Yamaha P-115, tenerlo o no?

  • anonimo
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13-12-18 14.43

Ho fatto alcune ricerche sul web sugli strumenti che mi avete consigliato. In particolare, è emerso che il VPC1 ha la meccanica di un piano verticale, sovrapesata e quindi non adatta a certi tipi di repertorio classico. L'MP11 ha la meccanica di un coda, per cui è molto più versatile. Ho letto di possessori di VPC1 che sono passati a MP11 per questo motivo.
Certo, stiamo parlando di pianisti con un livello tecnico elevato, che eseguono repertori di Debussy, Liszt, Rachmaninoff... da par mio, mi ritengo un mediocre pianolaio appena "uscito" dalle sonatine scolastiche di Clementi, per cui certe differenze lasciano il tempo che trovano. Ma ci tenevo ad aggiungerle visto il dibattito scaturito tra alcuni forumer.
Penso che la cosa migliore da fare sia andare a provare i piani di persona, in particolare mi soffermerei sui Kawai CA67, CA97 e su Yamaha CLP625 - CLP635 - CLP645. Sì è vero, sono quasi tutti oltre il budget prestabilito, ma visto che esigo la tastiera in legno, posso fare lo sforzo di spendere qualche centinaio di euro in più, dato che deve trattarsi della scelta definitiva e su cui non vorrei assolutamente tornare più sopra almeno per i prossimi 5-7 anni (che stress vendere e ricomprare!). Per ora grazie a tutti dei preziosissimi consigli emo

13-12-18 14.54

Spectrum ha scritto:
Ho fatto alcune ricerche sul web sugli strumenti che mi avete consigliato. In particolare, è emerso che il VPC1 ha la meccanica di un piano verticale, sovrapesata e quindi non adatta a certi tipi di repertorio classico. L'MP11 ha la meccanica di un coda, per cui è molto più versatile. Ho letto di possessori di VPC1 che sono passati a MP11 per questo motivo.


No, non è proprio così, in ogni caso valli sempre a provare, Kawai compresi.

Un saluto a tutti
R.Gerbi
  • zaphod
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13-12-18 16.35

Spectrum ha scritto:
In particolare, è emerso che il VPC1 ha la meccanica di un piano verticale, sovrapesata e quindi non adatta a certi tipi di repertorio classico. L'MP11 ha la meccanica di un coda, per cui è molto più versatile.

no. Non andare per sentito dire. Una verifica impiega davvero poco tempo:
Meccanica MP11
Meccanica vpc1 (quella in alto)
Sono due modelli diversi ma molto simili. Può differire la pesatura, forse Mp11 ha un pivot un po' più lungo, ma devi mettertele sotto le dite e capire da solo, come ti dice Gerbi.
Con ambedue le meccaniche cadi in piedi, comunque.
  • PandaR1
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13-12-18 18.35

vin_roma ha scritto: Se prendo una Ramirez degli anni '60 o un Selmer o un contrabbasso dei primi '900 non mi preoccuperei della loro upgradabilità...


neanche io infatti. e' la differenza che passa fra uno strumento musicale e un clone. una strato e' uno strumento musicale, non invecchiera' mai. un piano digitale e' un clone di uno strumento musicale, e in quanto tale suscettibile di continui miglioramenti verso il modello. alcuni cloni fanno il salto e diventano strumenti essi stessi, come e' successo all'hammond e al rhodes (che infatti hanno i loro cloni), ma succede quando sono talmente lontani dall'originale che scatta un meccanismo in cui i loro difetti diventano essi stessi pregi. dubito che un ca15 o un clavinova diventera' mai un classico da clonare come e' successo agli hammond o ai rhodes, paradossalmente perche' e' troppo vicino all'originale per risultare interessante e vivere di vita propria.
  • vin_roma
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13-12-18 19.12

