Synth in live

greg 08-02-25 21.05
E' davvero l'epoca più ricca di sintetizzatori mai capitata sulla faccia della Terra e, col ritmo di produzione e progettazione di Behringer, andrà sempre più incrementandosi la possibilità di scelte a nostra disposizione (produttori, studi di registrazione, band, solisti etc.).
Parto dalla mia attuale esperienza; con gruppi esco utilizzando Modx 6+ Yamaha, un coltellino svizzero in scelte, possibilità, qualità soprattutto in layer, potrei spiegare cosa intendo; Akai MPC 61 con qualche buon plug in
soprattutto quando cerco QUEL SUONO vintage, Solina, Mellotron, Hammond, Mini, Juno, Odissey etc....infine suono in midi i piani elettrici e acustici su Acuna 88 oppure SL 73.
La domanda che vi pongo è questa: Utilizzate od utilizzeste, in un set semplice con max 2 tastiere,il secondo sinth tipo Opsix Korg, Novation Summit, MODWAVE kORG, Prophet, Oberheim.....e tutto ciò che non permette di avere suoni 'acustici' a mò di workstation?
Abbiamo attraversato gli anni '10 con la maggior parte di chi poteva permetterselo utilizzare due workstations-synth quali yamaha Montage con Korg Kronos ( oppure una delle due con un Clavia), e poco prima, magari Motif xf più un M3 Korg, oppure set simili con le scaled down di riferimento (moxf e Krome...M50).
Spero il motivo della mia domanda vi risuoni meno banale delle apparenze.
Fino agli anni '90 primi anni 2000 i produttori immettevano sul mercato quasi in contemporanea le versioni tastiera-rack. Per i più giovani riporto gli ultimi modelli: Fantom x ed xr Roland (dove il modulo riprendeva la parte synth esclusi i sequencers ed aggiungendo spesso la possibilità di aggiungere qualche scheda suoni in più), Motif XS Yamaha e XSR. Korg Triton e Triton rack che montava addirittura fino ad 8 schede suoni, correggetemi se sbaglio... Più poi tanti altri synth.
Roland produsse l'ultima versione del V Synth solo rack senza la versione tastiera ( GT).
Diciamo che io avevo addirittura tre porta rack, di cui uno solo mi accompagnava negli ultimi anni di attività (fino al 2008) su cui avevo caricati tutta una serie di effetti, da Focusrite trackmasterpro, Lexicon MPX 550, un Behringer per le cuffie etc. Poi avevo Motif ES rack e Fantom XR Roland, tutti e due imbottiti di espansioni.
Infatti, essendo spesso un onemanband che girava con una Tyros e una master MC 1000 76 Oberheim con tasti semipesati, su quel poco spazio che mi concedeva la master appoggiavo un SH 32 Roland, modulino utilissimo virtual analog.
Dai due moduli estraevo un arsenale di suoni incredibile e che avevo scelto io : DX 7 plug 150, acoustic piano e AN PLug 150, su Motif,oltre ai suoni interni, invece sul Fantom avevo le schede vintage synth, ultimate keys, Piano acustico srx,orchestral strings mi pare si chiamasse, più alcune vecchie JV che francamente non ricordo.
Per cui davvero riuscivo ad avere una palette completa e di ottima qualità, sarebbe un set validissimo tutt'oggi a cui aggiungerei solo un buon VST Hammond clone e Keyscape Spectrasonic....
Ecco. In giro vedo utilizzare quasi esclusivamente Clavia, che sia Nordstage o Nordelectro, abbinate talvolta a Hammond clone o Yamaha Montage o appunto Korg Kronos. Non ho notato nessuno, tra chi utilizza due tastiere, strumenti tipo Polybrute, Summit, Jupiter X, Sledge, Prophet, mi fermo, spero di aver reso l'idea.
Chiaro che poi si utilizza un computer con i vari Mainstage, Ableton etc...
Cioè, secondo voi chi usufruisce sei synth 'puri', solo in studio, solo produttori, solo matti che a casa hanno 100 synth?
Korg ha ripreso in un certo senso a produrre anche versioni rack, ma dal vivo chi si azzarderebbe a portare tipo una Kronos e seconda tastiera Wavestate?
Grazie.
gig69 08-02-25 23.07
@ greg
