Libro per imparare a improvvisare

  • elkikko
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07-12-19 13.09

Ciao a tutti! Conoscete qualche raccolta soft per imparare a improvvisare al pianoforte?
  • anonimo

07-12-19 13.37

i libri sono i dischi
  • simondrake
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08-12-19 10.44

@ elkikko
Ciao a tutti! Conoscete qualche raccolta soft per imparare a improvvisare al pianoforte?
Aebersold, anche qui. Non la si può definire soft, ma utile si. Ciao.
  • FranzBraile
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08-12-19 11.02

Il mio commento da "Cattivissimo me"
I libri/testi possono dare qualche indicazione sull'improvvisazione, ma l'improvvisazione come la parola stessa dice si improvvisa...
Se si fa tutta la trafila di studio... armonia, scale ecc l'improvvisazione ad un certo punto viene da sola viene dal dentro improvvisando.
Non si può partire dall'improvvisazione senza avere dietro le basi della musica... o mi sbaglio?
A scadenza regolare arriva sempre qualcuno che chiede come si improvvisa.... si studia, si rispettano le regole (che qualche libro può dare), si ascolta gli altri e si improvvisa... tutto qui! E non è per niente poco!
  • anonimo

08-12-19 11.24

@ FranzBraile
Il mio commento da "Cattivissimo me"
I libri/testi possono dare qualche indicazione sull'improvvisazione, ma l'improvvisazione come la parola stessa dice si improvvisa...
Se si fa tutta la trafila di studio... armonia, scale ecc l'improvvisazione ad un certo punto viene da sola viene dal dentro improvvisando.
Non si può partire dall'improvvisazione senza avere dietro le basi della musica... o mi sbaglio?
A scadenza regolare arriva sempre qualcuno che chiede come si improvvisa.... si studia, si rispettano le regole (che qualche libro può dare), si ascolta gli altri e si improvvisa... tutto qui! E non è per niente poco!
Sono d'accordo!
Conoscenza degli Accordi e delle Scale (Maggiori, minori naturali, minori armoniche, minori melodiche, Pentatoniche, Bebop, Blues, Diminuite, Modali ecc.) e tanta, tanta pratica, tanta esperienza (e tanti errori, all'inizio), per capire quali note, delle Scale o fuori dalle Scale, si possono suonare, su quali note terminare le frasi, quali "Licks" suonare, ecc. come già detto in un altro thread.

Penso non ci siano scorciatoie, altrimenti sarebbe come insegnare la Divina Commedia ad un bambino di 5 anni che non sa ancora leggere né scrivere. Prima bisogna imparare a leggere e scrivere (Accordi e Scale), poi, il resto, viene applicando le nozioni e mettendoci della fantasia (ad esempio componendo, sull'Armonia del brano, brevi frammenti melodici di senso compiuto). È difficile dare regole generali per l'improvvisazione perché dipende dall'Armonia del brano, dalle capacità, dalle conoscenze teoriche, dal gusto personale (io improvviso così, tu, invece, preferisci improvvisare in un altro modo...), dall'abitudine, dal genere musicale, dall'"impronta" che vuoi dare al brano, ecc...

Non so più chi dicesse: "L'Improvvisazione è una forma di Composizione molto veloce, mentre la Composizione è una forma di Improvvisazione molto lenta..."
  • dobermann103
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13-12-19 09.43

http://www.jazzitalia.net/lezioni.asp inizia a vedere qui, poi ci sono vari libri che ti fanno capire che l'improvvisazione non è una cosa a caz...bipp c'è una logica legata al gusto/pratica/ascolto.... ovvio che il consiglio è sempre di affidarsi ad un buon insegnante..come già detto i libri possono anche portarti fuori strada se non segui un percorso giusto. vedi altri post in merito
  • anonimo

13-12-19 11.28

The Jazz Piano Book e The Theory Book di Mark Levine dovrebbero essere disponibili online.

Poi ci sono decine di libri che, pur incompleti e talvolta persino fuorvianti, contengono cosncetti e spunti interessanti.

