Voglio studiare qualcosa di classica. Mi aiutate?

  • divicos
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08-05-21 17.45

Amici, vi chiedo consigli per crearmi un piano di studi.

Ho inziato a studiare il piano da giovanissimo (5 anni), ma ho da subito avuto una certa idiosincrasia per la classica, per il solfeggio, per la lettura a prima vista e per la corretta diteggiatura emo
Insomma, mi mancava tutto ciò che serve ad un pianista che si possa definire tale! emo Entrare in un conservatorio era fuori discussione, vista l'attitudine, quindi non ho mai avuto una formazione classica.

Mi ha salvato il precoce incontro con il jazz, con l'improvvisazione, e l'aver subito iniziato, grazie ad un illuminato maestro di chitarra e direttore della scuola di musica che ho frequantato dagli 8 ai 19 anni, a suonare insieme ad altri musicisti, sia coetanei sia più grandi e ben più dotati di me. Ed ho quindi, negli anni, macinato e suonato in gruppo gran parte degli standard del genere, con i Real Book come bibbia suprema, arrivando anche a discreti risultati (a 17 anni suonavo decentemente Spain, ben ispirato ed aiutato anche dal Rhodes Mark II che mi portavo in giro..). In piano solo, giusto i classiconi del ragtime.

Intorno ai 20 anni, causa università, ho smesso di studiare con un maestro ma ho continuato a suonare con gruppi vari, jazz, blues, rock e reggae.

Oggi di anni ne ho 36, e sento la necessità di acquisire un minimo di quella formazione classica che non ho mai avuto.
Ho preso in mano da un paio di settimane il Notturno op9 n2 di Chopin, e sto lentamente iniziando a farlo sembrare esatto.emo

E nel frattempo, visto che quel notturno sembra più o meno alla mia portata, ho ordinato questo.

Non ho proprio idea del percorso "naturale" di un pianista classico.
Ma a parte cercare tra i programmi di studi dei conservatori, vi chiedo:
- Può andare bene iniziare con Chopin? Sto saltando qualcosa di fondamentale?
- Esistono eventualmente pubblicazioni specifiche, che comprendano i brani diciamo così "da programma", senza dover acquistare le monografie di ogni singolo autore?
- Avete consigli su qualcosa di facilmente accessibile e comunque soddisfacente da suonare, che mi aiuti a mantenere la mia voglia di studiare classica con il rinforzo positivo del risultato?emo

Grazie a chiunque mi voglia dare una mano!emo
  • paolo_b3
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08-05-21 18.22

@ divicos
Amici, vi chiedo consigli per crearmi un piano di studi.

Ho inziato a studiare il piano da giovanissimo (5 anni), ma ho da subito avuto una certa idiosincrasia per la classica, per il solfeggio, per la lettura a prima vista e per la corretta diteggiatura emo
Insomma, mi mancava tutto ciò che serve ad un pianista che si possa definire tale! emo Entrare in un conservatorio era fuori discussione, vista l'attitudine, quindi non ho mai avuto una formazione classica.

Mi ha salvato il precoce incontro con il jazz, con l'improvvisazione, e l'aver subito iniziato, grazie ad un illuminato maestro di chitarra e direttore della scuola di musica che ho frequantato dagli 8 ai 19 anni, a suonare insieme ad altri musicisti, sia coetanei sia più grandi e ben più dotati di me. Ed ho quindi, negli anni, macinato e suonato in gruppo gran parte degli standard del genere, con i Real Book come bibbia suprema, arrivando anche a discreti risultati (a 17 anni suonavo decentemente Spain, ben ispirato ed aiutato anche dal Rhodes Mark II che mi portavo in giro..). In piano solo, giusto i classiconi del ragtime.

Intorno ai 20 anni, causa università, ho smesso di studiare con un maestro ma ho continuato a suonare con gruppi vari, jazz, blues, rock e reggae.

Oggi di anni ne ho 36, e sento la necessità di acquisire un minimo di quella formazione classica che non ho mai avuto.
Ho preso in mano da un paio di settimane il Notturno op9 n2 di Chopin, e sto lentamente iniziando a farlo sembrare esatto.emo

E nel frattempo, visto che quel notturno sembra più o meno alla mia portata, ho ordinato questo.

Non ho proprio idea del percorso "naturale" di un pianista classico.
Ma a parte cercare tra i programmi di studi dei conservatori, vi chiedo:
- Può andare bene iniziare con Chopin? Sto saltando qualcosa di fondamentale?
- Esistono eventualmente pubblicazioni specifiche, che comprendano i brani diciamo così "da programma", senza dover acquistare le monografie di ogni singolo autore?
- Avete consigli su qualcosa di facilmente accessibile e comunque soddisfacente da suonare, che mi aiuti a mantenere la mia voglia di studiare classica con il rinforzo positivo del risultato?emo

Grazie a chiunque mi voglia dare una mano!emo
Io ovviamente non ti so aiutare, ne riparliamo forse quando ho imparato Spain emoemoemo
Però ti esorto a proseguire per questa strada, anche se forse non riuscirai a diventare un concertista classico, perchè ove c'è musica c'è da imparare.
  • divicos
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08-05-21 18.44

@ paolo_b3
Io ovviamente non ti so aiutare, ne riparliamo forse quando ho imparato Spain emoemoemo
Però ti esorto a proseguire per questa strada, anche se forse non riuscirai a diventare un concertista classico, perchè ove c'è musica c'è da imparare.
Non essere modesto!
Hai gusto e mano, hai sicuramente da insegnarmi..

