Dagli tempo e un po' di smanettamento e sono sicuro che il Behringerone saprà ripagarti
Per quanto riguarda la mancanza di effetti e lo spiazzamento che comporta il sentire un analogico nudo e crudo, è perfettamente normale e accade anche con i blasoni analogici vintage degli anni '80. È successo a me (e nientepopòdimeno che con i due Jupiteroni, prima il 6 poi l'8) ed altri su Supporti hanno avuto la stessa esperienza, ricordo per esempio che MarianoM è rimasto un po' spiazzato
quando ha avuto il primo contatto con l'OB-8.
Come ho già detto altre volte, siamo abituati a sentire questi strumenti come suonano nei dischi, dove sono compressi in dinamica, equalizzati, annegati negli effetti e processati con outboard di prima qualità. Abbiamo idealizzato (e idolizzato) quel suono e spesso ci si aspetta di sentire quelle timbriche pari pari quando mettiamo le mani su uno di quei synth, o su una loro replica. Quando però si scopre che in realtà il loro suono puro è molto più grezzo e talvolta secco, si rimane un po' interdetti. Ma il suono puro che esce è solo il primo anello di una catena che spesso nelle produzioni di allora era piuttosto lunga.
Sono sicuro che non sto dicendo niente di nuovo, in particolare per te wildcat, ma ogni tanto vale la pena rimarcare questo concetto
Bob_Braces ha scritto:
Ma non è che alla fine, per quanto ben suonanti, questa e altre riedizioni di macchine storiche sono un po' troppo semplici come struttura per un synth nel 2024?
Se sono riedizioni di strumenti storici per forza di cose l'architettura dev'essere semplice, perché quella degli originali a parte qualche eccezione (il Memorymoog e i Matrix per esempio) lo era. Diversamente non sarebbero riedizioni. Se qualcuno le compra come dici tu è perché vuole quel tipo di suono e architettura li, a maggior ragione se consideriamo il fatto che oggi esistono polifonici analogici con architetture molto più complesse (Arturia Polybrute, il nuovo Moog Muse e un sacco di altri) e se uno vuole un poly analogico più sperimentale oggi ha l'imbarazzo della scelta.
E comunque, se con la programmazione si va oltre ai cliché dei brass, pad e strings anni '80, anche da un synth con un'architettura piuttosto semplice si possono tirar fuori suoni psichedelici e sperimentali.