Behringer: tutto e il contrario di tutto...

  • wildcat80
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04-04-24 20.15

Beh ma bisogna anche ricordare che negli anni 70 poche variazioni timbriche e pedalare.
Faccio spesso riferimento ai concerti di De Andrè e PFM perché c'erano un mare di synth tutti suonati: Polymoog con presets, Rhapsody con presets ma con un paio di regolazioni da fare, Mini e Micromoog. Suoi Moog il lavoro era molto fino, il grosso lo faceva il filtro in auto oscillazione, un paio di lead flautati, un lead con le quadre battenti, e il suono più complesso, per così dire, era il bordone sotto l'intro di Volta la carta.
Gli strings erano pronti su una tastiera, il clavicembalo su un'altra, un lead su un synth, e così via... Qualche pausa fra i pezzi che probabilmente erano tattiche e non così casuali, tipo i vitellini di Felloni emo mentre Premoli prepara il lead di Rimini, e così via: il tempo c'era.
Oggi se usi un Model D dal vivo lo fai con lo stesso spirito, o no?
  • gerriphon
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04-04-24 22.56

@ wildcat80
Beh ma bisogna anche ricordare che negli anni 70 poche variazioni timbriche e pedalare.
Faccio spesso riferimento ai concerti di De Andrè e PFM perché c'erano un mare di synth tutti suonati: Polymoog con presets, Rhapsody con presets ma con un paio di regolazioni da fare, Mini e Micromoog. Suoi Moog il lavoro era molto fino, il grosso lo faceva il filtro in auto oscillazione, un paio di lead flautati, un lead con le quadre battenti, e il suono più complesso, per così dire, era il bordone sotto l'intro di Volta la carta.
Gli strings erano pronti su una tastiera, il clavicembalo su un'altra, un lead su un synth, e così via... Qualche pausa fra i pezzi che probabilmente erano tattiche e non così casuali, tipo i vitellini di Felloni emo mentre Premoli prepara il lead di Rimini, e così via: il tempo c'era.
Oggi se usi un Model D dal vivo lo fai con lo stesso spirito, o no?
Agli amanti dell’alba del Moog consiglio di leggere la storia di Walter (poi Wendy) Carlos. Pionieristico e geniale.
  • stesgarbi
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05-04-24 00.21

Roberto_Forest ha scritto:
il Pro 800 ora mi attira, ma nessuno qui l’ha preso?

Ciao, posseggo il Pro-800 da alcune settimane e ne sono soddisfatto.
Non è un sintetizzatore "di punta", di quelli che quando li senti ti fanno venire i brividi (Oberheim, Prophet ecc.) ma rimane un valido synth polifonico (otto voci) analogico puro, ben suonante, dotato di due oscillatori :VCO, filtri e inviluppi analogici.
Non ha effetti, ma questo secondo me può essere ritenuto un vantaggio, perchè mette in evidenza il suono per quello che è (si è sempre in tempo ad aggiungere un buon pedale chorus, reverbero delay ecc.).

L'errore che molti fanno è, da un lato, "schifarlo" a priori perchè ha il marchio Behringer e, dall'altro lato, acquistarlo aspettandosi prestazioni da Prophet 5/10 a meno di 400 euro.
Il P-800 in realtà nasce come "reface" di un synth originale degli anni '80 (il Prophet 600) che già all'epoca era di molto inferiore al Prophet 5 e quindi, come è ovvio, anche il clone odierno non può essere paragonato al fratello maggiore.
Oltretutto il Prophet 600 era venuto fuori proprio male, con un chip talmente scarso da non riuscire a gestire correttamente le funzioni del synth (oscillatori, filtri, inviluppi, LFO ecc.), che pure erano ridotte all'osso.
Il difetto venne tuttavia rettificato grazie ad una modifica hardware introdotta da GLI, che non solo incrementò la potenza del synth, ma introdusse anche funzioni aggiuntive che lo resero uno strumento ben suonante e più versatile, pur non raggiugendo il carattere e la grinta del Prophet 5 .
Il P-800 fortunatamente riprende quella modifica ed è dotato di un LFO dedicato (con 6 forme d'onda diverse) con funzioni di modulazione dei filtri, degli inviluppi e della forma d'onda pulsata (PWM), funzione "Poly Mod" (come nel P 5/10) che consente all' Osc B e all'inviluppo del filtro di modulare la frequenza dell' Osc A più il cutoff del filtro, funzione unisono a 1 oppure 8 voci "impilate", funzione "chord memory" che consente di suonare accordi premendo un solo tasto, arpeggiatore, sequencer polifonico a due tracce, generatore di rumore e possibilità di memorizzare fino a 400 suoni.

