omnisphere, spettacolare

  • orange1978
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18-03-25 17.53

purtroppo quando si parla di analogici veri, non esiste strumento virtuale che possa minimamente impensierire un prophet 6, prophet 5, minimoog, e via così....se prendiamo poi i modulari o semimodulari come arp 2600 lì è ancora peggio, con tutte le modulazioni analogiche, non esiste nemmeno la partita.

Però, detto questo, i software synth hanno raggiunto oggi una qualità eccellente, ci si fa davvero tutto volendo (poi però c'è anche il fattore ispirazione....da tenere in considerazione).
  • maxpiano69
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18-03-25 17.58

@ orange1978
purtroppo quando si parla di analogici veri, non esiste strumento virtuale che possa minimamente impensierire un prophet 6, prophet 5, minimoog, e via così....se prendiamo poi i modulari o semimodulari come arp 2600 lì è ancora peggio, con tutte le modulazioni analogiche, non esiste nemmeno la partita.

Però, detto questo, i software synth hanno raggiunto oggi una qualità eccellente, ci si fa davvero tutto volendo (poi però c'è anche il fattore ispirazione....da tenere in considerazione).
D'accordo con te, la questione non è più o tanto riguardo le potenzialità e come suonano i Virtual Instruments, però l'ispirazione.. ecco si quella è ancora un qualcosa che un (buon) hardware riesce sicuramente a suscitare in maniera più diretta ed immediata, da un VSTi puoi anche farti ispirare da una patch ben fatta, ma poi manca la facilità di interagirci e la sensazione di "suonare lo strumento" che ti da l'hardware, purtroppo (non so se mi spiego...)
  • orange1978
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18-03-25 22.02

@ maxpiano69
D'accordo con te, la questione non è più o tanto riguardo le potenzialità e come suonano i Virtual Instruments, però l'ispirazione.. ecco si quella è ancora un qualcosa che un (buon) hardware riesce sicuramente a suscitare in maniera più diretta ed immediata, da un VSTi puoi anche farti ispirare da una patch ben fatta, ma poi manca la facilità di interagirci e la sensazione di "suonare lo strumento" che ti da l'hardware, purtroppo (non so se mi spiego...)
beh anche di suono direi, quando entra in gioco il mio model d o il voyager xl o l'arp...è finita (per il software) lo senti proprio in due cose principalmente, la gamma delle basse, rotonda, presente e tridimensionale, e poi la risposta del filtro, su un vero analogico la risonanza gorgoglia in maniera tagliente ma piacevole, sui digitali difficilissimo sopratutto a settaggi estremi, o è poco più che inesistente oppure diventa fastidiosa, manca quello che oggi chiamerebbero lo "sweet spot".

io per esempio ho alcuni behringer tipo cat, pro1, wasp, kobol....eh pure quelli costano un cavolo ma mica scherzano! ho ottenuto dei suoni con wasp processandolo con i plug in di digital performer (o logic) che a mio parere son stupendi, poi vabbè per quello che costano è incredibile.

sul fatto del feeling beh io questi problemi o "limiti" proprio non li ha grazie al cielo, per me suonare un vst o un expander hardware è uguale, purche il controller (tastiera) sia di qualità, per quel che riguarda la programmazione li dipende, se si tratta di un puro digitale anche meglio, alla fine molta gente usava editor tipo soundiver per programmare i synth, quindi è la stessa cosa o quasi.
  • giosanta
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18-03-25 23.03

orange1978 ha scritto:
...(poi però c'è anche il fattore ispirazione....da tenere in considerazione)...


maxpiano69 ha scritto:
... la questione non è più o tanto riguardo le potenzialità e come suonano i Virtual Instruments, però l'ispirazione.. ecco si quella è ancora un qualcosa che un (buon) hardware riesce sicuramente a suscitare in maniera più diretta ed immediata...


