agli utilizzatori di workstations

  • zaphod
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08-02-17 18.47

@ anonimo
zaphod ha scritto:
ho comprato da poco un Prophet 08, e garantisco che fa impallidire tutti i VA (soft o hardware) che ho provato finora. Un piccolissimo esempio: molti soft-synth quando "cambi" il filtro da 2 a 4 poli succede poco. Sul Prophet ti si apre un mondo. Ecco.


Ovviamente le workstations non possono fare tutto, ed una cosa che non potranno mai contenere, e' un synth come il tuo.

Pero' i VA, cloni, VSTi ecc ne potrebbero contenere (potenzialmente) a tonnellate, ed evitarci di girare con il rompler+il VA+il clone+il pianoforte digitale + il synth analogico.

In teoria una super workstation ed un analogico puro (per chi ne sente il bisogno) basterebbero ad avere il mondo intero.

io penso sia colpa, o merito, di una predisposizione mentale e/o di esperienza fatta, soprattutto in momenti in cui la mente era più ricettiva e si aveva più tempo per imparare.
Spiego la mia frase sibillina: io ho avuto Kronos (ai tempi dell' affaire RH3), e l'ho data indietro. Aveva tutto ciò che mi serviva: un buon piano acustico, ottimi elettromeccanici, potenti motori di sintesi e un clone hammond (datato, ma c'era; comunque avrei avuto necessità di un doppio manuale e a quello la Kronos non poteva sopperire).
Ebbene, quando me la sono trovata davanti, mi sono detto: e adesso? Cavolo, mi ha messo in soggezione! Non certo per i suoni, figuriamoci, non è stata questione di padroneggiare la tecnica per suonarla; mi riferisco all'approccio di programmazione: tante (troppe, per me) cose da imparare per utilizzarla. Mi fosse capitata tra le mani a 20 anni, l'avrei rigirata come un calzino, perchè avevo molto più tempo a disposizione; a 35, non mi sono sentito di studiare Kronos a scapito della musica (musica inteso come brani nuovi da studiare, arrangiamenti da fare, concerti, prove, esercizio, registrazioni).
Io sono un musicista, non un programmatore: per me la scelta di "one instrument for one sound" è stata naturale e la rifarei ora.
Io ho poche pretese, però, come suoni. Piano acustico, Rhodes, Wurly (coperti dal CP1), Hammond (KeyB) e sporadici synth (ora col Prophet) e via andare. Ho il mio suono e chi mi chiama mi vuole per il suono che ho. Non avrei la possibilità di fare brass ultra-realistici, archi col pizzicato che ti pare di vedere la corda vibrare, ecc, ma nemmeno lo vorrei perchè non fanno parte del mio stile. Quindi, non sono l'utente potenziale di workstation, molto semplicemente!
  • anonimo
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08-02-17 18.49

kurz4ever ha scritto:
..in realtà potrebbero.. il jx-da è un esempio di synth ibrido analogico/digitale... si farebbe presto a fare una fa08 con lo stadio analogico del jx-da


Questo si, ma siccome si parlava del Prophet, temo che in termini di spazio (e costi) un Prophet dentro una WK non ci possa stare.
Cose ibride, o ridotte (magari versioni evolute di Volca ecc) si..
Concettualmente siamo tutti d'accordo del fatto che le wk potrebbero contenere tutto (o quasi), praticamente invece ci mettono la zuppa ribollita.
Il divario tra cio' che chiede la gente e' enorme.
E' vero che ci sono molti estimatori del prodotti attuali, pero' credo che anche loro siano un po' stanchi del troppo dejavu che gira su tali prodotti.

