Gelosia portami via

17-04-24 09.07

Ringrazio davvero tutti per l'interesse al topic e ai diversi punti di vista. Tutto ciò mi fa sentire meno solo.

Il contesto riguarda appunto lezioni private 1:1. Mi sta passando la voglia di insegnare, o perlomeno di insegnare a chiunque passi di qui, e mi sto confrontando con molti amici musicisti che post conservatorio hanno deciso di insegnare.

La situazione è uguale un pò ovunque:
I ragazzi giovani che decidono di intraprendere un percorso di studio del pianoforte non sanno neanche perchè lo fanno, non hanno la minima passione e anche di fronte alla contraddizione "Io non ascolto pianisti, non ho brani preferiti, ne brani preferiti, ne band preferite, ne sogno di saper suonare questo o quel brano", non capiscono che stanno perdendo tempo e stanno facendo perdere a me del tempo.

Da piccolo ho fatto arti marziali. Se mi avessero chiesto "perchè lo fai?" ammetto che non avrei risposto "perchè voglio diventare un judoka e seguo il judo" ma avrei detto "perchè ci sono tutti i miei amici li e ci divertiamo".
La differenza rispetto a questi giovani, è che facendo Judo io mi divertivo, mi impegnavo, combattevo, studiavo per gli esami per prendere cinture, facevo tornei contro altre scuole, si è formato li il mio animo competitivo. Non mi sono semplicemente parcheggiato sul tatami.

E cosi per tutte le attività. Ho sempre avuto una ragione, e oltre alla ragione ci mettevo impegno.

Quando ho fatto nuoto, son durato 3 lezioni, perchè seppur giovane ho capito che non mi piaceva, non mi appassionava, e ho lasciato perdere.

Oggi sembra che devi esser tu a spingere i ragazzi a mollare qualcosa a cui loro chiaramente non interessa.

Ho letto anche che consigliate di far studiare un bel brano di Bach/Chopin anche ci volesse un mese piuttosto che esercizi o brani didattici;
Assicuro che non funziona: Quello che noto è che non fa assolutamente differenza ciò che assegni: poco, tanto, poco interessante, molto interessante, poco impegnativo, molto impegnativo.
Il risultato è uguale: i ragazzi arrivano a lezione senza aver aperto i libri, e ti dicono anche "ah è vero, dovevo fare questo qui" oppure "questo non me lo ricordo, aspetta, vediamo".

Pura follia. Fin quando parli con ragazzi di 11 anni (limite minimo che mi sono imposto) mi aspetto tanta pigrizia, ma quando orbiti tra i 18 e i 25, la cosa inizia a snervare, perchè di base hai a che fare con adulti.

La domanda che è stata scritta "Non capisco che senso ha fare lezione 1:1 e non studiare".
Il topic nasce proprio da questa domanda.

17-04-24 09.19

jacus78 ha scritto:
La verità è che non si sa più cosa siano i sacrifici, cosa sia studiare con 40gradi fuori mentre gli altri sono a mare, non si sa più cosa sia l'ansia di una interrogazione o di una prova scritta, non si ha più il piacere di gustare l'attesa del raggiungimento di un obiettivo. E tutto ciò, non credo dipenda dagli insegnanti.

Io comprendo gli adulti che ho a lezione e ammettono candidamente "Oggi non ho studiato perchè il lavoro mi ha tenuto impegnato, ma ho preferito comunque venire a lezione, altrimenti le mani sul pianoforte rischiavo di non metterle neanche questa settimana, studiamo insieme".
E gradisco anche chi mi avvisa dicendomi "Per oggi non ho studiato, preferisco non venire a lezione perchè non saprei dove metter mano, ci vediamo la prossima settimana"

In entrambi questi casi vedo un'onesta che mi rasserena, le lezioni scorrono, e io mi sento appagato perchè nelle lezioni successive, in entrambi questi casi, le persone studiano, portano i loro piccoli risultati, perchè si vede che sono consci che non diventeranno il nuovo Herbie Hancock, ma vogliono comunque imparare qualcosa per divertirsi.