Concordo, sarà pure feticismo, ma macchine come quelle citate isprirano anche spente.
  • stesgarbi
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19-03-25 10.04

@ orange1978
beh anche di suono direi, quando entra in gioco il mio model d o il voyager xl o l'arp...è finita (per il software) lo senti proprio in due cose principalmente, la gamma delle basse, rotonda, presente e tridimensionale, e poi la risposta del filtro, su un vero analogico la risonanza gorgoglia in maniera tagliente ma piacevole, sui digitali difficilissimo sopratutto a settaggi estremi, o è poco più che inesistente oppure diventa fastidiosa, manca quello che oggi chiamerebbero lo "sweet spot".

io per esempio ho alcuni behringer tipo cat, pro1, wasp, kobol....eh pure quelli costano un cavolo ma mica scherzano! ho ottenuto dei suoni con wasp processandolo con i plug in di digital performer (o logic) che a mio parere son stupendi, poi vabbè per quello che costano è incredibile.

sul fatto del feeling beh io questi problemi o "limiti" proprio non li ha grazie al cielo, per me suonare un vst o un expander hardware è uguale, purche il controller (tastiera) sia di qualità, per quel che riguarda la programmazione li dipende, se si tratta di un puro digitale anche meglio, alla fine molta gente usava editor tipo soundiver per programmare i synth, quindi è la stessa cosa o quasi.
Ciao Orange, è un piacere ritrovarti sul Forum.
In effetti, concordo pienamente.

Ad un certo punto della mia vita musicale decisi di convertirmi all' "all in the box", vendendo gran parte della mia strumentazione hardware (Andromeda, Microwave 1 e 2, prophet 08, memotron ..... e oggi me ne pento amaramente!) a parte il minimoog Voyager, per ragioni "affettive".
Il mondo dei plugins mi sembrava .... "infinito".... appagante, multiforme, spaziando da Omnisphere alle wavetables di Serum, passando per i Roland Cloud, gli Arturia e svariate librerie kontakt.
Tutto sembrava così meraviglioso, funzionale e bensuonante.... fino a quando non mi capitò di mettere le mani su un Hydrasynth explorer prestatomi da un amico per alcune registrazioni.
Immediatamente mi fu chiara la differenza.
Ai plugins "mancava" qualcosa.. Suonavano bene, alcuni molto bene, per carità, ma alla fine il sound del pezzo risultava .... "mancante" di qualcosa, come se fosse un po' "piatto" e poco tridimensionale. E poi ogni suono, bellissimo sentito da solo, richiedeva un attento lavoro di "messa a punto" (eq, comp. ecc.) per farlo stare nel mix.
Con l'Hydrasynth (e stiamo parlando di digitale, eh) da molti descritto come "plugin con tastiera", la differenza risultò immediata.
Una volta presa confidenza con i parametri (almeno quelli di base), con un minimo di "spippolamento" i suoni risultavano potenti, immediati, tridimensionali e si inserivano nel contesto che era un piacere, con pochissimi interventi di mixing.
Così decisi di tornare a visitare il "solito negozio" per acquistare un Hydrasynth deluxe e, in quell'occasione, trovai anche un Waldorf Iridium desktop usato ... e me li portai a casa entrambi.
Quindi ho "rimesso in linea" il Voyager, integrandolo con un Take 5.e, successivamente anche con un P800.
Per i piani elettrici (nessun plugin era mai riuscito a "sostituire" davvero il Rhodes MK2 e il Wurly A 200 che avevo venduto) mi sono fatto 500 km per acquistare un SV2 usato, che secondo me è pazzesco: l'unico che mi dà (quasi) la sensazione di suonare un vero piano elettrico.
Da allora, i plugins sono rimasti nel cassetto
Non li utilizzo più per i synth, ma solo per batterie acustiche, bassi, chitarre elettriche e librerie orchestrali.

Quanto ai Behringer, devo dire che sui monofonici in genere hanno fatto centro. Valgono molto più del prezzo, con una qualità davvero incredibile.
Mi è capitato di suonare un Model D desktop fianco a fianco con il mio Voyager e.... beh ..... erano entrambi "moog", con suoni potenti e ben definiti. Davvero sorprendente.
Ho avuto per poco tempo anche un Odyssey, che è risultato perfettamente in linea con le sensazioni che ricordavo dal mio vecchio MK2 (morto anni fa per "annegamento" nella resina).
Sui polifonici (dall'architettura HW più complessa), invece, la mia sensazione è che Behringer debba ancora mettere a punto alcune cose (IMHO).
Il Deepmind 12 non suona affatto male, ma difetta un po' nell'oscillatore dente di sega (un pochino deboluccio, a mio parere) e sugli inviluppi.
Il P800, per i 340 euro che mi è costato, fa molto bene il suo dovere "analogico", ma rimane un pochino "anonilmo" e poco incisivo (un po' come il Prophet 600, del resto).
Dell'UB-XA molti ne sono entusiasti, mentre alcuni lo detestano.
Personalmente, dopo averlo provato, non ho avuto quella "sensazione di potenza" del suono Oberheim che mi aspettavo.... ma questo è soggettivo (Il Teo 5 però, pur con la sua polifonia limitata, quella sensazione me l'ha data).

