Deejay chiama italia, morandi a "mic spenti".

  • anonimo

08-10-08 09.45

Durante la diretta TV di Radio Deejay (su MTV) Morandi parlando con Linus, mentre andava in onda il brano, si lamentava della crisi e della scarsa affluenza fdi plubblico agli eventi live, diceva che questa estate è andata male per tutti eccetto che per Vasco, la crisi si fa sentire anche se lui stesso personalmente non si poteva lamentare perchè aveva fatto dei bei numeri in varie città italiane.
  • nubi
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08-10-08 10.39

non ho difficoltà a crederci. i soldi mancano in generale, magari quelli del concerto la gente li risparmia. gente come vasco ha un bacino d'utenza talmente grande che il pieno lo fà comunque. non ci và uno, ci và un altro. poi c'è da dire che anche le novità musicali non hanno un grande spessore; molti gruppi nascono e muoiono in pochi anni e il pubblico non si "affeziona" più all'artista. motivi ce ne sono molti, non ultimo il sistema ormai commerciale della musica. ma è troppo lungo di prima mattinaemoemo
  • ruggero
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08-10-08 11.27

se continuano a fare pagare minimo 35 euro per un concerto in palasport di merda hai voglia...
"solo" 8 anni fa un concerto in 5 fila in Arena di Verona costava 40 mila lire...
  • poipoipoi
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08-10-08 11.29

Questa estate l'ho trascorsa suonando con un gruppo coverband di Gianni Morandi, sinceramente ho "monitorato" questa situazione:
Le persone preferiscono (= si accontentano) di un concerto live nella piazza della loro città, suonato e cantato da una coverband, che spendere i propri euretti per il concerto dell'artista stesso. La crisi c'è.


Mi spiace, ma nella media di 20 concerti, ho sentito la stessa nota. Se a questo consideriamo che anche le "amministrazioni" sono più propense ad accettare un gruppo cover di un artista famoso che i Project sound BluesCountryJazzMarch, abbiamo una partecipazione più massiccia agli eventi live.
Anche perchè la coverband di Mordandi o piuttosto dei Pooh, della Pausini... costa loro dieci volte meno, ed hanno sicuramente assicurato uno spettacolo dignitoso e la "cittadinanza" è contenta.

Quest'anno fare parte di un progetto del genere in qualità di tastierista e arrangiatore mi ha fruttato circa 8.000 Euro in tre mesi di concerti e fasi di pre-produzione.
Niente male considerando che sconoscevo l'artista e la sua musica.
Quindi? Ha ragione a lamentarsi Morandi, ma tutto nella vita ha un prezzo e un equilibrio.
Forse il management degli artisti, dovrebbe abbassare un pò il tiro e riconquistare piazza per piazza il loro pubblico, senza pensare troppo al mediatico.
Del resto la musica è comunicazione e scusatemi tanto, ma comunicare in uno stadio olimpico gremito è diverso dal comunicare in giro per tutta l'italia la propria musica.
Sono scelte economiche, di stile, di cifra.., ma alla lunga questi super eventi non portano nulla di buono. Grandi masse si spostano verso l'artista, ma sarebbe bello e secondo me opportuno esattamente l'opposto.
Morandi si lamenta?
Proposta?,
prenda la sua chitarra e un impianto audio e inizi a ripercorrere le tappe della sua Italia canterina, ma in maniera più certosina e sono certo che si riprenderebbe da questa apparente catarsi musicale. Se fate un giro in internet e guardate le date delle coverband vi renderete conto che fanno molte date il che significa sacrificio e costanza. La determinazione e la costanza è il sale per le coverband, ma dovrebbe essere spontaneo e quotidiano per gli artisti famosi (sorrido), per loro dovrebbe essere un vero e proprio lavoro. Per questo ammiro tanto chi non se la tira e lavora, lavora su se stesso e per la propria musica. Battiato insegna, i Pooh sono una ditta specializzata, Vasco Rossi è un magnete per l'acculturazione musicale delle grandi masse e Morandi si lamenta, ma alla fine ha sfornato un triplo album e l'anno prossimo uscirà il suo nuovo cd di brani inediti. Insomma alla fine, mi pare che ognuno si faccia proprio i propri conticini, proprio come me che l'anno prossimo sarò anche il tastierista arrangiatore di una coverband della Pausini, per la quale abbiamo un contratto di esclusiva di 20 date ( 6000 euri che per me non sono pochi). Insomma ragazzi diamoci dentro con le coverband, che ci conviene.emo
Saluti
Giovanni Giuffrida

Con tanta stima
Giovanni Giuffrida
  • Paperinobis

08-10-08 13.27

@ poipoipoi
Questa estate l'ho trascorsa suonando con un gruppo coverband di Gianni Morandi, sinceramente ho "monitorato" questa situazione:
Le persone preferiscono (= si accontentano) di un concerto live nella piazza della loro città, suonato e cantato da una coverband, che spendere i propri euretti per il concerto dell'artista stesso. La crisi c'è.


