18-08-20 04.03
@ emidio
ciao ragazzuoli,
come molti di voi sanno già, ultimamente mi ero incaponito nella ricerca del mio piano ideale, che avesse sostanzialmente queste caratteristiche:
- Suono corrispondente alle mie esigenze (tema che svilupperò più avanti)
- Keybed decente a 88 tasti
- Dimensioni compatte
- Peso contenuto, al di sotto dei 15 kili.
Ho provato quindi diverse soluzioni che (almeno sulla carta) avrebbero potuto rispondere alle mie necessità, come Acuna88 + RPX, Casio PX5S, Yamaha P115, Ketron GP1 e Studiologic Numa.
Sinceramente mi è sempre mancato qualcosa: o era il suono che non mi andava, o era l’interazione tra tasto e suono, o era qualche funzione di cui poi ho sentito la necessità… Fatto sta che continuavo a cambiare in continuazione, anche perché per me un piano (o una tastiera in genere) può considerarsi provato solo se lo uso durante le mie abituali situazioni musicali (“sul campo”, come dico sempre). Quindi negli ultimi anni ho cambiato diversi strumenti per ricercare quello più adatto a me. L’ultimo in ordine di arrivo è stato il Numa Stage.
Ragazzi, non vi farò aspettare la fine della recensione e ve lo dico subito: era davvero tantissimo tempo che il suono di uno strumento non mi emozionava fino a questo punto! E’ proprio il suono di piano che io stavo cercando, perfetto per il mio stile canoro: dinamicissimo, potente, abbastanza ovattato sulle basse dinamiche per poi “aprirsi” su quelle alte. Realistico senza dubbio, e studiato soprattutto per “uscire” bene da un impianto PA, quindi con i dettagli non fini a sé stessi, ma “al servizio” della performance finale. Se io penso a un piano “da palco”, penso a questo suono.
Suonando quindi il Numa Stage, e godendo di QUEL suono, mi sono detto: se già riesce a darmi queste emozioni (e soddisfazioni ) con una keybed economica (ne parleremo in dettaglio più avanti) come la TP100, cosa dovrà mai essere con la top di gamma TP40w? Ragazzi, capitemi, ora che avevo trovato il MIO suono, ero troppo curioso per fermarmi o tornare indietro. Ho quindi fatto in modo di procurarmi anche un Numa Stage, perché il confronto fosse assoluto: si sarebbe trattato fondamentalmente di tradire i miei credo, perché è una vita che sto ricercando il miglior piano LEGGERO e il Concert pesa la bellezza di 20 kili, cosa (finora) inaudita per me. Ma al cuore – si sa! – non si comanda, e io ormai avevo necessità di capire se quei 7 kili (e oltre 500 euro) in più fossero un sacrificio necessario per il raggiungimento dell’ideale - secondo me - di suono e di interazione tasto/suono.
Iniziamo quindi questo viaggio comparativo tra i due Numa: vi avevo promesso una recensione, invece ne avrete ben due!
Leggo questa fantastica recensione solamente ora e prima di tutto faccio i miei complimenti a emidio.
Vorrei chiedere a chiunque oltre emidio puo' darmi delle delucidazioni in merito allo Studiologic Numa Concert.
Vorrei prenderne uno poiche' mi interessa soprattutto il tasto in legno e la concezione del piano digitale o midi controller più fedele possibile al pianoforte classico.
Mi interessa soprattutto sapere se ci sono stati problemi con la tastiera del Numa Concert dopo molto uso. Se quei difetti che leggevo da anni sono ancora presenti. Qualcuno di voi esperti che mi possa chiarire soprattutto questo aspetto. Se nel tempo la tastiera mantiene lo stesso comportamento e ci sono casi di difetti vari.
Vi ringrazio in anticipo.