Oggi, sto pensando di vendere il Voyager per acquistare il Muse....
  • orange1978
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19-03-25 14.26

@ Ilaria_Villa
Immagino ci voglia una laurea in ingegneria: 14.000 suoni!
...in realtà è proprio il contrario, più gli strumenti hanno tanti preset meno occorre saperli usare.
Se un synth offre 15 mila preset, oppure oltre 27 mila come Nexus con le espansioni, sarà difficile che cercando tra essi non toverai qualcosa che possa andar bene per quello che stai facendo, può succedere perche dentro massive potresti avere anche 150 mila suoni ma non troverai mai un pianoforte acustico.
Ma il punto è...più suoni hai a disposizione e meno dovrai saperlo programmare a fondo, perche la pigrizia combinata magari al poco tempo farà si che la prima cosa sarà scegliere qualcosa che vada bene, magari accontendandosi.

In maniera diversa invece, se il tuo synth non ha suoni, come erano gli analogici vecchi tradizionali, e anche i modulari, qualsiasi cosa dovrai fare per forza di cose dovrai costruirla al momento a mano e con le orecchie, questo inevitabilmente ti porta a imparare e comprendere a fondo quello che stai usando.

E' un po' come il liuto del resto, lo compri mica suona da solo, e se vuoi trarne soddisfazioni dovrai imparare a usarlo, dominarne un minimo la tecnica, mentre altri strumenti elettronici con arpeggiatore per esempio, premi tre tasti e sembra già una sinfonia....e chi si metterebbe a faticare con la tecnica? il fattore soddisfazione è già stato ottenuto (finchè non ci si annoia...)

per imparare la musica quindi, a suonare diciamo, sicuro molto meglio un pianoforte acustico che uno yamaha montage, o un arranger! sopratutto se sei molto giovane, poi ci son casi di persone estremamente motivate che pur avendo mille arpeggiatori etc studierebbero lo stesso la tecnica perche non si accontentano mai, sono però casi a parte, la normalità non penso sia quella.
  • Ilaria_Villa
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19-03-25 15.08

@ orange1978
...in realtà è proprio il contrario, più gli strumenti hanno tanti preset meno occorre saperli usare.
Se un synth offre 15 mila preset, oppure oltre 27 mila come Nexus con le espansioni, sarà difficile che cercando tra essi non toverai qualcosa che possa andar bene per quello che stai facendo, può succedere perche dentro massive potresti avere anche 150 mila suoni ma non troverai mai un pianoforte acustico.
Ma il punto è...più suoni hai a disposizione e meno dovrai saperlo programmare a fondo, perche la pigrizia combinata magari al poco tempo farà si che la prima cosa sarà scegliere qualcosa che vada bene, magari accontendandosi.

In maniera diversa invece, se il tuo synth non ha suoni, come erano gli analogici vecchi tradizionali, e anche i modulari, qualsiasi cosa dovrai fare per forza di cose dovrai costruirla al momento a mano e con le orecchie, questo inevitabilmente ti porta a imparare e comprendere a fondo quello che stai usando.

E' un po' come il liuto del resto, lo compri mica suona da solo, e se vuoi trarne soddisfazioni dovrai imparare a usarlo, dominarne un minimo la tecnica, mentre altri strumenti elettronici con arpeggiatore per esempio, premi tre tasti e sembra già una sinfonia....e chi si metterebbe a faticare con la tecnica? il fattore soddisfazione è già stato ottenuto (finchè non ci si annoia...)

per imparare la musica quindi, a suonare diciamo, sicuro molto meglio un pianoforte acustico che uno yamaha montage, o un arranger! sopratutto se sei molto giovane, poi ci son casi di persone estremamente motivate che pur avendo mille arpeggiatori etc studierebbero lo stesso la tecnica perche non si accontentano mai, sono però casi a parte, la normalità non penso sia quella.
Grazie, Orange. Thanks meritato!