Chiedo chiarimenti sul solfeggio

  • vin_roma
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20-10-19 03.54

Ho provato ad insegnare musica a mio figlio ma ovviamente padre/figlio non funziona, quindi l'ho iscritto in una scuola privata.

La mia perplessità è nell'insegnamento del solfeggio, in particolare il metodo della suddivisione dei tempi con la mano.
L'insegnante ha il "suo metodo" per i movimenti con la mano che io ho contestato ma lui dice che sia quello "ufficiale" e attualmente in uso...

Dubito che sia cambiata qualche cosa ma di tempo, dal mio diplomino, ne è passato.
Se lo avete studiato, come vi hanno insegnato a solfeggiare?
Chi mi può aggiornare sulle eventuali novità?
  • nicolo
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20-10-19 07.58

A me dissero che la destra batte il tempo, e basta.
4 quarti? 4 colpi.
6 ottavi? 6 colpi.
Basta. Ovviamente dando, per ogni colpo, anche il levare.
  • Tama72
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20-10-19 08.38

Io sapevo che il 4/4( per esempio ) si scompone in 8 : battere e levare col battere che segna il 1/8 il levare indica il 2/8 e così via ,e con la voce scandisci le note.
Comunque lascia perdere, ( consiglio mio )non andare nemmeno alle sue lezioni, altrimenti crei a tuo figlio un conflitto interiore , seguire te o il maestro ?
Con la tua esperienza non credo ti sia affidato ad un maestro o ad una scuola del piffero, quindi...
  • anonimo
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20-10-19 09.00

@ vin_roma
Ho provato ad insegnare musica a mio figlio ma ovviamente padre/figlio non funziona, quindi l'ho iscritto in una scuola privata.

La mia perplessità è nell'insegnamento del solfeggio, in particolare il metodo della suddivisione dei tempi con la mano.
L'insegnante ha il "suo metodo" per i movimenti con la mano che io ho contestato ma lui dice che sia quello "ufficiale" e attualmente in uso...

Dubito che sia cambiata qualche cosa ma di tempo, dal mio diplomino, ne è passato.
Se lo avete studiato, come vi hanno insegnato a solfeggiare?
Chi mi può aggiornare sulle eventuali novità?
Domanda interessante. L'insegnamento ricevuto: 4/4, 2 in battere, il 3 a sinistra ed il 4 a destra. 3/4, 2 in battere il 3 a sinistra. 2/4, 1 in battere ed il 2 a sinistra.

Dopo l'insegnamento iniziale il 4/4, il 1 in battere, il 2 a sinistra, il 3 a destra, il 4 dalla destra però sollevato verso l'alto a m'ò di arcobaleno e per offrire lo spunto di passare al successivo che è il 1.
Ho però avuto modo di avvertire che non tutti i bambini/ragazzi possiedono l'indispensabile valore del particolare accento forte e debole. in questi casi, più che soffermarmi nel gesti, li facevo solfeggiare con la mano destra partire dall'altezza del volto per giungere al palmo della mano sinistra posta all'altezza della pancia, con voce a scandire il nome della nota, ed il ritorno, voce debole, proseguendo la medesima nota nel suono terminale. Il movimento della mano con lo spazio visivo aiutava ad acquisire il valore della pulsazione.
Non baderei tanto ai modi dei gesti quanto al valore della "pulsazione".
La cosa che mi ha sorpreso nei bambini è la loro diversità nella gamma dei suoni e l'intonazione. Alcuni cantano, con naturalezza dal DO sotto il rigo al RE, 4° rigo e pure intonati come detto. Altri e coetanei, è tanto se arrivano al SOL.
Con un ragazzo stonatissimo che non ha proseguito questi approcci con il canto ecc., ogni qual volta lo incontravo lo facevo, cantare le note della scala. Ero curioso di sapere se con la crescita e senza studi, avesse superata questa "anomalia". L'esito: sempre stonato.
Ho trasmesso le mie modeste conoscenze, attratto da questi "misteri".
  • maxpiano69
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20-10-19 09.13

Io mi ritrovo (per quanto imparato all'epoca) grossomodo col metodo indicato qui
  • Dadopotter
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20-10-19 09.28

@ maxpiano69
Io mi ritrovo (per quanto imparato all'epoca) grossomodo col metodo indicato qui
Confermo che anche io a suo tempo avevo imparato i movimenti così!!!