In questo synth nulla fa gridare al miracolo, ma il risultato sonoro è valido, come ci si aspetta da un sintetizzatore analogico.
Gli oscillatori sono solidi e suonano bene, con la possibilità di abbinare tre diverse forme d'onda (sawtooth, triangle e pulse). In particolare è interessante la possibilità di detunare un singolo oscillatore, sfruttando il ciclo continuo della pulse modulata con l'LFO ed abbinata ad una sawtooth (un po' come avviene nei Juno 60/106). Il secondo oscillatore può essere utilizzato come sub, o come "rafforzativo" del primo. L'aggiunta di un chorus ricrea suoni morbidi e pad con sonorità rolandiane.

Il filtro a 4 poli (24 db) autorisonante consente di ottenere suoni belli "grassocci", con una risonanza ben marcata.

Gli inviluppi sono un po' il punto debole del P 800.
Appena uscito, erano troppo lenti e questo impediva di ottenere bassi incisivi..
Con l'ultimo aggiornamento del firmware ie cose sono migliorate. Ora è possibile selezionare (da menu) inviluppi dall'attacco morbido o più scattosi che, pur rimanendo lontani dalla grinta ad esempio di un juno 106, consentono di riprodurre bassi decenti, nulla di eccezionale, ma utili in diverse situazioni.

In definitiva, il P-800 è un discreto synth analogico, dal carattere fondamentalmente "morbido", capace di produrre suoni caldi, pads avvolgenti e leads convincenti
Non eccelle nelle sonorità aggressive e snappy.
Ha soltanto un'uscita mono (come del resto i vecchi polifonici dei primi anni '80) ma con chorus o delay è facile dare al suono una dimensione stereofonica. Utilizzando un plugin di autopan in modalità random, opportunamente settato nei parametri di velocità ed intensità, sono riuscito a ricreare un effetto panning delle voci abbastanza comvincente.
Spero di esserti stato utile.
  • 1paolo
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05-04-24 06.31

@ stesgarbi
Roberto_Forest ha scritto:
il Pro 800 ora mi attira, ma nessuno qui l’ha preso?

Ciao, posseggo il Pro-800 da alcune settimane e ne sono soddisfatto.
Non è un sintetizzatore "di punta", di quelli che quando li senti ti fanno venire i brividi (Oberheim, Prophet ecc.) ma rimane un valido synth polifonico (otto voci) analogico puro, ben suonante, dotato di due oscillatori :VCO, filtri e inviluppi analogici.
Non ha effetti, ma questo secondo me può essere ritenuto un vantaggio, perchè mette in evidenza il suono per quello che è (si è sempre in tempo ad aggiungere un buon pedale chorus, reverbero delay ecc.).

L'errore che molti fanno è, da un lato, "schifarlo" a priori perchè ha il marchio Behringer e, dall'altro lato, acquistarlo aspettandosi prestazioni da Prophet 5/10 a meno di 400 euro.
Il P-800 in realtà nasce come "reface" di un synth originale degli anni '80 (il Prophet 600) che già all'epoca era di molto inferiore al Prophet 5 e quindi, come è ovvio, anche il clone odierno non può essere paragonato al fratello maggiore.
Oltretutto il Prophet 600 era venuto fuori proprio male, con un chip talmente scarso da non riuscire a gestire correttamente le funzioni del synth (oscillatori, filtri, inviluppi, LFO ecc.), che pure erano ridotte all'osso.
Il difetto venne tuttavia rettificato grazie ad una modifica hardware introdotta da GLI, che non solo incrementò la potenza del synth, ma introdusse anche funzioni aggiuntive che lo resero uno strumento ben suonante e più versatile, pur non raggiugendo il carattere e la grinta del Prophet 5 .
Il P-800 fortunatamente riprende quella modifica ed è dotato di un LFO dedicato (con 6 forme d'onda diverse) con funzioni di modulazione dei filtri, degli inviluppi e della forma d'onda pulsata (PWM), funzione "Poly Mod" (come nel P 5/10) che consente all' Osc B e all'inviluppo del filtro di modulare la frequenza dell' Osc A più il cutoff del filtro, funzione unisono a 1 oppure 8 voci "impilate", funzione "chord memory" che consente di suonare accordi premendo un solo tasto, arpeggiatore, sequencer polifonico a due tracce, generatore di rumore e possibilità di memorizzare fino a 400 suoni.