Eh no, ragioni troppo con la mente "informatica".
Un clone di pianoforte è fatto di meccanica asservita ad un suono. Il lavoro sta nel valorizzare la suonabilità che fa crescere tecnicamente e musicalmente, il saltare da un campione all'altro serve ad altro, non a studiare.
  • paolo_b3
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13-12-18 20.36

@ PandaR1
vin_roma ha scritto: Se prendo una Ramirez degli anni '60 o un Selmer o un contrabbasso dei primi '900 non mi preoccuperei della loro upgradabilità...


neanche io infatti. e' la differenza che passa fra uno strumento musicale e un clone. una strato e' uno strumento musicale, non invecchiera' mai. un piano digitale e' un clone di uno strumento musicale, e in quanto tale suscettibile di continui miglioramenti verso il modello. alcuni cloni fanno il salto e diventano strumenti essi stessi, come e' successo all'hammond e al rhodes (che infatti hanno i loro cloni), ma succede quando sono talmente lontani dall'originale che scatta un meccanismo in cui i loro difetti diventano essi stessi pregi. dubito che un ca15 o un clavinova diventera' mai un classico da clonare come e' successo agli hammond o ai rhodes, paradossalmente perche' e' troppo vicino all'originale per risultare interessante e vivere di vita propria.
"Clonare un clone" forse è una definizione ambiziosa. Ma ci sono suoni che hanno "tracciato un solco" nella storia della musica, come l'EP del DX7 o il piano M1. Ed erano emulazioni mal riuscite di uno strumento acustico.

14-12-18 00.04

PandaR1 ha scritto:
alcuni cloni fanno il salto e diventano strumenti essi stessi, come e' successo all'hammond e al rhodes (che infatti hanno i loro cloni), ma succede quando sono talmente lontani dall'originale che scatta un meccanismo in cui i loro difetti diventano essi stessi pregi.


Questo poteva succedere ai tempi del Roland RD-1000 (o l'expander MKS-20), divenuto un "classico" come meccanica e timbro pseudo acustico grazie ad alcuni artisti stranieri e italiani (fai "Caruso" senza quel suono, per esempio).

Oggi la vedo dura a indicare un clone Rhodes/Hammond talmente lontano dall'originale da diventare caratteristico come timbro...

Sul Pianoteq avrei qualche esempio di timbrica impiegata in note produzioni, fin dai tempi della versione 2.0, ma è software... quindi si fa presto a "nasconderlo" (forse qui sta il problema rispetto ai tempi dell'RD-1000?).

R.Gerbi
  • giosanta
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14-12-18 09.38

Come dice, a mio avviso giustamente Panda, il meccanismo scatta quanto c'è una particolare caratterizzazione tecnologica.
L'interazione tra il modello organo a canne e generatore elettromagnetico ha creato "The King", tra il pianoforte e dei pick up il Rhodes, tra un orchestra ed il nastro magnetico il Mellotron. Il loro fascino è propio nel fatto che ascoltandoli li riconosci e non li confondi minimamente con il modello. Ovviamente sono analogici, non cloni ma interpretazioni. Addirittura a loro volta oggetto di clonazione.
Viceversa la perfezione digitale genera "semplicemente" un organo a canne finto, un pianoforte finto, un'orchestra finta.
Certamente queste "finzioni" o "clonazioni" (come si preferisce) sono preziose, addirittura rivoluzionarie per i tanti, numerosi aspetti che tutti conosciamo e apprezziamo.
Ma sono un'altra cosa.
  • vin_roma
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14-12-18 11.11

Ma non vi rendete conto che tutti vi basate sulla metà del problema? Tutti parlate del suono... nessuno considera la fisicità di uno strumento che poi è la caratteristica fondamentale!
Mettiamo che per incanto una chitarra classica generi il suono di un clavicembalo... quello che sentirei, al di la del suono, sarebbe comunque la tipica musicalità prodotta da un manico attaccato ad una cassa armonica con 6 corde ...praticamente il tipo di musica che fisicamente si può esprimere con una chitarra.