Sull'ascolto e trascrizione: indispensabili, ma se non si riesce ad "estrarre il concetto" da quello che si ascolta, ci si limiterà, almeno all'inizio, a suonare a pappagallo...e comunque senza una guida questo approccio rischia di essere poco efficiente e molto lungo.
  • Whoispink
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13-12-19 12.50

Non so improvvisare ma, a parte i libri, comincio a capirci qualcosa da quando ho seguito il Tino Carugati in queste lezioni (già segnalate da lucablu, che ringrazio, in un altro thread):

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  • anonimo

14-12-19 12.40

@ Whoispink
Non so improvvisare ma, a parte i libri, comincio a capirci qualcosa da quando ho seguito il Tino Carugati in queste lezioni (già segnalate da lucablu, che ringrazio, in un altro thread):

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Grazie al grande Tino Carugati! emo
  • darcast
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14-12-19 13.22

Ti confermo anche io di seguire Tino Carugati. Ci sono anche dei tutorial a pagamento che valgono tutti i soldi che costano.
Anni fa acquistai dei dvd di Gianni Rocci, Rock Keyboard vol 1 e 2. Il primo è piuttosto base, il secondo un po’ più avanzato. Entrambi comunque danno ottimi spunti.
Ultimamente seguo anche tale Jeff Schneider dal quale rubacchio idee interessanti.

Ad onore del vero però, molte cose che trovo in giro le condivido con il mio maestro che poi mi guida ed indirizza.
  • anonimo

14-12-19 20.31

continuate a parlare di libri, l'impro non si impara sui libri, come portare una frase, la dinamica, gli accenti ascoltate i dischi e suonateci sopra e confrontate le vostre frasi con quelle dei grandi, non con i pseudo maestri del tubo dovete ascoltare i grandi
  • maxpiano69
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14-12-19 23.45

@ anonimo
continuate a parlare di libri, l'impro non si impara sui libri, come portare una frase, la dinamica, gli accenti ascoltate i dischi e suonateci sopra e confrontate le vostre frasi con quelle dei grandi, non con i pseudo maestri del tubo dovete ascoltare i grandi
emo
  • darcast
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15-12-19 00.27

@ anonimo
continuate a parlare di libri, l'impro non si impara sui libri, come portare una frase, la dinamica, gli accenti ascoltate i dischi e suonateci sopra e confrontate le vostre frasi con quelle dei grandi, non con i pseudo maestri del tubo dovete ascoltare i grandi
Sul tubo ci sono sicuramente un sacco di pseudo maestri come giustamente dici, ma ci sono anche strepitosi talenti che grazie al web possono condividere la loro arte ed il loro sapere. Non farei di tutta l’erba un fascio.
  • anonimo

15-12-19 11.54

Ascoltare i grandi è fondamentale.

Però ci sono due punti importanti:

1) ascoltare e saper riprodurre non significa necessariamente capire.

2) e anche se alla fine si capisce, resta il fatto che magari ci sono metodi (che contemplano anche l’ascolto) più rapidi ed efficienti.
  • wildcat80
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15-12-19 12.27

Dico la mia. Ho un passato accademico come formazione classica (scuola privata prima, poi conservatorio), mentre per tutto il resto sono autodidatta.
La formazione classica fornisce strumenti teorici per capire e pratici per eseguire, ma è solo un punto di partenza. Senza la tecnica strumentale e le basi di teoria musicale strada se ne fa poca.
Oltre il classico c'è un mondo che va ascoltato, compreso, assimilato e interpretato.

Ascoltare: la parte facile. Neanche tanto. Cosa è conveniente ascoltare, per il genere che mi interessa?

