Diteggiature schizofreniche

  • Enrico_83
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03-10-08 01.01

Ragazzi non so voi ma io mi sono confrontato con la sfortuna/esperienza/crescita di cambiare maestro(emo), più di una volta, abbastanza di cominciare a trarre delle conclusioni di carattere generale.
Tra le altre numerose dinamiche che si verificano in questa circostanza (positive alcune, negative altre, e delle quali varrebbe sicuramente la pena discutere, ma magari in separata sede) una è particolarmente inquietante: non so se vi è capitato ma i maestri tendono ad avere una sorta di psicosi per cui se ti presenti con un pezzo sul quale hai cominciato a lavorare già, da solo o con un altro maestro, non è per loro tollerabile che qualcosa funzioni(non per merito loro), perciò provvedono immediatamente a smontarti la diteggiatura dei passaggi che magari ti riuscivano meglio, perchè a loro parere (cito testualmente) "antipianistica" "pittoresca" "scomposta" "polifemica"(!!!) "non etica"(!!!!) o meglio ancora, senza perdere l'occasione di infangare le scuole concorrenti, "troppo napoletana" "antiquata" o "chopiniana" (pace all'anima sua)emo
Quello che a me succede spesso di lì a poco è che, per rispetto, ristudio il passaggio con la nuova diteggiatura, avendo cura a non ripetere più la vecchia nemmeno per idea.. ma quasi sempre i tentativi sono vani.. e la vecchia diteggiatura continua ad esistere nascosta in qualche angolo del cervello, e a volte nel bel mezzo di un'esecuzione spunta fuori inaspettatamente e confondendosi con la nuova ti fa fare pasticci... quando più pensavi di essertene sbarazzato invece, lei c'è!! emo
che fare?
  • iltastieraio
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03-10-08 01.55

Se i passaggi vengono bene,non vedo perchè cambiare diteggiatura!
Non ho mai cambiato troppi insegnanti,sicuramente sarò stato fortunato a trovare quelli giusti e soprattutto che esprimessero giudizi oggettivi e sensati sul lavoro fatto da me con quelli precedenti.
Il bravo insegnante è anche colui che riesce a sorvolare su certe questioni (diteggiatura,espressione,certe dinamiche,interpretazioni) diverse da come la pensa lui,ma che non per questo debbano essere per forza sbagliate.La musica non è la matematica.Se un certo passaggio io lo sento in un determinato modo (è chiaro che parlo nei limiti del possibile/fattibile) non vedo perchè lo devo suonare nel modo in cui lo sente il mio insegnante.
Detto ciò,capisco che non ti sono stato di grandissimo aiuto...emo,quello che ti posso consigliare è di cambiare meno insegnanti possibili,quando trovi quello giusto e in gamba,fermati!Ci sono vari metodi d'insegnamento,mirano tutti a raggiungere lo stesso scopo,ma rimanere sullo stesso binario seguendo un percorso ben preciso ti aiuterà sicuramente a raggiungere tale scopo molto prima!
  • Asterix
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03-10-08 12.28

Ceri insegnanti cercano la diteggiatura comoda a prescindere e poi cercano il fraseggio, altri cercano una diteggiatura che renda più semplice il fraseggio, la scuola russa ammette il pollice sui tasti neri, altre scuole cercano di evitarli.
Debussy nei suoi studi non ha messo diteggiature, Chopin segnava le diteggiature sui libri degli allievi, ma NON erano uguali per tutti gli allievi, quindi per Chopin forse non esiste una diteggiatura giusta in senso assoluto sebbene si conoscano certe sue prassi come le melodie con 4' e 5' dito.
La ditteggiatura NON può essere uguale per tutte le mani!
Secondo me la diteggiatura migliore è quella che ti permette di esprimere meglio (con più sicurezza e più chiaramente) il fraseggio e il significato musicale che hai in mente.
Nel libro di Heinrich Nehaus "L'arte di suonare il pianoforte" c'è un capitolo sulla diteggiatura molto interessante.
Alla fine dà questo consiglio: studiate attentamente le diteggiature che i compositori/pianisti hanno messo nelle loro opere e lasciate perdere quelle dei revisori; mi sembra un consiglio saggio.
Buon lavoro. Stefano.