  • orange1978
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20-10-19 12.22

caro vin come solfeggiavi tu oramai non solfeggia piu nessuno, il parlato è cambiato parecchio negli ultimi 25 anni.
  • vin_roma
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20-10-19 12.50

Il mio punto di vista, a dispetto delle dichiarazioni dell'insegnante che afferma che il suo metodo è uno standard riconosciuto, è che esiste un metodo realmente riconosciuto a livello internazionale e che fonda i suoi principi non su regole posticce ma su esigenze pratiche.

Ora, a darsi il tempo per solfeggiare va bene pure una penna che batte a tempo sul tavolo ma dal momento che si muove la mano, fallo bene! Ignorare certi principi di base mi lascia interdetto, se sei scuola devi dare le migliori inforfamazioni, soprattutto quelle giuste, altrimenti tu (insegnante) mi stai dimostrando che hai fatto studi approssimativi e poco qualificati o non ti sei mai trovato ad aver a che fare seriamente con la musica.
Movimenti sono i suoi, movimenti sono i miei ...ma a parità di impegno perché non adottare quelli che si usano professionalmente in tutto il mondo?

Il principio della suddivisione è quello che viene adottato dai direttori d'orchestra e serve a far capire in ogni momento su quale movimento all'interno della battuta ci si trova e quindi, senza porre limiti alle possibilità future che ...non si sa mai..., perché non comprendere da subito cosa sono tutti quei gestacci che fanno i direttori? Magari ti ritrovi in un coro o davvero in una orchestra, che fai, smonti tutte le tue certezze?

Il metodo della divisione ha questi principi base:
>battere in basso al centro
>ultimo movimento sulla verticale del battere
>penultimo movimento "fuori", all'esterno della persona, per avere la possibilità di allargare (rallentare) in maniera visibile prima di cadere sul battere.

Questo è un prospetto che feci anni fa proprio per il forum:
  • michelet
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20-10-19 14.50

Nella mia abissale ignoranza in campo musicale, per i pochi ricordi che conservo, di quando andavo a lezione di pianoforte, sono certo di aver imparato a solfeggiare come indica Vincenzo.
Poi, non sono stato abbastanza costante da resistere e proseguire, ma questa è un’altra storia.
  • markelly2
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20-10-19 17.14

Premesso che da una scuola di musica mi aspetto che vengano seguiti i metodi migliori, devo dire però che ad esempio alle scuole medie, l'insegnante di musica (diplomato al conservatorio) utilizzava un metodo di solfeggio MOLTO semplificato, eppure efficace.
Probabilmente studiato apposta per i bambini.
Quindi bisognerebbe parlare con l'insegnante per capire i motivi di tale scelta.

20-10-19 17.21

In conservatorio, da me perlomeno, si insegna il metodo indicato da Vincenzo.

Da piccolo invece ricordo che la mia insegnante privata, faceva alternare movimenti di pollice e indice della mano sinistra per "battere le crome" (come se su un pianoforte stessi suonando Do Si) mentre la mano destra si muoveva secondo le direttive indicate da Vincenzo e insegnate nel conservatorio che frequento.