Mi da carica anche lo studente che magari non studia molto tecnica o le scale, ma si applica su accordi, II V I e progressioni armoniche perchè "Gli piace suonare i brani", tanto che ad ogni lezione ha un nuovo brano che ha studiato al meglio delle sue possibilità per conto proprio, applicando però le nozioni su accordi e legami armonici. Ci vedo una passione che in parte assecondo (perchè mi ci rivedo) in parte contrasto perchè studiare scale e tecnica è fondamentale e cerco di farglielo capire ad ogni lezione.

Mi distrugge la marmaglia restante che da mesi, non fosse per una mia certà bontà (conscio che alzando la voce cancellerei all'istante i miei introiti) considera lo studio come "inutile" (a giudicare dalle loro azioni) e affrontano la lezione come fosse una scampagnata a casa di un amico in cui si cazzeggia o si improvvisa al momento.

L'unico ragazzino che ho dovuto letteralmente convincere a smettere, mi stava facendo impazzire dando pugni sulla tastiera, arrivando con mani sporche, lasciando il bagno in condizioni disastrose e senza aver aperto mezzo libro in un anno intero di studio.
Ammiro (ma anche no) chi riesce a fottersene pensando solo ai soldi.
Probabilmente dovrò alzare la tariffa per fare una scrematura.

  • clouseau57
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17-04-24 10.32

Mio figlio studiava pianoforte. Dopo il diploma si trovò a fare una scelta: continuo lo studio dello strumento ( lo faceva in modo diligente ) o mi iscrivo all’università ?
Lo misi di fronte alle varie possibilità che gli offrivano le due scelte e lui esordi alla fine con.. “ Pa’ il pianoforte mi piace ma sai non sono divorato dal fuoco sacro che è la musica... “; poche ma coincise parole che mi fecero capire una cosa importante: Una cosa è studiare perchè si ha la musica dentro, come un’ossessione, per l’appunto un “fuoco sacro” ; un altra è obbedire a una moda momentanea, a una richiesta genitoriale o a un’input iniziale di fare colpo, facendo qualcosa che non fanno tutti.
Rassegnati, il 99,9% ( periodico ) dei tuoi allievi seguirà le tue lezioni ma solo lo 0,1 % avrà dentro di se quel fuoco sacro che lo spingerà a imparare sempre più, magari sostituendoti con un insegnante che gli aprirà nuovi orizzonti musicali.
A proposito, ma Tu il “fuoco sacro" ce l’hai ? emo
  • WTF_Bach
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17-04-24 13.24

Poi mi sgridate perché dico che la musica - intesa come divenire un buon musicista - è fatto elitario.

Anche divenire un buon pugile è fatto elitario.

Lo dico da marxista ed ex dirigente comunista, ci siamo abbondantemente rotti la wallera dell’’egualitarismo dei talenti.
  • d_phatt
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17-04-24 13.34

@ WTF_Bach
Poi mi sgridate perché dico che la musica - intesa come divenire un buon musicista - è fatto elitario.

Anche divenire un buon pugile è fatto elitario.

Lo dico da marxista ed ex dirigente comunista, ci siamo abbondantemente rotti la wallera dell’’egualitarismo dei talenti.
My 2 cents: qualsiasi cosa fatta a livelli professionali è un fatto elitario, però se le persone vengono dis-educate già in età infantile e adolescenziale ad apprezzare determinati tipi di bellezza e di aree della cultura, il discorso cambia sostanzialmente.

La mia formazione universitaria e professionale, ad esempio, è quanto di più lontano ci possa essere dal mondo umanistico, il mondo delle lettere, della cultura latina e della storia, eppure sono cose che, pur non potendole minimante insegnare o praticare a livello professionale, apprezzo e mi affascinano molto e di cui comunque ho delle nozioni, grazie a dei bravi insegnanti di liceo, tanto che in determinati periodi non mi sarebbe dispiaciuto studiare seriamente Storia.

