Metodo di studio Pianoforte

19-06-21 01.13

Asterix ha scritto:
Penso però sia necessario fare lezione con un insegnante una volta la settimana su un acustico


- un buon insegnante è fondamentale, l'acustico no (certo, se uno ce l'ha già, è un altro discorso).

- che vi siano preconcetti sul digitale, basta ricordare una sola cosa: i primi grandi pianisti del passato (Beethoven, Chopin, Liszt e molti altri) suonavano pianoforti il cui tocco era drasticamente più leggero di quelli di questa folle epoca di pianisti 'palestrati': io credo che alla base di tante sterili discussioni vi sia una solida ignoranza sulle conoscenze di base, per non parlare poi della raffinatissima tecnica di clavicembalisti ed organisti (e perché no, fisarmonicisti) che suonano tastiere risibili in quanto a 'pesatura'...
  • d_phatt
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19-06-21 01.31

@ igiardinidimarzo
Asterix ha scritto:
Penso però sia necessario fare lezione con un insegnante una volta la settimana su un acustico


- un buon insegnante è fondamentale, l'acustico no (certo, se uno ce l'ha già, è un altro discorso).

- che vi siano preconcetti sul digitale, basta ricordare una sola cosa: i primi grandi pianisti del passato (Beethoven, Chopin, Liszt e molti altri) suonavano pianoforti il cui tocco era drasticamente più leggero di quelli di questa folle epoca di pianisti 'palestrati': io credo che alla base di tante sterili discussioni vi sia una solida ignoranza sulle conoscenze di base, per non parlare poi della raffinatissima tecnica di clavicembalisti ed organisti (e perché no, fisarmonicisti) che suonano tastiere risibili in quanto a 'pesatura'...
Quello che dici è assolutamente vero, però il problema dei pianoforti digitali non è affatto la durezza, ce ne sono con tastiere molto leggere o con tastiere ostiche, il problema è il diverso comportamento meccanico del tasto, il fulcro troppo vicino, l'interazione tasto suono, e il suono stesso...che è sempre un po' tutto uguale. Per non parlare dell'assenza delle vibrazioni dello strumento, che si trasmettono fino alle dita...
Specialmente sugli entry level, se si va su strumenti più costosi le cose migliorano un po', ma sempre finto rimane e comunque i top di gamma spesso e volentieri costano migliaia di euro per cui allora tanto vale andare direttamente su un acustico...
I digitali vanno benissimo per iniziare, per divertirsi e anche per studiare più seriamente in mancanza d'altro, ma mancano troppe sensazioni, troppe cose, la differenza con un verticale dignitoso è (per ora) abissale e sinceramente pensare di lavorare a un programma d'esame su un digitale, toglie tutto il gusto, penso che smetterei di studiare dopo pochi giorni. Manca troppo quella sensazione di pura goduria pianistica: si può spesso trovarne un surrogato, ma se bisogna studiare musica di un certo tipo per diverse ore al giorno, è un'inutile sacrificio. Concordo, nel mio piccolo, con jacus...si campa una volta sola.
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19-06-21 01.35

@ jacus78
drmacchius ha scritto:
Il discorso cambia se si deve fare tocco e interpretazione ma a quel punto o si prende un verticale dai 20 Mila euro in su o si fa di coda

Io il tocco l’ho affinato per 10 anni su un Petrof verticale da 6milioni di lire allora, e a lezione, lo affinavo su un mezzacoda Schimmel duro come l’acciaio, e sono sicuro che non costava 20mila euro…molto ma molto meno te l’assicuro…
non mettete paletti, non mettete problemi che non esistono, studiate come meglio potete se ne avete voglia e tempo, il “non ce la faccio ( per qualsiasi motivo)” non deve esistere…0 paranoie, testa libera e studiate come meglio potete, e soprattutto non guardate mai agli altri, se sono avanti se sono indietro…guardate le vostre sole potenzialità…il vostro talento. E Tiratelo fuori in qualsiasi modo.
Anche io facevo lezione al conservatorio su un mezzacoda Schimmel, era nella mia aula. Quanti ricordi...di belle lezioni e anche di qualche grande calcio in c**o emo
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19-06-21 01.38

igiardinidimarzo ha scritto:
questa folle epoca di pianisti 'palestrati'

