20-06-19 09.10
@ anonimo
Ragazzi non mi stuferò mai di dirlo: il prezzo di un bene è sempre il punto d'incontro tra prezzi crescenti e il volume vendibile a quel prezzo, e che quello che poi alla fine importa non è il ricavo ma il profitto.
Se per esempio solo 10 potenziali clienti sono disposti a comprare al prezzo per unità di € 2000, mentre ben 1000 potenziali clienti sono disposti a comprare a € 20...quale strategia di prezzo sarà la più redditizia, sapendo che il costo unitario di produzione del bene in questione è di € 5?
PS: se poi i prezzi sono anelastici, potremmo trovarci nella situazione in cui mettendo un prezzo di € 20,000 troviamo sempre 10 potenziali clienti, mentre mettendolo a € 20 i potenziali acquirenti restano 1000...Classico esempio, le supercars, i beni di lusso, i moog etc...
Su questo non ci piove e (almeno con me) sfondi una porta aperta, il produttore queste cose le valuta e sceglie di conseguenza, mentre per noi (che non conosciamo l'incognita chiave, ovvero il costo) possono apparire scelte oscure.
C'è però una differenza sostanziale a seconda del bene/prodotto in questione ovvero di quanto possa scalare il costo unitario in funzione dei volumi; il software ha scalabilità pressoché infinita ovvero il costo di produzione non varia coi volumi (quindi raggiunto il break-even è puro profitto), l'hardware no.
In questo senso quello che fa Behringer con i cloni HW secondo me è più "sfidante" di quello che fa Roland, perchè se i volumi non arrivano... ma Uli conosce il mercato e si sarà fatto bene i suoi conti.
PS: e ci sta pure la non linearità del rapporto prezzo/volumi a parità di bene, come hai "PS-ato" anche tu