P.S.
Altro consiglio di Chopin: "La scioltezza prima di tutto!"

03-10-08 13.04

perché non provi a fare qualche esempio pratico?

Comunque ciò che è fondamentale nell'esecuzione di un brano è che, qualunque diteggiatura utllizzi, sia sempre la stessa, cioé non devi avere mai dubbi su quali dita mettere in ogni singolo passaggio.
  • Enrico_83
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04-10-08 12.20

tanto per fare un esempio, beethoven sonata op.28 , finale del quarto movimento, insidiosissimo epilogo di una sonata per il resto abbastanza tranquilla (almeno tecnicamente); quindicesima battuta intera da quando compare l'indicazione "più allegro, quasi presto", la prima volta che ho letto da solo questo passaggio avevo adottato la diteggiatura seguente, riportata dall'edizione peters (spero si capisca la notazione, prima riga mano destra, seconda riga mano sinistra):
532532 153214 212532 142132 1
______ 412352 124123 523123 5
successivamente un maestro mi suggerì che data la rapidità del movimento e il carattere conclusivo del passaggio era necessaria una diteggiatura che permettesse maggiore slancio, facendo corrispondere le girate con l'andamento melodico:
532532 153215 421532 142132 1
______ 412351 245123 523123 5
ma quando presentai la soluzione ad un corso estivo ad un'altra pianista, si infuriò letteralmente, dicendo che non è etico disporre diteggiature "a quartina" su un movimento "a sestina" emo (da notare come la critica sia priva di connotazione musicale, avrebbe potuto semplicemente dire che così si creano dei falsi accenti..)
Risultato? non so mai che diteggiatura ho usato, quando ho lo spartito davanti uso la prima, quando suono a memoria spesso mi esce fuori la seconda senza che nemmeno me ne accorga, e a volte cercando ti tenere la faccenda sotto controllo mi impappino oppure mi distraggo dalla dinamica ed esce fuori un finale moscio emo
potrei fare vari altri esempi.. il libro di neuhaus l'ho letto e l'apprezzo moltissimo, il problema è che molti insegnanti non l'hanno letto e non hanno la minima intenzione di farlo, soprattutto se si tratta di persone di successo è abbastanza diffusa la tendenza a considerare che la scuola dalla quale si proviene sia la migliore dell'universo (anche se magari stiamo parlando del conservatorio di cosenza emo) e quindi ritenere superfluo l'interessamento ad altri punti di vista.. emo
Ad ogni modo cambiare insegnante penso che mi abbia dato (tra le altre cose) se non altro migliorie nella capacità di distinguere quali tra gli insegnamenti sono delle fissazioni personali, e quali invece sono reali idee guida da seguire..
  • Michele76
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05-10-08 18.21

Enrico_83 ha scritto:
soprattutto se si tratta di persone di successo è abbastanza diffusa la tendenza a considerare che la scuola dalla quale si proviene sia la migliore dell'universo (anche se magari stiamo parlando del conservatorio di cosenza emo) e quindi ritenere superfluo l'interessamento ad altri punti di vista.. emo
Ad ogni modo cambiare insegnante penso che mi abbia dato (tra le altre cose) se non altro migliorie nella capacità di distinguere quali tra gli insegnamenti sono delle fissazioni personali, e quali invece sono reali idee guida da seguire..

secondo un miomodesto parere, il problema di cui parli, non è un problema di scuola ma di persona che ha le sue fisse a quel punto... ti posso solamente dire che l'insegnante con cui preparai il diploma, quindi un esame piuttosto impegnativo, ascoltava i pezzi anche da stanze diverse da quella in cui stavo suonando... e senza nemmeno vedere le mani, mi diceva: "Bravo bischero! Lì ci andava il dito X e non il dito Y". Ovviamente il dito Y era esattamente quello sbagliato che avevo messo sul tasto "incriminato" e che mi aveva portato a sbagliare.