Lo stesso vale per la musica, non tutti potranno essere turnisti professionisti, ma intanto diamo alle persone le basi per apprezzare la vera musica e non certa robaccia che circola in giro...
  • jacus78
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17-04-24 14.58

Io non capisco alcune mentalità..
un ragazzo e i suoi genitori, in un colloquio conoscitivo dicono:
"ah ma non vogliamo che il ragazzo diventi Beethoven, ah ma non vogliamo che il ragazzo diventi un concertista, ah ma non vogliamo che il ragazzo si iscriva al conservatorio, ah ma non vogliamo che il ragazzo vada a fare serate nei locali....vogliamo solo che impari a suonare"
e sono in tanti che ragionano così.

allora io mi chiedo: si può perdere tempo (e soldi) senza avere alcun obiettivo? Personalmente lo trovo senza senso...ecco perchè spesso non sono disponibile alle lezioni private. Mi metto lì, seduto di punta ad un pianoforte, a guardare e ascoltare un ragazzo sbagliare e provare e riprovare 10mila volte un passaggio, per quasi tutta l'ora, un lavoro che avrebbe dovuto fare a casa... non è logico, non è appagante, perdo solo tempo annoiandomi. Perchè non lo capiscono?

17-04-24 16.16

@ jacus78
Io non capisco alcune mentalità..
un ragazzo e i suoi genitori, in un colloquio conoscitivo dicono:
"ah ma non vogliamo che il ragazzo diventi Beethoven, ah ma non vogliamo che il ragazzo diventi un concertista, ah ma non vogliamo che il ragazzo si iscriva al conservatorio, ah ma non vogliamo che il ragazzo vada a fare serate nei locali....vogliamo solo che impari a suonare"
e sono in tanti che ragionano così.

allora io mi chiedo: si può perdere tempo (e soldi) senza avere alcun obiettivo? Personalmente lo trovo senza senso...ecco perchè spesso non sono disponibile alle lezioni private. Mi metto lì, seduto di punta ad un pianoforte, a guardare e ascoltare un ragazzo sbagliare e provare e riprovare 10mila volte un passaggio, per quasi tutta l'ora, un lavoro che avrebbe dovuto fare a casa... non è logico, non è appagante, perdo solo tempo annoiandomi. Perchè non lo capiscono?
ci può stare che uno voglia imparare a suonare senza prefiggersi grandi obiettivi; l'importante, comunque, è che si impegni un minimo...

17-04-24 17.31

@ WTF_Bach
Poi mi sgridate perché dico che la musica - intesa come divenire un buon musicista - è fatto elitario.

Anche divenire un buon pugile è fatto elitario.

Lo dico da marxista ed ex dirigente comunista, ci siamo abbondantemente rotti la wallera dell’’egualitarismo dei talenti.
@Clouseau: Personalmente credo di aver perso solo una piccola parte di fuoco, nel senso che ho momenti in cui tutto quello che faccio non sembra avere senso: dal continuo studio per migliorarmi ai piccoli arrangiamenti di brani che pubblico sui social.
Vince il brutto, sempre. Tra una ballad jazz suonata bene e i 3 accordi di Ultimo, viene ascoltato più Ultimo. Tra un video curato in cui suono quella che io ritengo buona musica, e una tipa svestita che canta in playback un pezzo di un altro inquadrandosi malamente con il telefono, vince la tipa.
Tuttavia, basta mettermi al piano per approfondire magari qualche concetto, e ricordo del perchè ho scelto questo mestiere. è una continua rinascita.

Ritrovarsi gli studenti che non fanno una minchia è snervante ma non mi farà mai abbandonare la passione che ho per la musica stessa.

@Bach: Sono d'accordo con te.

