Due parole su UB XA

  • tsuki
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20-09-24 22.24

Peroì' io negli anni 70 pur se davvero giovanissimo,salivo su qualche palco,ed assicuro che quelle macchine la' ( che solo in pochissimi si potevano permettere) pur senza catene di effetti articolate e costosissime ma semplicemente con qualcosa che allora era reperibile,ed in monofonia,suonavano in maniera entusiasmante,i Moog,gli Obhereim,i Prophet e gli Elka erano fantastici...Non concordo sul fatto che la struttura sia troppo semplice nel 2024,un analogico old style è quello,non è un Kronos o un Montage...Concordo sul fatto che certo qualche miglioria si poteva apportare,piu' voci,un processore effetti on board ,ma lo spettacolo di quei sinth era il suono,grasso,corposo,vellutato o rabbioso,senza problemi di presenza...di definizione.L'UB nel suo piccolo secondo mè è perfettibile ma se la cava -per 1000 euri- bene.
  • mima85
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20-09-24 22.41

Bob_Braces ha scritto:
Certo, mi riferivo anche agli strumenti storici, e mi chiedevo appunto per quale motivo uno ai giorni nostri dovrebbe accontentarsi di un'architettura così semplice con tutte le possibilità che offre il mercato, a maggior ragione trattandosi di cloni e non essendoci nemmeno la "scusa" feticistico / collezionistica di possedere il blasone degli originali.


Perché magari uno è un tastierista nel senso più classico del termine, gli serve che faccia bene "quei" suoni la senza andare troppo oltre, ed è interessato più a suonare che a sperimentare.

Ne abbiamo l'esempio guardando cosa fanno i tastieristi delle grandi band milionarie (ma anche di quelle meno grandi). Prendiamo un Matt Johnson dei Jamiroquai: difficilmente lo sentirai usare suoni arzigogolati e psichedelici. Lui una volta che ha suoi lead (alcuni un po' particolari ma mai senza sconfinare troppo nello sperimentale), i suoi brass, i suoi pad, qualche basso e via dicendo, è a posto per fare dischi e concerti. Difficilmente in un grande concerto o in un album di musica pop/rock/jazz/funk/blues/eccetera sentirai suoni che sembrano provenire dall'oltremondo, evolventi e con continue modulazioni di questo-e-quello, anche perché sarebbero difficilissimi da inserire in un arrangiamento tipico di quei generi. E la maggior parte dei tastieristi suona in questi generi.

Altro esempio, di recente vicino a casa mia si è esibito Cory Henry con la sua band. Tra l'armamentario a tasti che c'era sul palco, oltre all'ovvio Hammond che troneggiava in mezzo alla scena, ad un Roland VP-770 per il vocoder e ad un pianoforte digitale (credo fosse un Roland RD-qualcosa), c'erano anche un Moog che credo fosse stato un Little Phatty, e l'altro tastierista aveva un Prophet 6. Da quei due analogici ho sentito solo lead, brass e pad, niente di più. Però quei suoni, pur nella loro semplicità, sputati fuori da quei due strumenti suonavano di brutto.

I suoni psichedelici e fantascientifici, quelli per cui serve un synth con molta flessibilità a livello di archiettura, li puoi sentire da chi fa elettronica sperimentale, oltrettutto spesso questi musicisti non sono nemmeno tastieristi classici (e, senza togliere niente a costoro, non saprebbero nemmeno suonare come un tastierista perché gli manca la tecnica). E chi vuole sperimentare non si prende l'UB-Xa. Ma nemmeno l'OB-X8, nemmeno gli originali degli anni '80. Si prende un Arturia Matrixbrute, un Novation Summit (OK è ibrido, ma sempre di quella famiglia di strumenti stiamo parlando), magari un Moog Muse o, se ha i soldi un Moog One. E questo restando nell'ambito degli analogici o quasi-tali, se andiamo nel digitale poi non c'è storia, il ventaglio di scelta si allarga talmente tanto da risultare perfino difficile orientarsi.
  • mima85
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20-09-24 22.52

tsuki ha scritto:
Peroì' io negli anni 70 pur se davvero giovanissimo,salivo su qualche palco,ed assicuro che quelle macchine la' ( che solo in pochissimi si potevano permettere) pur senza catene di effetti articolate e costosissime ma semplicemente con qualcosa che allora era reperibile,ed in monofonia,suonavano in maniera entusiasmante


