10-05-21 02.12
Mi piace molto la discussione che avete iniziato, vi ringrazio davvero tutti per i molti spunti di riflessione che mi state fornendo.
Forse però è il caso che chiarisca meglio un paio di punti, leggendo alcune frasi credo che potrei aver formulato male la mia richiesta.
Intanto, definirmi musicista è fin troppo generoso.
Jazzista men che meno. Figuriamoci poi i paragoni con Jarrett, Peterson o Tatum!!
Io più che altro pigio i tasti bianchi e neri, ma in compenso ho imparato quel poco di gusto da riuscire comunque a farti credere che ciò che sto facendo ha un senso..
L’orecchio funziona, il linguaggio più o meno anche, ma negli ultimi anni temo di essermi un po’ “impigrito”. Per due motivi, principalmente.
In prima battuta, abituato da sempre a suonare con altri e mai da solo, ho imparato a muovermi nella mia dimensione, ma mi è complicato uscirne. Ora che suono a casa da solo, quello che funzionava suonando in gruppo è chiaramente difettoso, nel senso proprio di “mancante di qualcosa”, visto che non ci sono più quelli che quel qualcosa (ritmica, bassi, linea melodica..) lo mettevano al posto mio.
In secondo luogo, mi sono accorto che fare sempre le stesse cose ha attivato automatismi e me ne ha fatti disimparare altri.
Come ha ben detto Asterix, la mia sinistra, relegata per anni ad accordi e ritmica, manca oggi di articolazione ed indipendenza.
Esempio, Maple Leaf Rag la suonavo tranquillamente da ragazzo, poi vai a sapere perché non l’ho più suonata. Ho ripreso gli spartiti, e ho dovuto praticamente impararla di nuovo da capo. Soprattutto, c’è voluto tempo a far ricordare alla mano sinistra quello che deve fare, e ancora qualche nota la sbaglio.
Dunque per riacquistare, o imparare ex novo, alcune caratteristiche di cui mi sono scoperto carente, mi sembrava una buona idea “costringere” le mani ad eseguire dei brani esattamente come sono scritti, senza farle rifugiare in quello che sanno già fare.
Da qui l’idea di provare con dei brani di classica, che mi piace e ascolto volentieri, ma con cui non mi sono mai misurato veramente. Non è che voglio di botto trasformarmi in un pianista classico, non miro nemmeno tanto alla perfezione e pulizia tecnica o a voler imparare l’esatta pronuncia, né come detto aspiro a iniziare un percorso didattico strutturato per diventare concertista.
E’ ovvio che, se non l’ho suonata finora, non è quella “my cup of tea”. Certo che mi piacerebbe saper fare l’Hungarian Rhapsody di Liszt, chi non vorrebbe?? Ma non è quello l’obiettivo.
In realtà spero solo di migliorare, imparare qualcosa di nuovo, e divertirmi mentre ci provo!