@ Petra
Salve! Ok! Però, il particolare che chiedo è: La Consulta, quale criterio, previo esame, poi decide? Quale è la distinzione del giudizio dei problemi, che ognuno può porre in analisi per ritenere possibili di referendum e quali, invece, non possibili? Ecco, proviamo a ritenerci di essere, ognuno, membro della Consulta! Per prendere questa decisione necessita essere Dottori? Ogni cittadino, ciò non può essere compreso? Quindi, obbligato ad essere...suddito? Forse, sarà meglio chiamare il nostro modello di governo: "Plutocrazia!"
La consulta si compone di persone che appartengono alla magistratura. Devono avere i seguenti requisiti:
1) Essere laureati in legge
2) Aver "vinto" il concorso per entrare in magistratura
3) Essere stati nominati (previa votazione, mi pare, correggetemi se sbaglio) membri della Consulta dal Consiglio Superiore della Magistratura, il cui presidente, per inciso, è il Presidente della Repubblica.
Quindi sono esseri umani e come tali possono sbagliare, possono agire in mala fede, e se questo può essere dimostrato ci sono delle procedure per sanare tali infrazioni.
Questo ed altri aspetti dell'ordinamento giuridico italiano, che sovente vengono messi in discussione da membri della politica, sono stati definiti chiaramente dalla Costituzione, documento emesso dalla Commissione Costituente nel 1947, commissione composta da un ampia maggioranza di politici che potessero quindi rappresentare la nazione italiana nella maniera più ampia possibile, e nel consesso sono state definite le modalità per intervenire e cambiare la nascente Costituzione della Repubblica Italiana.
Non è purtroppo possibile
che un gruppo di persone, fossero anche 18 milioni, si svegli una mattina e decida di cambiare la costituzione ed i suoi annessi a "piacere". Quello in gergo si chiama Colpo di Stato.