L'hai detto, "salendo su un palco", il che già di suo ti aggiunge un riverbero eccezionale, quello naturale dell'ambiente in cui stai suonando. Già questo basta a cambiare la percezione di un synth, se poi gli attacchi la anche un delay rendi il suono ancora più liquido e vivo. Poi per quanto riguarda la produzione musicale degli anni '80, in studio le catene di effetti ed outboard non di rado erano parecchio articolate, in particolare appunto per le produzioni milionarie.

Io mi riferivo più che altro alla classica situazione del synth ascoltato in cuffia o nelle casse monitor dello studio a secco, senza nemmeno un po' di delay. Chi non è abituato ad avere a che fare con questi strumenti ed ha sempre suonato su tastiere digitali con effetti integrati sovente si stupisce di quanto a volte sia grezzo il suono puro di un analogico, perché lo accende e si aspetta i suoni dei dischi di 40 anni fa già belli che pronti (premetto, non mi sto riferendo a wildcat80, sto parlando in generale). Ma, appunto, quei suoni sono dati da una combinazione di elementi, non solo da quello che esce dal synth, e questo per alcune persone può essere disorientante.
  • tsuki
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20-09-24 23.35

Bhè.io la prima tastiera che ho usato che aveva effetti on board è stato il D 50. Le precedenti tutti le usavamo con un qualche chorus,delay reverb di qualche tipo,difficile sentire un suono di quei sinth secco e liscio,per cui paradossalmente sentire quei suoni secchi senza alcun effetto,oggi in studio e affini,differisce dall'uso reale che se ne faceva allora...Poi il digitale divenne preponderante sull'analogico,e dal D50 in poi si usava il suono del sinth gia' effettato on board.
  • giosanta
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21-09-24 00.05

mima85 ha scritto:
Perché magari uno è un tastierista nel senso più classico del termine, gli serve che faccia bene "quei" suoni la senza andare troppo oltre, ed è interessato più a suonare che a sperimentare...

Concordo su tutto.
In altri termini distinguerei tra lo scegliere gli strumenti per i suoni che ho in testa o quelli per sperimentare nuovi mondi sonori, come dice l'amico Bob.
  • MicheleJD
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21-09-24 07.50

Che bella ed interessante discussione! Non posso partecipare citando esperienze significative ma posso dire che anch’io ricerco in un synth principalmente un pugno di classici suoni (quindi ub xa andrebbe benissimo), ma per contro ritengo la mancanza di effetti un grosso limite visto che per lo più suono in cuffia e non ho voglia ogni volta di accendere mixer o effettistica varia (poi sono molto critico sugli effetti quindi avere il giusto effetto in base ai preset comporterebbe pure una programmazione dei multieffetto che proprio non mi entusiasma)
Trovo quindi più interessanti i piccoli di casa sequential (Take 5 e Teo 5) … la tastiera a 44 e’ un limite solo marginale per me che prevalentemente uso il synth sopra al piano digitale per qualche parte… avrei preferito però che avessero due multieffetto (come il prophet 6) invece che un multieffetto e un reverbero (mi piace molto sui synth avere chorus e un pizzico di delay… )
  • wildcat80
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21-09-24 09.49

Comunque, dopo qualche ora di utilizzo posso dire che c'è solo una cosa diciamo di disturbante: il filtro in modalità 4 poli. Non è assolutamente compensato, è una caratteristica che a me non piace molto. Non sono un integralista di filtri acidi come il Sallen Key (anche se quello del Prologue è fantastico), apprezzo filtri un po' più equilibrati come i Roland diciamo della generazione IR3109.
Però, con l'estesa mod matrix si riescono a fare miracoli mettendo la risonanza come sorgente di modulazione recuperando un bel po'.
  • Bob_Braces
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21-09-24 09.57

mima85 ha scritto:
Ne abbiamo l'esempio guardando cosa fanno i tastieristi delle grandi band milionarie (ma anche di quelle meno grandi). Prendiamo un Matt Johnson dei Jamiroquai: difficilmente lo sentirai usare suoni arzigogolati e psichedelici.

