SEQUENTIAL TRIGON 6 è il migliore analogico ?

  • ifus
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13-03-25 21.52

@ jeedo
Il “migliore analogico” (sintetizzatore), è quello che ti fa venire voglia di accenderlo ed il cui suono ti riempie di gioia o ti meraviglia; è quello il cui suono si amalgama ottimamente e si “incastra” con gli altri strumenti; è quello dove, superata la curva iniziale di apprendimento, non devi perdere troppo tempo per sintetizzare o modificare un suono; è quello che trasforma le tue idee in materiale sonoro o quello che se in quel momento non hai idee, magari riesce ad ispirarti.
Il “migliore analogico” (sintetizzatore), è quello che non ha 1.456.758 preset che magari non ascolterai mai in vita tua, ma quello che ti permetterà di memorizzare quei, ed esagero, 30 - 40 preset, ed eventuali variazioni ad essi, che rappresentano la tua tavolozza sonora.

Risposta da Fiera dell’Ovvio, ma è esattamente quello che penso.
Sante parole!!! 👏👏👏
  • orange1978
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13-03-25 22.05

@ Ilaria_Villa
La maggior parte dei miei amici e colleghi liutisti hanno in casa pochi strumenti: un paio di liuti rinascimentali e una tiorba e/o arciliuto che possa coprire la maggior parte del repertorio: no, non è necessario avere tutti i tipi di liuto e chitarra. La Civica Scuola di Musica prestava gli strumenti, è impensabile che uno possa far spendere cifre notevoli ai genitori. Un liuto da studio, usato e tenuto bene, puoi trovarlo a 700-1000 euro e il nuovo fra 2000 e 2500 (non ho più idea dei prezzi): a mano a mano che si va avanti negli studi si sente la necessità di cambiare strumento, così lo si vende e se ne compra uno più adatto. Il maestro Giorgio Ferraris (1946-2020), chitarrista e liutista, che fu mio insegnante, aveva una discreta collezione di strumenti musicali, ordinati ai migliori liutai italiani (fra cui il mio amico Giuseppe Tumiati). Aveva pure un liuto uscito dalla bottega dell'inglese Michael Lowe. Il mio docente aveva sì disponibilità economica, ma aiutava i giovani liutai dando loro fiducia. Di persone così, signorili e alla mano, si è perso lo stampo.
Come dicevo prima, impossibile avere tutti gli strumenti: per costi, spazio e repertorio. Io non ho un liuto barocco e non ne sento la mancanza.
Veniamo ora alla tecnica. Johannes Tinctoris, nel suo trattato "De inventione et usu musicae" (1487 circa), fornisce informazioni sulla "lyra comunemente detta liuto", spiegando che le corde sono pizzicate dalla mano destra sia con le dita sia con il plettro. Alla tecnica "a plettro" cominciava ad affiancarsi l'impiego delle dita, destinato a rendere possibile il passaggio dalla prassi monodica a quella polifonica e l'affermazione del liuto come strumento solista: Tinctoris stesso riferisce di esecuzioni liutistiche a 2, 3 o anche 4 parti.
La mancanza di strumenti coevi - i liuti più antichi conservati nei musei risalgono al XVI secolo - rende indispensabile il ricorso all'iconografia. Nella "Madonna col Bambino e due angeli" (1489 ca.), Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone, documenta il passaggio dalla tecnica "a plettro" a quella a pizzico. Entrambi gli angeli suonano un liuto a cinque ordini di corde: l'angelo a sinistra tiene un plettro tra l'indice e il medio, mentre l'angelo a destra tiene la mano parallela alle corde e appoggia il mignolo sul piano armonico.
Le mutate esigenze della musica porteranno alla nascita di liuti a 6,7,8 ordini di corde e a diverse "taglie" di liuto: dal piccolo liuto all'ottava (diapason da 38 a 46 cm) al gran liuto basso all'ottava (diapason da 86 a 98 cm). Il mio liuto rinascimentale, accordato in sol 3, è un liuto contralto (diapason da 58 a 65 cm). Tutte queste informazioni sui vari liuti le troviamo nel magistrale e fondamentale trattato "Theatrum Instrumentorum seu Sciagraphia" (1620) di Michael Praetorius, in cui ci sono xilografie raffiguranti tutte le famiglie di strumenti fino ad allora conosciuti. Ogni tavola è in scala e le misure reali sono ricavabili confrontando la scala con l'unità di misura riportata all'inizio del testo, cioè un mezzo piede corrispondente ad un 1/4 del braccio di Brunswig. Per semplificare: un braccio di Brunswig = 2 piedi = 57, 07 cm; un piede = 12 pollici = 28,535 cm; 1/2 piede = 14,2676 cm; un pollice = 2,378 cm.
L'equivalente francese del trattato di Praetorius, che fu anche un insigne compositore, è "Harmonie Universelle" (Parigi, 1636-37) di Marin Mersenne (1588-1648), un religioso appartenente all'Ordine dei Minimi, amico di Cartesio e figura di primo piano della cultura filosofica e scientifica del suo tempo. Per quanto riguarda la costruzione del liuto, quest'opera monumentale è la più preziosa fonte teorica del XVII secolo, così come il trattato di Henri Arnault de Zwolle, contenuto nel manoscritto latino 7295 della Biblioteca Nazionale di Parigi, costituisce la fonte più esauriente del XV secolo.
wow!!!! thanx per le spiegazioni ultra dettagliate, che però per comprenderle bene dovrò leggerle almeno 10 volte.... emoemoemo
  • giosanta
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14-03-25 00.22