11-02-17 12.44

@ zaphod
io penso sia colpa, o merito, di una predisposizione mentale e/o di esperienza fatta, soprattutto in momenti in cui la mente era più ricettiva e si aveva più tempo per imparare.
Spiego la mia frase sibillina: io ho avuto Kronos (ai tempi dell' affaire RH3), e l'ho data indietro. Aveva tutto ciò che mi serviva: un buon piano acustico, ottimi elettromeccanici, potenti motori di sintesi e un clone hammond (datato, ma c'era; comunque avrei avuto necessità di un doppio manuale e a quello la Kronos non poteva sopperire).
Ebbene, quando me la sono trovata davanti, mi sono detto: e adesso? Cavolo, mi ha messo in soggezione! Non certo per i suoni, figuriamoci, non è stata questione di padroneggiare la tecnica per suonarla; mi riferisco all'approccio di programmazione: tante (troppe, per me) cose da imparare per utilizzarla. Mi fosse capitata tra le mani a 20 anni, l'avrei rigirata come un calzino, perchè avevo molto più tempo a disposizione; a 35, non mi sono sentito di studiare Kronos a scapito della musica (musica inteso come brani nuovi da studiare, arrangiamenti da fare, concerti, prove, esercizio, registrazioni).
Io sono un musicista, non un programmatore: per me la scelta di "one instrument for one sound" è stata naturale e la rifarei ora.
Io ho poche pretese, però, come suoni. Piano acustico, Rhodes, Wurly (coperti dal CP1), Hammond (KeyB) e sporadici synth (ora col Prophet) e via andare. Ho il mio suono e chi mi chiama mi vuole per il suono che ho. Non avrei la possibilità di fare brass ultra-realistici, archi col pizzicato che ti pare di vedere la corda vibrare, ecc, ma nemmeno lo vorrei perchè non fanno parte del mio stile. Quindi, non sono l'utente potenziale di workstation, molto semplicemente!
Forse "sopravvaluti" e "ti fai spaventare" dalle opzioni di una workstation, che propone appunto "opzioni" e non forzature.

Per capirci, con una FA o una MOXF, basta davvero poco a "scegliersi" e modificare come si vuole un piano, un rhodes, e un wurli.
Nel caso di un Motif, che dalla sua ha anche dei "simil drawbars" (Che fungono "al contrario" però, ma basta un po di esercizio e ci si abitua emo ) ci si può anche "accontentare" dell'hammond interno emo

Per me una workstation di oggi (anche mid level come appunto MOXF) rappresenta il meglio, e abbinata ad un synth (e li si, meglio avere una macchina dedicata, molto più immediata e di impatto diverso) permette di porre fine agli acquisti.

Non so per voi quanto ha iniziato a incidere "il peso/l'ingombro/il trasporto/il carico/scarico la macchina",ma per me, anno dopo anno ha iniziato ad essere il "centro" di tutto. Non so infatti voi come fate a ragionare tipo "mi porto 3 tastiere, ognuna per il suo ruolo e bon". Io non ce la farei.

Una Moxf7/Motif XF7 pesata con drawbars (si,onestamente mi trovo a suonare l'hammond con pesata se il progetto prevede "un uso limitato dell'hammond ----> leggasi pop--->leggasi accordone da tenere durante il chorus) e sequencer per me rappresenterebbe la macchina unica, cui appioppare, a seconda delle esigenze, un synth leggero tipo nord lead 4 o un nord electro se sono richiesti degli hammond di un certo livello.

Per il momento infatti posso dire di aver trovato la mia pace con Moxf8 e Nord Lead 4, e se moxf8 avesse avuto drawbars e uscite separate, non avrei sentito il bisogno di spendere il bonus stradivari per un nord electro, ma magari avrei preso una tastiera, l'avrei rivenduta nuova, e mi sarei comprato un paio di monitor professionali.

My wishes: spero che yamaha rilasci un MOXF con uscite separate e drawbars.... a quel punto, game over dei miei acquisti emo
  • anonimo
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11-02-17 12.58

@ CoccigeSupremo
Forse "sopravvaluti" e "ti fai spaventare" dalle opzioni di una workstation, che propone appunto "opzioni" e non forzature.

Per capirci, con una FA o una MOXF, basta davvero poco a "scegliersi" e modificare come si vuole un piano, un rhodes, e un wurli.
Nel caso di un Motif, che dalla sua ha anche dei "simil drawbars" (Che fungono "al contrario" però, ma basta un po di esercizio e ci si abitua emo ) ci si può anche "accontentare" dell'hammond interno emo

Per me una workstation di oggi (anche mid level come appunto MOXF) rappresenta il meglio, e abbinata ad un synth (e li si, meglio avere una macchina dedicata, molto più immediata e di impatto diverso) permette di porre fine agli acquisti.

Non so per voi quanto ha iniziato a incidere "il peso/l'ingombro/il trasporto/il carico/scarico la macchina",ma per me, anno dopo anno ha iniziato ad essere il "centro" di tutto. Non so infatti voi come fate a ragionare tipo "mi porto 3 tastiere, ognuna per il suo ruolo e bon". Io non ce la farei.