Anche io, se posso scegliere, preferisco un tasto più leggero, però è importante almeno qualche volta avere esperienze con pianoforti più ostici perché poi, nella vita in generale, capita prima o poi di doverne suonare uno e bisogna sapere a cosa si va incontro.
  • jacus78
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19-06-21 03.53

@ d_phatt
Quello che dici è assolutamente vero, però il problema dei pianoforti digitali non è affatto la durezza, ce ne sono con tastiere molto leggere o con tastiere ostiche, il problema è il diverso comportamento meccanico del tasto, il fulcro troppo vicino, l'interazione tasto suono, e il suono stesso...che è sempre un po' tutto uguale. Per non parlare dell'assenza delle vibrazioni dello strumento, che si trasmettono fino alle dita...
Specialmente sugli entry level, se si va su strumenti più costosi le cose migliorano un po', ma sempre finto rimane e comunque i top di gamma spesso e volentieri costano migliaia di euro per cui allora tanto vale andare direttamente su un acustico...
I digitali vanno benissimo per iniziare, per divertirsi e anche per studiare più seriamente in mancanza d'altro, ma mancano troppe sensazioni, troppe cose, la differenza con un verticale dignitoso è (per ora) abissale e sinceramente pensare di lavorare a un programma d'esame su un digitale, toglie tutto il gusto, penso che smetterei di studiare dopo pochi giorni. Manca troppo quella sensazione di pura goduria pianistica: si può spesso trovarne un surrogato, ma se bisogna studiare musica di un certo tipo per diverse ore al giorno, è un'inutile sacrificio. Concordo, nel mio piccolo, con jacus...si campa una volta sola.
Hai espresso esattamente quel che volevo dire io, ma che non mi è uscito bene nello scritto…io ho parlato di feeling, e tu l’hai tradotto come meglio non si poteva…
e scusate la “solida ignoranza” se non riesco a suonare Mocheles su un digitale…
e scusate sempre la solida ignoranza se quelle ottave in la bemolle nella polacca di Chopin, non mi entrano nelle ossa quando le suono sul digitale…magari saranno le poche conoscenze di base, ma è un mio limite lo so.
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19-06-21 09.12

@ drmacchius
Un tempo il conservatorio si poteva fare da privatista oppure da „interno“ ossia studiando a tempo pieno musica. Adesso le cose sono cambiate: il conservatorio è diventato una università ed esiste il liceo musicale per chi vuole prepararsi all’università studiando musica e in tutte le scuole medie c‘è un indirizzo musicale e non solo nei conservatori.

Considerando però che per accedere all‘attuale conservatorio bisogna già essere in grado di suonare a un livello paragonabile (o poco inferiore) di quello del vecchio VIII anno, se non si ha un’età per frequentare il liceo musicale, bisogna scontrarsi con la necessità di combinare lo studio dello strumento con gli orari di lavoro (o di studio universitario della facoltà non musicale), con quelli dei condomini, con la necessità di ripartire le ore di studio non omogeneamente durante la settimana e la giornata.

Come organizzate lo studio e come lo ripartite considerando che se non si sta frequentando un liceo musicale difficilmente si avranno tutti i pomeriggi liberi per suonare in orari compatibili con vicinato e si avrà la possibilità di prendere lezioni e studiare durante gli orari lavorativi come fanno gli studenti che studiano musica a scuola?

Per quanto mi riguarda il pianoforte si suona in un suolo modo e cambia poco se si è jazzisti o classici (e fino ai tempi di Beethoven l‘improvvisazione era considerata una Skill di base di ogni pianista) ma volendo focalizzarsi solo sulle capacità tecniche di esecuzione e le capacità di riprodurre un brano scritto le Skill pianistiche si dividono nei seguenti capitoli (a cui se ne aggiungerebbero delle altre se si vuole „jazzare“)

-Tecnica pura (scale, arpeggi, esercizi per articolazione, rinforzo delle dita, ottave, ribattuto,ecc)

-tecnica funzionale ( gli studi): per sviluppare contemporaneamente la musicalità e
capacità tecniche

-brani baracchi e clavicembalistici

- brani polifonici

- brani classici

-brani romantici

-brani postromantici e moderni

-capacità di lettura, ampliamento del repertorio e consolidamento delle capacità acquisite