In questo synth nulla fa gridare al miracolo, ma il risultato sonoro è valido, come ci si aspetta da un sintetizzatore analogico.
Gli oscillatori sono solidi e suonano bene, con la possibilità di abbinare tre diverse forme d'onda (sawtooth, triangle e pulse). In particolare è interessante la possibilità di detunare un singolo oscillatore, sfruttando il ciclo continuo della pulse modulata con l'LFO ed abbinata ad una sawtooth (un po' come avviene nei Juno 60/106). Il secondo oscillatore può essere utilizzato come sub, o come "rafforzativo" del primo. L'aggiunta di un chorus ricrea suoni morbidi e pad con sonorità rolandiane.

Il filtro a 4 poli (24 db) autorisonante consente di ottenere suoni belli "grassocci", con una risonanza ben marcata.

Gli inviluppi sono un po' il punto debole del P 800.
Appena uscito, erano troppo lenti e questo impediva di ottenere bassi incisivi..
Con l'ultimo aggiornamento del firmware ie cose sono migliorate. Ora è possibile selezionare (da menu) inviluppi dall'attacco morbido o più scattosi che, pur rimanendo lontani dalla grinta ad esempio di un juno 106, consentono di riprodurre bassi decenti, nulla di eccezionale, ma utili in diverse situazioni.

In definitiva, il P-800 è un discreto synth analogico, dal carattere fondamentalmente "morbido", capace di produrre suoni caldi, pads avvolgenti e leads convincenti
Non eccelle nelle sonorità aggressive e snappy.
Ha soltanto un'uscita mono (come del resto i vecchi polifonici dei primi anni '80) ma con chorus o delay è facile dare al suono una dimensione stereofonica. Utilizzando un plugin di autopan in modalità random, opportunamente settato nei parametri di velocità ed intensità, sono riuscito a ricreare un effetto panning delle voci abbastanza comvincente.
Spero di esserti stato utile.
Grazie, bella recensione, molto esaustiva emo
  • SimonKeyb
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05-04-24 12.06

stesgarbi ha scritto:
Con l'ultimo aggiornamento del firmware ie cose sono migliorate. Ora è possibile selezionare (da menu) inviluppi dall'attacco morbido o più scattosi che, pur rimanendo lontani dalla grinta ad esempio di un juno 106, consentono di riprodurre bassi decenti, nulla di eccezionale, ma utili in diverse situazioni.

questa non l'ho capita. Se l'inviluppo come il VCA è analogico, come è possibile cambiarne il comportamento via software? non sarebbe dettato dalla componentistica?
  • stesgarbi
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05-04-24 13.02

SimonKeyb ha scritto:
Se l'inviluppo quindi il VCA è analogico, come è possibile cambiarne il comportamento via software?


Sul sito ufficiale della Behringer, il Pro-800 viene descritto come synth con "segnale analogico puro basato su autentici design VCO, VCF e VCA".
Premetto che non sono un tecnico dell'elettronica, quindi potrei sbagliarmi.
Il VCA in effetti è l'amplificatore del segnale prodotto dall'oscillatore, che poi viene inviato al filtro (VCF) il quale regola le bande di frequenza dello spettro sonoro del segnale amplificato.
Il tutto avviene inizialmente in modo statico.
Gli inviluppi (cioè le variazioni dinamiche nel tempo del volume e delle frequenze del filtro) vengono gestiti da generatori ADSR, che in questo caso presumo siano digitali.
Normalmente, nei synth troviamo almeno due generatori di inviluppo: uno per il volume del segnale ed uno per le frequenze di taglio del filtro, i quali possono anche interagire tra loro.
Quindi, penso che il P-800 abbia il VCA analogico con controlli ADSR digitali, aggiornabili via software.
Il principio dovrebbe essere simile a quello degli oscillatori DCO, che sono anch'essi analogici nella produzione del segnale ma con le variazioni di frequenza di oscillazione, in base alla nota premuta, controllate digitalmente (diversamente da quanto accade nei VCO, il cui controllo di frequenza è analogico).
  • SimonKeyb
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05-04-24 13.15

@ stesgarbi
SimonKeyb ha scritto:
Se l'inviluppo quindi il VCA è analogico, come è possibile cambiarne il comportamento via software?