Ad oggi, solfeggio molto più facilmente con il metodo dell'insegnante privata, poichè scandirmi le crome con la mano sinistra semplifica l'individuazione di questa o quella nota all'interno della battuta (magari non nel jazz, dove è praticamente inutile, ma in un dettato classico, mi ha aiutato molto)
  • vin_roma
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20-10-19 19.28

@ markelly2
Premesso che da una scuola di musica mi aspetto che vengano seguiti i metodi migliori, devo dire però che ad esempio alle scuole medie, l'insegnante di musica (diplomato al conservatorio) utilizzava un metodo di solfeggio MOLTO semplificato, eppure efficace.
Probabilmente studiato apposta per i bambini.
Quindi bisognerebbe parlare con l'insegnante per capire i motivi di tale scelta.
MI ha detto che il suo è il metodo professionale ed "ufficiale".
  • Asterix
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20-10-19 21.08

@ vin_roma
Ho provato ad insegnare musica a mio figlio ma ovviamente padre/figlio non funziona, quindi l'ho iscritto in una scuola privata.

La mia perplessità è nell'insegnamento del solfeggio, in particolare il metodo della suddivisione dei tempi con la mano.
L'insegnante ha il "suo metodo" per i movimenti con la mano che io ho contestato ma lui dice che sia quello "ufficiale" e attualmente in uso...

Dubito che sia cambiata qualche cosa ma di tempo, dal mio diplomino, ne è passato.
Se lo avete studiato, come vi hanno insegnato a solfeggiare?
Chi mi può aggiornare sulle eventuali novità?
Lo studio del solfeggio è cambiato negli ultimi anni: tende sempre di più alla "lettura musicale" e meno alla pura suddivisione.
Anche i nomi cambiano: non è più corso di teoria e solfeggio ma corso di "lettura musicale".
I testi tendono ad avere indicazioni di agonica e dinamica, nonché indicazioni espressive e di articolazione, spesso sono indicate legature di frase.
Con questa impostazione l'allievo deve imparare ad avere una visione di insieme della frase musicale e riproporla con la voce, con i relativi staccati, dinamiche, etc...è un approccio più "strumentale", di immaginare cioè l'esecuzione.
A tale proposito si cerca di evitare la ripetizione della sillaba nei tempi forti (ad esempio il do di 4/4 solfeggiato Do-o-o-o) e si consiglia anche di non pronunciare le pause, o comunque di farlo sottovoce in quanto non sono parti "attive" della frase.
In questo contesto di studi il movimento della mano è opzionale e a volte fuorviante, in quanto non ci sarà al momento della effettiva lettura allo strumento.
Si punta di più all'educare il senso ritmico interno, solfeggiando con i giusti accenti.
Ci sono testi di solfeggio fatti di soli esempi musicali tratti dalla letteratura strumentale dal '600 ad oggi.
Io mi trovo spesso a correggere allievi di pianoforte che "tengono" il tempo con il piede, è antiestetico e poi...quando arriva il passaggio difficile rallentano col piede!
É un approccio che ha dei pro e dei contro.
Io personalmente non obbligo a muovere le mani, ma se l'allievo vuole allora con prassi tradizionale: 1 in basso, l'ultimo in alto, il penultimo a destra per chi solfeggia col destro, a sinistra per i mancini (in pratica il penultimo fuori dal corpo).
Certo, capita chi si inventa "novità" per non insegnare.
  • vin_roma
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20-10-19 23.57