Una Moxf7/Motif XF7 pesata con drawbars (si,onestamente mi trovo a suonare l'hammond con pesata se il progetto prevede "un uso limitato dell'hammond ----> leggasi pop--->leggasi accordone da tenere durante il chorus) e sequencer per me rappresenterebbe la macchina unica, cui appioppare, a seconda delle esigenze, un synth leggero tipo nord lead 4 o un nord electro se sono richiesti degli hammond di un certo livello.

Per il momento infatti posso dire di aver trovato la mia pace con Moxf8 e Nord Lead 4, e se moxf8 avesse avuto drawbars e uscite separate, non avrei sentito il bisogno di spendere il bonus stradivari per un nord electro, ma magari avrei preso una tastiera, l'avrei rivenduta nuova, e mi sarei comprato un paio di monitor professionali.

My wishes: spero che yamaha rilasci un MOXF con uscite separate e drawbars.... a quel punto, game over dei miei acquisti emo
Il tuo discorso non fa una piega, e conferma il fatto che il target dei synth attuali, sia stato calibrato sulle necessita' medie dei tastieristi, per cercare di soddisfare la maggior parte dei consumatori del prodotto.

La discussione portata avanti fin qui, era di carattere teorico (cosa possono fare potenzialmente le wk, con la tecnologia attuale, e perche' si sono man mano ristrette nelle funzioni).

Se i costruttori usassero la politica del passato, dove mettevano in commercio diverse versioni del prodotto, per soddisfare le diverse fasce di mercato, oggi avremmo una wk simil Kronos, magari espandibile con le cose che abbiamo elencato, e poi fasce intermedie dove ci sarebbero strumenti con elementi comuni del Kronos, ma funzioni e costi piu' contenuti.
Magari tre o quattro fasce come si faceva una volta.

Pero' una scelta di mercato di questo genere (con tutta questa differenziazione) oggi pare non essere piu' sostenibile dai costruttori, quindi quanto detto finora resta pura teoria.

  • greg
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11-02-17 15.41

valenciano ha scritto:
la tecnologia attuale, e perche' si sono man mano ristrette nelle funzioni).

Se i costruttori usassero la politica del passato, dove mettevano in commercio diverse versioni del prodotto, per soddisfare le diverse fasce di mercato, oggi avremmo una wk simil Kronos, magari espandibile con le cose che abbiamo elencato, e poi fasce intermedie dove ci sarebbero strumenti con elementi comuni del Kronos, ma funzioni e costi piu' contenuti.
Magari tre o quattro fasce come si faceva una volta.

Cerco di prendere spunto da questa tua ultima affermazione e sviluppare una risposta che comprenda anche altro.
Dunque. L'intenzione iniziale di questo 3D era proprio di voler fare risvegliare dal torpore generale nei confronti di produttori pigri e qualunquisti, ma soprattutto volti al mercato mondiale disprezzando un mercato di qualità quale quello italiano. Dico questo poiché credo che negli anni noi abbiamo di molto condizionato la musica attraverso la produzione di importanti strumenti, prodotti da case italiane, piccoli esempi, post Hammond avevamo decine di produttori di organi consolle, anni sessanta e settanta: Farfisa, Pari, Viscount, Elka, e appresso Gem, Logan, Crumar, Elga,Siel, Jen, ma potrei proseguire con tanti altri, precursori per certi versi delle beneamate workstation. Molte delle quali produttrici di analogici più o meno di successo calo Syntex Elka ai Performer Crumar a Siel Opera 6 se non a svariati synth orchestra Excelsior, Farfisa mi fermo...........
Ma sono al punto: cosa manca a strumenti come il Nordstage? Intanto uno strumento tutto sommato che lambisce il mondo variegato dei tastieristi, ma non lo coglie in pieno con piccoli ed essenziali ritocchi; la parte synth analogico vero, due sezioni di archi e Brass a mò di Siel orchestra 2; una drum machine di cui alla Flavia sarebbero ben capaci (visto che hanno iniziato loro con batterie elettroniche da palco) e un semplice sequencer composto di 8 tracce midi più 4 audio....... stop. Registrazione su SSD esterno........ questa è in fin dei conti la mia workstation ideale, di qualità, senza fronzoli....... costerebbe 5000€? E' mia, non m'importerebbe. Avrebbe tutto il necessario a livello medio-alto. La vogliamo modulare? Bene, sarebbe facile poter aggiungere con slot interni le sezioni che realmente ci servirebbero. Clavia dove sei?
  • Roberto_Forest
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11-02-17 17.24

@ greg
valenciano ha scritto:
la tecnologia attuale, e perche' si sono man mano ristrette nelle funzioni).