E' davvero l'epoca più ricca di sintetizzatori mai capitata sulla faccia della Terra e, col ritmo di produzione e progettazione di Behringer, andrà sempre più incrementandosi la possibilità di scelte a nostra disposizione (produttori, studi di registrazione, band, solisti etc.).
Parto dalla mia attuale esperienza; con gruppi esco utilizzando Modx 6+ Yamaha, un coltellino svizzero in scelte, possibilità, qualità soprattutto in layer, potrei spiegare cosa intendo; Akai MPC 61 con qualche buon plug in
soprattutto quando cerco QUEL SUONO vintage, Solina, Mellotron, Hammond, Mini, Juno, Odissey etc....infine suono in midi i piani elettrici e acustici su Acuna 88 oppure SL 73.
La domanda che vi pongo è questa: Utilizzate od utilizzeste, in un set semplice con max 2 tastiere,il secondo sinth tipo Opsix Korg, Novation Summit, MODWAVE kORG, Prophet, Oberheim.....e tutto ciò che non permette di avere suoni 'acustici' a mò di workstation?
Abbiamo attraversato gli anni '10 con la maggior parte di chi poteva permetterselo utilizzare due workstations-synth quali yamaha Montage con Korg Kronos ( oppure una delle due con un Clavia), e poco prima, magari Motif xf più un M3 Korg, oppure set simili con le scaled down di riferimento (moxf e Krome...M50).
Spero il motivo della mia domanda vi risuoni meno banale delle apparenze.
Fino agli anni '90 primi anni 2000 i produttori immettevano sul mercato quasi in contemporanea le versioni tastiera-rack. Per i più giovani riporto gli ultimi modelli: Fantom x ed xr Roland (dove il modulo riprendeva la parte synth esclusi i sequencers ed aggiungendo spesso la possibilità di aggiungere qualche scheda suoni in più), Motif XS Yamaha e XSR. Korg Triton e Triton rack che montava addirittura fino ad 8 schede suoni, correggetemi se sbaglio... Più poi tanti altri synth.
Roland produsse l'ultima versione del V Synth solo rack senza la versione tastiera ( GT).
Diciamo che io avevo addirittura tre porta rack, di cui uno solo mi accompagnava negli ultimi anni di attività (fino al 2008) su cui avevo caricati tutta una serie di effetti, da Focusrite trackmasterpro, Lexicon MPX 550, un Behringer per le cuffie etc. Poi avevo Motif ES rack e Fantom XR Roland, tutti e due imbottiti di espansioni.
Infatti, essendo spesso un onemanband che girava con una Tyros e una master MC 1000 76 Oberheim con tasti semipesati, su quel poco spazio che mi concedeva la master appoggiavo un SH 32 Roland, modulino utilissimo virtual analog.
Dai due moduli estraevo un arsenale di suoni incredibile e che avevo scelto io : DX 7 plug 150, acoustic piano e AN PLug 150, su Motif,oltre ai suoni interni, invece sul Fantom avevo le schede vintage synth, ultimate keys, Piano acustico srx,orchestral strings mi pare si chiamasse, più alcune vecchie JV che francamente non ricordo.
Per cui davvero riuscivo ad avere una palette completa e di ottima qualità, sarebbe un set validissimo tutt'oggi a cui aggiungerei solo un buon VST Hammond clone e Keyscape Spectrasonic....
Ecco. In giro vedo utilizzare quasi esclusivamente Clavia, che sia Nordstage o Nordelectro, abbinate talvolta a Hammond clone o Yamaha Montage o appunto Korg Kronos. Non ho notato nessuno, tra chi utilizza due tastiere, strumenti tipo Polybrute, Summit, Jupiter X, Sledge, Prophet, mi fermo, spero di aver reso l'idea.
Chiaro che poi si utilizza un computer con i vari Mainstage, Ableton etc...
Cioè, secondo voi chi usufruisce sei synth 'puri', solo in studio, solo produttori, solo matti che a casa hanno 100 synth?
Korg ha ripreso in un certo senso a produrre anche versioni rack, ma dal vivo chi si azzarderebbe a portare tipo una Kronos e seconda tastiera Wavestate?
Grazie.
