13-04-24 22.37
@ vansys
Ciao a tutti!!!
Vorrei fare una sorta di sondaggio.
Tra un setup fondato totalmente su MainStage + master, uno ibrido dove alcuni suoni sono su MainStage ed alcuni su hardware ed uno totalmente incentrato su macchine e niente computer, premesso di aver modo di gestire tutte e tre le situazioni, in che ordine le mettete?
Agli inizi si tende a privilegiare un setup tutto hardware... Calcolando che il mio primo sintetizzatore l'ho avuto nel 1982, quando credevo si potessero emulare tutti i suoni, specialmente gli acustici, da allora di acqua sotto i ponti ne è passata molta e molte certezze sono miseramente crollate. Come dicevo, agli inizi si privilegia il setup completamente hardware, perché la preparazione informatico musicale è ridotta o del tutto assente. Mi ricordo ancora quando alla fine della scuola (1985), si organizzavano dei piccoli concerti ed io, tra un gruppo e l'altro, proponevo delle mie composizioni soliste armato esclusivamente da un Yamaha DX7mkI, Roland JX-8P ed una Yamaha RX-11, sulla quale avevo programmato meticolosamente le sequenze di pattern, in song distinte. A distanza di anni, alcuni compagni di scuola si ricordano ancora e non può che farmi piacere.
Trascorso un breve ed infruttuoso periodo con Yamaha QX-7, un sequencer hardware a sole due tracce, con possibilità di mixing dei dati, senza possibiità di tornare indietro, qualche anno più tardi, grazie al mio povero padre che, per lavoro, passava da Olivetti M20 ad Apple Macintosh, avevo l'opportunità di muovere i primi passi, veramente pionieristici, con l'informatica musicale. Allora c'era veramente pochissimo software, però ricordo con emozione le prime volte che con l'Opcode MidiMac sequencer registravo le mie prime composizioni e successivamente le vedevo in notazione grazie al Deluxe Music Construction Set.
Da lì, successivamente il passo è stato breve, avendo capito che il computer a supporto della musica, specialmente per un lupo solitario come me, è di fondamentale importanza. Se da un lato suonare con il gruppo è sempre stimolante, dall'altro non esime da scontri di idee, confronti talvolta tutt'altro che pacifici, dall'altro avere uno studio con strumenti tutti propri significa avere una gestione molto più semplice, senza dipendere da nessuno.
Quindi, volendo rispondere alla domanda, che comunque si diversifica a seconda del tipo di obiettivo, posso dire che oggi senza computer è molto difficile portare avanti progetti solisti. Diverso è se si suona in un gruppo, dove, volendo, potrebbe bastare anche un semplice tablet per l'invio dei cambi di programma e lettura testi/spartiti.
Nello specifico, ritengo che il giusto bilanciamento tra software e hardware sia la cosa migliore, nel senso che dove non arriva l'hardware (che comunque, per quanto progredito, ha ancora i suoi forti limiti) compensa il software, peraltro limitato dalla performance complessiva del PC su cui gira.
Insomma, come dicevano i latini "In medio stat virtus".