Se i costruttori usassero la politica del passato, dove mettevano in commercio diverse versioni del prodotto, per soddisfare le diverse fasce di mercato, oggi avremmo una wk simil Kronos, magari espandibile con le cose che abbiamo elencato, e poi fasce intermedie dove ci sarebbero strumenti con elementi comuni del Kronos, ma funzioni e costi piu' contenuti.
Magari tre o quattro fasce come si faceva una volta.

Cerco di prendere spunto da questa tua ultima affermazione e sviluppare una risposta che comprenda anche altro.
Dunque. L'intenzione iniziale di questo 3D era proprio di voler fare risvegliare dal torpore generale nei confronti di produttori pigri e qualunquisti, ma soprattutto volti al mercato mondiale disprezzando un mercato di qualità quale quello italiano. Dico questo poiché credo che negli anni noi abbiamo di molto condizionato la musica attraverso la produzione di importanti strumenti, prodotti da case italiane, piccoli esempi, post Hammond avevamo decine di produttori di organi consolle, anni sessanta e settanta: Farfisa, Pari, Viscount, Elka, e appresso Gem, Logan, Crumar, Elga,Siel, Jen, ma potrei proseguire con tanti altri, precursori per certi versi delle beneamate workstation. Molte delle quali produttrici di analogici più o meno di successo calo Syntex Elka ai Performer Crumar a Siel Opera 6 se non a svariati synth orchestra Excelsior, Farfisa mi fermo...........
Ma sono al punto: cosa manca a strumenti come il Nordstage? Intanto uno strumento tutto sommato che lambisce il mondo variegato dei tastieristi, ma non lo coglie in pieno con piccoli ed essenziali ritocchi; la parte synth analogico vero, due sezioni di archi e Brass a mò di Siel orchestra 2; una drum machine di cui alla Flavia sarebbero ben capaci (visto che hanno iniziato loro con batterie elettroniche da palco) e un semplice sequencer composto di 8 tracce midi più 4 audio....... stop. Registrazione su SSD esterno........ questa è in fin dei conti la mia workstation ideale, di qualità, senza fronzoli....... costerebbe 5000€? E' mia, non m'importerebbe. Avrebbe tutto il necessario a livello medio-alto. La vogliamo modulare? Bene, sarebbe facile poter aggiungere con slot interni le sezioni che realmente ci servirebbero. Clavia dove sei?
Clavia suonerà bene, ma è la produttrice di tastiere con più limiti che esista, l'ultima dalla quale ci si può aspettare miglioramenti.
Per migliorare basterebbe renderla multitimbrica a 16 suoni e con quanti split vuoi. Poi ovvio che faresti fatica a cambiare tutti i parametri da pannello e dovresti farlo da display e dai vari menu e sotto menù, quindi in pratica arriverebbe a essere simile alle delle workstation yamaha, Korg, Roland e kurzweill, che hanno un'organizzazione piu razionale e sono piu complete delle clavia
  • greg
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11-02-17 17.32

@ Roberto_Forest
Clavia suonerà bene, ma è la produttrice di tastiere con più limiti che esista, l'ultima dalla quale ci si può aspettare miglioramenti.
Per migliorare basterebbe renderla multitimbrica a 16 suoni e con quanti split vuoi. Poi ovvio che faresti fatica a cambiare tutti i parametri da pannello e dovresti farlo da display e dai vari menu e sotto menù, quindi in pratica arriverebbe a essere simile alle delle workstation yamaha, Korg, Roland e kurzweill, che hanno un'organizzazione piu razionale e sono piu complete delle clavia
Ma perché diventa difficile spiegare che gli esempi sono e restano tali..........
  • greg
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11-02-17 17.36

@ greg
Ma perché diventa difficile spiegare che gli esempi sono e restano tali..........
Nordstage è un esempio di workstation semplificata. Io non voglio 16 layers per 16 suoni per sedici tracce............. Allora diciamo che andrebbe bene la serie VK Roland con la sola possibilità del sequencer Fantom G.......bisogna semplicemente digerire gli esempi................. non cerco esattamente la cosa che cito.......... similitudine........