No, chiaro che non aspiro a diventare un concertista, mi accontenterei di saper suonare decentemente qualche brano.
Più che altro volendo migliorare ho pensato che cambiare genere e sperimentare qualcosa di totalmente nuovo fosse un ottimo modo.

PS. Suonare Spain in maniera credibile, specie se non si è da soli, non è una roba complicatissima.. avvicinarsi anche lontanamente a come la suonava Corea è un altro paio di maniche!emo
  • paolo_b3
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08-05-21 18.51

@ divicos
Non essere modesto!
Hai gusto e mano, hai sicuramente da insegnarmi..

No, chiaro che non aspiro a diventare un concertista, mi accontenterei di saper suonare decentemente qualche brano.
Più che altro volendo migliorare ho pensato che cambiare genere e sperimentare qualcosa di totalmente nuovo fosse un ottimo modo.

PS. Suonare Spain in maniera credibile, specie se non si è da soli, non è una roba complicatissima.. avvicinarsi anche lontanamente a come la suonava Corea è un altro paio di maniche!emo
Sei gentile, grazie!

Si cambiare aiuta, per diversi aspetti, dona "tridimensionalità" alla tua preparazione e soprattutto ti rinfranca l'entusiasmo. Roba nuova, si cambia aria, è senza dubbio stimolante.

E' un concetto che ha espresso anche Bollani nell'intervista con Tino.
  • d_phatt
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08-05-21 20.02

@ divicos
Amici, vi chiedo consigli per crearmi un piano di studi.

Ho inziato a studiare il piano da giovanissimo (5 anni), ma ho da subito avuto una certa idiosincrasia per la classica, per il solfeggio, per la lettura a prima vista e per la corretta diteggiatura emo
Insomma, mi mancava tutto ciò che serve ad un pianista che si possa definire tale! emo Entrare in un conservatorio era fuori discussione, vista l'attitudine, quindi non ho mai avuto una formazione classica.

Mi ha salvato il precoce incontro con il jazz, con l'improvvisazione, e l'aver subito iniziato, grazie ad un illuminato maestro di chitarra e direttore della scuola di musica che ho frequantato dagli 8 ai 19 anni, a suonare insieme ad altri musicisti, sia coetanei sia più grandi e ben più dotati di me. Ed ho quindi, negli anni, macinato e suonato in gruppo gran parte degli standard del genere, con i Real Book come bibbia suprema, arrivando anche a discreti risultati (a 17 anni suonavo decentemente Spain, ben ispirato ed aiutato anche dal Rhodes Mark II che mi portavo in giro..). In piano solo, giusto i classiconi del ragtime.

Intorno ai 20 anni, causa università, ho smesso di studiare con un maestro ma ho continuato a suonare con gruppi vari, jazz, blues, rock e reggae.

Oggi di anni ne ho 36, e sento la necessità di acquisire un minimo di quella formazione classica che non ho mai avuto.
Ho preso in mano da un paio di settimane il Notturno op9 n2 di Chopin, e sto lentamente iniziando a farlo sembrare esatto.emo

E nel frattempo, visto che quel notturno sembra più o meno alla mia portata, ho ordinato questo.

Non ho proprio idea del percorso "naturale" di un pianista classico.
Ma a parte cercare tra i programmi di studi dei conservatori, vi chiedo:
- Può andare bene iniziare con Chopin? Sto saltando qualcosa di fondamentale?
- Esistono eventualmente pubblicazioni specifiche, che comprendano i brani diciamo così "da programma", senza dover acquistare le monografie di ogni singolo autore?
- Avete consigli su qualcosa di facilmente accessibile e comunque soddisfacente da suonare, che mi aiuti a mantenere la mia voglia di studiare classica con il rinforzo positivo del risultato?emo

Grazie a chiunque mi voglia dare una mano!emo
Ciao divicos,
Un programma di studio ben impostato non può, a mio (e non solo mio) avviso, mai prescindere da due cose:
- scale in tutte le tonalità, che probabilmente già conosci bene;
- Bach, Bach e ancora Bach... tantissimo Bach, partendo dai 23 pezzi "facili" (che facili non sono), o magari dalle invenzioni a due voci. E di Bach ce n'è per tutti, a tutti i livelli.