Sul sito ufficiale della Behringer, il Pro-800 viene descritto come synth con "segnale analogico puro basato su autentici design VCO, VCF e VCA".
Premetto che non sono un tecnico dell'elettronica, quindi potrei sbagliarmi.
Il VCA in effetti è l'amplificatore del segnale prodotto dall'oscillatore, che poi viene inviato al filtro (VCF) il quale regola le bande di frequenza dello spettro sonoro del segnale amplificato.
Il tutto avviene inizialmente in modo statico.
Gli inviluppi (cioè le variazioni dinamiche nel tempo del volume e delle frequenze del filtro) vengono gestiti da generatori ADSR, che in questo caso presumo siano digitali.
Normalmente, nei synth troviamo almeno due generatori di inviluppo: uno per il volume del segnale ed uno per le frequenze di taglio del filtro, i quali possono anche interagire tra loro.
Quindi, penso che il P-800 abbia il VCA analogico con controlli ADSR digitali, aggiornabili via software.
Il principio dovrebbe essere simile a quello degli oscillatori DCO, che sono anch'essi analogici nella produzione del segnale ma con le variazioni di frequenza di oscillazione, in base alla nota premuta, controllate digitalmente (diversamente da quanto accade nei VCO, il cui controllo di frequenza è analogico).
si corretto, intendevo dire se tutta la catena è dichiarata analogica trovavo strano poter cambiare il comportamento di uno.

sono un profano di elettronica quindi passo la parola ad altri, è possibile avere un adsr digitale su catena analogica? proprio nell'ultimo stadio si digitalizza? strano. Cmq tu confermi un cambiamento del comportamento all'inviluppo
  • maxpiano69
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05-04-24 13.17

@ stesgarbi
SimonKeyb ha scritto:
Se l'inviluppo quindi il VCA è analogico, come è possibile cambiarne il comportamento via software?


Sul sito ufficiale della Behringer, il Pro-800 viene descritto come synth con "segnale analogico puro basato su autentici design VCO, VCF e VCA".
Premetto che non sono un tecnico dell'elettronica, quindi potrei sbagliarmi.
Il VCA in effetti è l'amplificatore del segnale prodotto dall'oscillatore, che poi viene inviato al filtro (VCF) il quale regola le bande di frequenza dello spettro sonoro del segnale amplificato.
Il tutto avviene inizialmente in modo statico.
Gli inviluppi (cioè le variazioni dinamiche nel tempo del volume e delle frequenze del filtro) vengono gestiti da generatori ADSR, che in questo caso presumo siano digitali.
Normalmente, nei synth troviamo almeno due generatori di inviluppo: uno per il volume del segnale ed uno per le frequenze di taglio del filtro, i quali possono anche interagire tra loro.
Quindi, penso che il P-800 abbia il VCA analogico con controlli ADSR digitali, aggiornabili via software.
Il principio dovrebbe essere simile a quello degli oscillatori DCO, che sono anch'essi analogici nella produzione del segnale ma con le variazioni di frequenza di oscillazione, in base alla nota premuta, controllate digitalmente (diversamente da quanto accade nei VCO, il cui controllo di frequenza è analogico).
Esattamente, in molti synth (anche del passato, esempio Jupiter 6 o Juno 106), gli inviluppi e spesso anche gli LFO sono generati via software dal microcontroller e inviati poi al DAC di turno che li converte nelle tensioni equivalenti che pilotano la destinazione analogica di turno (VCF; VCA; altro...).

La catena sonora principale OSC -> VCF -> VCA rimane analogica a tutti gli effetti, in quanto ad essere controllate digitalmente sono solo delle tensioni accessorie di controllo (che però chiaramente saranno più stabili e precise rispetto alle stesse tensioni di controllo generate per via analogica).
  • stesgarbi
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05-04-24 13.37

SimonKeyb ha scritto:
Cmq tu confermi un cambiamento del comportamento all'inviluppo

Il miglioramento c'è stato e si sente.
Sul tubo c'è il video di uno che ha riprodotto una batteria elettronica con il P-800, cosa che prima era impensabile..
C'è anche un video di Starsky che conferma il miglioramento.
Non ci si può certo aspettare lo "scatto" di un Juno 106, di un P5 o di un Minimoog, ma ora almeno è possibile ottenere bassi utilizzabili in molti contesti, anche gradevoli in quanto belli "cicciotti".
Possiamo dire. almeno questa volta: "meno male che gli ADSR sono digitali", perchè all'inizio gli inviluppi erano davvero troppo lenti e rendevano il synth un po' "loffio" emo
Peraltro, la procedura di aggiornamento è "a prova di stesgarbi" (emo ), cioè elementare: basta collegare il P800 via USB ad un computer connesso a internet, far partire l'applicazione Synthtribe scaricabile gratuitamente e selezionare il pulsante degli aggiornamenti. Il programma fa tutto da solo: ti identifica il synth tra i vari modelli, controlla se ci sono aggiornamenti disponibili e te li installa con un click.
  • mima85
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05-04-24 14.13

SimonKeyb ha scritto:
è possibile avere un adsr digitale su catena analogica?