@ Asterix
Lo studio del solfeggio è cambiato negli ultimi anni: tende sempre di più alla "lettura musicale" e meno alla pura suddivisione.
Anche i nomi cambiano: non è più corso di teoria e solfeggio ma corso di "lettura musicale".
I testi tendono ad avere indicazioni di agonica e dinamica, nonché indicazioni espressive e di articolazione, spesso sono indicate legature di frase.
Con questa impostazione l'allievo deve imparare ad avere una visione di insieme della frase musicale e riproporla con la voce, con i relativi staccati, dinamiche, etc...è un approccio più "strumentale", di immaginare cioè l'esecuzione.
A tale proposito si cerca di evitare la ripetizione della sillaba nei tempi forti (ad esempio il do di 4/4 solfeggiato Do-o-o-o) e si consiglia anche di non pronunciare le pause, o comunque di farlo sottovoce in quanto non sono parti "attive" della frase.
In questo contesto di studi il movimento della mano è opzionale e a volte fuorviante, in quanto non ci sarà al momento della effettiva lettura allo strumento.
Si punta di più all'educare il senso ritmico interno, solfeggiando con i giusti accenti.
Ci sono testi di solfeggio fatti di soli esempi musicali tratti dalla letteratura strumentale dal '600 ad oggi.
Io mi trovo spesso a correggere allievi di pianoforte che "tengono" il tempo con il piede, è antiestetico e poi...quando arriva il passaggio difficile rallentano col piede!
É un approccio che ha dei pro e dei contro.
Io personalmente non obbligo a muovere le mani, ma se l'allievo vuole allora con prassi tradizionale: 1 in basso, l'ultimo in alto, il penultimo a destra per chi solfeggia col destro, a sinistra per i mancini (in pratica il penultimo fuori dal corpo).
Certo, capita chi si inventa "novità" per non insegnare.
E' un andazzo che non mi piace.
Il rigore nella teoria crea punti fermi che rimangono indelebili e proficui nel futuro, specialmente se si vuole affrontare la musica professionalmente, poi suonare è un'altra cosa ma verrà sicuramente più facile e sicuro con un bagaglio serio e approfondito.
  • orange1978
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21-10-19 01.46

@ vin_roma
E' un andazzo che non mi piace.
Il rigore nella teoria crea punti fermi che rimangono indelebili e proficui nel futuro, specialmente se si vuole affrontare la musica professionalmente, poi suonare è un'altra cosa ma verrà sicuramente più facile e sicuro con un bagaglio serio e approfondito.
ha ragione asterix, il solfeggio alla vecchia maniera non dico sia dannoso ma non lo considero assolutamente una materia che sviluppa musicalità, anzi spesso va a fare danni.

l'esempio per dire del direttore d'orchestra che suddivide come dici tu in maniera analoga o quasi al solfeggio parlato...ok ma che ci azzecca, il direttore non solfeggia! non legge...o meglio conosce il brano, a volte da sguardi alla partitura ma in sostanza guida l'orchestra dando indicazioni, accenti, agogica, dinamiche....ma non "enuncia" le note a voce alta ne tantomeno canta!

nel parlato devi invece pronunciare la nota giusta al momento giusto, a tempo, tutto questo ci metti anche al dover pensare pure alla mano! bah, è un esercizio quasi(secondo me) fine a se stesso, importante per me è che intanto chi studia sappia nella testa come suddividere i valori, che abbia cognizione del tempo e del ritmo, ripeto ma nella mente non nella mano!

oggi si tende appunto a rendere il solfeggio parlato piu un "cantato a metà" ossia, solfeggiare con un suono solo, indefinito, in modo da capire bene la durata reale, come se fossi uno strumento, che con la vecchia tecnica dooo ooo ooo oooorrrr eeee eeeee eeeeemiiii.....che caxxo è? nessuno strumento fa doooooo ooooo oooo oooo (a parte un pad con la sidechain)

oggi quindi si tende a vedere il parlato come lettura musicale, un anticamera del cantato che, forse, è il punto di arrivo piu importante....se vedi una partitura e sai intonarla come se fossi uno strumento leggendola in realtime sei cubase, piu di cosi, la musica è questa alla fine, vedere uno spartito e cantarlo/capirlo a prima vista, come se leggessimo una poesia o prosa (nei limiti umani ovviamente...)

quindi io personalmente vincenzo mi preoccuperei di piu di altri aspetti se fosse mio figlio, parlo di come viene impostato allo strumento, di come gli si fa affrontare il cantato, del trasporto...del parlato si vabbè, ci sono nazioni al mondo in cui nemmeno si pratica eppure suonano mostruosamente, non penso quindi che praticare il parlato suddividendo in un modo tradizionale (due battere giu, sinistra, destra), moderno o contemporaneo, possa incidere molto sulla futura carriera musicale! il rigore sulla teoria ok, punti fermi va bene, ma senza esagerare secondo me.
  • vin_roma
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21-10-19 05.56

