05-01-19 14.42
@ simondrake
Niente da dire SteeveJ, la proposta è impeccabile, ma se non si trova il tempo per un maestro come si fa a trovarlo per fare tutto ciò che suggerisci? il problema per me è proprio trovarlo il tempo, dare priorità allo studio, lasciare altre cose. per esempio l'idea di ascoltare il jazz è perfetta, ma lo devi ascoltare per capirlo, non basta mettere le cuffiette a andare a correre pensando ad altro.
Io fatico ancora a capire una semplice progressione II-V-I se non sto concentrato a seguire il brano. e poi l'idea di imparare gli standard ad orecchio, senza spartito o real book è meravigliosa, ma quanto tempo ci vuole? se segui un tutorial di Tino Carugati capisci la progressione armonica in mezz'ora e magari impari a riprodurla in un paio d'ore, se devo tirarla giù ad orecchio, riuscire a dare un senso e trasporla... ci metto 6 mesi solo per Autumn leaves.
Ho scritto queste cose non per fare polemica, ci mancherebbe, ma per me è ovvio che l'unico obiettivo raggiungibile è quello di riuscire a suonicchiare qualcosa seguendo gli accordi su un real book. suonare il jazz senza uno studio accompagnato da un professionista e con un approccio metodico e continuativo... è una chimera. Buona musica a tutti.
Hai perfettamente ragione simon! Io ho dato l’approccio migliore secondo me se si vuol diventare buoni musicisti. Obiettivo minimo almeno 5 anni di lavoro. Il primo standard ci metti 6 mesi, gli altri li fai in una settimana, poi in un giorno, poi ancora meno. Il cervello riesce a fare cose inimmaginabili e impensabili con il
dovuto training!! Un maestro sarebbe importante almeno all’inizio, ma non è strettamente necessario nel jazz(se si sa già suonare e si ha un minimo di conoscenza dello strumento). I veri maestri nel jazz sono quelli che trovate sui dischi. Serve il tempo e la costanza. All’inizio e’ un incubo, poi uno spiraglio si apre e scopri il paradiso! (O l’inferno :) ...quasi tutti i rapporti di coppia saltano, non ti interessa niente altro...per molti è così... non so se sia un bene o un male :) ). Seguire i tutorial di Tino su youtube e’ buono, lui ha fatto un gran lavoro! Quello che fa la vera differenza però e’ il nostro tempo impiegato sopra la tastiera usando il cervello più che le mani. So che è difficile e non immediato ma poi i risultati, prima o poi, arrivano. Ripeto, e’ soltanto Il mio personale punto di vista e anche io non faccio polemiche assolutamente. Parliamo di una persona che avrebbe studiato (da come si legge dal primo post) il libro di Mark Levine quindi, se è stato in grado di seguirlo tutto, l’Approccio Successivo, secondo me, è quello che ho suggerito. Certo, provare a rileggere tale testo con maggior consapevolezza e ad approfondire gli ascolti e gli esercizi proposti e guidati dal libro e’ un buon modo per farsi le ossa su tutto quel dici tu simon(orecchio, padronanza basilare dello strumento, voicings, progressioni, etc etc). Io l’ho studiato decine di volte ogni volta con una consapevolezza sempre maggiore, e anche dopo anni di distanza dalla “prima lettura”. Quello è un libro da studiare non da “prima lettura”. Ripeto ancora la frase più importante che ho detto prima: studio rigoroso e non approssimativo sempre, valido ovviamente anche per lo studio del libro di Levine! Se si vuole diventare bravi nel jazz serve suonare con gli altri e soprattutto saper ascoltare anche quando si suona (e non solo se stessi!).