11-08-08 02.39
Spesso ho notato che nello studio di uno strumento viene trascurato il fattore emotivo e il coinvolgimento sprituale. Si pensa allo studio come un evento del tutto tecnico e meccanico, in cui la mente è concentrata esclusivamente sull'abilità manuale e sul rispetto delle indicazioni dello spartito se ci sono.11-08-08 17.48
sono daccordo, i stesso prima (e durante) esibizioni di musica classica in cui suono da solo ho una forte angoscia esistenziale, che chiaramente non può che impedire una buona esecuzione, però non saprei come fare ad avere un approccio diverso, o chi a insegnarmelo evidentemente non lo sa20-08-08 14.17
sull'argomento ho letto delle bellissime osservazioni sul libro "l'arte del pianoforte" di Henrich Neuhaus (il maestro di gente del calibro di Richter, Gilels, Lupu, niente popò di meno.. nonchè lui stesso pianista incredibile, se vi capita andate a rifarvi le orecchi su youtube) tra l'altro lui consigliava ai suoi allievi di studiare i libri di Stanislawsky("il lavoro dell'attore su se stesso" ed "il lavoro dell'attore sul personaggio"), in quanto riteneva fondamentale per il pianista un training mentale analogo a quello dell'attore.04-09-08 02.31
04-09-08 09.08
il punto è che quando si studiano a casa i brani, inevitabilmente ci si concentra più sulla parte tecnica che non su quella emotiva.Mentre quando si fanno concerti la parte emotiva ha un ruolo molto più grande perchè sai benissimo che non hai possibilità di ripeterti e quindi ti lascia andare escudendo del tutto la tua parte critico-tecnica.04-09-08 10.20
è un pò come studiare le lingue: puoi studiare tutti i libri di grammatica ecc... impararli a memoria, ma studiare solo non basta.Se non vai in inghilterra ( se studi inglese) per un pò di tempo parlando inglese senza pensare alla grammatica ed ai libri, non imparerai mai l'inglese07-09-08 02.59
io non sono un perfezionista, non sono proprio portato al perfezionamento sotto tanti punti di vista, però appunto lavorando dal contesto più umile tipo suonare, fare pianobar in un hotel, facendo un "sottofondo" alla gente che non gliene può fregà di meno, mi resi conto che il coinvolgimento vero è appunto quando sei lì a mettere in pratica. Se sei uno tosto che suona pulito, gran tecnica, metterai in pratica questa tua dote, se sei come me, suonerai i tuoi pezzi alla tua maniera dando importanza all'espressione, all'intenzione di quando suoni qualcosa che ti piace, magari sporchi qualche nota come fanno tutti, però è bello quando esce qualcosa di buono e fa tirare un sospiro di sollievo. Mi piace di più questo (autoconsolazione per non essere un Jarrett della situazione ) rispetto ai grandi tecnicismi che mi piacerebbero ma che non so fare e che in fondo fanno sbadigliare dopo pochi minuti... è bello quando con un pezzo che non ci avresti mai pensato strappi un applauso da qualcuno che è lì che ascolta con sentimento, piuttosto che dover compiacere un tecnico o un rompicoglioni che è lì ad aspettare che stecchi e se ti applaude è perché è talmente invidioso che non riesce a trattenersi07-09-08 03.01
tutte queste bischerate (mie) per dire che comunque ho cominciato a divertirmi quando ho potuto staccare da quella "paura" di suonare, per sbagliare anche le note ma suonare quello che mi piace, come mi piace. Allora vedi che quello che fai con passione (abbasso i luoghi comuni ) può avere una risposta in chi ascolta e viceversa... anch'io ho passato, purtroppo, anni a studiare, frustrato e per carattere introverso e perché venivo anche brontolato per gli "errori". Ho capito questa cosa quando ero un attimino più grandicello però se ne soffre indubbiamente. E' bello quando l'insegnante ti insegna ma ti fa stare bene, a quel punto suoni e suoni con passione, quindi bene, anche sporcando una nota o due.07-09-08 05.31
Come giustamente dici tu michele,è anche molto una questione di carattere e di nervi saldi.Io sono del parere che per quanto uno possa essere tecnico,alla fine tutto passa per il cervello ,anche il più ipertecnico del pianeta che però si fa prendere dalla paura prima di suonare combinerà a mio parere più "cavolate" di uno che ha una tecnica mediocre,ma sangue freddo!08-09-08 21.40
certo, la personalità ci influisce e molto sicuramente!01-10-08 12.51
Per quanto riguarda la mia ridotta esperienza, posso dire di aver limitato (ma non del tutto eliminato) "l'horror vacui" cerebrale del pre - e durante l'interpretazione, attraverso una tecnica, semplice ma efficace: non servirmi dello spartito. In altre parole, imparo tutto a memoria in maniera meticolosa. Poi quando raggiungo lo stato in cui le mani vanno avanti da sole, mi concentro sull'interpretazione, cercando di "rifinire" e perfezionare il pathos esecutivo...