@ orange1978
ha ragione asterix, il solfeggio alla vecchia maniera non dico sia dannoso ma non lo considero assolutamente una materia che sviluppa musicalità, anzi spesso va a fare danni.

l'esempio per dire del direttore d'orchestra che suddivide come dici tu in maniera analoga o quasi al solfeggio parlato...ok ma che ci azzecca, il direttore non solfeggia! non legge...o meglio conosce il brano, a volte da sguardi alla partitura ma in sostanza guida l'orchestra dando indicazioni, accenti, agogica, dinamiche....ma non "enuncia" le note a voce alta ne tantomeno canta!

nel parlato devi invece pronunciare la nota giusta al momento giusto, a tempo, tutto questo ci metti anche al dover pensare pure alla mano! bah, è un esercizio quasi(secondo me) fine a se stesso, importante per me è che intanto chi studia sappia nella testa come suddividere i valori, che abbia cognizione del tempo e del ritmo, ripeto ma nella mente non nella mano!

oggi si tende appunto a rendere il solfeggio parlato piu un "cantato a metà" ossia, solfeggiare con un suono solo, indefinito, in modo da capire bene la durata reale, come se fossi uno strumento, che con la vecchia tecnica dooo ooo ooo oooorrrr eeee eeeee eeeeemiiii.....che caxxo è? nessuno strumento fa doooooo ooooo oooo oooo (a parte un pad con la sidechain)

oggi quindi si tende a vedere il parlato come lettura musicale, un anticamera del cantato che, forse, è il punto di arrivo piu importante....se vedi una partitura e sai intonarla come se fossi uno strumento leggendola in realtime sei cubase, piu di cosi, la musica è questa alla fine, vedere uno spartito e cantarlo/capirlo a prima vista, come se leggessimo una poesia o prosa (nei limiti umani ovviamente...)

quindi io personalmente vincenzo mi preoccuperei di piu di altri aspetti se fosse mio figlio, parlo di come viene impostato allo strumento, di come gli si fa affrontare il cantato, del trasporto...del parlato si vabbè, ci sono nazioni al mondo in cui nemmeno si pratica eppure suonano mostruosamente, non penso quindi che praticare il parlato suddividendo in un modo tradizionale (due battere giu, sinistra, destra), moderno o contemporaneo, possa incidere molto sulla futura carriera musicale! il rigore sulla teoria ok, punti fermi va bene, ma senza esagerare secondo me.
Andre'

Se non avesi fatto solfeggio come si deve, a 17/18 anni non andavo nelle più prestigiose scuole di danza (Opera, Renato Greco) perché ogni giorno c'era da leggere al volo frammenti di balletti complicatissimi, a 25 anni non avrei retto la botta difronte a Bernestein o Rostropovic che dirigevano se non avessi imparato il perché la musica la si suddivide in un certo modo, avrei visto solo delle mani svolazzare senza senso, ma io fortunatamente lo sapevo dove stava il battere e che il penultimo movimento era sempre fuori, me l'avevano insegnato, e pesantemente, proprio perché, pensa te, potessi affrontare la musica senza timori.

Oooh, so di allievi di miei amici insegnanti in conservatorio, che cappottano su una sincope o non sanno come si suddivide una terzina in due tempi...
Ooooh!!!!???
  • Asterix
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21-10-19 09.12

@ vin_roma
Andre'

Se non avesi fatto solfeggio come si deve, a 17/18 anni non andavo nelle più prestigiose scuole di danza (Opera, Renato Greco) perché ogni giorno c'era da leggere al volo frammenti di balletti complicatissimi, a 25 anni non avrei retto la botta difronte a Bernestein o Rostropovic che dirigevano se non avessi imparato il perché la musica la si suddivide in un certo modo, avrei visto solo delle mani svolazzare senza senso, ma io fortunatamente lo sapevo dove stava il battere e che il penultimo movimento era sempre fuori, me l'avevano insegnato, e pesantemente, proprio perché, pensa te, potessi affrontare la musica senza timori.