Quando si usa un clone per studiare il pianoforte si cercano, oltre all'approssimazione del suono, i pedali in una certa posizione, un mobile risonante, la solidità della struttura, una tastiera solida che ti permetta di sentire il suono sotto i tasti ...anche l'odore della lacca del mobile...

Limitarsi al solo aspetto sonoro è da tastieristi compulsivi che hanno compreso solo a metà i motivi e i perché della musica non considerando affatto quanto invece influisca la fisicità nell'approccio allo strumento quando si crea o si eseguire musica.

La musica non la fa solo il suono ma anche la suonabilità dello strumento.
  • giosanta
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14-12-18 11.23

vin_roma ha scritto:
nessuno considera la fisicità di uno strumento che poi è la caratteristica fondamentale!

... l'olio - legno del King...
Condivido, anche se preferisco chiamarlo rapporto empatico; ma, andando a memoria, a quanto pare è un aspetto che non interessa granché.
  • paolo_b3
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14-12-18 11.29

vin_roma ha scritto:
Limitarsi al solo aspetto sonoro è da tastieristi compulsivi


Mi metto in terapia, VIn? emo

Scherzo, capisco ed approvo ciò che dici, però seguendo il tuo ragionamento credo se ne desuma che per suonare un pianoforte occorra un pianoforte vero, che anche secondo me è la cosa migliore.
La tecnologia nel corso di decenni ha fornito risposte a bisogni dei musicisti, tipo prezzo, trasportabilità, etc., giungendo a soluzioni tali per cui non esiste più la scelta migliore. E grazie a questo fatto noi siamo qua a confrontarci, una volta tanto in maniera abbastanza pacifica, direi quasi natalizia. emo
  • giosanta
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14-12-18 11.35

paolo_b3 ha scritto:
... seguendo il tuo ragionamento credo se ne desuma che per suonare un pianoforte occorra un pianoforte vero...

Perdonami, lungi da me effettuare l'esegesi del pensiero di Vincenzo ma, tenendo conto di quanto ha scritto prima, non mi pare che abbia detto proprio questo.
Anche se, certamente, è possibile che io abbia capito male.
  • vin_roma
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14-12-18 11.37

@ giosanta
vin_roma ha scritto:
nessuno considera la fisicità di uno strumento che poi è la caratteristica fondamentale!

... l'olio - legno del King...
Condivido, anche se preferisco chiamarlo rapporto empatico; ma, andando a memoria, a quanto pare è un aspetto che non interessa granché.
Io sono uno dei pochi qui dentro che può dire di aver annusato gli Hammond meccanici nuovi, in negozio.
Negli anni '70 a Roma c'era Ciampi Hammond in via Cola Di Rienzo, era un negozio elegante che sembrava una boutique e dentro c'era un odore molto particolare e inebriante dato dalle plastiche nuove, dall'olio, dai legni... una libidine! emo
  • paolo_b3
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14-12-18 11.43

@ giosanta
paolo_b3 ha scritto:
... seguendo il tuo ragionamento credo se ne desuma che per suonare un pianoforte occorra un pianoforte vero...

Perdonami, lungi da me effettuare l'esegesi del pensiero di Vincenzo ma, tenendo conto di quanto ha scritto prima, non mi pare che abbia detto proprio questo.
Anche se, certamente, è possibile che io abbia capito male.
Si si lo so, non lo ha detto Vin, l'ho detto io che se segui il suo ragionamento arrivi allo strumento vero.
emo

Edit: per "esegesi" ho dovuto tirare fuori il vocabolario. emo
  • vin_roma
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14-12-18 11.50

