Da quando l'ho scoperto è diventato uno dei miei brani preferiti. Ma in generale Mehldau è uno dei miei musicisti preferiti, un gigante, veramente un maestro per capacità e profondità di pensiero. Quando suona in formazioni jazz lo fa al super top, ma in piano solo libera qualcos'altro, influenze classiche, polifonia spinta, la capacità di prendere le veci di un'intera orchestra, il jazz di cui pure è uno dei maestri assoluti è solo una parte del suo bagaglio. Mi ricorda le emozioni che provavo quando da piccolo scoprivo i grandi della classica e del barocco.
Il jazz mi sembra non gli manchi (non che la prima parte sia facile, ma quello che succede a 1:40 va oltre)
Qui contempla qualcosa
Qui porta i Beatles al conservatorio (ma che succede a 5:25? Mi chiedo che sensazione possa essere sentirsi come lui deve essersi sentito in questa esecuzione)
Rhodes e sintetizzatori? No problem
L'ho anche sentito dal vivo con Chris Potter e John Patitucci, l'intelligenza con cui accompagnava i soli di Potter era fenomenale, tra l'altro nel frattempo nelle melodie interne faceva continuamente imitazioni, rimandi e risposte alle linee del sax, ovviamente tutto pensato in tempo reale lì per lì, che roba pazzesca.