29-11-18 10.46
@ mima85
Finalmente un thread un po' tecnico
celestinov ha scritto:
- esiste della "letteratura" in merito? qualche esempio su sintetizzatori reali sarebbe il massimo.
I manuali di servizio dei synth sono quanto di meglio ci possa essere. Guarda quelli dei Roland Jupiter 6 ed 8, degli Oberheim della serie OB (X, Xa ed 8) e del Memorymoog. In particolare in quest'ultimo ci sono dei capitoli che spiegano in modo abbastanza approfondito la teoria di funzionamento del controllo tramite DAC e S/H.
Tutti questi manuali sono facilmente rintracciabili su Internet, ed in particolare in
questo sito spesso si trovano le versioni qualitativamente migliori.
celestinov ha scritto:
- al giorno d'oggi è ancora conveniente utilizzare questo espediente o conviene dotare ogni parametro modificabile del sintetizzatore di un DAC specifico?
Conveniente è sicuramente conveniente, questo sistema di pilotaggio ormai è estremamente rodato e ragionevolmente economico. I problemi sorgono quando i demux (che nei vecchi synth erano switch CMOS della serie 4000), gli operazionali e/o i condensatori di stoccaggio sui circuiti S/H cominciano a tirare le cuoia, come ho visto fare già su diverse macchine, ma questa è una problematica che riguarda strumenti che ormai hanno qualche decennio sulle spalle. Usarlo ancora oggi non dovrebbe porre particolari problemi.
L'Alesis Andromeda tra l'altro ho visto che usa molteplici DAC (4 se non vado errato). Sulle fotografie della voice board però così a occhio non m'è sembrato di vedere nessuna circuiteria di demux e S/H, quindi presumo che quei DAC abbiano più uscite analogiche e servano solo per i CV degli oscillatori mentre tutto il resto probabilmente viene derivato da un bus condiviso a cui attingono tutte e 16 le voci insieme. Ma non ho indagato a fondo il funzionamento dell'A6, quindi potrei sbagliarmi.
EDIT: Ho guardato un po' gli schemi dell'Andromeda. I DAC sono dei Burr Brown PCM54HP, che hanno una singola uscita analogica. Sono 4 DAC che servono 16 voci, di conseguenza ogni DAC ne pilota 4 con un segnale multiplexato. Quindi per forza ci dev'essere del demultiplexing da qualche parte, magari direttamente negli ASIC delle voci. Questo testimonia che ancora a distanza di circa 20 anni (l'Andromeda è dei primi del 2000) questo sistema di pilotaggio è stato usato, ciò lascia presagire che nei nuovi polifonici odierni possa essere tutt'ora così.
Ciao Mima,
grazie per la risposta, facevo sicuro affidamento sul tuo aiuto. Ho seguito appassionatamente le tue vicende sicuramente non gioviali (
) sul Jupiter 8.
Prima di arrivare a capire/scoprire l'utilizzo del sistema multiplexer + S&H ho fatto un po' di ricerca "autonoma" che mi va di raccontare:
Innanzitutto sono partito dal presupposto che non fosse possibile avere un DAC singolo per ogni tensione cv di controllo. Non è pensabile (leggasi economico) avere e gestire così tanti DAC/ uscite digitali sul microcontrollore.
La teoria a cui ero giunto era che probabilmente venivano utilizzate uscite PWM del microcontrollore seguite da filtri passa basso. Così facendo, ogni uscita digitale del microcontrollore, avrebbe gestito un cv. Sulla carta è idealmente possibile, all'atto pratico effettuando dei calcoli e dei test mi sono reso conto che:
- è un sistema troppo "lento" nel gestire variazioni di voltaggio
- per poter essere sufficientemente "veloce" la PWM dovrebbe avere frequenza molto elevata. Dai miei calcoli sono arrivato a definire che, per una variazione di 10Hz nel segnale cv, sia necessaria una PWM di almeno 100KHz. A frequenze più basse i ripple sono troppo evidenti.
Hai mai eseguito test o verifiche in tal senso?