Dipende da come ti approcci al sintetizzatore, per me ad esempio è importante avere un controllo analogico del synth e non solo che sia analogico come generazione sonora, può essere anche un VA ma che abbia i controlli analogici. Con i rack diventa più complicato ma fattibile tramite una master con controlli assegnabili. Quindi io uso (anzi usavo ma magari riprendo :) ) una workstation tuttofare con possibilità di sampling per spezzoni audio ecc,Va e clone hammond come la Kurzweil Pc4, ed il prophet rev2.
giannirsc 09-02-25 04.23
Ormai ci sono talmente tante soluzioni che ognuno può scegliere il setup in base alle sue esigenze…
Io sono contro i traslochi per prove e live, il mio sound è incentrato su integra7, ormai ho 10 anni di programmazione su quel modulo salvato su centinaia di patch, slle prove porto solo il modulo, se poi live voglio qualcosa in più ci aggiungo un dx7, o un nord electro, o un Alesis Ion, se servono sequenze uso l ipad o il cymatic lp16 ,ultimamente sto facendo sostituzioni per una cover ligabue e uso solo una vr760, una cosa è certa, da quando ho integra7 non ho più avuto necessità di acquistare una “ammiraglia” e mi diverto a prendere vecchi dinosauri e a portarli sul palco tipo il dx7 o il korg M1.
Tirnando sul discorso expander, non li fanno più perché poi non venderebbero più gli altri prodotti futuri, immagina un “Nord Sample Expander” che possa caricare tutta la libreria Nord…si darebbero la zappa sui piedi..
eclipse 09-02-25 11.23
Io non so in quali progetti suonavi e quali fossero le tue esigenze, quindi esprimo solo il mio parere personale giusto per condividere la mia idea.
La maggior parte delle cose che acquistiamo non risponde a una precisa e imprescindibile esigenza, ma la compriamo per il piacere personale (ed è una valida giustificazione) o per sopperire a qualche lacuna che abbiamo dal punto di vista esecutivo, o vuoi anche per mancanza di sicurezza o reale consapevolezza dei propri limiti espressivi o di adattamento.
Il musicista professionista difficilmente ha un set up ridondante, perchè è zavorra inutile, occupa spazio, semplicemente non gli serve. La stragrande maggioranza (tutti?) di quelli che conosco e seguo utilizza una manciata di timbri. Poi ognuno ha i propri strumenti, anche fighissimi, ma se non servono davvero in quella particolare occasione restano a casa. Un po' come l'appassionato di auto che ha nel box l'auto da intenditori che però non usa mai.
Se non devi riprodurre alla perfezione un determinato spettacolo (vedi le tribute band, che personalmente non sopporto e che mi creano il più delle volte anche imbarazzo) il musicista con una nord stage o strumento simile, o anche MainStage se proprio vogliamo, fa la sua serata e fa pure un figurone. Se ha due tastiere le ha per comodità di esecuzione, se no anche con una la porta serenamente a casa.
Quando è uscita la Montage M, che costa un miliardo e pesa una tonnellata, chiesi qui nel forum di spiegarmi a chi, secondo voi, servisse davvero. Nessuno mi ha dato una risposta, rafforzando la mia convinzione che in realtà non serve davvero a nessuno. Eppure chi ce l'ha la abbina comunque a qualcos'altro. Io solo a pensare l'enorme mole di roba che non mi serve che c'è all'interno me la fa odiare, figurati se ne aggiungerei altra.
Non sono un professionista, tantomeno un fenomeno. Suono per passione, esigo che la musica venga pagata ma non invado di certo il campo dei professionisti.
Crosfader 12-02-25 09.05
Buongiorno a tutti,
dico la mia senza entrare su nessun tipo di prodotto/soluzione.
Ad oggi (a differenza di quando 25/26 anni fa quando lavoravo su Logic Audio su Windows... emo e trovare vst ben suonante.. COL Ca*** !! , dovevi avere $ e spendere sull'hardware per avere suoni decenti) ci sono talmente tante possibilità che l'approccio migliore è capire come si vuole lavorare e quanto peso si può/vuole sfacchinare.
Dalla masterina con ipad, fino al Fiat Ducato pieno di Hammond Wurly bla bla bla + facchini a corredo!
Il rapporto spesa/resa ad oggi è infinitamente più performante del passato!