Come suddividere il tempo complessivo di studio tra questi capitoli e come frazionare la sezione di studio singola e il piano di studio settimanale?
Comunque ti consiglio caldamente un insegnante, da vedere magari qualche volta di persona, il più delle volte on-line. Ti permetterebbe di studiare con più FIDUCIA e quindi di progredire più ordinatamente e velocemente. Magari da solo ci metti un mese ad affrontare un ostacolo, con un insegnante una settimana...
  • drmacchius
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19-06-21 10.26

@ d_phatt
Quello che dici è assolutamente vero, però il problema dei pianoforti digitali non è affatto la durezza, ce ne sono con tastiere molto leggere o con tastiere ostiche, il problema è il diverso comportamento meccanico del tasto, il fulcro troppo vicino, l'interazione tasto suono, e il suono stesso...che è sempre un po' tutto uguale. Per non parlare dell'assenza delle vibrazioni dello strumento, che si trasmettono fino alle dita...
Specialmente sugli entry level, se si va su strumenti più costosi le cose migliorano un po', ma sempre finto rimane e comunque i top di gamma spesso e volentieri costano migliaia di euro per cui allora tanto vale andare direttamente su un acustico...
I digitali vanno benissimo per iniziare, per divertirsi e anche per studiare più seriamente in mancanza d'altro, ma mancano troppe sensazioni, troppe cose, la differenza con un verticale dignitoso è (per ora) abissale e sinceramente pensare di lavorare a un programma d'esame su un digitale, toglie tutto il gusto, penso che smetterei di studiare dopo pochi giorni. Manca troppo quella sensazione di pura goduria pianistica: si può spesso trovarne un surrogato, ma se bisogna studiare musica di un certo tipo per diverse ore al giorno, è un'inutile sacrificio. Concordo, nel mio piccolo, con jacus...si campa una volta sola.
Se per verticale dignitoso parliamo di Kawai e Schimmel Konzert in su (gotrian, Bechstein, bösendorfer, steingräber, yamaha di fascia alta tipo SU ed Se) sono d‘accordo, se si parla di entry Level secondo me no.

Io ho preso un Kawai ca98 e l‘ho confrontato a lungo con lo Yamaha acustico che avevo a casa da ragazzo. Pesatura e meccanica sono paragonabili, con la differenza che l‘acustico dopo due mesi di studi dell’hanon aveva perso la dinamica, suonando solo in sordina andrebbero rivisti da un accordatore i martelletti almeno ogni 6 mesi (e se studi canto andrebbe riaccordato almeno ogni 3-4 settimane).

Il mio digitale ha una cassa armonica che mima bene le vibrazioni. Ovviamente non è un acustico vero e non ci prepari sopra un concerto, ma per fare esercizi di tecnica, fare le prime letture dei brani,, studiare di notte fa lo stesso di un pianoforte di fascia media col sistema silent. Per quanto mi riguarda fa di più di un pianoforte entry Level tipo yamaha 108 (per non parlare di farfisa e altre marche minori e ormai fatte tutte in Cina).

La Kawai adesso fa pure un ibrido con la meccanica dello shigeru al prezzo di uno yamaha u1.

I pianoforti digitali da studio sono fatti spesso e volentieri per pianisti che non vogliono montare un sistema Silent sul loro strumento principale o hanno bisogno di uno strumento per studiare in luoghi in cui non hanno spazio per un coda o un verticale serio. Ovviamente non tutti i modelli (ci sono quelli da palco, quelli da intrattenimento, quelli da arredo) ma nel mercato dei digitali ci sono modelli studiati a posta per essere alternativa a un farfisa, uno Schulz pullman, a un yamaha serie b, a petrof.

