30-12-18 23.14
@ orange1978
...non è che il pozzoli sia poi cosi recente.
cè quel libro di quel didatta ungherese non ricordo bene, molto piu snello e rapido dell hanon...e poi oscar beringer.
comunque non é detto che un libro di studi e tecnica se non é recente non valga piu nulla, il pianoforte classico é fermo da due secoli, lo strumento quello é...il clavicembalo ben temperato di bach nei due volumi o il gradus ad parnassum di clementi, chi potrebbe sostenere una tale assurditá che oggi non siano aggiornati?
....certo, se lo scopo é diventare un pianista da cocktail lounge bar non ha molto senso se non i primi tempi, forse meglio un beringer o pischna e seguire un percorso tipo berklee moder method for piano and keyboards di james progris, in cui si inizia subito ad avere a che fare con 2 5 1, progressioni moderne etc....pero alla fine poi suonerai quasi solo quella musica.
se si vuole intraprendere un percorso in cui si debba arrivare a suonare e interpretare musica "classica" temo che la didattica sia oramai ben consolidata.
e ricordiamo ancora, che la differenza non la fa tanto il libro o l'esercizio ma l'approccio e la testa di chi lo studia, se é quello giusto ed efficace qualsiasi libro da risultati piu o meno certi, se non sai "studiare" nessun libro al mondo puo fare miracoli.
Ribadisco: la tecnica pianistica é sempre la stessa, semmai cambia cosa ci suoni, ma quello fa parte più dello sviluppo della musicalità e del repertorio che della tecnica. Discorso diverso se si parla di altri strumenti a tastiera, che sembrano uguali ma non lo sono, come organo, fisarmonica, sintetizzatori.
Ribadisco ho studiato per anni sotto la guida di maestri più che qualificati, raggiunsi un livello tecnico compreso tra il terzo e il quarto anno di conservatorio, poi smisi di studiare sotto una guida e suonai musica moderna e esercitandomi su tecniche non prettamente clsssiche per almeno un decennio. Poi almeno 10 anni di oblio suonando solo saltuariamente o giocando con sintetizzatori.
L‘obiettivo sarebbe quello di ritornare al livello che avevo si tempi in uno o due anni ed eventualmente in 4-5 con l‘aiuto di un maestro raggiungere il livello del vecchio quinto anno. Non voglio fare il concertista, non voglio fare concorrenza a Pollini, non voglio avere la precisione tecnica diabolica di Arturo Benedetti Michelangeli.
Di certo l‘hanon non lo butto e lo userò certamente per risgranchirmi le dita o per avere una visione sulle scale, ma lo studiato da solo per 10 anni dopi che smisi di prendere lezioni ms i progressi tecnici smisero quando smisi di studiare gli esercizi col maestro perché questo cambiava sistematicamente diteggiature, progressione di esercizi, variazioni agli esercizi, per adattare gli esercizi per far progredire la mia mano e non per adattare la mia mano agli esercizi. Per questo le domande si diteggiature aggiornate ed esercizi più moderni, perché nell‘ultimo secolo ci sono stati fior fior di pianisti che si sono specializzati in didattica, che hanno studiato fisiologia e anatomia della mano, si sono confrontati con medici e come per lo sport si sono scoperti metodi di „allenamento“ più fisiologici o potenzialmente meno deleteri quando si vuol far suonare a una persona con una mano normale cose che un tempo suonavano dei Marfan come Liszt o Paganini; un tempo se non avevi la mano da Marfan con dita spropositamente lunghe ed agili come Liszt o immense come quelle di Rachmaninoc e Horovitzt ti dicevano che non potevi fare il pianista o la gente si rovinava le mani cercando di fare esercizi deformanti come fece Schumann.....oppure suonare senza avere una tecnica minimamente paragonabile a quella richiesta oggi persino agli esami inferiori di conservatorio(basti pensare alle incisioni di Rubiatein) perché sino alla diffusione della musica incisa, la musica si leggeva o si sentiva da gente che la suonava come la leggeva e la maggioranza dei musicisti non incontrava mai durante gli studi grandi virtuosi a cui ispirarsi. Per fortuna 2 secoli di studi sulla tecnica hanno cambiato le cose e si vedono solisti con mani che un tempo li avrebbero nemmeno fatti ammettere a lezione esibirsi con una perfezione tecnica probabilmente inimmaginabile pure per i famosi virtuosi del pianoforte ottocentesco.
Anche se le partiture dei grandi studi classici sono sempre le stesse, spesso tra le edizioni sono state cambiate le diteggiature, i commenti, i consigli -nella musica di Bach adattata da Pozzuoli gli abbellimenti sono tutti sbagliati- o semplicemente la progressione degli esercizi o il modo in cui affrontarli viene suggerito di farlo diversamente da come si diceva ai tempi di clementi o busoni.
Detto questo ribadisco che tra il Beyer e gli studi di Chopin e Brahms non c’é solo l’hanon. Per sgranchirmi le dita credo vada bene, ma se non sono riuscito a risolvere con questo metodo dei problemi tecnici 20 anni fa, dubito di riuscirci adesso. Tra l’altro ho bisogno di rimettermi a leggere, fare esercizi da imparare in una settimana, ma che sono utili per riabituare a leggere e fare apprendere nuove Skills alle mani. Studiare per 6 mesi un anno lo stesso brano mi ha permesso di suonare più che decentemente pezzi molto più complessi di quanto il mio livello tecnico non permettesse....—>