21-09-18 15.10
@ MiLord
Ti dico la mia teoria, che in questo caso, come le vostre, non è supportata da un bel niente ahaha
Allora il jazzista, che è un po' snob, diciamoci la verità, ha visto che il jazz stava per essere contaminato, o unito o fuso, con altri generi, e ha pensato "eh ma che cazz!!!"
Però poi ha valutato questi generi e ha detto:
"uhmmm sì. Il funk va bene. Rende il jazz più ritmato. Sì Il funk va bene!
(Così, proprio con questa faccia un po' da saccente, come quella dell'emoticon
)
Poi ha visto che stava per essere FUSA con gli stili latini e ha pensato:
"beh questi sì! in fin dei conti sono stili nobili! Direi che questi possono essere considerati in ambito jazz."
Poi è arrivato il momento del rock, e il jazzista:
"ehhhhh???? e questi sciacqualattughe cosa vogliono ora???? Che stiano con le loro groupies e non scassassero gli attributi a NOI musicisti! Mai e poi MAI questo entrerà a far parter della nobile casa del jazz!!! Che vadano a pisciare altrove!!!"
Che si creino il loro genere!!! Che il loro genere sia chiamato jazz rock!"
la storia è simile ma più semplice:
I jazzisti stavano suonando il loro jazz, che piaceva, aveva il suo pubblico e aveva una sua personalità distinta e personale
I rockettari suonavano il loro rock, che piaceva, aveva il suo pubblico e aveva una sua personalità distinta e personale
Qualche jazzista in vena di sperimentazione ha provato a fondere elementi del jazz e del rock, senza porsi problemi stilistici o denominazionali ma per il gusto di vedere quel che veniva fuori...e piaceva, aveva il suo pubblico e aveva una sua personalità distinta e personale
Tutto andava benissimo fino a che qualche stronzo matricolato di musicista umanamente incapace di suonare jazz, ma probabilmente con un complesso di inferiorità stratosferico verso i jazzisti (complesso di inferiorità provato oltre ogni ragionevole dubbio dal fatto che i fusionisti, come tutti quelli che non sanno e non possono suonare jazz, ricorrono allo sviluppo di tecniche velocistiche da circo equestre - nota bene, non virtuosismo che è un altra cosa) si è inventato che quel coacervo di sessantaquattresimi suonati pressocchè a casaccio a 240 bpm, inframmezzati da suddivisioni ritmiche che neanche la musica speculativa turca, scorreggiati su schemi armonici che avrebbero fatto impallidire Stockhausen, con la pronuncia di una fanfara dell'esercito prussiano del 1800 e con timbri distorti da far vomitare un azteco...fosse jazz!
E qualche subdolo bastardo di discografico (ECM in primis), gestore di locale (Blue Note) e semianalfabeta organizzatore di festival ha colto la palla al balzo...
E così, invece di proseguire la sua evoluzione in maniera coerente, il jazz è morto...ucciso dalla fusion!
Ecco, alla fine, se tanto mi da tanto, preferisco credere a Marsalis che a quegli sgallettati degli Spyro Gyra