@ stesgarbi
Vedo sul mercato un synth analogico VCO, doppio oscillatore, con otto voci di polifonia e doppio LFO , all'incredibile prezzo di €.355, pagabili in tre rate da 118 euro..
Potevo resistere?......... NO
Mi è arrivato integro e ben confezionato.
Collegato al PC con Synthribe (programma che non necessita di installazione) mi ha aggiornato immediatamente ed in automatico il firmware.
Piccolino, compatto (sono riuscito a collocarlo sulla mia scrivania, incastrato sopra l' Hydrasynth ed, inclinato a mò di "pannello moog" ) ha un aspetto solido, con i knobs belli duretti e soprattutto le membrane che sembrano solide al tatto.
Tutto ha funzionato subito, molto bene.
E così, da un po' di giorni sto testando questo Pro-800.
Prima avvertenza.
I presets di fabbrica, come al solito.... forget it.
Quindi, "metodo Enrico Cosmi": inizializzare e pedalare di programmazione.
Seconda avvertenza.
Da ex possessore di un Prophet 600, dico subito che non ci si debbono fare illusioni.
Il vecchio "P5 dei poveri", con tutti i suoi limiti, era comunque dotato di una sua personalità ben marcata (talvolta capace di "mettere in crisi" i coni dei monitor), che non sto ritrovando nel P-800.
Quindi. niente confronti.
Trattandolo come un Synth qualunque, tuttavia, debbo dire che non è affatto male.
Il suono è quello di un synth polifonico "generalista", dalla struttura semplice, ma ben suonante nei suoi punti di forza, che sono i bassi e le ottave medie.
Un po' debole, invece, nelle ottave alte: non ci si debbono aspettare "screaming leads".
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I suoi VCO non sono eccezionali e non hanno un particolare carattere, ma sono buoni (questa volta, a differenza del Deepmind, anche nell'onda a dente di sega) ed hanno sufficiente corpo.
Trovo che il detuning dei due oscillatori sia piacevolmente organico, nel senso che non produce eccessive controfasi (cosa che, ad esempio, non mi faceva andare troppo d'accordo con il mio Andromeda).
Gli oscillatori sono anche abbastanza versatili, consentendo la somma delle classiche forme d'onda del Prophet, con anche una PWM continua.
Di più, convogliando un LFO al PWM di un oscillatore, cui viene aggiunta la dente di sega, si ottengono inaspettate sonorità "a la Roland", abbastanza corpose anche con un solo oscillatore, potendo poi utilizzare il secondo VCO come sub o semplicemente come "complemento" per potenziare il suono..
Il suono diviene ancor più "rolandesco" se si aggiunge un TAL-Chorus (rigorosamente in send, secondo la mia personalissima filosofia).
In sintesi, i VCO non hanno il "carattere Sequential" (confrontati con il mio Take 5) e li trovo piuttosto "neutri", ma suonano bene, come ci si aspetta dai VCO.
Analogo discorso per il filtro.
Un buon 24db senza troppe pretese, ma senza "steps" avvertibili (e questo è un pregio) .
Rende piuttosto bene nei bassi, che riesce a mantenere (anche se non del tutto) quando si incrementa la risonanza, ed è anche capace di conferire una discreta "cremosità" al sound.
I bassi riescono corposi, organici e ben suonanti, ma ovviamente non ci si deve aspettare di far sobbalzare gli ascoltatori con un "Tom Sawyer".
Allo stesso modo, i suoni da "sezione di fiati" del P5 qui non sono di casa.
Un difetto, a mio personale parere, è che il cut-of passa un po' troppo in fretta dai toni cupi a quelli alti (si spera in un aggiornamento)..
Non è un filtro aggressivo, per cui non ci si debbono aspettare prestazioni da pro-one
, e non è neppure paragonabile a quello di un vero Sequential, ma fa il suo dovere ed è sufficientemente versatile per molti generi musicali.
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Veniamo ora alle "dolenti note": gli inviluppi.
Su questo fronte, a mio avviso Behringer ha ancora un po' di lavoro di aggiornamenti firmware da fare.
Non sono "snappy", quindi non particolarmente adatti, ad esempio, a certi impieghi "spinettosi" tipici del Funky.
Tuttavia, permettono di eseguire accompagnamenti ritmici efficaci, ad esempio, con suoni "brassy" .
Il difetto maggiore è nei i tempi di decadimento, che ad un certo punto sembrano "tagliare" di netto il suono.
Ci sono tre modalità di inviluppo programmabili (e questo è un pregio, in termini di versatilità) ma il P-800 rimane comunque un synth più adatto a strings e pads (si, il suono di "In the air tonight" lo fa piuttosto bene), capace di spingersi efficacemente in sonorità adatte ancbe alle ritmica e nei bassi, a condizione di non cercare suoni "snappy".
Per quanto riguarda i soli, la possibilità di "impilare" due o più suoni in monofonico rende il Synth interessante anche da questo punto di vista.
I suoni escono belli grassi, oppure all'occorrenza anche piacevolmente "nodosi", "efficaci" (Mmmh...vedo troppi video del buon Enzo
) ma sempre in un range ben distante da quello di un P5 o di un Pro One.
Grande pregio (opinione personalissima): non ha effetti.
Il suono, il suono nudo e crudo, questo conta per me.
Gli effetti si possono aggiungere dopo, a piacere.
Magari un buon distorsore analogico, un bel chorus, un delay.
Non avendo la "spinta" di certi synth blasonati, magari un compressore "tipo 1176" potrebbe giovare.
Se manca il suono di base, tuttavia, a mio parere non ci sono effetti che tengano.
In questo caso, il P-800 se la cava bene.
Uscita mono.
Come nei vecchi synth: per me non è un problema.
Oltretutto, "stereoizzare" un segnale mono, anche con giochi di pan, oggi come oggi è piuttosto facile e si può fare in molti modi, con attrezzature o plugins ad hoc.
Curiosità 1
Il feeling con i synth (ed in generale con gli strumenti) è sempre un fatto personalissimo, che non può mai avere valore assoluto.
Ciò premesso, con mia sopresa ho avuto un feeling migliore con questo P-800 che con il nettamente superiore Rev 2 (che ho dato via perchè proprio "non mi ci trovavo" come sonorità, a differenza del Prophet 08 che mi piaceva molto di più a livello di impatto sonoro).
Tuttavia ripeto: è un fatto assolutamente personale.
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