@ giosanta
Volevo condividere con voi quest’esperienza. Due sere fa sono stati invitato a sentire le prove del gruppo in cui alla batteria suona il figlio di un mio carissimo amico, musicista a sua volta, gruppo in corso di definizione per cui non hanno ancora un nome. Genere tra il jazz, jazz rock, fusion (principale riferimento culturale i Weather Report, tanto per capirci). Il tastierista suonava il P515 che ha il mio amico in studio, ma lui adopera e possiede un CP88, e si era portato il suo Behringer Odyssey, che conosciamo tutti o quantomeno io conosco bene quindi non mi ci dilungo ed il Waldorf Blofeld Keyboard. La mia attenzione e la successiva chiacchierata si è focalizzata su quest’ultimo. L’ho sentito parecchie volte sul tubo, ma francamente le impressioni che traggo da questo tipo di valutazioni, buone o cattive che siano, le accolgo sempre col beneficio d’inventario, viceversa stavolta l’ho ascoltato direttamente e sono rimasto basito. La tavolozza di suoni è enorme ed estremamente diversificata e sono tutti al contempo poderosi, limpidi, articolati, vividi e tutto questo ancora pressoché nella fase di utilizzo dei preset, perché nell’editing ancora non si era spinto in maniera significativa; il “morphing” del suono, il suo dipanarsi nell’arco temporale è fantastico. A tutto questo si aggiunge una qualità costruttiva, tattile, meccanica eccellente. Davvero una macchina straordinaria, considerato anche il costo relativamente abbordabile.
Condivido in peno la tua descrizione sonora dello strumento.
Il Blofeld che ho avuto modo di sentire e suonare parecchie volte) è davvero un synth straordinario.
Suona benissimo ed ha una versatilità he ancora oggi regge il confronto con synth recenti (ed anche più blasonati).
Stavo per acquistarne uno, che intendevo tenere per sempre nel mio set-up, quando ho trovato un iridium desktop usato ad un super prezzo.
Il Blofeld è uno dei grandi "underrated", una di quelle macchine che definirei senza tempo.