23-03-20 19.01
@ anonimo
Mah, è proprio nel pubblico generale che vedo il problema.
Primi del novecento: operai e piccola borghesia che ascoltavano gigli e la callas cantare la Boheme, e che, pur senza saperlo dire, aprivano gli occhi ad un barlume di bello.
Oggi: operai e piccola borghesia che ascoltano Bocelli e pensano: se tutti dicono che ha la voce più bella del terzo millennio, sarà anche vero... poi l’importante è che “me faccia sognà”... e poi chi se ne fotte, quel che importa è che mi piace.
Secondo me è più l'aspetto da intrattenimento che colpisce, in gente come Bocelli (e così dicasi per Allevi e compagnia).
La serietà del vero musicista classico mal si sposa con uno spettacolo televisivo, e anche lo stesso artista non si trova a suo agio.
Invece con un po' di simpatia e di parlantina, il gioco è fatto. Pazienza se non siamo a livelli eccelsi, fanno di sicuro più audience di un "disdegnoso" Uto Ughi.
Pensate a quando Pavarotti, Domingo e Carreras si sono messi a fare concerti insieme: hanno letteralmente spaccato, ma di vera arte musicale classica se ne è sentita davvero poca, io ad esempio non li sopportavo, erano l'opera in versione light.
Anche un Riccardo Muti fa più "ascolti" quando lo intervistano piuttosto di quando dirige, o un Ezio Bosso fa tenerezza e compassione più per la sua storia che per le sue sinfonie.