A questo, se ne hai il tempo, farebbe bene aggiungere qualche studio di quelli scelti tra i classici: Cramer, Pozzoli...anche Czerny anche se io i suoi non li sopportavo emo gli studi costringono a essere precisi, ordinati, a macinare tante note con sicurezza insomma. Esattamente come le due categorie precedenti.

Chopin, i romantici e i post romantici in generale vengono dopo...ma tu magari sei perfettamente in grado di aggiungerli subito.

Non ti farò il discorso maestro, non maestro, perché penso che già lo conosci perfettamente emo
  • divicos
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09-05-21 01.11

@ d_phatt
Ciao divicos,
Un programma di studio ben impostato non può, a mio (e non solo mio) avviso, mai prescindere da due cose:
- scale in tutte le tonalità, che probabilmente già conosci bene;
- Bach, Bach e ancora Bach... tantissimo Bach, partendo dai 23 pezzi "facili" (che facili non sono), o magari dalle invenzioni a due voci. E di Bach ce n'è per tutti, a tutti i livelli.

A questo, se ne hai il tempo, farebbe bene aggiungere qualche studio di quelli scelti tra i classici: Cramer, Pozzoli...anche Czerny anche se io i suoi non li sopportavo emo gli studi costringono a essere precisi, ordinati, a macinare tante note con sicurezza insomma. Esattamente come le due categorie precedenti.

Chopin, i romantici e i post romantici in generale vengono dopo...ma tu magari sei perfettamente in grado di aggiungerli subito.

Non ti farò il discorso maestro, non maestro, perché penso che già lo conosci perfettamente emo
Grazie mille per lo spunto!
Ho messo in carrello i 23 facili e le invenzioni a due voci.

E poi ho trovato questa raccolta di studi, dice per l’esame di compimento inferiore, di cui però non trovo un indice, e quest'altra pubblicazione, che invece ha l’indice tra le foto e in cui riconosco alcuni brani.

Che ne dici? Una delle due può andare?

Dopodiché direi che basta, già così ho lavoro per parecchi mesi!! emo
  • drmacchius
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09-05-21 12.53

@ divicos
Amici, vi chiedo consigli per crearmi un piano di studi.

Ho inziato a studiare il piano da giovanissimo (5 anni), ma ho da subito avuto una certa idiosincrasia per la classica, per il solfeggio, per la lettura a prima vista e per la corretta diteggiatura emo
Insomma, mi mancava tutto ciò che serve ad un pianista che si possa definire tale! emo Entrare in un conservatorio era fuori discussione, vista l'attitudine, quindi non ho mai avuto una formazione classica.

Mi ha salvato il precoce incontro con il jazz, con l'improvvisazione, e l'aver subito iniziato, grazie ad un illuminato maestro di chitarra e direttore della scuola di musica che ho frequantato dagli 8 ai 19 anni, a suonare insieme ad altri musicisti, sia coetanei sia più grandi e ben più dotati di me. Ed ho quindi, negli anni, macinato e suonato in gruppo gran parte degli standard del genere, con i Real Book come bibbia suprema, arrivando anche a discreti risultati (a 17 anni suonavo decentemente Spain, ben ispirato ed aiutato anche dal Rhodes Mark II che mi portavo in giro..). In piano solo, giusto i classiconi del ragtime.

Intorno ai 20 anni, causa università, ho smesso di studiare con un maestro ma ho continuato a suonare con gruppi vari, jazz, blues, rock e reggae.

Oggi di anni ne ho 36, e sento la necessità di acquisire un minimo di quella formazione classica che non ho mai avuto.
Ho preso in mano da un paio di settimane il Notturno op9 n2 di Chopin, e sto lentamente iniziando a farlo sembrare esatto.emo

E nel frattempo, visto che quel notturno sembra più o meno alla mia portata, ho ordinato questo.

Non ho proprio idea del percorso "naturale" di un pianista classico.
Ma a parte cercare tra i programmi di studi dei conservatori, vi chiedo:
- Può andare bene iniziare con Chopin? Sto saltando qualcosa di fondamentale?
- Esistono eventualmente pubblicazioni specifiche, che comprendano i brani diciamo così "da programma", senza dover acquistare le monografie di ogni singolo autore?
- Avete consigli su qualcosa di facilmente accessibile e comunque soddisfacente da suonare, che mi aiuti a mantenere la mia voglia di studiare classica con il rinforzo positivo del risultato?emo

Grazie a chiunque mi voglia dare una mano!emo
probabilmente hai buona disinvoltura nelle mani ma non hai una preparazione tecnica di stampo classico. Questo puó diventare un limite se vuoi preparare un repertorio pianistico classico.
Anche se hai la manualitá sufficiente per suonare pezzi complessi derl repertorio romantico e moderno (che per musicalitá ti verranno piú congeniali), ti consiglierei di fare un passo indietro cominciando dalle basi e non pensando a suonare i brani "per farli venire", come faresti con uno standard jazz prima di cominciare a improvvisarci sopra; bensi partirei con pezzi molto piú semplici rispetto a ció che la tua tecnica ti permetterebbe di fare, ma puntando a fare bene ció che per un pianista classico é fondamentale e che un jazzista che suona anche epiano e organo nemmeno guarda. Mi riferisco a legature, staccati, cadute, pulizia del suono, precisione ritmica.

