaro che la sua formazione abbia una forte matrice blues, per Beiderbecke o Dave Brubeck o Brad Meldhau si percepiscono in modo netto le influenze classiche europee. Diciamo che il jazz fino al bebop e anche negli anni 60 era troppo irrigidito nelle proprie forme e stili (ballad, bop, swing), che a lungo andare hanno rappresentato un limite anche espressivo, perciò a un certo punto, è dovuto uscire dal proprio guscio e contaminarsi con altri generi come la samba, il pop, il rock, la psichedelia, il son cubano, i raga indiani, etc.. Ed è un bene che sia andata così, il bello della musica è proprio questo.
  • anonimo

18-08-18 14.25

ma qui nessuno mette in dubbio che il jazz si sia fuso con altri stili, è da quella fusione che il jazz diventa un'altra cosa, come dicevo prima se un jazzista suona la bossanova non è jazz ma come diceva bene Cyrano è bossanova suonata da un jazzista
  • anonimo

18-08-18 14.32

Esatto... come la marcia, fondendosi con elementi diversi, ha dato origine al ragtime

Ma se vado ad un concerto di ragtime e mi fanno ascoltare solo marce militari, mi sento preso per il culo

Come mi sentirei preso per il culo andando ad Umbria “jazz” ed ascoltando rock, fusion, country e similia...come dite? A Umbria “jazz” ormai si ascolta quasi solo rock, fusion, country e similia?

QED
  • anonimo
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18-08-18 15.36

@ anonimo
ma qui nessuno mette in dubbio che il jazz si sia fuso con altri stili, è da quella fusione che il jazz diventa un'altra cosa, come dicevo prima se un jazzista suona la bossanova non è jazz ma come diceva bene Cyrano è bossanova suonata da un jazzista
Se il jazz, inteso come corrente del 900, non esiste più, va da sé che non esiste più neanche il jazzista, inteso come colui che vive di musica jazz.
Il jazz di oggi sono i Saint German, i Koop, ma possono essere definiti jazzisti?
Brad Meldhau è famoso più per le sue interpretazioni di Nick Drake e Radiohead che per tutto il resto, in questo senso non lo definirei un jazzista, negli anni 50 se reinterpretavi una hit pop in chiave jazz i colleghi ti avrebbero preso a calci. Non si tratta solo della grammatica musicale, è lo spirito, la filosofia jazz che oggi non ha più ragione di esistere. Il mondo si è evoluto, il jazz come grido nero si è trasferito nei salotti dei nostalgici radical chic ed è stato rimpiazzato dal rap.
La stessa ECM oggi non produce più jazz puro ma proposte che contengono forti contaminazioni pur non essendo definibili jazz come si intendeva una volta. In Italia su questo aspetto si è molto indietro, sulle cattedre di jazz dei conservatori siedono musicisti fermi agli anni 70, ovvio che poi i diplomati non vanno oltre la visione degli standard da real book.
  • anonimo

18-08-18 15.57

@ anonimo
Se il jazz, inteso come corrente del 900, non esiste più, va da sé che non esiste più neanche il jazzista, inteso come colui che vive di musica jazz.
Il jazz di oggi sono i Saint German, i Koop, ma possono essere definiti jazzisti?
Brad Meldhau è famoso più per le sue interpretazioni di Nick Drake e Radiohead che per tutto il resto, in questo senso non lo definirei un jazzista, negli anni 50 se reinterpretavi una hit pop in chiave jazz i colleghi ti avrebbero preso a calci. Non si tratta solo della grammatica musicale, è lo spirito, la filosofia jazz che oggi non ha più ragione di esistere. Il mondo si è evoluto, il jazz come grido nero si è trasferito nei salotti dei nostalgici radical chic ed è stato rimpiazzato dal rap.
La stessa ECM oggi non produce più jazz puro ma proposte che contengono forti contaminazioni pur non essendo definibili jazz come si intendeva una volta. In Italia su questo aspetto si è molto indietro, sulle cattedre di jazz dei conservatori siedono musicisti fermi agli anni 70, ovvio che poi i diplomati non vanno oltre la visione degli standard da real book.
forse per te Mehldau è famoso per quello, ma lui si è fatto conoscere con i suoi dischi in trio "the art of trio" (un titolo un po' presuntuoso) il suo background è jazz non si può dire che non sia un pianista jazz, però tu stai facendo un discorso che non c'entra con il titolo del topic, Cyrano ha chiesto cos'è il jazz e non che generi si sono sviluppati dall'incontro del jazz con altri "generi".

  • anonimo

18-08-18 16.05

questo è jazz e non c'è nei real book emo Tom Harrell e pure questo train shuffle
  • anonimo

18-08-18 17.34

@ anonimo
Se il jazz, inteso come corrente del 900, non esiste più, va da sé che non esiste più neanche il jazzista, inteso come colui che vive di musica jazz.
Il jazz di oggi sono i Saint German, i Koop, ma possono essere definiti jazzisti?
Brad Meldhau è famoso più per le sue interpretazioni di Nick Drake e Radiohead che per tutto il resto, in questo senso non lo definirei un jazzista, negli anni 50 se reinterpretavi una hit pop in chiave jazz i colleghi ti avrebbero preso a calci. Non si tratta solo della grammatica musicale, è lo spirito, la filosofia jazz che oggi non ha più ragione di esistere. Il mondo si è evoluto, il jazz come grido nero si è trasferito nei salotti dei nostalgici radical chic ed è stato rimpiazzato dal rap.
La stessa ECM oggi non produce più jazz puro ma proposte che contengono forti contaminazioni pur non essendo definibili jazz come si intendeva una volta. In Italia su questo aspetto si è molto indietro, sulle cattedre di jazz dei conservatori siedono musicisti fermi agli anni 70, ovvio che poi i diplomati non vanno oltre la visione degli standard da real book.
Bisogna liberare il campo da un malinteso: tanto quanto un insegnante di contrappunto ti insegna le regole e gli elementi culturali necessari per comporre brani di carattere contrappuntistico (in sostanza una fuga), e poi con queste competenze il compositore ci fa quel che crede...così l’insegnante di jazz ti fornisce gli elementi armonici, melodici, ritmici e culturali necessari a suonare jazz...e poi tu ci puoi fare quello che vuoi, anche fonderli con la tarantella, il teatro No o la musica altoatesina

Quello che mi fa paura è chi suona o insegna fusion (che non è, come detto sopra, il jazz rock di Davis ma uno stile della musica pop leggermente condito con sapori vagamente jazzisti) e pretende di affermare che “la fusion è jazz”

La fusion non è jazz, sono scoregge diatoniche suonate spesso molto veloci su una divisione ritmica che ha l’elasticità di un elefante artritico centenario...la fusion è “la grande fuga dal jazz” eseguita da chi si caga sotto all’idea di dover swingare un’improvvisazione che si regga sulle gambe dell’interesse melodico, ritmico e armonico e non sul virtuosismo di un diluvio di semibiscrome

Io jazz è quello che fa ciacca-tum e si basa sull’imporovvisazione e sullo swing

Chi sa suonare jazz, dopo può fare la musica che vuole...