11-02-17 19.16

valenciano ha scritto:
Pero' una scelta di mercato di questo genere (con tutta questa differenziazione) oggi pare non essere piu' sostenibile dai costruttori, quindi quanto detto finora resta pura teoria.


Io credo che invece, stando agli ultimi anni, la differenziazioni dello stesso modello ci sian ancora, e anzi, si è affacciata anche clavia con una nord electro 5 praticamente sorellina della nord stage 2. Avrebbe potuto evitare, ma tant'è: drawbars, pesi contenutissimi, librerie identiche e persino un accenno di sezione synth.

Io spero che almeno per questa generazione di tastiere, yamaha e korg propongano scaled down della loro precedente ammiraglia.
Difficile credere che limiteranno un prodotto rendendolo inferiore alla odierna MOXF o Krome, nessuno le comprerebbe.

Di conseguenza credo che andremo solo a migliorare emo è la generazione, perlomeno per me, dove sono più curioso delle nuove uscite e soprattutto delle scaled down. Se una scaled down oggi è una FA08 o una MOXF, le prossime scaled down dovranno per forza essere dei motif XF o delle fantom in miniatura, non potrà essere altrimenti, il livello raggiunto è troppo alto.

Uscite separate,sequencer e drawbar. :) emo

Poi a meno che non c'è un "game over" delle scaled down, e non lo sappiamo, queste ultime uscite (kronos/montage) potrebbero rappresentare la fine del mercato workstation per un decennio, e sarebbe davvero un peccato. emo
  • anonimo
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11-02-17 21.35

CoccigeSupremo ha scritto:
Poi a meno che non c'è un "game over" delle scaled down,


Una volta, soprattutto Roland, proponeva diversi livelli della linea di prodotto.

Mt32, D10 (diventato poi D5), D20, D110, D50,D550 D70
Dal concetto sintesi LA sono stati coniati 8 prodotti con caratteristiche diverse, per coprire tutte le esigenze di prestazioni e di spesa del mercato dell'epoca. (expander compresi).

D10 e D20 erano delle LA impoverite (relativamente) come motore sonoro rispetto al D50, ma ad esempio erano multitimbriche : suoni meno presenti (ma per l'epoca innovativi), pero' potenza della multitimbricita' che all'epoca era una novita', e creava le basi per l'imminente arrivo dello standard GS/GM e del boom delle basi. Il D20 aveva anche sequencer e dischetto (per l'epoca altra grande rivoluzione). Il D50 non aveva tutto questo, ma puntava sul suono, ponendosi come concorrente del DX7.
Insomma c'erano configurazioni per tutti i gusti, e la tecnologia di allora non consentiva di metter su troppe cose.
Con la politica di allora, e la tecnologia di oggi, una linea di prodotti attuali potrebbe differenziarsi per le cose gia' dette (moduli, tablet, vsti ecc) arricchendo ogni segmento del settore, ed accontentando tutti i gusti e le esigenze (anche di portafogli).

Ora si tende a fare il modello di punta, lo scaled down ( o Le), e l'economico che si differenziano sulla quantita' dei suoni, sulla qualita' dei componenti, ma fondamentalmente sono molto simili nelle cose che possono fare (Roland sta addirittura uscendo dal discorso workstation).
I relativi expanders sono praticamente scomparsi.
Il potenziale sarebbe piu' elevato, pero' si punta sull'unificazione massima dei prodotti.

La differenza non sta piu' sulle funzioni presenti nello strumento, ma su quantita' e qualita' dei suoni, e soprattutto sulla qualita' hardware (keybed ecc.).

Il fatto che stiano diventando sempre meno workstation e sempre piu' synth rompler con integrate funzioni minime di recording USB ecc e' evidente.
Ovvio che la connettivita' consente di far tutto su PC (anche registrazione diretta di audio), pero' legando lo strumento alla presenza costante di un pc (accettabile in casa o in studio, ma non sempre in live), e confinando lo strumento stesso al suo unico potenziale di sintesi (PCM e simil VA).

Il potenziale e' ben altro, si potrebbe far di piu' senza arrivare a cifre enormi, si potrebbe differenziare la gamma, ma e' ovvio che tutto questo inciderebbe sui profitti dei costruttori, riducendoli notevolmente.
E' indubbio che non essendoci tanti attori nel settore (negli anni 80 i marchi presenti non si contavano, e la concorrenza si sentiva), e' piu' facile imporre il prodotto cosi' com'e'.