Per far questo ti consiglio di cominciare con pezzi semplici dell´epoca polifonica e classica e parallelamente fare molti studi tecnici, anche piú difficili a cui la tua tecnica jazzistica ti avrá giá preparato, per eventualmente livellare deficit tecnici da un lato e per abituarti all´esecuzione classica dall´altro.

Io inizierei prendendo gli studi tipici dei primi anni in conservatorio (duvernoey, pozzoli, heller, czerny, craamer) facendoli piu o meno in fretta dalla base per capire a che livello tecnico sei. Parallelamente studierei pezzi classici molto piú semplici di ció che il tuo livello tecnico permetterebbe, ma li studierei con l´ottica di un concertista, ossia precisione tecnica, fedeltá dell´interpretazione al testo scritto, magari inidiando col libro di Maria maddalena, le invenzioni a due voci (che non sono facili neanche per il c****), le suite francesi di bach, e parallelamente sonatine di clementi e kuhlau o il primi volumi del Cesi-Marciano, che probabilmente sarai in grado di leggere a prima vista ma impiegherai settimane di studio per suonarli come verrebbe preteso da te a un esame in conservatorio.

Io sto facendo cosí
  • vin_roma
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09-05-21 14.33

Emanuele (drmacchius) ha detto cose sacrosante.

per affrontare il "classico", quando già si suona anche decentemente altri generi, bisogna tornare indietro e cercare il "minimo comune" tra ciò che si conosce e ciò di cui si ha bisogno.
Anche la Sonatina n° 3 di Clementi, per quanto facile, ha bisogno di sicurezza nelle scale, nelle ottave alternate, nelle cadute di polso, tutte cose che si affrontano con specifici esercizi di tecnica e studi appositi e per consigliarti le scelte giuste toccherebbe vedere la tua mano quando affronta un arpeggio, un ribattuto... e cominciare da dove si incontrano problemi.
  • drmacchius
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09-05-21 14.50

@ vin_roma
Emanuele (drmacchius) ha detto cose sacrosante.

per affrontare il "classico", quando già si suona anche decentemente altri generi, bisogna tornare indietro e cercare il "minimo comune" tra ciò che si conosce e ciò di cui si ha bisogno.
Anche la Sonatina n° 3 di Clementi, per quanto facile, ha bisogno di sicurezza nelle scale, nelle ottave alternate, nelle cadute di polso, tutte cose che si affrontano con specifici esercizi di tecnica e studi appositi e per consigliarti le scelte giuste toccherebbe vedere la tua mano quando affronta un arpeggio, un ribattuto... e cominciare da dove si incontrano problemi.
Grazie Vin, cerco solo di apprendere dai tuoi preziosi consigli
  • divicos
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09-05-21 15.08

drmacchius ha scritto:
Parallelamente studierei pezzi classici molto piú semplici di ció che il tuo livello tecnico permetterebbe, ma li studierei con l´ottica di un concertista, ossia precisione tecnica, fedeltá dell´interpretazione al testo scritto,

Esatto, hai centrato il punto!
L’idea è proprio quella di re-imparare un po’ di tecnica. Quindi sicuramente dovrò tornare un po’ indietro rispetto a ciò che mi sento in grado di fare, proprio per sviluppare la precisione e migliorare la lettura (in cui sono lento veramente! I real book hanno accordi e una linea melodica, che di solito nemmeno leggo perché bastano la tonalità e l’orecchio a dirmi dove andare emo)
Mi pare di capire che Bach in questo mi sarà d’aiuto.
Grazie anche a te per il prezioso consiglio.
  • divicos
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09-05-21 15.13

@ vin_roma
Emanuele (drmacchius) ha detto cose sacrosante.

per affrontare il "classico", quando già si suona anche decentemente altri generi, bisogna tornare indietro e cercare il "minimo comune" tra ciò che si conosce e ciò di cui si ha bisogno.
Anche la Sonatina n° 3 di Clementi, per quanto facile, ha bisogno di sicurezza nelle scale, nelle ottave alternate, nelle cadute di polso, tutte cose che si affrontano con specifici esercizi di tecnica e studi appositi e per consigliarti le scelte giuste toccherebbe vedere la tua mano quando affronta un arpeggio, un ribattuto... e cominciare da dove si incontrano problemi.
Grazie mille anche a te vin!!
Nemmeno io sono del tutto consapevole delle mie reali capacità, men che meno dei limiti.
Credo che inizierò intanto con quello che mi avete consigliato, per poi una volta chiarito meglio il livello tecnico di base di cui le mie mani sono capaci chiedere aiuto ad un maestro per segnalarmi errori di esecuzione o impostazione su cui concentrarmi.
  • drmacchius
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09-05-21 15.30

