15-06-20 17.50
@ maxpiano69
Come hai scritto prima nel software e per estensione anche in alcuni prodotti musicali assimilabili si tratta di "licenze d'uso" (temporanee e/o lifetime e con limitazioni definite dal licenziatario), non vendite ed è un modello di "vendita" riconosciuto legalmente a livello europeo e quindi anche italiano ormai da tempo.
In ogni caso quando si paga per un'acquisto (licenza d'uso che sia) si da esplicito (non tacito) assenso alle clausole contrattuali riportate dal venditore, se non piacciono basta non acquistare e rivolgersi eventualmente a chi applica modalità differenti.
Ripeto: il fatto che un contratto rechi scritto "licenza d'uso" non significa assolutamente che tale contratto sia effettivamente un contratto di licenza.
Viene ben spiegato che la vendita di un bene immateriale, pur mascherata da "licenza d'uso" è invero una vendita tout court: è la stessa fattispecie dell'acquisto di un manuale, in cui non solo si acquistano le pagine e l'inchiorstro, ma anche il know how contenuto nello scritto stesso.
Ricordo che il contratto di licenza è contratto atipico e come tale sottoposto a particolare scrutinio.
Eventuali clausole, anche se esplicitamente accettate, sono nulle in quanto contra legem.
Ad esempio:
Quanto detto sopra può non convincere tutti. Si potrà affermare che l'accordo di licenza è semplicemente un contratto che legittima l'uso di un qualcosa che non è nostro, ma viene solo “affidato” all'utente finale (locazione, comodato), insomma non un bene acquistato, ma un contratto sottoscritto. Dunque la cessione del contratto sarebbe possibile solo con il consenso del licenziante. Ciò è smentito da varie considerazioni. La prima è che il nomen iuris “concessione di licenza” in realtà maschera una vera e propria vendita. La vendita è lo scambio di un bene o di un diritto con un prezzo. La licenza per l'utente finale scambia il diritto di usare una copia del software contro un prezzo perciò è una vendita, dunque le limitazioni cadono su un diritto che si è acquistato in forma piena e incondizionata con le forme d'uso.
Tale considerazione è confermata in maniera più netta dal cosiddetto “principio di esaurimento”. Il principio di esaurimento afferma che i diritti di sfruttamento economico di un'opera su una copia cessano con la vendita di tale copia sul territorio comunitario. Dunque successivamente alla vendita la copia non è più controllabile, salvo il diritto di impedire di trarre più copie di quelle acquistate, o l'ulteriore locazione della copia, salvo gli scopi e gli usi garantiti dalla legge. Ogni patto contrario è nullo (art. 64-ter legge sul diritto d'autore). Ciò conferma che la cessione a titolo oneroso di una copia del software sia una vera e propria vendita di un diritto.
Il principio di esaurimento, dunque, fa sì che il venditore non possa sindacare l'uso che l'utente fa del programma successivamente alla vendita, se non per quanto sia vietato espressamente (come ad esempio, la concessione in locazione, l'estrazione di copie non consentite, ecc.). Il controllo sull'uso successivo del software legittimamente “acquistato”, uscito dalla finestra dei diritti, rientra però dalla porta delle protezioni tecnologiche.
Prescindendo dall'apposizione di clausole di incedibilità, il principio di esaurimento farebbe sì che il consumatore finale avrebbe “naturalmente” il diritto di rivendere la propria copia o di trasferirla su un nuovo computer, mentre qui non solo contrattualmente, ma tecnologicamente glielo si impedisce. Ciò impone da un lato un ragionamento sui cosiddetti DRM (Digital Rights Management), che si sovrappongono alla normativa e in non pochi casi impongono una “norma privata” incompatibile con il diritto, soprattutto la parte inderogabile di esso.
Da un altro lato occorre porsi il problema della legittimità di una protezione tecnologica che ha come effetto quello di imporre unilateralmente e indissolubilmente ciò che contrattualmente non è possibile convenire, e dei rimedi che possono essere presi a tutela dell'utente finale.
Normalmente il potere dell'utente finale è quello di scegliere un prodotto piuttosto che un altro, dunque il tutto si risolve in un'adeguata informazione, che non risolve i problemi, ma sicuramente li attenua.