Negli anni 80 avevamo korg, roland, yamaha, Elka, Ensoniq, Oberheim, Akai, Sequential Circuit, Siel, Crumar, Kurzweil eccetera eccetera. e forse raggiungere capillarmente tutte le esigenze del tastierista, era un modo per conquistare fette di mercato, rispetto alla concorrenza mettendola in difficolta'.

(IMHO).
  • zerinovic
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11-02-17 22.34

@ CoccigeSupremo
valenciano ha scritto:
Pero' una scelta di mercato di questo genere (con tutta questa differenziazione) oggi pare non essere piu' sostenibile dai costruttori, quindi quanto detto finora resta pura teoria.


Io credo che invece, stando agli ultimi anni, la differenziazioni dello stesso modello ci sian ancora, e anzi, si è affacciata anche clavia con una nord electro 5 praticamente sorellina della nord stage 2. Avrebbe potuto evitare, ma tant'è: drawbars, pesi contenutissimi, librerie identiche e persino un accenno di sezione synth.

Io spero che almeno per questa generazione di tastiere, yamaha e korg propongano scaled down della loro precedente ammiraglia.
Difficile credere che limiteranno un prodotto rendendolo inferiore alla odierna MOXF o Krome, nessuno le comprerebbe.

Di conseguenza credo che andremo solo a migliorare emo è la generazione, perlomeno per me, dove sono più curioso delle nuove uscite e soprattutto delle scaled down. Se una scaled down oggi è una FA08 o una MOXF, le prossime scaled down dovranno per forza essere dei motif XF o delle fantom in miniatura, non potrà essere altrimenti, il livello raggiunto è troppo alto.

Uscite separate,sequencer e drawbar. :) emo

Poi a meno che non c'è un "game over" delle scaled down, e non lo sappiamo, queste ultime uscite (kronos/montage) potrebbero rappresentare la fine del mercato workstation per un decennio, e sarebbe davvero un peccato. emo
Coccige, il forte 7 soddisferebbe tutte le tue richieste,a parte il sequencer con audio, ma ha l'ingresso audio indirizzabile alle uscite aux...il che vuol dire che con un bel Tablet sul leggio a fare da sequencer audio midi, risolvi tutto, peso 18 kg, drawbars,tastiera pesata, uscite separate...cosa non ti piace??

12-02-17 10.20

zerinovic ha scritto:
cosa non ti piace


zerinovic ha scritto:
a parte il sequencer con audio


zerinovic ha scritto:
peso 18 kg


La mia risposta è già nei tuoi interventi :) Se devo scarrozzarmi una tastiera da 18 chili da 76/73 tasti e unirci cavettistica e doppio tablet (perchè uno lo uso già per leggere spartiti) tanto vale scarrozzarmene già una da 88 tasti ma del peso di 14 chili e con sequencer integrato (MOXF). In più il prezzo è da "ammiraglia" (e lo è).

Leggerezza,drawbars,uscite secondarie e sequencer all in one è ciò che cerco al momento, e al momento la tastiera che si è avvicinata a tutto ciò con peso/meccanica/prezzo accettabile è la Moxf8.

Spero in una MOXF8-2 insomma, o in un Motif XF7 con tastiera pesata,e a quel punto,a pensarci, pesasse 16-17 chili, lo sforzo lo farei sapendo di non dover portare praticamente nient'altro nel 90% delle situazioni (Synth a parte, ma il lead lo metti nella sua borsa nord (zaino) e non lo senti affatto. credo pesi intorno ai 4 chili.





  • kurz4ever
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12-02-17 11.50

@ CoccigeSupremo
zerinovic ha scritto:
cosa non ti piace


zerinovic ha scritto:
a parte il sequencer con audio


zerinovic ha scritto:
peso 18 kg


La mia risposta è già nei tuoi interventi :) Se devo scarrozzarmi una tastiera da 18 chili da 76/73 tasti e unirci cavettistica e doppio tablet (perchè uno lo uso già per leggere spartiti) tanto vale scarrozzarmene già una da 88 tasti ma del peso di 14 chili e con sequencer integrato (MOXF). In più il prezzo è da "ammiraglia" (e lo è).

