11-07-17 11.40
Keybed
Qui sta l’unica (ma fondamentale) differenza tra i due Numa, che per suono e funzioni sono assolutamente identici. TP100 contro TP40w, quindi – in casa Studiologic – l’ultima della classe contro la prima… Ma con 7 kili e tanti bei soldini di differenza. Non è poco. Bisogna quindi capire se ne vale davvero la pena.
Cominciamo a descrivere le due keybed a strumento spento. Quella dello Stage è di plastica bianca, mentre quella del Concert è di legno (visibile alla pressione dei tasti!) rivestito da una copertura in simil avorio. Scorrere le dita sulla keybed dello Stage e poi passare a quella del Concert, è letteralmente come passare dalla lana alla seta: davvero, ragazzi: non può esserci paragone! La TP40w risulta immediatamente più precisa, meno affaticante, più veloce (nella scorrevolezza e nel ritorno). Due keybed completamente agli antipodi.
Accendendo gli strumenti, l’interazione tra tasto e suono traduce in maniera perentoria quanto già percepito a strumento spento: la Concert offre la maniera migliore in assoluto per controllare il generatore sonoro, e – vi dirò - pure troppo... Nel senso che è talmente tanto sensibile, che bisogna letteralmente abituare le dita all’estremo range con cui si può tranquillamente andare dal pianissimo al fortissimo. Paradossalmente, per chi come me non è un pianista puro, una sensazione così tanto realistica rischia di essere allo stesso tempo piacevole ma spiazzante, perché da una macchina digitale non te la aspetti. In ogni caso pare evidente però che, per buona pace di chi accetta di caricarsi un piano di 20 kili e di spendere dei bei soldini in più, la Concert vale assolutamente tali sacrifici.
Discorso ribattuti: ho letto in giro di molti utenti che si sono lamentati del fatto di non riuscire a farli su entrambi i Numa: io ho riscontrato questa difficoltà solo sullo Stage, non certo sul Concert. Molto probabilmente l’ultimo aggiornamento di firmware del Concert (2.3), non ancora disponibile per Stage, ha messo definitivamente le cose a posto. Posso solo dire che – per quella che è la mia esperienza - niente come il Concert mi ha dato la sensazione di trovarmi di fronte a un vero piano a coda.
Suono
E siamo arrivati al dunque: come suonano i due Numa? A questa domanda ho praticamente già risposto: ho semplicemente trovato il suono (il Concert Grand) che ho sempre cercato. Realistico senza dubbio, incredibilmente dinamico e MAI invadente a livello di frequenze. Significa che potete suonarlo in piano solo o in ensemble senza che si perdano i suoi dettagli. Suono legnoso e un po’ ovattato nelle basse velocities che poi si “appuntisce” al crescere delle dinamiche… A mio parere semplicemente fantastico, con quella “botta” che uno strumento da palco dovrebbe sempre dare.
Gli altri suoni sono un buon contorno: pochi, ma buoni. In pratica, oltre al “Concert Grand”, c’è uno “Stage Grand” (che sarebbe un piano più estremo, equalizzato e un po’ compresso, creato per bucare ancora di più il mix), tre piani elettrici (il Rhodes rimane molto “full tines”, molto brillante) di cui un FM piano, un Clavi, due pad (warm pad e strings pad), due organi (hammond e full pipe) e due bassi (acustico ed elettrico).50 sono le locazioni disponibili per poter memorizzare qualsiasi parametro dello strumento, dalla scelta del suono all’attivazione delle parti midi, dalla scelta dell’ottava agli effetti da applicare, dalla curva di dinamica all’assegnazione di pedali e rotelle, eccetera. Molto utile ed efficace l’equalizzatore parametrico a due bande posto sulla destra del pannello, ideale per piccoli ritocchi per far emergere il suono da ogni impianto. Segnalo anche la presenza di un piccolo multieffetto a bordo, utile per “colorare” alcuni suoni (per esempio phaser per i Rhodes o chorus per il pad).