Se certi musicisti negli anni 70/80 avessero avuto i nostri strumenti..... emo....
greg 12-02-25 10.53
@ Crosfader
Buongiorno a tutti,
dico la mia senza entrare su nessun tipo di prodotto/soluzione.
Ad oggi (a differenza di quando 25/26 anni fa quando lavoravo su Logic Audio su Windows... emo e trovare vst ben suonante.. COL Ca*** !! , dovevi avere $ e spendere sull'hardware per avere suoni decenti) ci sono talmente tante possibilità che l'approccio migliore è capire come si vuole lavorare e quanto peso si può/vuole sfacchinare.
Dalla masterina con ipad, fino al Fiat Ducato pieno di Hammond Wurly bla bla bla + facchini a corredo!
Il rapporto spesa/resa ad oggi è infinitamente più performante del passato!

Se certi musicisti negli anni 70/80 avessero avuto i nostri strumenti..... emo....
Le variabili infinite delle linee temporali e di ciò che sarebbe accaduto 40 anni fa con la nostra tecnologia, fra i musicisti di allora non cambia la sostanza. La base del mio post resta se tra tutti noi qualcuno, una volta impostata una workstation, un arranger fra ultime generazioni (Da Tyros in poi), una tastiera stage, utilizzi una seconda tastiera che sia un synth alla Modwave, Summit, Modal o chi più ne ha più ne metta.....tutto qui. Il rapporto con tablet o ipad è tutto un altro argomento: io mi trovo sempre con piccoli problemini da risolvere prima di ripartire col mio Surface. Infatti, quelle poche serate che faccio per ora, 'esco' di casa con Modx Yamaha e MPC 61 Akai, accendo e suono.....
Deckard 12-02-25 11.14
Da ragazzo live uscivo con almeno 2-3 tastiere, ho iniziato ad “impormi” di usarne solo una Dal Fantom X In poi, con pazienza e giusta programmazione riesco a fare tutto con una sola workstation, taglio minimo 76 tasti (73 già non andrebbero bene temo). In particolari occasioni gli affiancavo una modx7 (che ho venduto), ora una VR09-b/Venom. Aborro pc/laptop/tablet ecc (parliamo sempre di live).
eclipse 12-02-25 11.20
@ Crosfader
Buongiorno a tutti,
dico la mia senza entrare su nessun tipo di prodotto/soluzione.
Ad oggi (a differenza di quando 25/26 anni fa quando lavoravo su Logic Audio su Windows... emo e trovare vst ben suonante.. COL Ca*** !! , dovevi avere $ e spendere sull'hardware per avere suoni decenti) ci sono talmente tante possibilità che l'approccio migliore è capire come si vuole lavorare e quanto peso si può/vuole sfacchinare.
Dalla masterina con ipad, fino al Fiat Ducato pieno di Hammond Wurly bla bla bla + facchini a corredo!
Il rapporto spesa/resa ad oggi è infinitamente più performante del passato!