Leggerezza,drawbars,uscite secondarie e sequencer all in one è ciò che cerco al momento, e al momento la tastiera che si è avvicinata a tutto ciò con peso/meccanica/prezzo accettabile è la Moxf8.

Spero in una MOXF8-2 insomma, o in un Motif XF7 con tastiera pesata,e a quel punto,a pensarci, pesasse 16-17 chili, lo sforzo lo farei sapendo di non dover portare praticamente nient'altro nel 90% delle situazioni (Synth a parte, ma il lead lo metti nella sua borsa nord (zaino) e non lo senti affatto. credo pesi intorno ai 4 chili.





concordo con te solo a metà...in effetti un forte (o un pc3k) è anche un clone hammond di buona qualità ed un eccellente synth ( direi anche più potente di un lead e di un wave, anche se più complicato da programmare se uno è abituato a spippolare finche non esce un suono che gli piace). E gestisce le setlist.
l'unica cosa che mi frena nell acquisto è la mancanza di sequencer (anche se nelle uniche due occasioni in cui lo uso live potrei registrare qualche campione nei 3.3 GB disponibili e morta là) ed il fatto che col pc3k7 ho una tastiera più flessibile (e comunque una buona macchina che però come tutto l usato mi pagherebbero un tozzo di pane). Poi che il prezzo sia da ammiraglia...va da sè, sui 2.5k
  • anonimo
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12-02-17 12.40

@ kurz4ever
concordo con te solo a metà...in effetti un forte (o un pc3k) è anche un clone hammond di buona qualità ed un eccellente synth ( direi anche più potente di un lead e di un wave, anche se più complicato da programmare se uno è abituato a spippolare finche non esce un suono che gli piace). E gestisce le setlist.
l'unica cosa che mi frena nell acquisto è la mancanza di sequencer (anche se nelle uniche due occasioni in cui lo uso live potrei registrare qualche campione nei 3.3 GB disponibili e morta là) ed il fatto che col pc3k7 ho una tastiera più flessibile (e comunque una buona macchina che però come tutto l usato mi pagherebbero un tozzo di pane). Poi che il prezzo sia da ammiraglia...va da sè, sui 2.5k
Nella workstation ideale, il tablet sarebbe integrabile (senza cavi, ad incastro ed estraibile).
Conterrebbe le app che servono (sequencer, multitraccia potenzialmente abilitato per usb to audio, Vsti synth, lettore partiture e volendo perfino arranger acquistabili da uno store "Roland, Yamaha o Korg ecc). L'aumento di peso sarebbe irrisorio, perche' molte funzioni svolte da tablet, eviterebbero schede interne, display enormi e cose simili, anzi facilmente si andrebbe verso riduzioni di peso.

  • zerinovic
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12-02-17 13.52

@ CoccigeSupremo
zerinovic ha scritto:
cosa non ti piace


zerinovic ha scritto:
a parte il sequencer con audio


zerinovic ha scritto:
peso 18 kg


La mia risposta è già nei tuoi interventi :) Se devo scarrozzarmi una tastiera da 18 chili da 76/73 tasti e unirci cavettistica e doppio tablet (perchè uno lo uso già per leggere spartiti) tanto vale scarrozzarmene già una da 88 tasti ma del peso di 14 chili e con sequencer integrato (MOXF). In più il prezzo è da "ammiraglia" (e lo è).

Leggerezza,drawbars,uscite secondarie e sequencer all in one è ciò che cerco al momento, e al momento la tastiera che si è avvicinata a tutto ciò con peso/meccanica/prezzo accettabile è la Moxf8.

Spero in una MOXF8-2 insomma, o in un Motif XF7 con tastiera pesata,e a quel punto,a pensarci, pesasse 16-17 chili, lo sforzo lo farei sapendo di non dover portare praticamente nient'altro nel 90% delle situazioni (Synth a parte, ma il lead lo metti nella sua borsa nord (zaino) e non lo senti affatto. credo pesi intorno ai 4 chili.