@giosanta e paolob3

Ci si adatta sempre, purtroppo, anche con i pianoforti veri che a trovarne uno ottimo è sempre difficile ma comunque, anche con un digitale, che oltre al suono offra anche la clonazione della fisicità, si può rendere il 96/97% del proprio saper essere pianisti...
Se poi si propina una master scrausa che traballa su un trespolo ad X e l'ascolto a due metri di distanza ...anche con un bel campionamento si sarà pianisti al 70% ...se tutto va bene!
  • giosanta
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14-12-18 11.57

vin_roma ha scritto:
Io sono uno dei pochi qui dentro che può dire di aver annusato gli Hammond meccanici nuovi, in negozio

Purtroppo anch'io. Barone a Caserta.

anche con un digitale, che oltre al suono offra anche la clonazione della fisicità, si può rendere il 96/97% del proprio saper essere...
Dipendesse da me ne farei lo sfondo della Home Page di questo Forum.
  • vin_roma
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14-12-18 12.24

Perciò, in base comunque alla mia esperienza, mi scontro spesso su questo quando parliamo di strumenti.

Il Seven è un'ottima idea, la fisicità induce ad una migliore espressione. Un solo di organo fatto sui leggeri tasti di un Hammond viene meglio. Anche un solo col suono del Minimoog se lo fai sulla sua tastiera breve e compatta dell'originale che ti fa sentire la liquidità del suono e con davanti tutte le solide manopole ...ti viene meglio!
Una volta, per registrare, mi portarono un Farfisa Professional e un ampli simil Leslie Elka 610 ...mi sorpresi del suono pastoso e malleabile, non me lo ricordavo (e si che quand'ero piccolo mio fratello aveva il Professional Duo), e mi sorpresi pure dalla facilità con cui mi venivano le idee e di come le realizzavo bene.
Forse anche a furia di usare surrogati si è perso il gusto nel far musica...
  • giosanta
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14-12-18 12.33

Ovviamente sottoscrivo alla virgola.
Ne concludo che non sono un marziano o, quantomeno, non il solo.
In entrambi i casi mi fa immensamente piacere.

14-12-18 12.34

vin_roma ha scritto:
Forse anche a furia di usare surrogati si è perso il gusto nel far musica...


Una volta c'erano le idee e diventavi pazzo per metterle in pratica con gli strumenti dell'epoca, adesso l'offerta disorienta per quantità e qualità: ma le idee?
Potremmo passarci anni a discuterne...

Molto di quanto affermi è sacrosanto, però nello specifico mi sono concentrato sulla diatriba "sistema aperto" vs "chiuso" nelle mani del neofita, tutto qui.

R.Gerbi

ps. riguardo agli Hammond, chissà che fine hanno fatto i 13 esemplari impiegati (spenti) alla Rai in via Teulada per una coreografia di "Studio Uno"...
  • vin_roma
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14-12-18 13.07

Riccardo_Gerbi ha scritto:
. riguardo agli Hammond, chissà che fine hanno fatto i 13 esemplari impiegati (spenti) alla Rai in via Teulada per una coreografia di "Studio Uno"...

Ho un piccolo aneddoto:
Nello studio A di via Asiago ce n'erano due (C3). Lavoravo in una trasmissione e mi ero messo in testa di suonare The Cat con la band... mi prodigai con i tecnici per metterne in moto uno dei C3 ma non si trovava il cavo per il Leslie. Berni di Musicarte me ne rimediò uno. Mentre salivo contento con il cavo a tracollo le scale per andare allo studio A mi venne incontro un dirigente che già sapeva della storia e mi fece: dove va? Ma siamo la RAI! Ci dobbiamo far prestare le cose? Faccia richiesta scritta e ci adopereremo per trovare i nostri cavi...! Io: ma è per domenica... lui: non fa niente, qui si fa così.
E io non suonai The Cat...

Sapevo che avrebbero poi smantellato tutto e correvano voci che avrebbe acquistato il tutto la croce rossa per un prezzo simbolico...
Spariti, degli Hammond non seppi più nulla. Un pensierino ce l'avrei fatto se avessi saputo come intercettarli.