Ci stiamo un po' allontanando da quello che intendevo (ci torno sotto), ma per amore di piacevole discussione: i suoni à la Matt Johnson, che sono poi quelli che uso anche io, sono appunto suoni classicissimi, che oggigiorno qualunque synth o workstation decente (per non parlare di vst) è in grado di riprodurre in modo più che credibile per qualunque palco, dal pub al palazzetto. Lo stesso ottimo Matt, che, immagino, ha la fortuna di non doversi montare da solo l'attrezzatura, sul palco ha un paio di Montage e sono convinto che potrebbe benissimo portare a casa il concerto solo con quelli, senza scontentare nessuno che non sia più interessato a vedere usare i prophet o i moog piuttosto che a sentire i suoni giusti usati nel modo giusto al momento giusto.
Io non sono un sostenitore della complicazione fine a se stessa, ma visto che nel tanto ci sta il poco, dico solo che se dovessi comprarmi un synth oggi cercherei qualcosa che fa "quei suoni lì" ma anche anche "quegli altri" ("arzigogolati, psichedelici", come li si voglia chiamare). Per quanto magari difficile da programmare, trent'anni fa avere un synth digitale multitimbrico a 16 parti con tante possibilità di routing ed effetti era lo standard, ora stiamo ad aspettare la riedizioni dell'analogico monofiltro a singolo lfo e ci sembra grasso che cola se si può splittare la tastiera in due. A me non sembra un gran progresso, ma per fortuna i gusti son gusti ed è buonissima cosa che ognuno possa fare quello che gli dà più soddisfazione.
  • giosanta
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21-09-24 10.48

mima85 ha scritto:
... Tra l'armamentario a tasti che c'era sul palco, oltre all'ovvio Hammond che troneggiava in mezzo alla scena...

Allora tutto il resto è mero complemento di second'ordine. emo
  • mima85
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21-09-24 11.38

Bob_Braces ha scritto:
Io non sono un sostenitore della complicazione fine a se stessa, ma visto che nel tanto ci sta il poco, dico solo che se dovessi comprarmi un synth oggi cercherei qualcosa che fa "quei suoni lì" ma anche anche "quegli altri" ("arzigogolati, psichedelici", come li si voglia chiamare). Per quanto magari difficile da programmare, trent'anni fa avere un synth digitale multitimbrico a 16 parti con tante possibilità di routing ed effetti era lo standard, ora stiamo ad aspettare la riedizioni dell'analogico monofiltro a singolo lfo e ci sembra grasso che cola se si può splittare la tastiera in due. A me non sembra un gran progresso, ma per fortuna i gusti son gusti ed è buonissima cosa che ognuno possa fare quello che gli dà più soddisfazione


Beh oggi abbiamo veramente l'imbarazzo della scelta, forse pure troppo. A livello di mercato il mondo delle tastiere sta vivendo il suo periodo più florido di sempre, ci sono strumenti per tutti i gusti e le esigenze e i prezzi sono accessibili più o meno a tutti anche per strumenti di fascia alta. A parte qualche eccezione per così dire "di boutique", non si parla più dell'equivalente di 10/15'000 euro odierni per comprarsi un synth di fascia alta come accadeva negli anni '80. E per quanto riguarda i motori di sintesi è stato creato veramente di tutto, e tanto altro verrà creato ancora dato che con la potenza dei processori di oggi l'unico limite è letteralmente la fantasia di chi sviluppa.