D phatt: I casi che mi ritrovo sono tutti diversi, nel senso che molti di questi ragazzi hanno un'istruzione diversa e un contesto familiare totalmente differente dall'altro: Alcuni viziatissimi, altri lasciati a loro stessi, altri che vedono il tutto come un'idea nata dai genitori che però non dispiace.
La comune è che non studiano. emo

@Jacus: Se ci pensi, è l'unico caso in cui i genitori chiedono all'insegnante di non esser troppo "rigoroso", ironicamente sanno benissimo che il pianoforte richiede sacrificio e studio, ma credono che eliminando l'idea di "dover diventare chopin" il carico per loro o i propri figli diminuisca.
Ultimamente proprio mi ha chiesto di fare lezione un uomo adulto: mi ha detto "non mi interessa fare quelle cose tipo solfeggio o leggere le note, perchè ormai c'ho un età, però voglio fare le canzoni, magari un po di tecnica, un po di scale". In quel caso avrò un programma tranquillo perchè quest'uomo già suona piuttosto bene ad orecchio e sa almeno la differenza tra accordi maggiori e minori, ma normalmente una richiesta cosi assurda mi arriva anche da persone con alcuna nozione o esperienza, ed è assurdo.

@igiardinidimarzo: Esatto. Io continuerò a chiedermi cosa ci sia di complicato nel capire che imparare note su pentagramma, scale, i tipi di accordi e i 2 5 1 ti permette di suonare gran parte della roba moderna di oggi. Anche se "spoilero" questa cosa, col rischio di renderli ancora più pigri magari su tecnica e quant'altro, non studiano neanche quei 4 concetti di base. Ed è assurdo... emo
  • Ovidio
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17-04-24 18.22

Oggi la prima scrematura si fa con le lezioni di strumento alle medie inferiori e poi ai licei musicali che di fatto preparano all'ingresso in conservatorio.
  • Ilaria_Villa
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18-04-24 15.28

@ jacus78
SimonKeyb ha scritto:
che chiusura mentale cristo santo... uno dice che la musica deve essere elitaria, l'altro che o uno segue un corso seriamente e diligentemente o va a fare altro...


Per quel che mi riguarda non è nemmeno chiusura mentale, è serietà. Se vuoi imparare sono disponibile e ti metto alla prova, se invece vuoi perdere tempo, fallo perdere a qualcun altro. Tutto qua. Non vedo dove stia il problema, nè la chiusura mentale. Anzi, è tutto chiaro e senza equivoci emo. Io non mi sogno di andare a far perdere tempo alle persone se poi non ho voglia di imparare. Ed esigo che gli altri non lo facciano con me. Se poi le esigenze degli insegnanti sono chiusure mentali beh...siamo fuori strada. Io ci metto il mio tempo e la mia passione ad insegnarti qualcosa, ma voglio che tu allievo metta il tuo sacrificio a studiare, altrimenti manca equilibrio. Ovviamente è inteso che se cerchi me per le produzioni, io non saprei davvero da che parte iniziare quindi ti manderei da qualcuno che ne sa più di me. Cosa c'è di sbagliato in questo?
(ovviamente il "tu" non è riferito a te, ma in generale).
PS, questo discorso funziona solo sul privato e con lezioni uno/uno dove sei tu insegnante che decidi il metodo di studio. Nel pubblico non funziona così. Nel pubblico non hai un singolo ma una classe, e devi lavorare su tutti i ragazzi ed è tutto molto più difficile, perchè come si diceva sopra, ci sono alunni che non hanno la benché minima voglia di nulla e in più disturbano anche quelli che ne avrebbero un minimo. E per ultimo, nel pubblico sei un dipendente e devi attenerti a programmi già fatti da qualcun altro (Ministero). Programmi che, la maggior parte delle volte, non piacciono nemmeno a te che li devi insegnare. Eppure, te li fai piacere e cerchi di condividerli ai ragazzi al meglio delle tue capacità.