Comprendere: già qui le cose si fanno più complicate. Bisogna riuscire a capire la forma, la struttura, il contesto tonale/modale/atonale in cui muovono i pezzi, estrapolare tanto i riff e i fraseggi di contorno quanto eventuali assoli. Entrare nella testa di chi ha composto e di chi ha interpretato

Assimilare: significa padroneggiare quel linguaggio e saperlo riproporre. Ascoltare e saper trascrivere una struttura immaginando e ideando eventuali sviluppi, saper suonare una data parte ritmica partendo solo dallo sviluppo armonico. La base per poter suonare insomma.

Interpretare: il culmine. Ti accompagno al piano, mi sparo anche l'assolo, scrivo un pezzo.

È un percorso che da soli è piuttosto difficile portare a compimento, l'ho imparato sulle mie spalle.

Qualche video può essere utile, qualche libro anche, magari se propone degli esercizi con partiture da sviluppare, avere una guida però rende tutto più semplice.
Anche perché, prima di arrivare a padroneggiare un genere, il percorso è piuttosto articolato.
Io ho solo una regola: il 90% passa per il blues.
Quello è la base della stragrande maggioranza della musica moderna. Il jazz arriva da lì, il rock anche.
Ma è solo un passo dopo lo studio classico.
  • anonimo

15-12-19 17.37

il consiglio ve l'ho dato poi fate un po' come caz vi pare emo
  • anonimo

15-12-19 18.19

Petrucciani

Siccome a scuoia non ci andavo, da scuola mi mandavano le cassette con le lezioni registrate, ma io nemmeno le ascoltavo, le cassette. Ci registravo sopra la musica che suonavo, così potevo riascoltarmi. Mi riascoltavo e calcolavo la differenza tra me e Bill Evans, che col piano ci faceva le magie, e sempre mi pareva lui più bravo.
  • anonimo

15-12-19 23.03

wildcat80 ha scritto:
Io ho solo una regola: il 90% passa per il blues.
Quello è la base della stragrande maggioranza della musica moderna. Il jazz arriva da lì, il rock anche.


Sono d'accordo! emo

Io ho imparato a improvvisare suonando in due Gruppi Blues: ovviamente, improvvisavo su Scale Blues e usando i vari "Licks", però, questo modo di improvvisare mi ha dato una certa prontezza ed una certa familiarità con scale e accordi in varie tonalità ed ha stimolato ed allenato la mia fantasia, perché in un Gruppo Blues composto da Voce, Basso, Batteria, Chitarra Elettrica e Pianoforte, gli unici strumenti che improvvisavano erano Chitarra e Pianoforte e quindi, in quasi ogni Brano, ero "costretto" ad "inventarmi" un'improvvisazione diversa in una tonalità diversa.

Ora, che non suono più Blues, ho comunque una certa facilità ad improvvisare, non più usando scale Blues (le uso solamente se voglio dare un'"impronta" Blues al brano), ma usando molti altri metodi (Scale Modali, Scale Diminuite, Arpeggi, Frasi melodiche ecc.) a seconda del pezzo che sto suonando. Ciò che voglio dire è che, secondo me, iniziare a suonare Blues, può essere un'ottima "palestra", può aprire la mente a chi non ha mai improvvisato in vita propria e abituarlo all'idea di poter comporre improvvisazioni anche in altri generi musicali.
  • anonimo

16-12-19 15.53

Imparare sul blues è ottimo, ma si rischia di diventare "schiavi delle pentatoniche"

La cosa base è imparare a suonare sugli accordi, con le tensioni e le risoluzioni. Poi suonare sugli accordi usando le cadenze (II V I).

Tripartizione della frase.

Gestione alternanza arpeggio-gradi congiunti.

Inversione moto (ascendente-discendente).

Cambiare armonia senza fermarsi.
  • wildcat80
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16-12-19 16.49

Secondo me il vero vantaggio del blues è che ti porta a ragionare su una struttura semplice, che ti porta a sviluppare una linea fluida, non so se rendo l'idea.
Poi ovvio che anche lì sia limitativo e porti a utilizzare cliché e scale ripetitivi, e che alla lunga possa stancare...
A me per esempio ha portato a detestare le settime di dominante, ma ce ne siamo fatto una ragione 😎