Così come a mio avviso è meglio un grande pianoforte verticale (Schimmel Konzert, Fortuna e naturalmente i fuoriserie Bechstein, bösendorfer, steingräber) a un quartino a coda coreano o a un mezzo cida serie Academy che dopo 5 anni di studio suona come i pianoforti da ragtime, allo stesso modo credo che a parità di prezzo sua meglio un ottimo digitale a un verticale mediocre
  • drmacchius
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19-06-21 10.29

@ Asterix
Comunque ti consiglio caldamente un insegnante, da vedere magari qualche volta di persona, il più delle volte on-line. Ti permetterebbe di studiare con più FIDUCIA e quindi di progredire più ordinatamente e velocemente. Magari da solo ci metti un mese ad affrontare un ostacolo, con un insegnante una settimana...
Lo so. Vedrò cosa riesco a organizzare l‘anno prossimo
  • d_phatt
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19-06-21 12.39

@ drmacchius
Se per verticale dignitoso parliamo di Kawai e Schimmel Konzert in su (gotrian, Bechstein, bösendorfer, steingräber, yamaha di fascia alta tipo SU ed Se) sono d‘accordo, se si parla di entry Level secondo me no.

Io ho preso un Kawai ca98 e l‘ho confrontato a lungo con lo Yamaha acustico che avevo a casa da ragazzo. Pesatura e meccanica sono paragonabili, con la differenza che l‘acustico dopo due mesi di studi dell’hanon aveva perso la dinamica, suonando solo in sordina andrebbero rivisti da un accordatore i martelletti almeno ogni 6 mesi (e se studi canto andrebbe riaccordato almeno ogni 3-4 settimane).

Il mio digitale ha una cassa armonica che mima bene le vibrazioni. Ovviamente non è un acustico vero e non ci prepari sopra un concerto, ma per fare esercizi di tecnica, fare le prime letture dei brani,, studiare di notte fa lo stesso di un pianoforte di fascia media col sistema silent. Per quanto mi riguarda fa di più di un pianoforte entry Level tipo yamaha 108 (per non parlare di farfisa e altre marche minori e ormai fatte tutte in Cina).

La Kawai adesso fa pure un ibrido con la meccanica dello shigeru al prezzo di uno yamaha u1.

I pianoforti digitali da studio sono fatti spesso e volentieri per pianisti che non vogliono montare un sistema Silent sul loro strumento principale o hanno bisogno di uno strumento per studiare in luoghi in cui non hanno spazio per un coda o un verticale serio. Ovviamente non tutti i modelli (ci sono quelli da palco, quelli da intrattenimento, quelli da arredo) ma nel mercato dei digitali ci sono modelli studiati a posta per essere alternativa a un farfisa, uno Schulz pullman, a un yamaha serie b, a petrof.

Così come a mio avviso è meglio un grande pianoforte verticale (Schimmel Konzert, Fortuna e naturalmente i fuoriserie Bechstein, bösendorfer, steingräber) a un quartino a coda coreano o a un mezzo cida serie Academy che dopo 5 anni di studio suona come i pianoforti da ragtime, allo stesso modo credo che a parità di prezzo sua meglio un ottimo digitale a un verticale mediocre
Guarda, se parliamo di pianoforti di altissimo livello, io ho avuto modo di suonare solo dei gran coda: di verticali invece ne ho suonati solo di buoni ma "normali", il mio Kawai e diversi Yamaha; eppure le sensazioni che questi onesti strumenti mi hanno saputo trasmettere non le ho mai ritrovate veramente (e neanche "quasi" ritrovate) in nessun pianoforte digitale. Ma è solo la mia esperienza, la scrivo con la consapevolezza che vale 0.
  • giosanta
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19-06-21 13.04

Non sono pianista, quindi, a livello di suono PERCEPITO, non mi esprimo su altro, se la distanza tra un buon digitale ed un coda resta incolmabile, PER ME, quella tra un verticale e un coda è intergalattica.
Sono proprio due cose diverse. Due strumenti diversi.
  • d_phatt
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19-06-21 13.49

@ giosanta
Non sono pianista, quindi, a livello di suono PERCEPITO, non mi esprimo su altro, se la distanza tra un buon digitale ed un coda resta incolmabile, PER ME, quella tra un verticale e un coda è intergalattica.
Sono proprio due cose diverse. Due strumenti diversi.
Senz'altro. Bisogna però tenere conto anche del fatto che sono due strumenti che, oltre ad essere ovviamente diversi, sono spesso posizionati in ambienti diversi (più grandi, in generale, le stanze o le sale con un coda). Ed è ovviamente anche l'ambiente che contribuisce, in grande misura, alla percezione del suono del pianoforte.