La verità è che non si sa più cosa siano i sacrifici, cosa sia studiare con 40gradi fuori mentre gli altri sono a mare, non si sa più cosa sia l'ansia di una interrogazione o di una prova scritta, non si ha più il piacere di gustare l'attesa del raggiungimento di un obiettivo. E tutto ciò, non credo dipenda dagli insegnanti.
emo
  • d_phatt
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18-04-24 15.37

Io non insegno pianoforte, e evidentemente al di là di tutto non sono nemmeno umanamente adatto a farlo, perché se nel farlo uno studente mi rigasse il pianoforte probabilmente lo ammazzerei seduta stante emo
  • SimonKeyb
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18-04-24 15.47

jacus78 ha scritto:
La verità è che non si sa più cosa siano i sacrifici, cosa sia studiare con 40gradi fuori mentre gli altri sono a mare, non si sa più cosa sia l'ansia di una interrogazione o di una prova scritta, non si ha più il piacere di gustare l'attesa del raggiungimento di un obiettivo. E tutto ciò, non credo dipenda dagli insegnanti.

Minchia, parole dure.
Ma io mi chiedo tutte queste considerazioni, hai qualche dato statistico alla mano o sono tue impressioni personali?
  • paolo_b3
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18-04-24 16.02

Vedi, l'errore secondo me sta nel fatto che sono i genitori che desiderano che il figlio suoni il pianoforte. Se le cose andassero per il verso giusto, ossia i genitori esaudiscono il desiderio del figlio di suonare il pianoforte, l'allievo saprebbe sicuramente cosa farsene di una preparazione pianisitca. E non ti farebbe perdere tempo perchè si impegnerebbe. Del resto se fai caso al soggetto della tua frase:

jacus78 ha scritto:
"ah ma non vogliamo che il ragazzo diventi Beethoven, ah ma non vogliamo che il ragazzo diventi un concertista, ah ma non vogliamo che il ragazzo si iscriva al conservatorio, ah ma non vogliamo che il ragazzo vada a fare serate nei locali....vogliamo solo che impari a suonare"

ti conferma già che le mie supposizioni si avvicinano al vero.
  • paolo_b3
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18-04-24 16.05

@ d_phatt
Io non insegno pianoforte, e evidentemente al di là di tutto non sono nemmeno umanamente adatto a farlo, perché se nel farlo uno studente mi rigasse il pianoforte probabilmente lo ammazzerei seduta stante emo
Una passatina di cera? emoemoemo
  • Ovidio
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18-04-24 16.13

@ paolo_b3
Vedi, l'errore secondo me sta nel fatto che sono i genitori che desiderano che il figlio suoni il pianoforte. Se le cose andassero per il verso giusto, ossia i genitori esaudiscono il desiderio del figlio di suonare il pianoforte, l'allievo saprebbe sicuramente cosa farsene di una preparazione pianisitca. E non ti farebbe perdere tempo perchè si impegnerebbe. Del resto se fai caso al soggetto della tua frase:

jacus78 ha scritto:
"ah ma non vogliamo che il ragazzo diventi Beethoven, ah ma non vogliamo che il ragazzo diventi un concertista, ah ma non vogliamo che il ragazzo si iscriva al conservatorio, ah ma non vogliamo che il ragazzo vada a fare serate nei locali....vogliamo solo che impari a suonare"

ti conferma già che le mie supposizioni si avvicinano al vero.
Concordo in toto. Ho citato la scelta dello strumento alle medie inferiori e del liceo musicale proprio perché nel 99% dei casi è l'allievo a decidere il percorso di studio.
  • MarioSynth
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18-04-24 16.19

jacus78 ha scritto:
o non capisco alcune mentalità..
un ragazzo e i suoi genitori, in un colloquio conoscitivo dicono:
"ah ma non vogliamo che il ragazzo diventi Beethoven, ah ma non vogliamo che il ragazzo diventi un concertista, ah ma non vogliamo che il ragazzo si iscriva al conservatorio, ah ma non vogliamo che il ragazzo vada a fare serate nei locali....vogliamo solo che impari a suonare"


Ciao, dimentichi il potere "formativo" della musica. Tanti genitori (ed ho degli esempi molto vicini) iscrivono a pianoforte i loro figli non per la musica in se stessa o, appunto, non perché vogliono che diventi Beethoven, ma per il fatto che la musica sviluppa enormemente il cervello (si, lo so, non sembra... emo) e le capacità matematiche, movimento, programmazione, memoria, ecc.