Mi spiace, ma nella media di 20 concerti, ho sentito la stessa nota. Se a questo consideriamo che anche le "amministrazioni" sono più propense ad accettare un gruppo cover di un artista famoso che i Project sound BluesCountryJazzMarch, abbiamo una partecipazione più massiccia agli eventi live.
Anche perchè la coverband di Mordandi o piuttosto dei Pooh, della Pausini... costa loro dieci volte meno, ed hanno sicuramente assicurato uno spettacolo dignitoso e la "cittadinanza" è contenta.

Quest'anno fare parte di un progetto del genere in qualità di tastierista e arrangiatore mi ha fruttato circa 8.000 Euro in tre mesi di concerti e fasi di pre-produzione.
Niente male considerando che sconoscevo l'artista e la sua musica.
Quindi? Ha ragione a lamentarsi Morandi, ma tutto nella vita ha un prezzo e un equilibrio.
Forse il management degli artisti, dovrebbe abbassare un pò il tiro e riconquistare piazza per piazza il loro pubblico, senza pensare troppo al mediatico.
Del resto la musica è comunicazione e scusatemi tanto, ma comunicare in uno stadio olimpico gremito è diverso dal comunicare in giro per tutta l'italia la propria musica.
Sono scelte economiche, di stile, di cifra.., ma alla lunga questi super eventi non portano nulla di buono. Grandi masse si spostano verso l'artista, ma sarebbe bello e secondo me opportuno esattamente l'opposto.
Morandi si lamenta?
Proposta?,
prenda la sua chitarra e un impianto audio e inizi a ripercorrere le tappe della sua Italia canterina, ma in maniera più certosina e sono certo che si riprenderebbe da questa apparente catarsi musicale. Se fate un giro in internet e guardate le date delle coverband vi renderete conto che fanno molte date il che significa sacrificio e costanza. La determinazione e la costanza è il sale per le coverband, ma dovrebbe essere spontaneo e quotidiano per gli artisti famosi (sorrido), per loro dovrebbe essere un vero e proprio lavoro. Per questo ammiro tanto chi non se la tira e lavora, lavora su se stesso e per la propria musica. Battiato insegna, i Pooh sono una ditta specializzata, Vasco Rossi è un magnete per l'acculturazione musicale delle grandi masse e Morandi si lamenta, ma alla fine ha sfornato un triplo album e l'anno prossimo uscirà il suo nuovo cd di brani inediti. Insomma alla fine, mi pare che ognuno si faccia proprio i propri conticini, proprio come me che l'anno prossimo sarò anche il tastierista arrangiatore di una coverband della Pausini, per la quale abbiamo un contratto di esclusiva di 20 date ( 6000 euri che per me non sono pochi). Insomma ragazzi diamoci dentro con le coverband, che ci conviene.emo
Saluti
Giovanni Giuffrida

Con tanta stima
Giovanni Giuffrida
Quello che dici è verissimo. Vorrei fare qualche considerazione aggiuntiva. Credo che ci sia una questione di fondo che interessa tutti: il nostro sistema economico... che si ripercuote prima sulle famiglie, e quindi di conseguenza sui consumi in generale... e nel nostro caso il settore artistico! Ormai il sistema economico-politico (dico economico-politico e non politico-economico) perchè credo che sia ormai il sistema marcio dell'economia che guida la politica e di conseguenza ne vediamo i tragici effetti! Aggiungiamo che in Italia ormai hanno smantellato l'apparato della cultura musicale, distutte le orchestre stabili dei teatri... che ormai vanno avanti con le cooperative! Non esistono talent scout di razza e personale specializzato per la gestione manageriale degli artisti con la conseguente non maturazione degli stessi artisti che scompaiono nel gito di pochissimo tempo! Insomma credo che non sia solo il fatto di come gestire in maniera profiqua il proprio marchio, ma ci sono questioni fondamentali di natura economica che vengono danneggiate da un'economia che non ha saputo investire sulla ricchezza reale (nel nostro caso il settore artistico) anzi ne ha favorito l'appiattimento e lo smantellamento del settore. Non ultimo il fatto che in Italia non abbiamo una casa discografica propria che produce la nostra musica e che quindi anche i generi vengono ad essere uniformati alle mode internazionali per fare gli interessi delle multinazionali del settore! Insomma di riflessioni ce ne sarebbero ancora moltissime da fare! Ma adesso lascio a voi la parola!emo