@ divicos
drmacchius ha scritto:
Parallelamente studierei pezzi classici molto piú semplici di ció che il tuo livello tecnico permetterebbe, ma li studierei con l´ottica di un concertista, ossia precisione tecnica, fedeltá dell´interpretazione al testo scritto,

Esatto, hai centrato il punto!
L’idea è proprio quella di re-imparare un po’ di tecnica. Quindi sicuramente dovrò tornare un po’ indietro rispetto a ciò che mi sento in grado di fare, proprio per sviluppare la precisione e migliorare la lettura (in cui sono lento veramente! I real book hanno accordi e una linea melodica, che di solito nemmeno leggo perché bastano la tonalità e l’orecchio a dirmi dove andare emo)
Mi pare di capire che Bach in questo mi sarà d’aiuto.
Grazie anche a te per il prezioso consiglio.
Io farei parallelamente gli studi e i brani facili. I manuali di studi li fai velocemente fino a trovare il il tuo livello tecnico o gli esercizi su cui hai difficoltá. Io prenderei sicuramente l’hanon e il secondo volume del Lebertrans e stark per la tecnica di base e la forza delle dita (che suonando altri generei o altre pesature non necessariamente è omogenea su tutte le dita e tutte le mani) . Poi o i manuali di Duvernoy o di Pozzoli (entrambi sono un po‘ ridottando, ma se vuoi fare le cose per bene e ti annoi con gli esercizi semplici puoi farli entrambi), di sicuro cherny. Su questo hai già tanto da lavorare perché sei a un livello del vecchio IV anno in conservatorio, che a meno che tu non sia Art Tatum è un livello tecnico elevatissimo per tutta la musica moderna. Il repertorio classico e polifonico non serve per la tecnica, ma per cominciare a suonare come un pianista classico, ossia non improvvisando una melodia, ma eseguendo una melodia come un autore voleva che si eseguisse. Vuol dire fare attenzione a cose che nel mondo moderno non esistono. Precisione ritmica, pulizia, ripetibilità dell‘esecuzione (nel senso suonare il pezzo sempre uguale), legature, lunghezza delle note Lunge, precisione col pedale. Per far questo non basta suonare il pezzo, ma bisogna essere in grado di suonarlo col metronomo mantenendo sempre la stessa diteggiatura e senza perdere il tempo o fare errori perché appunto si è sbagliata la diteggiatura oppure fare errori perché si sta andando a tempo.

Il repertorio classico e polifonico è pure la base per il Bebop, l‘hard bop, il cool jazz, ma il testo è scritto e immutabile e quindi l‘approccio tecnico è finalizzato a non farti fare errori per eseguirlo in modo corretto, invece che cambiare il brano per non fare errori.

Per questo ti dico di iniziare col libro di Maria Maddalena e le sonatine di clementi e kuhlau. Probabilmente riuscirai a suonarle a prima vista, ma se vorrai eseguirle alla „horowitz“ ci dovrai studiare molto a lungo. Riuscire a fare interpretazione personale su Bach e scarlatti e ancora più difficile, ma hydin, Mozart, clementi, Dussek sono ideali per capire la differenza tra suonare da classici e suonare da jazzisti. Non inizierei con invenzioni e suite se non provieni da una impostazione classica. Solo dopo che ti sei fatto il Duvernoy a velocità di metronomo indicata e dopo l‘opera 36 di clementi e 55 di Kuhlau passerei al polifonico vero. Il libro di Maria Maddalena è molto più semplice e serve più che altro per avere pezzi brevi su cui cominciare a studiare in modo preciso.


Se poi suoni come Keith veramente fai quanto ti ho detto in due settimane e riesci a studiarti tutte le invenzioni a due voci a livello d‘esame in conservatorio in due settimane
  • wildcat80
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09-05-21 15.42