Se certi musicisti negli anni 70/80 avessero avuto i nostri strumenti..... emo....
C'è da dire però che anche se io ho sposato da tempo la soluzione Mainstage, sono sempre lì a cercare alternative. Se trovassi un paio di moduli che mi aggradano tornerei probabilmente all'hardware, ma ci vuole pure il tempo per provarli, rifare suoni, scalette.. e io non ce l'ho. Uso molto Studio Horns e Studio Strings, si arriva al risultato voluto molto rapidamente e trovo il chord trigger insostituibile in un paio di situazioni. Secondo voi, nelle categorie citate qual è la macchina (desktop o no) che potrebbe coprire efficacemente? Stavo per prendere alla cieca CK61 per archi e fiati (è valida?), ma in realtà mi piacerebbe avere al "secondo piano" un synth puro desktop e qualcos'altro sempre in in formato desktop che copra le citate categorie.

Scusate se sono andato oltre il senso del 3d. La mia risposta a "vorresti un synth puro di alto livello che faccia solo il synth" è sì, certamente. Ma non mi serve davvero, e per un paio di pezzi a serata dove mi serve un lead per il solo non mi porterei un'altra tastiera.
mima85 12-02-25 11.40
Crosfader ha scritto:
Se certi musicisti negli anni 70/80 avessero avuto i nostri strumenti...


Non è detto. Tante volte è proprio la limitatezza dei mezzi a stimolare la creatività e uscirsene con soluzioni geniali per tirar fuori opere memorabili da mezzi limitati. Al contrario, avere abbondanza di mezzi e possibilità tecniche spesso è causa di blocchi creativi, perché hai talmente tanta roba intorno a te da renderti difficile focalizzare le idee, oppure farti perdere il filo di quello che stai facendo.

Altre volte, più semplicemente, gli strumenti vengono usati per sopperire alle carenze tecniche e creative di chi li usa, e i risultati ottenuti in questi casi non sono nulla di eclatante.

Poi certo, per chi in quegli anni non aveva le possibilità economiche dei professionisti del mondo della musica, le tastiere tuttofare odierne sarebbero state senza dubbio una manna dal cielo.
greg 12-02-25 11.58
@ mima85
Crosfader ha scritto:
Se certi musicisti negli anni 70/80 avessero avuto i nostri strumenti...


Non è detto. Tante volte è proprio la limitatezza dei mezzi a stimolare la creatività e uscirsene con soluzioni geniali per tirar fuori opere memorabili da mezzi limitati. Al contrario, avere abbondanza di mezzi e possibilità tecniche spesso è causa di blocchi creativi, perché hai talmente tanta roba intorno a te da renderti difficile focalizzare le idee, oppure farti perdere il filo di quello che stai facendo.

Altre volte, più semplicemente, gli strumenti vengono usati per sopperire alle carenze tecniche e creative di chi li usa, e i risultati ottenuti in questi casi non sono nulla di eclatante.

Poi certo, per chi in quegli anni non aveva le possibilità economiche dei professionisti del mondo della musica, le tastiere tuttofare odierne sarebbero state senza dubbio una manna dal cielo.
Quoto tutto. Poi comunque in quel periodo si sono riempiti tanti spazi ancora vuoti. Così come un certo rock è scemato come altri generi. Oggi sembra che qualsiasi cosa, di ascoltabile, decente, veritiera e ripetibile produci abbia del "già sentito"....infatti vanno avanti monotoni come i rappers et similia... i quali non si struggono alla ricerca di una melodìa, di una linea armonica. Ancora oggi, ascoltando Sanremo, tante esibizioni equivalgono ad orchestrazioni più o meno originali intorno a un giro di DO, per dire. Tante tessiture, ma poi irriproducibili. Tutto questo anche grazie ad una tecnologia che ti consente di sfruttare al massimo o quasi sequencers, arpeggiatori, arrangers assistiti..... Io crederò sempre a canzoni poi riproducibili, non a caso sono tornati in voga centinaia e centinaia di band cover dagli anni '60 in poi. Non credo fra 20 anni a cover di Clementino, Rocco Hunt, Fedez e gli altri, francamente penso finiranno nel dimenticatoio. Ad esempio si può riascoltare covers Video killed the radiostar, assolutamente no Rapper's delight, due brani del 1979.....
Comunque all'epoca come ora per le costose Clavia, avevi tastiere tutto fare di qualità come il Polymoog. In Italia Soprani, Excelsior, Farfisa, Elka, Siel....... infatti io nel 1979 suonavo con Excelsior che mi dava suoni poco programmabili, ma preimpostati simil pianoforte, organo ed orchestra, anche sovrapponibili. E su avevo un cazzuto Jen SX 2000. Facevo tanto 'rumore',emo
mima85 12-02-25 14.16
greg ha scritto:
avevi tastiere tutto fare di qualità come il Polymoog


