10-12-21 09.38
##DISCLAIMER##
Premessa fondamentale: quello che sto per scrivere è un'opinione personale, di uno che ha una lontana formazione classica e ha guadagnato i primi soldini da ragazzetto suonando l'organo a matrimoni e funerali, pertanto non può sostituirsi al parere di persone maggiormente titolate.
Marcello lo considero un amico virtuale, di cui ho un ottimo ricordo per un trascorso reale passato, e che ritengo essere ottima e intelligente persona, pertanto credo di poter non essere con lui quello che dice bravo a prescindere, perché so che è una persona che sa ascoltare e capire, quando la realtà è che molti vogliono solo sentirsi dire bravo.
Finalmente sono riuscito ad ascoltare il pezzo organistico di Marcello.
Mi è piaciuto ma sarò spietato questa volta, in quanto in gioventù ho frequentato la stessa scuola di musica classica/sacra di Alessandro
1) Problematiche relative allo strumento: il modello "principals pyramid" di Nord è la parte peggiore dello strumento (ovviamente è tutto da considerarsi in termini relativi e non assoluti). Può andar bene per un ripieno leggero all'italiana (8', 4', 2', 1 1/3, 1), il tutti con le subarmoniche e la mutazione in terza (1 3/5) è saturo.
Inoltre sono semplicemente principali intonati su armoniche differenti, mentre nell'organo a canne ogni rango delle file di ripieno ha un suo carattere (tendenzialmente più l'ordine è acuto, più è brillante, un registro di ottava 4' non suona come un principale 4', assumendo che la base sia un principale di 8').
Ma lì non puoi farci nulla.
Trovo che la Numa Compact, strumento che costa 1/3 (e la cui differenza di valore si sente tutta), abbia un paio di campioni di organo spaziali, con ritornelli ben fatti e "pedale" che si percepisce come corpo a sé stante, ma è una riflessione mia, generalmente gli organi a canne escono malissimo da strumenti non dedicati, e Nord comunque in tal senso ha fatto un lavoro discreto, aumentando la flessibilità con una sezione che ad esempio in ambito liturgico va benissimo.
2) Problematiche relative al pezzo: Alessandro può dire molto più di me, quel che sento in un pezzo comunque piacevole da ascoltare e di atmosfera, che nel contesto di un disco progressive trova facilmente un suo spazio, è che mancano completamente gli stilemi classici della toccata (in senso stretto) e della fuga, nel senso che è vero che c'è una melodia, tonale e classicheggiante al punto giusto, ma manca il contorno (che bestialità ho scritto).
Non c'è un movimento di voci che in qualche modo richiami il classico, se fai un pezzo organistico classicheggiante devi tenere presente che il pedale fa una cosa (anzi può fare svariate cose), il manuale inferiore/mano sinistra un'altra, il manuale superiore/mano destra un'altra ancora, il tutto anche con sonorità differenti.
Ovviamente la forma fuga non si improvvisa così su due piedi (a me di non chiamarsi Giovanni Sebastiano o Giorgio Federico), è una sorta di teorema matematico, in cui la linea melodica oltre a enunciare un tema deve muoversi in modo da essere imitata, facilitando l'armonizzazione in qualche forma di contrappunto, cioè di movimento "matematico" delle voci in un contesto armonico definito (so che è una bestialità ma è facile come messaggio).
Cosa farei: semplicemente cambierei il titolo in preludio o toccata, alleggerirei la parte della mano sinistra veramente sole a due voci, di cui una che sia imitativa della parte di pedale, e lo stesso farei aggiungendo una voce alla destra, magari con meno virtuosismi e con un movimento più costante.
Cercare di imitare una forma classica, non di farla paro paro insomma.
Alleggerirei la registrazione con un ripienino all'italiana (8', 4', 2', 1 1/3', 1' tutti fuori) e con un pedale sempre all'italiana tipo "contrabbassi e rinforzi' 16' e 8' tutti fuori.
Per una volta che sono critico, spero che il messaggio venga ricevuto apprezzandone il senso