19-07-16 19.12
Ciao a tutti, ho l'impressione che passando dal suono di piano a quello del piano elettrico o dell'hammond la tecnica debba cambiare. Intendo dire che specialmente sull'hammond gli accordi ad ottave come sul piano funzionano male , il suono è troppo impastato ed i bassi sono troppo presenti ed invadenti. Stessa cosa cosa con assi di sesta e settima, tranne se si suona spostandosi sulla parte acuta della tastiera. Sul piano elettrico il problema è meno evidente, ma spesso su alcuni piani elettrici vintage il suono è confuso ed impastato nella parte centrale e bassa della tastiera. Voi come fate? Parlo chiaramente di hammond e piano elettrico solo.19-07-16 19.21
Certo che cambia, eccome!19-07-16 19.37
19-07-16 20.19
19-07-16 21.18
Forse vado OT, ma cosa sono i polychords?19-07-16 22.48
praticamente sovrapporre due accordi, o una fondamentale ed un accordo19-07-16 23.37
chiedi sempre senza timore, siamo qui per condividere il poco che sappiamo
20-07-16 14.52
Tieni presente che sull'Hammond ( ma credo nell'organo in generale) il concetto di ottava è relativo, nel senso che l'altezza puoi spostarla in funzione dei registri; così come il diverso livello d'inserimento dei drawbars regola il rapporto di volume tra i due manuali.20-07-16 17.19
Ci son vari modi di suonare l'hammond.Diciamo che eseguire il canto sull'upper,l'accompagnamento sul lower ed il basso sulla pedaliera è il modo piu' scontato,che veniva parecchio usato negli anni 50-60 per l'hammond usato nella cosiddetta "musica leggera" o peggio "da intrattenimento",o su certe ballades....poi invece l'avvento del Rock,le esecuzioni del Blues e del jazz
hanno dato il via a tutta una serie di "modi" di suonarlo molto differenziati,spesso peculiari del singolo artista cosi' come l'uso dei drawbars che spesso caratterizza genere,artista e brano....Un uso particolare è appunto il suonare prevalentemente con la dx ed usare la sin per linee di basso e per la modifica "live" dei settaggi dei drawbars....Ma ci son varie possibilita'...
20-07-16 21.56
21-07-16 11.18
(...continuo)
) se i suddetti suoni sono cavati da tastiere digitali e non dall'originale bestia: se invero le tastiere digitali ti permettono una sperimentazione estrema (che so, mettere un rhodes in un leslie, aggiungere un ring modulator ad un hammond e poi passarlo in un wha-wha,...), per avere "il suono", quello che conosciamo tutti dai dischi, non servono poi molte cose. Il problema sta nel riprodurre le stesse sfumature che si avrebbero con l'originale... ...contando che il modo di suonare lo strumento originale può inconsciamente variare, a seconda delle caratteristiche (o dei difetti) di quest'ultimo: un hammond con leakage maggiore può farti fare accordi più aperti e rarefatti per rendere meglio comprensibili le note, ad esempio, così come ti puoi ritrovare a giocare ritmicamente con un tasto di un rhodes che "schiocca" più degli altri, eccetera... il suono dei cloni è inevitabilmente più piatto, nel senso che restituiscono UN suono, quasi idealizzato, per certi versi...
21-07-16 14.52
21-07-16 17.40
21-07-16 17.58
Del resto amico mio, è il motivo per cui l'organo ha almeno due manuali.21-07-16 18.19
21-07-16 22.43
Più o meno sul Rhodes si fa tutto quello che si fa sul piano, sta ad ognuno scoprire ciò che suona peggio o meglio, quello che è più o meno naturale suonare per lui. Questo se parliamo degli strumenti veri, mentre i cloni privilegiano un aspetto piuttosto che un altro, quindi andrebbero selezionati a monte, conoscendo lo strumento vero, per capire se li puoi portare sulla tua strada o meno.22-07-16 15.44
22-07-16 17.09


22-07-16 17.33