Lo si fa dagli anni 80. I Juno 106 e Jupiter 6 citati da Maxpiano lo fanno, come lo fanno tutti i Roland JX, Alpha Juno e gli MKS analogici, l'Oberheim Matrix 6 e 1000 (forse anche il 12, mi pare che pure lui abbia gli inviluppi digitali) ed un sacco di altri synth analogici usciti dopo il 1982. E non solo gli inviluppi, ma anche gli LFO generalmente sono digitali, perlomeno se parliamo di synth polifonici. Sull'OB-8 per esempio gli inviluppi sono ancora analogici (è stato uno degli ultimi synth ad averli) ma gli LFO sono già digitali.

Gli ultimi polifonici ad avere inviluppi analogici sono stati appunto l'OB-8, il Jupiter 8, il Juno 60 ed il MemoryMoog. Forse anche l'ARP/Rhodes Chroma ed il Polaris, ma non ne sono sicuro, anzi il Chroma Polaris, che dei due Chroma era quello piccolino ed economico, forse pure lui li aveva già digitali.

Concettualmente ottenere la cosa è piuttosto semplice: invece di avere un circuito analogico che genera in modo fisico la tensione oscillante di un inviluppo o di un LFO, se ne fa calcolare il segnale al processore e lo si converte in analogico con un DAC. Inoltre, usando tecniche particolari per cui i segnali di controllo delle varie voci vengono sputati fuori dal DAC mescolati nel dominio del tempo, ed in seguito separati in prossimità della circuiteria delle voci ("time-based multiplexing" e rispettivamente "demultiplexing"), con un solo DAC si possono generare i segnali di controllo di più voci.

Lo stesso DAC tra l'altro è quello da cui, mescolati insieme a tutti gli altri segnali, escono anche le tensioni di controllo (CV) che pilotano gli oscillatori per fargli suonare le note desiderate, quelle che portano parametri come la durata di ogni stadio ADSR degli inviluppi, il cutoff del filtro e via dicendo. Questo segnale "segmentato", dove ogni segmento appunto è il valore di un singolo parametro in quel preciso istante, viene ripetuto per centinaia di volte ogni secondo, in modo da dare l'impressione di una modulazione dei parametri quanto più naturale e continua possibile. Quest'architettura basata su processore e DAC è stata introdotta col Prophet 5, il primo synth polifonico con memorie digitali. Anno 1979.

Con il progredire della velocità dei processori, a questi è stata progressivamente demandata anche la generazione di inviluppi ed LFO, inzialmente con risultati non sempre entusiasmanti. Infatti...

stesgarbi ha scritto:
Possiamo dire. almeno questa volta: "meno male che gli ADSR sono digitali", perchè all'inizio gli inviluppi erano davvero troppo lenti e rendevano il synth un po' "loffio"


...negli anni '80 ad essere più lenti erano proprio gli inviluppi digitali rispetto a quelli analogici, per via della velocità limitata dei processori di allora. Tant'è vero che quando sono apparsi gli inviluppi digitali su Jupiter 6 e Juno 106, una delle critiche principali a questi due synth era che i loro inviluppi non erano così scattanti e "punchy" come quelli delle precedenti iterazioni di queste macchine. Sul Prophet 600 poi la cosa era particolarmente tragica, perché lo Z-80 che lo muoveva era già tartassato a gestire pannello, memorie ed assegnazione delle voci, ed il metterlo in carico anche della generazione degli inviluppi e dell'LFO è stata una scelta infelice. Sui synth Roland perlomeno c'erano due o più CPU, quella principale dedicata a pannello e memorie, ed una secondaria dedicata alle voci (nel Jupiter 6 addirittura le CPU secondarie sono due, una per ognuna delle due schede voci). In questo modo si manteneva comunque una reattività accettabile per inviluppi ed LFO.

