16-11-15 15.08
salve a tutti, data la mia formazione classica/conservatoriale, mi è sempre stato suggerito e ho sempre visto applicato ai giovani allievi un metodo piuttosto rigido nell'approccio al pianoforte. non mi si fraintenda, niente libri in testa, guidamani kalkbrenneriani, o altre amenità ottocentesche.
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16-11-15 19.37
Hai perfettamente ragione, e sicuramente non mancherai di esporre il tuo "rigido" programma all'inizio del corso.
12-01-16 18.20
Non riesco a smentirti...sono andato per cinque anni in una scuola ad approccio moderno/classico la passione e la determinazione sono basilari.il bela bartok, hanon,metodo per pianoforte rock, sono passi necessari. Lasciarci dentro anche le dita come diceva dalla...é frustrante quando non riesci, ma stupendo quando c'è la fai...la musica non é roba per bambini viziati, é roba per chi sa quello che vuole.e secondo me fai bene a fare come fai.12-01-16 20.15
posso dire la mia esperienza da allievo: dire che suonavo il panoforte a maggio del 2014 è passare da eretico. Mi ero recato da un maestro jazz/classico per alcune lezioni di prova ed al primo approccio mi aveva chiesto cosa volessi fare, le mie aspettative. Aveva notato che suonicchiavo qualcosa ad orecchio ma zero diteggiatura e controllo pessimo sulla tastiera. Il mio vantaggio è sempre stata la motivazione quindi, avevo chiesto lui di insegnarmi partendo da qualcosa col blues. Di mio conoscevo la pentatonica acquisita su youtube ed allora è iniziata l'avventura facendomi giocare improvvisando, io con la mano destra e lui ovviamente con la sinistra per la parte di basso. Pian piano mi ha mostrato brani con poche note ma efficaci del tipo "in the road jack" in forma molto semplificata scritta a mano da lui stesso ed io mi sono esercitato come fossi un bambino. Nel frattempo mi ha mostrato le basi degli accordi, scale, circolo delle quinte, gradi della scala, rivolti sempre in modo molto rilassato. Mi chiedeva sempre cosa volessi suonare, siamo passati da "At Last - Etta James" "Maple Leaf Rag - Scott Joplin", "Pantera Rosa", "Mission Impossible" anche se mi sono fermato solo alle prime parti, riusciva a motivarmi e a divertirmi ed a farmi capire la complessità dei brani.14-01-16 22.15
grazie mark, la tua testimonianza da allievo è molto preziosa.
15-01-16 00.33
15-01-16 21.54
Anche io da allievo autodidatta per motivi di tempo (famiglia e lavoro) anche se ho due amici che suonano e che mi fanno da tutors, quoto Mark_c.15-01-16 21.58
Dipende molto se è un bambino, un adulto, un principiante assoluto, uno che ha già delle basi, uno che suonicchia in un gruppo, uno che aspira ad essere un jazzista...etc etc...16-01-16 02.44
Anch'io ho perso molti allievi (ora praticamente non ho più) a causa del mio insegnamento di metodologia "classica" (ma sempre fatta in modo sorridente, simpatico, mai col grugno).
16-01-16 09.19
La mia esperienza è diversa, partito da zero, ho guardato alcune lezioni per capire a che note corrispondono i tasti, poi ho visto le lezioni che spiegavano come si compongono gli accordi base e quelli di settima, ed ho iniziato al leggere il Chang ed a fare esercizi di lettura degli spartiti.16-01-16 13.16
Ma quello è usare il pianoforte per accompagnarsi a cantare a mò di "chitarra da spiaggia".
16-01-16 14.29
18-01-16 21.50