Oooh, so di allievi di miei amici insegnanti in conservatorio, che cappottano su una sincope o non sanno come si suddivide una terzina in due tempi...
Ooooh!!!!???
Scusami Vincenzo, non sono d'accordo, il decadimento della didattica non dipende dal metodo, ma dagli insegnanti che non hanno voglia di insegnare e si accontentano degli scarsi risultati degli allievi.
Nei manuali di lettura della musica moderni la teoria è spiegata in maniera precisa, rigorosa e dettagliata.
Per la suddivisione sono spesso presenti esempi di parti di percussioni (timpani, rullanti, etc...) tratti da parti orchestrali.
É ovvio che se vuoi studiare percussioni ti devi prendere in Dante-Agostini.
Anch'io ho cominciato con il "Bona - metodo per la suddivisione", per poi farmi i 3 volumi del "Pozzoli" per l'esame di teoria e solfeggio...ma apprezzo anche metodi alternativi.
Trovo bello il metodo di lettura musicale di "Delfrati - Ferri" che è suddiviso in 2 volumi: quello della teoria e quello delle letture.
Ha l'indubbio pregio di metterti da subito a contatto con materiale musicale reale e non costruito a tavolino, certo è un metodo che presuppone più lavoro da parte dell'insegnante.
Paradossalmente con il Pozzoli più anche limitarti ad assegnare un esercizio a settimana e controllare che l'allievo l'abbia imparato.
Prevedono anche duetti ritmici in cui la classe viene divisa in due parti con 2 figurazioni diverse.
...se uno si cappotta su una sincope non dipende dal metodo usato...
Ciao.
Stefano.

P.S. Anch'io ho suonato in orchestra: 7 anni coi "Rondò Veneziano" con Giampiero Reverberi, come tastierista aggiunto all' Orchestra Verdi di Milano, poi con l'Orchestra Classica di Alessandria...
  • orange1978
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21-10-19 10.28

vin_roma ha scritto:
Se non avesi fatto solfeggio come si deve, a 17/18 anni non andavo nelle più prestigiose scuole di danza (Opera, Renato Greco) perché ogni giorno c'era da leggere al volo frammenti di balletti complicatissimi, a 25 anni non avrei retto la botta difronte a Bernestein o Rostropovic che dirigevano se non avessi imparato il perché la musica la si suddivide in un certo modo,


tutto bello, ma dubito che la ragion di codesta bravura sia dipesa dal praticar il solfeggio parlato!

vin_roma ha scritto:
ma io fortunatamente lo sapevo dove stava il battere e che il penultimo movimento era sempre fuori, me l'avevano insegnato, e pesantemente, proprio perché, pensa te, potessi affrontare la musica senza timori.


vedi nota sopra

vin_roma ha scritto:
so di allievi di miei amici insegnanti in conservatorio, che cappottano su una sincope o non sanno come si suddivide una terzina in due tempi...


...gli incapaci ci son sempre stati, prima, durante e dopo.
  • benjomy
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21-10-19 10.46

Petra ha scritto:
L'insegnamento ricevuto: 4/4, 2 in battere, il 3 a sinistra ed il 4 a destra. 3/4, 2 in battere il 3 a sinistra. 2/4, 1 in battere ed il 2 a sinistra.

a me l'hanno insegnato così (conservatorio milano)
  • orange1978
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21-10-19 10.53

@ benjomy
Petra ha scritto:
L'insegnamento ricevuto: 4/4, 2 in battere, il 3 a sinistra ed il 4 a destra. 3/4, 2 in battere il 3 a sinistra. 2/4, 1 in battere ed il 2 a sinistra.

a me l'hanno insegnato così (conservatorio milano)
qst è l'impostazione piu vecchia, nn ricordo il nome...lo spiegano bene pozzoli e anche gentilucci.