Il progresso sta qui, nell'ampia disponibilità di scelta sia a livello di prezzi che di complessità dello strumento.
  • mima85
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21-09-24 11.40

wildcat80 ha scritto:
il filtro in modalità 4 poli. Non è assolutamente compensato, è una caratteristica che a me non piace molto. Non sono un integralista di filtri acidi come il Sallen Key (anche se quello del Prologue è fantastico), apprezzo filtri un po' più equilibrati come i Roland diciamo della generazione IR3109.


Che strano che si siano lasciati scappare questo dettaglio, sull'OB-Xa mi pare ci fosse un po' di compensazione in modalità 24 dB, perlomeno da quello che ho sentito in giro (non ho un riferimento diretto perché l'OB-8 che ho a 24 dB si comporta diversamente dall'OB-Xa, la risonanza è molto più bassa anche se settata al massimo).
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21-09-24 11.48

Io l'ho pagato 1057
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21-09-24 11.52

@ wildcat80
Io l'ho pagato 1057
Ottimi prezzi in ogni caso, molto inferiore rispetto al prezzo di lancio se non ricordo male
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21-09-24 11.53

@ afr
Ottimi prezzi in ogni caso, molto inferiore rispetto al prezzo di lancio se non ricordo male
Sì stava sui 1300
  • mima85
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21-09-24 12.24

Un polifonico analogico completo a 16 voci ben suonante a poco più di 1'000 euro... non serve aggiungere altro.
  • tsuki
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21-09-24 14.14

@ mima85
Un polifonico analogico completo a 16 voci ben suonante a poco più di 1'000 euro... non serve aggiungere altro.
Sono stato il primo a prenderlo,ed è quello che ho sempre detto: analogico vero,16 voci,split e dual,AT polifonico,suona anche decentemente,a 1000 euri...Ragazzi,a questi prezzi non ha rivali.
  • marcoballa
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21-09-24 15.32

visto ieri annuncio del thomanno col prezzo a 999 (non so da quando).
quando arriverà a 700, max 800 euro, avrà raggiunto il suo prezzo giusto, per il tipo di strumento.
e a breve troveremo gli usati o i "B-Stock" a prezzo ragionevole :-)
  • pluto30
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21-09-24 17.17

wildcat80 ha scritto:
Ehhh ma la prima cosa che ho fatto e dargli il riverbero del Prologue con l'NTS1 emo

Sarei proprio curioso di conoscere la tua opinione sulla differenza tra il suono dell'UB-XA e quello del Prologue, che tu hai avuto, tenendo conto che sono ovviamente macchine diverse.
  • wildcat80
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21-09-24 17.41

@ pluto30
wildcat80 ha scritto:
Ehhh ma la prima cosa che ho fatto e dargli il riverbero del Prologue con l'NTS1 emo

Sarei proprio curioso di conoscere la tua opinione sulla differenza tra il suono dell'UB-XA e quello del Prologue, che tu hai avuto, tenendo conto che sono ovviamente macchine diverse.
Attorno ai 1000 ci può stare, infatti l'ho preso a quel prezzo.
Come suono c'è poco da dire, sono molto diversi pur avendo in comune una catena di sintesi molto basilare. Ovviamente parliamo di confronto ad armi pari, cioè parte analogica al netto dello user oscillator e degli effetti, che costituiscono il vero valore aggiunto del Prologue.
Il synth di casa Korg ha una caratteristica unica che è il filtro, molto caratteristico. È un filtro derivato da MS20, un filtro a 2 poli, con un carattere deciso ma domabile. È un filtro acido, che non perde basse, con la risonanza molto aperta e il drive anche solo al 50% è un filtro aggressivo e moderno, senza drive a con la risonanza fino a poco più di metà suona abbastanza classico.
Diciamo che ha due caratteri che convivono assieme, anche solo considerando il comparto analogico.... Poi vabbè con il multiengine si apre un mondo a parte.
Rispetto al Prologue, UB Xa ha il bonus di una miglior gestione delle due parti, perché il Prologue riceve sullo stesso canale in modalità split e non è così facile gestirsi le parti, perché ad esempio vanno fatte trasposizioni d'ottava riprogrammando le patch.