Oggi invece la situazione è radicalmente diversa, tant'è vero che non esistono più synth con inviluppi ed LFO analogici, perlomeno se parliamo di macchine polifoniche.
  • wildcat80
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05-04-24 15.35

Così tanto per, un amico mi ha proposto a una cifra assolutamente corretta un Pro 800 di pochissimi mesi, che secondo lui non ha i problemi di firmware noti.
I casi sono due: o non se n'è accorto, avendolo usato pochissimo è plausibile peraltro, oppure il problema firmware non è solamente un problema di software, ma c'è una qualche magagna fisica dietro, che renderebbe tutto molto più aleatorio: non deve essere per forza chissà quale problema, banalmente un assemblaggio perfettibile con connessioni ballerine che risentono della temperatura, chissà...
  • maxpiano69
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05-04-24 16.45

@ wildcat80
Così tanto per, un amico mi ha proposto a una cifra assolutamente corretta un Pro 800 di pochissimi mesi, che secondo lui non ha i problemi di firmware noti.
I casi sono due: o non se n'è accorto, avendolo usato pochissimo è plausibile peraltro, oppure il problema firmware non è solamente un problema di software, ma c'è una qualche magagna fisica dietro, che renderebbe tutto molto più aleatorio: non deve essere per forza chissà quale problema, banalmente un assemblaggio perfettibile con connessioni ballerine che risentono della temperatura, chissà...
Potresti andare a vederlo e verificare se ha l'ultimo firmware (e magari aiutarlo a fare l'update se non l'avesse), no?
  • wildcat80
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05-04-24 16.46

@ maxpiano69
Potresti andare a vederlo e verificare se ha l'ultimo firmware (e magari aiutarlo a fare l'update se non l'avesse), no?
Purtroppo non è quello di cui ti ho parlato, è a diverse centinaia di km da casa. Il firmware è aggiornato all'ultima release.
  • maxpiano69
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05-04-24 16.51

@ wildcat80
Purtroppo non è quello di cui ti ho parlato, è a diverse centinaia di km da casa. Il firmware è aggiornato all'ultima release.
Ah OK; pensavo fosse a portata di mano; allora davvero potrebbe essere un problema costruttivo (se solo di connettori si risolve presto, se invece è qualche componente "fallato" ...). Comunque visto il costo del nuovo o B-stock da negozio online, a meno che il risparmio non sia notevole, va bene l'amicizia ma io punterei a queste soluzioni...
  • Roberto_Forest
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05-04-24 17.44

E dove sarebbe?
  • wildcat80
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05-04-24 17.54

@ Roberto_Forest
E dove sarebbe?
Non c'è più emo
  • maxpiano69
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05-04-24 17.57

@ wildcat80
Non c'è più emo
Vuoi dire che il risparmio era notevole e... ? emo
  • wildcat80
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05-04-24 17.59

@ maxpiano69
Ah OK; pensavo fosse a portata di mano; allora davvero potrebbe essere un problema costruttivo (se solo di connettori si risolve presto, se invece è qualche componente "fallato" ...). Comunque visto il costo del nuovo o B-stock da negozio online, a meno che il risparmio non sia notevole, va bene l'amicizia ma io punterei a queste soluzioni...
Mi sono spiegato male.
Questo Pro 800 a detta del mio conoscente non ha problemi di instabilità.
Potrebbe non essersene accorto perché l'ha usato poco, improbabile ma possibile.
Oppure, visto che non tutti i Pro800 hanno il problema, non può essere una problematica software, deve esserci per forza un qualcosa a livello hardware, visto che il quality control è inesistente anche banali imprecisioni di assemblaggio, non per forza di cose difetti strutturali.
  • wildcat80
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05-04-24 18.00

@ maxpiano69
Vuoi dire che il risparmio era notevole e... ? emo
Un buon 25% di risparmio sulla finta offerta di Thomann
  • maxpiano69
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05-04-24 18.08

@ wildcat80
Mi sono spiegato male.
Questo Pro 800 a detta del mio conoscente non ha problemi di instabilità.
Potrebbe non essersene accorto perché l'ha usato poco, improbabile ma possibile.
Oppure, visto che non tutti i Pro800 hanno il problema, non può essere una problematica software, deve esserci per forza un qualcosa a livello hardware, visto che il quality control è inesistente anche banali imprecisioni di assemblaggio, non per forza di cose difetti strutturali.
Può essere oppure la qualità è costante ma poi semplicemente dipende dall'utente, quanto ne sa e/o si accorge di certi problemi e quindi li riporta o meno sui vari forum, ma è impossibile avere una statistica oggettiva.

Allora... ci farai sapere come va il tuo! emo
emo