Questo può persino essere controproducente; ho fatto lezione per diversi anni in una scuola di musica comunale dove c'era un coda (non ricordo neanche la marca perché la scritta frontale non si leggeva più), suonarlo era una vera impresa perché oltre ad avere una tastiera durissima era sovradimensionato rispetto alla stanza in cui era posto, piuttosto piccola per la quantità di suono che usciva da un bestione del genere. E quindi il suono ne veniva penalizzato...ricordo che provai a spostarlo un po' senza riuscire a migliorare la situazione.
Non era certo l'ideale, insomma, specialmente se uno doveva affrontare una lezione impegnativa.

La cosa che però rimane in comune con i verticali è un certo tipo di risposta ai gesti tecnici del pianista, almeno ad alcuni. Idealmente (e forse semplificando un po') a un determinato gesto tecnico deve corrispondere un determinato tipo di suono. Ovviamente i pianoforti non sono tutti uguali, e nella pratica il pianista deve adattare il suo tocco e i suoi gesti da pianoforte a pianoforte. Beh, se in genere passando da un verticale a un coda (o viceversa) una differenza di risposta al gesto tecnico si sente, passando a un digitale se non è di livello più che valido si rischia di rimanere spiazzati. È appunto uno strumento diverso, e quando possibile per studiare è molto meglio un (buon) verticale.

Se poi per pianoforte digitale si parla di MP11, allora il discorso è sicuramente diverso.

Quindi per quando mi riguarda, la differenza principale non è solo nel suono percepito, ma nella risposta complessiva dello strumento al gesto tecnico, sia meccanica, che sonora, che di feeling. E se si tratta di studiare...
  • drmacchius
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19-06-21 14.10

@ d_phatt
Guarda, se parliamo di pianoforti di altissimo livello, io ho avuto modo di suonare solo dei gran coda: di verticali invece ne ho suonati solo di buoni ma "normali", il mio Kawai e diversi Yamaha; eppure le sensazioni che questi onesti strumenti mi hanno saputo trasmettere non le ho mai ritrovate veramente (e neanche "quasi" ritrovate) in nessun pianoforte digitale. Ma è solo la mia esperienza, la scrivo con la consapevolezza che vale 0.
Kawai li ho messi tra quelli buoni, yamaha non tutti. Come meccanica gli Schimmel serie k non hanno niente da invidiare ai bösendorfer - a mio modesto parere-, quello che non è paragonabile è il suono. Per avere meccaniche paragonabili su yamaha bisogna andare su modelli dal prezzo dei tedeschi più blasonati.

Ottimo compromesso tra timbro e meccanica per il prezzo che costa è il gotrian 127, ma non ha la sordina e se ci si mette il Silent a mio avviserete l‘escursione dinamica che lo rende migliore di un digitale ibrido Kawai.

Se si vuole meccanica e suono bisogna salire a Bechstein Konzert 8, bösnedorfer (più tutti i blasonati artigianali tedeschi e austriaci che in italia non conosce nessuno, come sauter, steingräber, forse feuerich) o i yamaha serie su, che Konstanz comunque quanto una berlina tedesca e più di un mezza coda serie Academy, ma che secondo me sono meglio rispetto ai coda da studio giapponese o delle serie economiche tedesche.
Ovviamente le cose cambiano se si va sulle serie lusso giapponesi, tedesche ecc, ma siamo già sui prezzi di un suv bmw/Audi
  • drmacchius
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19-06-21 14.12

@ Asterix
Comunque ti consiglio caldamente un insegnante, da vedere magari qualche volta di persona, il più delle volte on-line. Ti permetterebbe di studiare con più FIDUCIA e quindi di progredire più ordinatamente e velocemente. Magari da solo ci metti un mese ad affrontare un ostacolo, con un insegnante una settimana...
Dici che si trovano lezioni telematiche per armonia, analisi, contrappunto, strizzando un occhio al jazz? Quelle credo possano essere utili pure se svolte via chat
  • Asterix
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19-06-21 14.29

@ drmacchius
Dici che si trovano lezioni telematiche per armonia, analisi, contrappunto, strizzando un occhio al jazz? Quelle credo possano essere utili pure se svolte via chat
Cerca qualcuno della tua zona...così Quando puoi fai lezione di persona e quando non puoi fare lezione on-line