Questo è un pianista eccezionale di cui non sto a fare il nome tanto non ha certo bisogno della mia reclame. Eccezionale non solo per tali correzioni che comunque fanno capire che si ha a che fare con uno che sa cosa vuol dire diteggiare "bene" un pezzo. La diteggiatura corretta è quella che permette di suonare bene certi passaggi e non è detto che ognuno abbia per forza la propria adatta alla propria mano perché in ogni fase di studio si tende a mettere quella che torna meglio ma questo se in certi casi è giustissimo, in altri è solo un adattarsi alle proprie capacità e quindi un freno al progredire studiando. Il discorso è complicato perché c'è ovviamente anche del personale, in base alla mano, ecc.
Ognuno ha la propria mano però i "tagli" di mano non sono infiniti (come numero), quindi per le varie soluzioni tecniche ci possono essere un ristretto numero di alternative ma il "modo" di affrontare certe tipologie di passaggi, non dovrebbe dare tantissime alternative, quando si tratta di passaggi difficili almeno. Quando i passaggi sono tecnicamente facile allora la diteggiatura che può risultare più assurda per molti, può essere un'alternativa personale che darà un'ottima sonorità, quindi: valida.
Classico esempio, le revisioni Schnabel delle sonate di Beethoven... non sono esempi "scolastici" di diteggiatura di un pezzo però hanno il loro perché per un esperto interprete, salvo fare le dovute correzioni "personali" dove ce n'è bisogno.
Chiaramente gli insegnanti poco validi sono tantissimi. C'è da dire che da un concertista e comunque da uno che pur se non "famoso", è un concertista come preparazione musicale, si impara molto anche osservandolo anche se non fosse proprio capacissimo di esprimere i concetti a parole. Si impara moltissimo vedendo suonare, spesso più che a sentirsi fare osservazioni inutili come succede abbondantemente con certi insegnanti
  • Michele76
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05-10-08 18.33

Enrico_83 ha scritto:
532532 153214 212532 142132 1
______ 412352 124123 523123 5



per la destra il 532532 inziale è il suo sicuramente dopo proseguirei con 154214 212532 154214 2

per la sinistra 312352 (dall'inizio delle semicrome ovviamente, il 2 è in grassetto perché probabilmente richiede una mano non piccola) 124123 523123 5

io lo farei con questa diteggiatura. Per il discorso degli "accenti" spostati, chiramente qui le note che "rilanciano" le discese a 4 a 4, sono le più acute che non vanno accentate ma facendo tutto omogeneo, vengono fuori da sole perché scritte così da Beethoven.

Un'alternativa buona è anche di fare il primo 532532 con la destra e l'ottava nella sinistra poi il RE in ottava farlo solo con la sinistra e il seguente LA in ottava con la destra ecc.
  • stormbringer
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06-10-08 03.14

notavo come la scrittura di questo finale, questi arpeggi su accordi in differenti rivolti è simile al finale del terzo movimento della sonata al chiaro di lunaemo
  • ani_wave
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09-11-08 02.02

scusa ma non te la puoi mettere tu la diteggiatura?la mano è tua, tu sai come funziona e cosa "ti sta" meglio. Io le diteggiature le metto quasi tutte sempre come dico io. Il mio maestro in genere me ne suggerrisce qualche altra ma alla fine lascia decidere a me...basta che il passaggio venga bene...quello è l'importante :)
  • Enrico_83
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09-11-08 11.07

si vede che hai un maestro sano di mente, non tutti hanno questo requisito emo
ad ogni modo adesso sì.. eccome, decido io.. ma quando ero più piccolo non me la comandavo ancora come adesso emo
  • Michele76
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09-11-08 13.31

comunque un insegnante "sano di mente" (quello dev'essere il presupposto iniziale, altrimenti non è solo un problema di diteggiatura poi) si presume che abbia anche un po' di esperienza e che quindi sappia anche quale diteggiatura è buona e quale meno. A volte a un inesperto, sembra buona una diteggiatura che poi non andrà bene, che renderà il passaggio sempre incerto (che viene x volte su 10 ma non 10 su 10). Nello studio inizialmente lento si può incappare in questi errori perché cambiando la velocità poi cambiano varie esigenze. Se poi quell'insegnante è fissato e stressa "per niente" allora devi cambiarlo, c'è poco da fare. La diteggiatura è fondamentale per il fraseggio, per risolvere tecnicamente i passaggti, è fondamentale, ovviamente
  • ani_wave
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09-11-08 20.40

infatti, la diteggiatura va messa in funzione della velocità di esecuzione...spesso succede che diteggiature per lo studio non siano più adatte per l'eseczione a velocità finale