4 kg di differenza, sono trascurabili,(forte 7 vs moxf8) e avendo gia un Tablet non potresti gestire spartiti e sequencer con un unico Tablet?. Assegnando comandi per l'utilizzo del sequencer.o con app dedicate per gestire anche gli spartiti.
Come connessioni un cavo minijack e usb.non sono molti. Specialmente se sei abituato ad usare spesso due tastiere.
Oggi ci sono Tablet Windows validissimi a 200€ (chuwi hi 10 pro) che hanno ricarica,presa usb e uscita audio indipendenti.(senza olpelli appleniani)che anche con una daw free tipo tracktion 5 é meglio di qualsiasi daw integrata. Sarà che non capisco molto l'utilizzo dal vivo del sequencer ( a parte brevi arpeggi,) perché incatena tutta la band ad essere macchine...però la soluzione c'è per chi lo vuole anche aggiungerci una scheda audio per tante altre funzioni.come voce,monitoraggio,di,ecc..
Perché vi impuntate sul sequencer integrato? Fa cagare...emo
  • kurz4ever
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12-02-17 14.48

zerinovic ha scritto:
Sarà che non capisco molto l'utilizzo dal vivo del sequencer ( a parte brevi arpeggi,) perché incatena tutta la band ad essere macchine..

Hai mai usato i riff del pc3? diciamo che quando devi fare un pezzo che superi le due mani è comodo (tipo su pigs, hai presente il riff di organo con il solina che entra e qualche altro effetto?)
zerinovic ha scritto:
Perché vi impuntate sul sequencer integrato? Fa cagare...

Perchè è comodo avere tutto in un unico strumento...d'altronde è la definizione di workstation...
  • zerinovic
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12-02-17 15.06

kurz4ever ha scritto:
Hai mai usato i riff del pc3? diciamo che quando devi fare un pezzo che superi le due mani è comodo (tipo su pigs, hai presente il riff di organo con il solina che entra e qualche altro effetto?)

No il pc3 non l'ho mai provato in modo approfondito però su l'intro di pigs farei da me..certo sarebbe più comodo ma fare uno split con da una parte gli effetti e dall'altra un layer organo e solina (quest'ultimo regolato da expression o anche da controllo dinamico,dipende). Non é un problema.
Poi si un conto é usarlo solo per l'intro un altro e per tutta la durata della canzone.

Si sarebbe più comodo ma se avesse uno schermo da almeno 10" e non fosse castrato come operatività..taglia,sposta,copia,incolla ecc...
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12-02-17 16.49

zerinovic ha scritto:
No il pc3 non l'ho mai provato in modo approfondito però su l'intro di pigs farei da me..certo sarebbe più comodo ma fare uno split con da una parte gli effetti e dall'altra un layer organo e solina (quest'ultimo regolato da expression o anche da controllo dinamico,dipende). Non é un problema.
Poi si un conto é usarlo solo per l'intro un altro e per tutta la durata della canzone.

bah, suonare per quasi un minuto una sequenza di bicordi sempre uguale con l'organo aggiungendo in un secondo momento il solina per alcune. note ed eseguire una parte di synth tutto insieme con due mani.. tutto è fattibile, ma in questo caso preferisco farm aiutare
  • zerinovic
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12-02-17 17.07

quando ho iniziato con il primo gruppo, avevamo in scaletta shout to the top (style council)
ed ha parte il batterista che iniziava a 120 e finiva a 140 anche con il click che ovviamente finiva per toglierselo...:)emo...l'unico modo era di impararla,(violini e piano insieme con ritmiche diverse), a volte meglio studiare un brano che la tastiera, potresti sorprenderti..emo
e una volta imparata sei molto più affidabile ed adattivo di un sequencer "puntiglioso"...emoemo
  • anonimo

12-02-17 17.49

zerinovic ha scritto:
olpelli appleniani


Recentemente introdotti nella lista degli animali a rischio di estinzione, gli olpelli appleniani (olpellus appleniacus) sono dei simpatici piccoli felini caratterizzati da una folta e morbida pelliccia iridescente dall'enorme valore commerciale, che li ha resi appunto facile vittima di una caccia feroce ed indiscriminata.

Nel loro habitat naturale, la silicon valley, si è diffusa la superstizione che l'olpello sia capace di gesti fisici quasi incredibili, e che sia immune da malattie infettive di tipo virale.

A nulla sono valse le ripetute preghiere e scongiuri di Ted Applenius, il loro scopritore, che ha più volte affermato come la pelliccia di olpello non sia di per se migliore delle altre, ed in ispecie di quella del suo lontano cugino, il gatto finestrato (catus gatesianus): la pelliccia di olpello appleniano resta sempre la preferita tra gli snob modaioli.