Ti racconto una storielle.
Dagli 8 ai 15 anni ho fatto scuola sci sciando tantissimo, tipo 3 settimane bianche all'anno e quasi tutti i weekend.
Avevo quasi finito tutto il percorso, poi ovviamente ho deciso che ero bravissimo e ho smesso.
A 18 con un po' più di buonsenso mi sono reso conto che fra essere capaci a sciare ed essere sciatori provetti c'è un sottile confine che si chiama tecnica, cosa con cui mi sono scontrato con l'avvento degli sci sciancrati (carving), così mi sono rimesso sotto con la scuola.
Ed è stato inizialmente un incubo: eravamo un gruppetto di amici che venivano giù come dei razzi da qualunque pendenza e con qualunque fondo, ghiaccio, misto fango, tutto si affrontava con (eccessiva) confidenza, ho dovuto ricominciare da conduzione e superconduzione, dalla sciata tipo sigla iniziale di Vacanze di Natale che ovviamente vedevo come superata.
Reimpostare tutto, saper condurre lo sci tradizionale e riportare sul nuovo tipo di sci, che se non lo conduci è molto più faticoso e pericoloso, se lo sai condurre e sei allenato diventa un giochetto.
Così in un paio d'anni, ovviamente arrivando alla stagione pronto fisicamente, ho concluso il percorso con tutte le stellette dell', universo (ora sono 4 anni che non scio quindi lasciamo stare).
Per te, ma anche per me del resto, è la stessa cosa se parliamo di pianoforte.
Sarà una discreta rottura, farai fatica perché dovrai riprogrammare completamente i tuoi pattern motori che hai automatizzato negli anni, e i vari escamotage (inconsci) messi a punto in mancanza di esercizio scolastico, ma nel giro di qualche tempo riuscirai a consolidare una tecnica tale da facilitarti tutto il resto.
Se posso darti un consiglio, sarebbe opportuno, per facilitare la ripresa, che ti dedicassi solo ed esclusivamente a quello: ma mi rendo conto che è impossibile, e che per facilitarti la ripresa, oltre alla guida di un insegnante, dovresti sempre suonare tutto con la stessa impostazione classica che vuoi recuperare, limitando ad esempio i pezzi più complessi in cui per forza di cose metti in atto dei compensi tecnici che andrebbero a cozzare con l'impostazione che vuoi recuperare.
Il nostro sistema nervoso è plastico, ma fatica molto quando si cerca di riscrivere dei pattern motori errati ma consolidati.
Smonto un po' della poesia che ruota attorno alla musica: suonare non è solo arte, è un insieme di atti motori coordinati complessi, che puoi tranquillamente paragonare a gesti apparentemente lontanissimi come la pesistica olimpica, in cui il principale determinante è dato dal consolidamento di un movimento pulito ed esente da compensi. In soldoni, si tratta di ripetere i movimenti corretti, nulla di complicato in apparenza... Ma senza il giusto occhio esterno è impossibile capire se la direzione è quella giusta.
  • divicos
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09-05-21 16.06

drmacchius ha scritto:
sicuramente l’hanon

Ce l’ho
drmacchius ha scritto:
Pozzoli

E anche lui!
Comunque iniziando a studiare da bambino qualche manuale di base me l’hanno dovuto per forza di cose comprareemo.
Ok riprendo anche quelli!

E di nuovo grazie per tutto il resto che hai scritto, mi hai dato molto materiale su cui riflettere.

drmacchius ha scritto:
Se poi suoni come Keith

emoemoemo
emo
  • divicos
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09-05-21 16.13

wildcat80 ha scritto:
Se posso darti un consiglio, sarebbe opportuno, per facilitare la ripresa, che ti dedicassi solo ed esclusivamente a quello: ma mi rendo conto che è impossibile,

Sai, in realtà non faccio più prove ne’ sto suonando granché, accendo il piano solo a casa per mio diletto.. quindi in effetti potrei farlo! Nel senso che una volta che mi siedo invece di improvvisare e cazzeggiare potrei mettermi bello bello con i miei esercizi e fare solo quelli. emo
  • Asterix
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09-05-21 21.00

@ divicos
Amici, vi chiedo consigli per crearmi un piano di studi.

Ho inziato a studiare il piano da giovanissimo (5 anni), ma ho da subito avuto una certa idiosincrasia per la classica, per il solfeggio, per la lettura a prima vista e per la corretta diteggiatura emo
Insomma, mi mancava tutto ciò che serve ad un pianista che si possa definire tale! emo Entrare in un conservatorio era fuori discussione, vista l'attitudine, quindi non ho mai avuto una formazione classica.

Mi ha salvato il precoce incontro con il jazz, con l'improvvisazione, e l'aver subito iniziato, grazie ad un illuminato maestro di chitarra e direttore della scuola di musica che ho frequantato dagli 8 ai 19 anni, a suonare insieme ad altri musicisti, sia coetanei sia più grandi e ben più dotati di me. Ed ho quindi, negli anni, macinato e suonato in gruppo gran parte degli standard del genere, con i Real Book come bibbia suprema, arrivando anche a discreti risultati (a 17 anni suonavo decentemente Spain, ben ispirato ed aiutato anche dal Rhodes Mark II che mi portavo in giro..). In piano solo, giusto i classiconi del ragtime.

Intorno ai 20 anni, causa università, ho smesso di studiare con un maestro ma ho continuato a suonare con gruppi vari, jazz, blues, rock e reggae.

Oggi di anni ne ho 36, e sento la necessità di acquisire un minimo di quella formazione classica che non ho mai avuto.
Ho preso in mano da un paio di settimane il Notturno op9 n2 di Chopin, e sto lentamente iniziando a farlo sembrare esatto.emo

E nel frattempo, visto che quel notturno sembra più o meno alla mia portata, ho ordinato questo.

