wildcat80 ha scritto:
Stesgarbi fa il suo coming out relativo al fatto di essere tradizionalista per il suo modo di essere, ma non per questo chiuso alle diversità.
Si, vero.
Per me le tradizioni sono uno (non l'unico) dei fondamenti di una comunità sociale, ma non sono "dogmi" intangibili.
Esse mutano nel tempo, si evolvono con l'evolversi della Storia, del pensiero filosofico, delle conoscenze scientifiche e delle convenzioni sociali.
Ne deriva che le tradizioni in contrasto con una coscienza sociale più evoluta (si pensi al tema dei diritti civili) sono destinate ad una naturale estinzione..
il tradizionalismo "ultraconservatore", esasperato e dogmatico, è di per sè concettualmente errato. Così com' è sbagliato rinnegare
tout court ogni e qualsiasi tradizione che caratterizza l'identità di un Popolo.
La "biodiversità etnica" (si pensi alla musica, all'arte.... alla cucina) è un qualcosa di meraviglioso, capace di creare "fusion" sempre nuove.
La questione sta nel valorizzare in modo armonico le singole identità, attraverso il rispetto reciproco. Oggi, questo non avviene.
wildcat80 ha scritto:
Io penso che davvero oggi si debba spingere sull'acceleratore del liberalismo piuttosto che sulle repressioni e di contro sulle rivendicazioni contro ciò che non è allineato al nostro pensiero.
Concordo.
wildcat80 ha scritto:
Le pressioni mediatiche spesso sono eccessive e portano a fare sentire in torto sia chi è "tradizionale" che chi non lo è.
Abbiamo davvero bisogno di questo, e purtroppo l'impressione che ho è che nessuno schieramento politico attuale abbia questa visione.
Da una parte alcune posizioni di centro destra ultraconservatrici.
La Storia talvolta si diverte: nel vecchio PCI il "bigottismo" e certi "tradizionalismi" erano talmente spinti, da far sembrare molti ambienti democristiani addirittura "libertari" (Si pensi al caso di Nilde Jotti)..
Ancora oggi, l'ultraconservatorismo è più "trasversale" di quanto non si creda.
E il radicalismo intollerante del pensiero altrui dilaga, ormai palese, nelle piazze di sinistra.
wildcat80 ha
Dall'altra la sinistra che spinge per il riconoscimento di tutto ciò che è diverso, facendo fasci di erbe molto diverse come la comunità LGBTQ e i migranti più tradizionalisti (penso sempre alla matrice islamica). .
Un sistema di potere radicato negli anni (e in Italia, purtroppo, è così) difende sè stesso in nome di "valori" spesso strumentalizzati, declinati in modo confuso e contraddittorio, mentre chi cerca di scardinare quel sistema di potere finisce per predicare la negazione totale ed indistinta di quei valori.
E' la c.d. "legge del pendolo Storico": più un sistema si radicalizza in un senso, più l'anti-sistema spinge in senso radicalmente opposto.
Con i radicalismi, purtroppo, non si va lontano.
wildcat80 ha scritto:
Il risultato finale è che tutti finiscono per sentirsi sotto attacco perché diversi da qualcosa e/o qualcuno.
Concordo.
Penso che sia uno dei motivi (non l'unico) per cui molta gente non va più a votare.
Partiti e movimenti politici (di qualunque colore) sono anch'essi aggregazioni sociali, comunità di pensiero in cui l'individuo si riconosce e viene coinvolto attraverso la discussione, il confronto, il ragionamento, concorrendo alla formazione di una coscienza sociale collettiva, che diviene democratica in virtù del pluralismo.
Quando essi perdono questa connotazione, divenendo "macchine di potere" che sfruttano confusi "melting pot" di istanze di ogni tipo, rinchiudendosi in accademie dogmatiche lontane dalla quotidianità delle persone, il "common man" finisce per non riconoscerli più come punto di riferimento della sua vita sociale.
E quando la vita politica di una società si polarizza in uno "scontro tra il bene e il male", quasi sempre il male finisce per ispirare le azioni di chi è convinto di agire per il bene.