Un link a caso

E' una specie di "palestra" per quelle teste (vuote). Quindi tanti ragazzi si trovano lì anche se non lo vogliono, perchè "fa bene" e perchè lo dicono i genitori. E per me non è una cosa sbagliata.

Se poi uno dei 100 allievi si appassiona e va avanti tanto meglio, ma devi guardare il quadro generale. Sembra un ragionamento al contrario, ma funziona proprio così.
  • SimonKeyb
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18-04-24 16.53

@ Ovidio
Concordo in toto. Ho citato la scelta dello strumento alle medie inferiori e del liceo musicale proprio perché nel 99% dei casi è l'allievo a decidere il percorso di studio.
ho amici che insegnano chitarra alle medie musicali. Dicono che il livello medio è piuttosto basso e la motivazione è mediamente scarsa -alcuni sono palesemente mandati dai genitori, perchè a 9 anni difficilmente si ha le idee chiare di cosa si vuole fare, magari con prospettive fasulle di potersi divertire con lo strumento trascurando però la dedizione che richiede-
C'è da dire che l'ora di musica talvolta viene percepita un pò come l'ora di Religione quindi anche se è materia di indirizzo comunque lo studio è incentrato (anche giustamente) sulle materie principali.

L'impresa è riuscire a portarli a essere in grado di fare il saggio di fine anno.

E' diventato veramente difficile fare l'insegnante cmq, specialmente alle scuole inferiori. Le famiglie rendono di fatto impossibile ogni forma di disciplina sui ragazzini, se per caso usi un pò di sana coercizione o azzardi una punizione un attimo più severa anche solo per farti rispettare, al primo visitone ti trovi i genitori che ti fanno il c*lo a strisce.

la cosa tragicomica è che di questi genitori sicuramente ce ne saranno che si lamentano sui social delle nuove generazioni emo
  • jacus78
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18-04-24 17.53

SimonKeyb ha scritto:
Minchia, parole dure.
Ma io mi chiedo tutte queste considerazioni, hai qualche dato statistico alla mano o sono tue impressioni personali?

21 anni di esperienza bastano?
  • jacus78
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18-04-24 18.00

MarioSynth ha scritto:
Ciao, dimentichi il potere "formativo" della musica. Tanti genitori (ed ho degli esempi molto vicini) iscrivono a pianoforte i loro figli non per la musica in se stessa o, appunto, non perché vogliono che diventi Beethoven, ma per il fatto che la musica sviluppa enormemente il cervello (si, lo so, non sembra... ) e le capacità matematiche, movimento, programmazione, memoria, ecc.

sisi, ma questo è vero, si fanno tante cose con la musica anche con ragazzi meno fortunati, come anche la terapia. Ma io non mi riferisco a loro, che, se anche in difficoltà talvolta motorie o psicologiche, quando li coinvolgi rispondono a dovere, e gli si illuminano gli occhi. Ma magari avessi fatto lezioni solo a loro...no, io mi riferisco a quell'altro tipo di ragazzi, quelli dei "hey bro"... (eh si, da insegnante mi sono sentito chiamare anche così), quei sedicenni, quindicenni che non sanno nemmeno perchè campano, ma vanno a lezione solo perchè invogliati dai genitori. E perchè pare che ultimamente saper suonare fa figo.
  • SimonKeyb
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18-04-24 18.00

@ jacus78
SimonKeyb ha scritto:
Minchia, parole dure.
Ma io mi chiedo tutte queste considerazioni, hai qualche dato statistico alla mano o sono tue impressioni personali?

21 anni di esperienza bastano?
quanti ne vuoi, però dire che "non si sa più cosa sia l'ansia di una interrogazione o di una prova scritta, non si ha più il piacere di gustare l'attesa del raggiungimento di un obiettivo" mi sembra alquanto grossolano.