orange1978 ha scritto:
... e quindi poi ti viene voglia magari di suonare il pianoforte! almeno per staccare un po' la mente...)

Comprendo e condivido. Pur non nell'ambito musicale, dopo un'intera giornata avanti ad un monitor ritrovarselo poi anche nel tempo libero...
  • ifus
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14-03-25 07.11

@ Ilaria_Villa
Il processo di estensione del registro grave dello strumento condusse alla nascita dei liuti a 9 e 10 ordini di corde.
Le mutate esigenze della musica, che videro affermarsi la cosiddetta "accordatura barocca" in re minore, condussero sia alla costruzione di nuovi liuti sia alla modifica di quelli a 6,7 e 8 ordini costruiti nel XVI secolo. Il manico, il ponticello, il cavigliere e, se necessario, la tavola armonica dei liuti cinquecenteschi venivano sostituiti: i liuti di Hans Frei e Laux Maler, due giganti della liuteria, si presentano con un assetto a undici e tredici ordini.
Questa è l'accordatura barocca in re minore: fa3, re3, la2, fa2, re2, la1, sol1, fa1, mi1, re1, do1.
Antichi o nuovi, i liuti a 11 ordini hanno il primo e secondo ordine singoli, una tastiera bombata per facilitare l'azione della mano sinistra, nove o dieci legacci sul manico, una lunghezza vibrante della corda compresa fra 67 e 76 cm, all'interno della quale si distinguono due misure standard (67-68 cm e 70-72 cm).
In Inghilterra, per tutto il XVII secolo, fu in voga il liuto "francese" con due caviglieri, un'innovazione che non tutti videro di buon occhio: sotto accusa era la sonorità delle lunghe corde di bordone, giudicata troppo forte rispetto alle altre corde. Nel ritorno ad un solo cavigliere ebbe un ruolo decisivo l'introduzione delle corde rivestite menzionate nell'opera "Introduction to the Skill of Musick" di John Playford (1664): un filo sottile di metallo era arrotolato su una corda di budello o seta. Queste corde permettevano di ottenere note più gravi senza dover allungare eccessivamente il diapason.
Dal punto di vista liutistico, verso la fine del XVII secolo, il ruolo di nazione guida passò dalla Francia alla Germania, dove al registro grave del liuto vennero aggiunti altri due ordini: furono costruiti liuti nuovi a 13 ordini e si modificarono quelli antichi (a 6,7,8 ordini) e quelli più recenti a 11 ordini. I liuti a 13 ordini presentano una "chiocciola" dei bordoni (ovvero un supporto per le corde dei bordoni), i primi due ordini singoli e una tastiera bombata per facilitare l'azione della mano sinistra, nonché un diapason compreso fra 67 e 72 cm, con rare eccezioni fino a 78 cm.

