03-08-21 11.55
@ G_Pastorello
Acoltemp ha scritto:
..... Ciascuno di questi campioni viene convertito dall'A/D in una "word" digitale (quanto) formata da un certo numero di bit digitali, il cui numero (noto come profondità di bit) determina la risoluzione del campione. ....
Per prima cosa, grazie di tutto e mi congratulo pure per la tua ottima preparazione
Per togliere di mezzo ogni possibile fraintendimento, ho aggiustato la nota 2 come da tuo suggerimento (in effetti parlare di "quanti" e "discretizzazione" giusto in quel preciso punto della nota - senza alcuna dimostrazione di supporto - poteva dar luogo a vari dubbi).
L'unica cosa in cui avevo qualche perplessità, comunque, era riferita solo alla seguente parte di frase sopra riportata [..."word digitale (quanto)...], poichè ero certo che nella fase della codifica binaria (e quindi parliamo di word) siamo già all'ultimo stadio del processo di digitalizzazione, mentre la quantizzazione vera e propria ricordavo che fosse allo stadio immediatamente precedente.
Per fugare ogni possibile malinteso, ti mando soltanto lo stralcio della mia ricerca in materia, trasfusa nel mio futuro
Cap 16, contenente gli approfondimenti che ritenevo opportuno fare sui concetti di quantizzazione e campionamento.
Ovviamente mi farà piacere avere una tua valutazione ed eventualmente segnalarmi se qualcosa non quadra.
Grazie sempre
STRALCIO CAP. 16 (solo stralcio quantizzazione)
Il cap.16 è un'ennesima dimostrazione del tuo titanico impegno. Ammirevole. Ho tuttavia timore che l'affrontare un tema in maniera molto approfondita porti a svariate conseguenze.
Elenco di seguito quelle, a mio parere, più probabili (e che dunque non è detto che si siano già verificate).
- Gli argomenti trattati (campionamento e quantizzazione) esulano di parecchio dalle istruzioni d'uso dei PC3 K ecc.
Certo, mi risponderai, il capitolo è subito presentato come approfondimento e pertanto può essere trascurato da chi non interessato.
- Gli stessi argomenti pur essendo molto specifici, tuttavia richiedono più aspetti ad essi propedeutici: elettronica digitale, teoria dell'informazione (informatica), teoria degli errori (misure), analisi matematica 1, 2 e 3.
Non tutti hanno avuto questa fortuna o sfortuna!
- L'approfondimento spinto inoltre comporta una grande precisione e pertanto aumenta il rischio di un'esposizione con errori o imprecisioni. E' chiaro ed evidente che si fa del proprio meglio e nulla è dovuto, essendo stato un lavoro volontario e con il generoso intento di condivisione e agevolazione.
Io affronterei sì l'approfondimento, ma in modo più semplice, più discorsivo e senza preparazione universitaria.
Ad esempio:
Digitalizzazione o quantizzazione
Permette il dover trattare un numero più piccolo di informazioni (rispetto a quello infinito del mondo analogico), ciò permette di impegnare uno spazio di memorizzazione più piccolo (non avrò mai la necessità di dover memorizzare
il numero "pi greco", il cui valore troncato alla 100ª cifra decimale è: 3,14159 26535 89793 23846 26433 83279 50288 41971 69399 37510 58209 74944 59230 78164 06286 20899 86280 34825 34211 70679 e pertanto avrei bisogno di ben 100 caratteri o caselle o celle di memoria, senza riuscire ancora a rappresentare la cifra esatta. Scelgo invece solo 3 cifre ovvero 3 celle di memoria (nell'ipotesi semplificativa di memorie decimali e non binarie) per memorizzare ed utilizzare, con sufficiente approssimazione, tale numero.
Ulteriore vantaggio della digitalizzazione è la riduzione della probabilità d'errore: dovendo gestire una quantità più piccola di valori è più facile ricondurre ad essi, al più vicino, un valore "strano" ipoteticamente ricevuto dal satellite che sta trasmettendo un segnale TV.
Il termine "quanto" deriva dalla Fisica e rappresenta il valore più piccolo possibile che una grandezza (ad es. l'energia) può assumere. Pertanto qualsiasi livello di energia di qualsiasi elemento fisico è multiplo intero di tale valore.
Campionamento.
il processo di memorizzazione, pur avendo a disposizione componenti elettronici velocissimi, richiede comunque del tempo (anche se molto piccolo). Questo significa che non è fisicamente possibile registrare istante per istante l'andamento di "un suono", ma bisogna attende che venga completamente memorizzato il valore precedentemente rilevato.
Tuttavia un teorema (quello di Nyquist) ci viene incontro poiché afferma che: se l'intervallo tra due memorizzazioni è sufficientemente piccolo, è possibile riprodurre il suono in modo sfficientemente preciso solo con l'utilizzo delle memorizzazioni in quegli istanti.