Quando funzionava emo

Battute a parte, erano comunque strumenti con un certo costo, in particolare il Polymoog che costava praticamente quanto un'automobile. Con l'ultimo paragrafo mi riferivo più che altro a chi non poteva permettersi cose in più di un Farfisa Matador o altri organi simili, per cui un Farfisa Compact per dire era già un lusso a confronto.

Oggi con una tastierina come la Roland VR-09 copri bene o male tutte le sonorità in un contesto live e con altri strumenti più elaborati come i Roland FA-0x, gli Yamaha Modx eccetera hai ancora più possibilità. E con un prezzo per cui all'epoca potevi comprarti solo un organetto con quattro registri in croce, perché anche se gli strumenti erano limitatissimi l'elettronica costava ancora un sacco di soldi.
d_phatt 12-02-25 18.47
mima85 ha scritto:
Quando funzionava

emo
greg 12-02-25 23.47
@ d_phatt
mima85 ha scritto:
Quando funzionava

emo
Un tempo gli strumenti elettronici erano molto delicati. Anche se li scartocciavi tu, li tiravi fuori e già non funzionavano, avevano mille difetti , evidentemente non erano testati. e quindi a casa scoprivamo di difetti di fabbricazione
rdanl80 13-02-25 07.26
Comunque tornando alla domanda iniziale...Perché no? Poi dipende da ognuno sia per comodità che per flessibilità del setup. Se sotto usi una workstation hai tutti i suoni che vuoi poi sopra col synth lo puoi usare per quei suoni particolari che ti possono servire . È tutto dipendente da come ci si trova comodi a suonare almeno per me. Certo avere due workstation è più flessibile come setup ma se non serve davvero puoi sostituire la seconda workstation praticamente con tutto incluso non avere nessun altra tastiera.
mima85 13-02-25 08.56
greg ha scritto:
Anche se li scartocciavi tu, li tiravi fuori e già non funzionavano, avevano mille difetti , evidentemente non erano testati. e quindi a casa scoprivamo di difetti di fabbricazione


Era tecnologia ancora pionieristica a quei tempi (anni '70), poi sul fronte dell'affidabilità negli anni '80 le cose hanno iniziato a migliorare. I problemi li avevano in particolare i polifonici analogici per via della loro costruzione più complessa. Uno dei motivi per cui il Jupiter 8 ha spopolato sui palchi a quei tempi era perché è uno dei synth più affidabili prodotti in quegli anni. In questo i costruttori giapponesi erano più avanti rispetto agli americani Oberheim e Sequential (ARP stava già chiudendo i battenti), che però nel frattempo con l'OB-Xa e ancor di più con l'OB-8, e la terza revisione del Prophet 5, hanno migliorato parecchio la situazione sul fronte affidabilità. Moog invece è rimasta indietro coi polifonici, nel 1982 ci ha provato col Memorymoog che però era un disastro in quanto ad affidabilità, poi nel 1983 è arrivato il DX-7 e li non c'è più stata partita.