La parabola discendente del liuto, in Italia, cominciò verso la fine del XVI secolo, quando apparvero strumenti più consoni al mutato gusto musicale, che sancì l'affermazione della monodia accompagnata sulla polifonia: usati nella realizzazione del basso continuo, la tiorba e l'arciliuto ebbero anche una letteratura propria.
La nascita della monodia accompagnata, della quale fu artefice la Camerata fiorentina dei Bardi (un gruppo di musicisti e letterati era solito radunarsi nel palazzo fiorentino del conte Giovanni Bardi e discutere sul modo di far rivivere l'antica musica greca: i teorici elaborarono il "recitar cantando", uno stile vocale solistico, con l'accompagnamento di pochi strumenti, che si prefiggeva "l'intelligenza del concetto e delle parole"), richiese uno strumento in grado di accompagnare il canto e con dei bassi più potenti rispetto a quelli del liuto. La questione venne affrontata allungando il diapason tastabile e introducendo dei bordoni da suonarsi a vuoto, cioè delle corde tese al di fuori della tastiera. Ecco la tiorba, già suonata da Jacopo Peri nel 1589.
Maurizio Cazzati, nel 1653, fu l'ultimo compositore che usò la parola chitarrone, soppiantata dal termine tiorba.

La tiorba può essere sia a tratta corta (con distanza ridotta fra i due caviglieri e un diapason dei bordoni fra 94 e 109 cm) sia a tratta lunga (con distanza notevole fra i due caviglieri e un diapason dei bordoni fino a 180 cm).
A differenza del liuto, la tiorba ha un'accordatura rientrante, cioè i primi due ordini sono accordati all'ottava inferiore.
L'accordatura tipica (Salomone Rossi, Kapsberger, Corradi e Castaldi) della tiorba a tratta lunga è quella in la2, ma erano possibili anche altre accordature, come quella in sol2 descritta da Praetorius.
Grazie Ilaria!!
Cultura musicale allo stato puro completamente sconosciuta per me
  • wildcat80
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14-03-25 07.32

Oh finalmente una discussione che approfondisce aspetti che in molti non conosciamo.
Grazie emo
  • paolo_b3
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14-03-25 08.17

@ giosanta
orange1978 ha scritto:
... e quindi poi ti viene voglia magari di suonare il pianoforte! almeno per staccare un po' la mente...)

Comprendo e condivido. Pur non nell'ambito musicale, dopo un'intera giornata avanti ad un monitor ritrovarselo poi anche nel tempo libero...
+1
  • cecchino
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14-03-25 10.11

@ orange1978
iPad non ce l'ho ammetto, però ho il mac, ne ho diversi tra cui M4 max...ma comunque non è una questione di software o hardware (che possiedo), proprio mi ha stancato quel mondo (sarà anche perche registro parecchio e quindi non stacco mai con l'elettronica e informatica, e quindi poi ti viene voglia magari di suonare il pianoforte! almeno per staccare un po' la mente...)
Vero! emo
Vorrei poterlo fare anch'io, ma tra le condizioni del mio verticale e la simpatia dei condomini è praticamente impossibile.
Magari mi metto sulla workstation con la meccanica pesata e non accendo PC e/o iPad, ma devo purtroppo suonare in cuffia. emo
  • maxpiano69
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14-03-25 11.36

@ cecchino
Vero! emo
Vorrei poterlo fare anch'io, ma tra le condizioni del mio verticale e la simpatia dei condomini è praticamente impossibile.
Magari mi metto sulla workstation con la meccanica pesata e non accendo PC e/o iPad, ma devo purtroppo suonare in cuffia. emo
e purtroppo è vero anche questo, anche per me emo (mi consolo con la chitarra o col basso, altrimenti, quando ho voglia di "acustico")
  • d_phatt
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14-03-25 11.40