Non ho proprio idea del percorso "naturale" di un pianista classico.
Ma a parte cercare tra i programmi di studi dei conservatori, vi chiedo:
- Può andare bene iniziare con Chopin? Sto saltando qualcosa di fondamentale?
- Esistono eventualmente pubblicazioni specifiche, che comprendano i brani diciamo così "da programma", senza dover acquistare le monografie di ogni singolo autore?
- Avete consigli su qualcosa di facilmente accessibile e comunque soddisfacente da suonare, che mi aiuti a mantenere la mia voglia di studiare classica con il rinforzo positivo del risultato?emo

Grazie a chiunque mi voglia dare una mano!emo
Io ad un musicista non consiglierei esercizi puramente meccanici come l'hanon. Avrei anche dubbi per i volumi di Czerny perché non sempre progressivi al loro interni e una scelta antologica non consapevole può essere rischiosa. Sono utili per la tecnica sciolta, ma per chi "ricomincia" con la classica la difficoltà principale spesso é la sinistra, l'indipendenza delle mani e delle dita e l'unione/alternanza di più tecniche. Oltretutto c'è l'aspetto musicale: perché passare ore a fare esercizi quando si può migliorare facendo musica? Per me fondamentale Bach: minuetti, pezzi facili, invenzioni, sinfonie, suites, CBT. E poi il repertorio del Classicismo Viennese: sonate (non sonatine) di Clementi e Mozart. Si può partire dagli adagi, a volte il 2' movimento é un minuetto. Poi il romanticismo. Ci sono dei Valzer di Brahms che sono abbordabili, i pezzi infantili di Schumann, o alcuni preludi di Chopin...
  • drmacchius
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09-05-21 21.58

@ Asterix
Io ad un musicista non consiglierei esercizi puramente meccanici come l'hanon. Avrei anche dubbi per i volumi di Czerny perché non sempre progressivi al loro interni e una scelta antologica non consapevole può essere rischiosa. Sono utili per la tecnica sciolta, ma per chi "ricomincia" con la classica la difficoltà principale spesso é la sinistra, l'indipendenza delle mani e delle dita e l'unione/alternanza di più tecniche. Oltretutto c'è l'aspetto musicale: perché passare ore a fare esercizi quando si può migliorare facendo musica? Per me fondamentale Bach: minuetti, pezzi facili, invenzioni, sinfonie, suites, CBT. E poi il repertorio del Classicismo Viennese: sonate (non sonatine) di Clementi e Mozart. Si può partire dagli adagi, a volte il 2' movimento é un minuetto. Poi il romanticismo. Ci sono dei Valzer di Brahms che sono abbordabili, i pezzi infantili di Schumann, o alcuni preludi di Chopin...
Asterix io temo che più tanto più è diventato bravo a suonare musica moderna raggiungendo autonomia e disinvoltura suonando da solo, tanto più rischia che sia necessario l‘esercizio tecnico tedioso e lo studio „concertistico“ di brani estremamente più semplici di quelli che è abituato a suonare proprio per i motivi esposti da wildcat80 e perché altrimenti avrá la naturale tendenza a reinterpretare troppo ciò che suona. Il pezzo che leggi a prima vista ti permette di notare a colpo d‘occhio quanto devi studiare e quanto devi reimpostare la tecnica per ottenere il tocco adeguato, la pulizia e la precisione del gesto, imparare a interpretare entro margini di strettissimi di personalizzazione. Il prezzo complesso ti dá una marea di distrazioni e più è complesso meno si curerà gli aspetti in cui si è carente.

Se ha un’impostazione jazzistica da scuola tipo berkley gli studi di meccanica eterizzò primi anni in conservatorio se li mangia a colazione e dell‘hanon fa subito il Tremolo a 120 al quarto (come avrebbe fatto Oscar Peterson o Art tatun), ma se ha dei deficit tecnici si accorgerà che esercizi banali e semplicissimi saranno per lui molto difficili da eseguire in modo corretto come allo sportivo ultrapalestrato sembreranno faticosissimi gli esercizi coi mezzi kili ch gli fa fare il fisioterapista dopo un infortunio .

La musicalità la ha già, quando si stufa tanto si rimette a suonare ciò che ha sempre suonato. Adesso vuol cambiare genere e colmare lacune: non è un principiante che va incoraggiato e motivato con pezzi stimolanti.
  • FranzBraile
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09-05-21 22.43

drmacchius ha scritto:
La musicalità la ha già, quando si stufa tanto si rimette a suonare ciò che ha sempre suonato. Adesso vuol cambiare genere e colmare lacune: non è un principiante che va incoraggiato e motivato con pezzi stimolanti.

emo
  • Asterix
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09-05-21 22.49

@ drmacchius
Asterix io temo che più tanto più è diventato bravo a suonare musica moderna raggiungendo autonomia e disinvoltura suonando da solo, tanto più rischia che sia necessario l‘esercizio tecnico tedioso e lo studio „concertistico“ di brani estremamente più semplici di quelli che è abituato a suonare proprio per i motivi esposti da wildcat80 e perché altrimenti avrá la naturale tendenza a reinterpretare troppo ciò che suona. Il pezzo che leggi a prima vista ti permette di notare a colpo d‘occhio quanto devi studiare e quanto devi reimpostare la tecnica per ottenere il tocco adeguato, la pulizia e la precisione del gesto, imparare a interpretare entro margini di strettissimi di personalizzazione. Il prezzo complesso ti dá una marea di distrazioni e più è complesso meno si curerà gli aspetti in cui si è carente.