Il Polymoog soffre in particolare del fatto che i componenti degli oscillatori e filtri non sono direttamente saldati su una scheda comune, ma ognuno ha la sua schedina ed ogni schedina è infilata in uno slot. Gli slot sono saldati su una scheda "backplane", la quale ne ha montati a decine e supporta altrettante schedine generatrici, e di quei backplane nel Polymoog ce ne sono due uno sopra l'altro. Quella quantità ingente di generatori è dovuta al fatto che il Polymoog è completamente polifonico e per ogni tasto c'è un generatore. Nessuna sorpresa che con una costruzione del genere basta spostare o anche solo inclinare lo strumento per avere problemi. Aggiungiamo poi che negli anni '70 la costruzione dei chip era agli albori, che il Polymoog faceva largo uso di chip custom analogici la cui costruzione era ancora più sperimentale, ed abbiamo la ricetta per la tempesta perfetta.
giosanta 13-02-25 09.50
mima85 ha scritto:
Non è detto. Tante volte è proprio la limitatezza dei mezzi a stimolare la creatività e uscirsene con soluzioni geniali per tirar fuori opere memorabili da mezzi limitati. Al contrario, avere abbondanza di mezzi e possibilità tecniche spesso è causa di blocchi creativi, perché hai talmente tanta roba intorno a te da renderti difficile focalizzare le idee, oppure farti perdere il filo di quello che stai facendo.

MIMA SANTO SUBITO!
mima85 13-02-25 09.52
@ giosanta
mima85 ha scritto:
Non è detto. Tante volte è proprio la limitatezza dei mezzi a stimolare la creatività e uscirsene con soluzioni geniali per tirar fuori opere memorabili da mezzi limitati. Al contrario, avere abbondanza di mezzi e possibilità tecniche spesso è causa di blocchi creativi, perché hai talmente tanta roba intorno a te da renderti difficile focalizzare le idee, oppure farti perdere il filo di quello che stai facendo.

MIMA SANTO SUBITO!
C'hoddella santitudinezza in me emo
greg 13-02-25 10.27
@ mima85
greg ha scritto:
Anche se li scartocciavi tu, li tiravi fuori e già non funzionavano, avevano mille difetti , evidentemente non erano testati. e quindi a casa scoprivamo di difetti di fabbricazione


Era tecnologia ancora pionieristica a quei tempi (anni '70), poi sul fronte dell'affidabilità negli anni '80 le cose hanno iniziato a migliorare. I problemi li avevano in particolare i polifonici analogici per via della loro costruzione più complessa. Uno dei motivi per cui il Jupiter 8 ha spopolato sui palchi a quei tempi era perché è uno dei synth più affidabili prodotti in quegli anni. In questo i costruttori giapponesi erano più avanti rispetto agli americani Oberheim e Sequential (ARP stava già chiudendo i battenti), che però nel frattempo con l'OB-Xa e ancor di più con l'OB-8, e la terza revisione del Prophet 5, hanno migliorato parecchio la situazione sul fronte affidabilità. Moog invece è rimasta indietro coi polifonici, nel 1982 ci ha provato col Memorymoog che però era un disastro in quanto ad affidabilità, poi nel 1983 è arrivato il DX-7 e li non c'è più stata partita.

Il Polymoog soffre in particolare del fatto che i componenti degli oscillatori e filtri non sono direttamente saldati su una scheda comune, ma ognuno ha la sua schedina ed ogni schedina è infilata in uno slot. Gli slot sono saldati su una scheda "backplane", la quale ne ha montati a decine e supporta altrettante schedine generatrici, e di quei backplane nel Polymoog ce ne sono due uno sopra l'altro. Quella quantità ingente di generatori è dovuta al fatto che il Polymoog è completamente polifonico e per ogni tasto c'è un generatore. Nessuna sorpresa che con una costruzione del genere basta spostare o anche solo inclinare lo strumento per avere problemi. Aggiungiamo poi che negli anni '70 la costruzione dei chip era agli albori, che il Polymoog faceva largo uso di chip custom analogici la cui costruzione era ancora più sperimentale, ed abbiamo la ricetta per la tempesta perfetta.
In effetti i presets rappresentavano nel Polymoog, così come in tutti i synth prodotti negli anni '70 compreso il mio Jen SX 2000, una sorta mi mini synth al loro volta.E nel caso dei polifonici i sensori dovevano essere per forza singoli per ogni tasto, per questo la polifonia risultava integrale, rispetto ai synth successivi a controllo digitale. Non mi addentro non è il mio campo assolutamente, ma è quello che ricordo. Correggetemi i miei sicuri strafalcioni.
Crosfader 21-02-25 16.54
eclipse ha scritto:

C'è da dire però che anche se io ho sposato da tempo la soluzione Mainstage, sono sempre lì a cercare alternative. Se trovassi un paio di moduli che mi aggradano tornerei probabilmente all'hardware, ma ci vuole pure il tempo per provarli, rifare suoni, scalette.. e io non ce l'ho. Uso molto Studio Horns e Studio Strings, si arriva al risultato voluto molto rapidamente e trovo il chord trigger insostituibile in un paio di situazioni. Secondo voi, nelle categorie citate qual è la macchina (desktop o no) che potrebbe coprire efficacemente? Stavo per prendere alla cieca CK61 per archi e fiati (è valida?), ma in realtà mi piacerebbe avere al "secondo piano" un synth puro desktop e qualcos'altro sempre in in formato desktop che copra le citate categorie.

Scusate se sono andato oltre il senso del 3d. La mia risposta a "vorresti un synth puro di alto livello che faccia solo il synth" è sì, certamente. Ma non mi serve davvero, e per un paio di pezzi a serata dove mi serve un lead per il solo non mi porterei un'altra tastiera.



Sono messo "esattamente" come te.
Strings e Brass su Mainstage sono davvero validi per essere "di default".
Se dovessero creare un prodotto con 20 suoni pensati per "il secondo piano" bucherebbero sul mercato " strings ensemble - violin solo - strings disco - trumpet - sax - trombone - brass ensamble - 5 pad belli e programmabili - 5 lead belli e programmabili - una sezione sampler rapida da richiamare i tuoi WAV al volo ".
Ecco un prodotto così sarebbe strafigo, e sotto vai di stage 76/88 ed il mercato è pieno.

Basta mettere le chitarre dentro a WS e generalisti, a noi tastieristi tocca fare gli ottoni, gli archi, gli effetti speciali ed il caffè per tutti ! emoemoemo
Crosfader 21-02-25 16.56
@ mima85
Crosfader ha scritto:
Se certi musicisti negli anni 70/80 avessero avuto i nostri strumenti...


Non è detto. Tante volte è proprio la limitatezza dei mezzi a stimolare la creatività e uscirsene con soluzioni geniali per tirar fuori opere memorabili da mezzi limitati. Al contrario, avere abbondanza di mezzi e possibilità tecniche spesso è causa di blocchi creativi, perché hai talmente tanta roba intorno a te da renderti difficile focalizzare le idee, oppure farti perdere il filo di quello che stai facendo.

Altre volte, più semplicemente, gli strumenti vengono usati per sopperire alle carenze tecniche e creative di chi li usa, e i risultati ottenuti in questi casi non sono nulla di eclatante.

Poi certo, per chi in quegli anni non aveva le possibilità economiche dei professionisti del mondo della musica, le tastiere tuttofare odierne sarebbero state senza dubbio una manna dal cielo.
Sono d'accordo in parte.
D'accordo sul fatto che la carenza e la noia stimola la creatività, è il mantra che recito quotidianamente con mia figlia che ha 8 anni.
D'accordo sul fatto che i musicisti scarsi si rifugiano in questa giungla di suoni e fx dalla dubbia utilità pratica.

Ma poi dico: quante volte vi è capitato che proprio grazie ad un suono, da li parte l'ispirazione?
Poi ognuno la pensa come vuole e buona musica a tutti, per carità!