@ orange1978
wow!!!! thanx per le spiegazioni ultra dettagliate, che però per comprenderle bene dovrò leggerle almeno 10 volte.... emoemoemo
Eh, ma se tu ti assenti dal forum poi vedi cosa ti perdi...emo

Comunque seriamente, @Ilaria_Villa questo argomento meriterebbe un suo thread indipendentemente perché è molto interessante (e a molti di noi sconosciuto).
  • Ilaria_Villa
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14-03-25 11.50

@ d_phatt
Eh, ma se tu ti assenti dal forum poi vedi cosa ti perdi...emo

Comunque seriamente, @Ilaria_Villa questo argomento meriterebbe un suo thread indipendentemente perché è molto interessante (e a molti di noi sconosciuto).
emo
  • Ilaria_Villa
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14-03-25 11.54

@ MicheleJD
bentornato Orange. non ci “conosciamo” perché frequento il blog da non moltissimo tempo, ma ho letto tanti tuoi post con grande interesse.
Spero che continuerai a scrivere
emo
  • Ilaria_Villa
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14-03-25 12.15

@ orange1978
wow!!!! thanx per le spiegazioni ultra dettagliate, che però per comprenderle bene dovrò leggerle almeno 10 volte.... emoemoemo
Grazie Orange!
  • Ilaria_Villa
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14-03-25 12.16

@ ifus
Grazie Ilaria!!
Cultura musicale allo stato puro completamente sconosciuta per me
emo
  • Ilaria_Villa
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14-03-25 12.18

@ wildcat80
Oh finalmente una discussione che approfondisce aspetti che in molti non conosciamo.
Grazie emo
Prego. Io imparo tantissimo sui synth, materia a me oscura.
  • Ilaria_Villa
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14-03-25 12.24

@ d_phatt
Eh, ma se tu ti assenti dal forum poi vedi cosa ti perdi...emo

Comunque seriamente, @Ilaria_Villa questo argomento meriterebbe un suo thread indipendentemente perché è molto interessante (e a molti di noi sconosciuto).
Lo faccio subito, poi aggiungerò anche le immagini, così da rendere più comprensibile e "digeribile" la materia.
  • stesgarbi
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17-03-25 06.17

Ilaria_Villa ha scritto:
Mio compagno di corso alla Civica Scuola di Liuteria di Milano: abbiamo fatto un concerto insieme ed è davvero un grande musicista e un grande liutaio.

Il mondo è davvero piccolo.
Ho cominciato a suonare con Filippo quando lui aveva 17 anni e si presentò in cantina con un basso Rickenbaker, impressionandomi non poco con i suoi "slap".
Insieme a Filippo c'era Fulvio Garlaschi alla chitarra, anche lui diplomato a Milano in liuto, che ora vive in Francia da molti anni.
All'epoca suonavamo cover dei Genesis e ci divertivamo da matti.
Eravamo amici e c'era molta armonia e letizia nel nostro gruppo, che ricordo ancora adesso come una delle più belle esperienze umane vissute grazie alla musica.
Nel 1984 Filippo suonò il basso con il primo gruppo che formai con brani composti interamente da me (come genere, diciamo un mix tra Toto e Gino Vannelli prima maniera).
Sono ancora oggi in contatto con loro e ogni tanto facciamo una "rimpatriata", ricordando i vecchi tempi.
  • paolo_b3
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17-03-25 08.22

stesgarbi ha scritto:
Eravamo amici e c'era molta armonia e letizia nel nostro gruppo,

Letizia la cantante? emoemoemo
  • maxpiano69
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17-03-25 09.52

@ paolo_b3
stesgarbi ha scritto:
Eravamo amici e c'era molta armonia e letizia nel nostro gruppo,

Letizia la cantante? emoemoemo
Toglietegli lo sfusoneeee! emo emoemo
  • paolo_b3
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17-03-25 10.13

@ maxpiano69
Toglietegli lo sfusoneeee! emo emoemo
Che caratteraccio... emoemoemo
  • maxpiano69
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17-03-25 10.45

@ paolo_b3
Che caratteraccio... emoemoemo
Lo faccio per il tuo bene, lo sai emo emo