Se ha un’impostazione jazzistica da scuola tipo berkley gli studi di meccanica eterizzò primi anni in conservatorio se li mangia a colazione e dell‘hanon fa subito il Tremolo a 120 al quarto (come avrebbe fatto Oscar Peterson o Art tatun), ma se ha dei deficit tecnici si accorgerà che esercizi banali e semplicissimi saranno per lui molto difficili da eseguire in modo corretto come allo sportivo ultrapalestrato sembreranno faticosissimi gli esercizi coi mezzi kili ch gli fa fare il fisioterapista dopo un infortunio .

La musicalità la ha già, quando si stufa tanto si rimette a suonare ciò che ha sempre suonato. Adesso vuol cambiare genere e colmare lacune: non è un principiante che va incoraggiato e motivato con pezzi stimolanti.
Io temo che gli si voglia far perdere del gran tempo. Si consiglia Czerny ma senza dire cosa...l'op 740? Idem Pozzoli, che cosa? Io direi gli "studi di media difficolta", per intenderci quelli che dal 15' in poi vanno benne per in compimento inferiore, poi si mischia Douvernoy con Cramer...
Non si impara per incanto la pronuncia classica solo perché si macinano le note.
Bisogna capirla, e poi, viste eventuali carenze si colmano con studi specifici. Io mi chiedo come si faccia ancora a consigliare Hanon, io ne userei forse 3/4 esercizi specifici in caso servissero. Ok Horowitz ne era fan accanito, ma sono altri discorsi. Sono polemico stasera, la didattica é una cosa seria, già parlarne in un forum é rischioso, senza cognizione di causa poi ancora di più.
Se é un musicista lo capisce da solo cosa va e cosa non va.
Io per assurdo gli farei fare, oltre a Bach, SOLO Mikrokosmos di Bartok, tutti e 6 i volumi.
  • divicos
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10-05-21 02.12

Mi piace molto la discussione che avete iniziato, vi ringrazio davvero tutti per i molti spunti di riflessione che mi state fornendo.

Forse però è il caso che chiarisca meglio un paio di punti, leggendo alcune frasi credo che potrei aver formulato male la mia richiesta.

Intanto, definirmi musicista è fin troppo generoso.
Jazzista men che meno. Figuriamoci poi i paragoni con Jarrett, Peterson o Tatum!! emo
Io più che altro pigio i tasti bianchi e neri, ma in compenso ho imparato quel poco di gusto da riuscire comunque a farti credere che ciò che sto facendo ha un senso..emo

L’orecchio funziona, il linguaggio più o meno anche, ma negli ultimi anni temo di essermi un po’ “impigrito”. Per due motivi, principalmente.
In prima battuta, abituato da sempre a suonare con altri e mai da solo, ho imparato a muovermi nella mia dimensione, ma mi è complicato uscirne. Ora che suono a casa da solo, quello che funzionava suonando in gruppo è chiaramente difettoso, nel senso proprio di “mancante di qualcosa”, visto che non ci sono più quelli che quel qualcosa (ritmica, bassi, linea melodica..) lo mettevano al posto mio.
In secondo luogo, mi sono accorto che fare sempre le stesse cose ha attivato automatismi e me ne ha fatti disimparare altri.
Come ha ben detto Asterix, la mia sinistra, relegata per anni ad accordi e ritmica, manca oggi di articolazione ed indipendenza.
Esempio, Maple Leaf Rag la suonavo tranquillamente da ragazzo, poi vai a sapere perché non l’ho più suonata. Ho ripreso gli spartiti, e ho dovuto praticamente impararla di nuovo da capo. Soprattutto, c’è voluto tempo a far ricordare alla mano sinistra quello che deve fare, e ancora qualche nota la sbaglio.

Dunque per riacquistare, o imparare ex novo, alcune caratteristiche di cui mi sono scoperto carente, mi sembrava una buona idea “costringere” le mani ad eseguire dei brani esattamente come sono scritti, senza farle rifugiare in quello che sanno già fare.

Da qui l’idea di provare con dei brani di classica, che mi piace e ascolto volentieri, ma con cui non mi sono mai misurato veramente. Non è che voglio di botto trasformarmi in un pianista classico, non miro nemmeno tanto alla perfezione e pulizia tecnica o a voler imparare l’esatta pronuncia, né come detto aspiro a iniziare un percorso didattico strutturato per diventare concertista.
E’ ovvio che, se non l’ho suonata finora, non è quella “my cup of tea”. Certo che mi piacerebbe saper fare l’Hungarian Rhapsody di Liszt, chi non vorrebbe?? Ma non è quello l’obiettivo.

In realtà spero solo di migliorare, imparare qualcosa di nuovo, e divertirmi mentre ci provo!