21-03-20 11.02
@ simondrake
D'accordo, poi però ci va anche il gusto... E tu ce l'hai innato. Grazie
Sai, anche il gusto si forma.
A me hanno aiutato molto questi elementi:
1) ascolto ed analisi di molti stili musicali differenti, dalla classica al liscio, musica per banda, jazz, fusion, latino, cartoni animati (non scherzo), beguine, tango, fusion... insomma più ne metabolizzi meglio è
2) confronto aperto ed umile con musicisti che ne sanno di più, e che non necessariamente suonano il mio stile o il mio strumento
3) “costringersi” in stili e regole rigorosi: corali, fughe, musica di genere (tango, valzer, etc). Imparare ad essere credibili in un contesto stilisticamente rigido permette di diventare solidissimi quando si “allentano” le regole
4) leggere e meditare le biografie dei grandi, i saggi sulla storia e la filosofia della musica...cercare di capire e introiettare i concetti ed i principi più che le tecniche (che comunque bisogna padroneggiare).
5) fare dell’intenzione il mio faro costante. Scrivere con intenzione, suonare con intenzione, perché di ha qualcosa da dire, perché lo si vuole dire, perché lo si “deve” dire
6) e nel contempo non trascurare il “mestiere”, forgiarsi delle solide capacità artigianali che ci permettono di non perdere tempo sulle questioni “meccaniche” e di concentrarsi, appunto, sull’intenzione
7) curiosità, voglia di sperimentare, coraggio di sbagliare
8) last but not least, fare le liste numerate.