@ maxtub
Lo so che è una domanda complessa e che forse se n’è già parlato, ma mi pare sempre all’interno di altre discussioni. Come sempre, ad ogni cambio set-up (che per fortuna personalmente avviene ogni 6/8 anni), mi ritrovo a dover rifare da zero tutti i suoni che utilizzo dal vivo, e sono sempre in difficoltà … perché provo ad impostarli in cuffia, poi con i monitor, ma mi servono sempre 4/5 concerti per tararli discretamente; i primi tentativi sono sempre estremamente deludenti.
Vorrei capire se qualcuno di voi ha un sistema, delle linee guida che possano aiutare ad avere un risultato apprezzabile già dalle prime volte.
Nel dettaglio:
- Il suono di pianoforte, quello che personalmente utilizzo maggiormente, come lo scegliete in base al genere musicale? Lo equalizzate aumentando qualche frequenza? Mettete compressori o altri effetti? Riducete la sensibilità del tasto in modo che senza forzare il suono esca già abbastanza forte? Io in genere tolgo tutti gli effetti, aumento un po’ le alte frequenze per rendere il suono più brillante e riduco la sensibilità del tasto (non perché mi piace ma perché ho sempre creduto che sia un sistema per farlo uscire nel mix). Con in Nord Stage il sistema funzionava, con Montage, il pianoforte sparisce.
- Volumi: da 1 a 127, come li tarate? Mettete ad es. il pianoforte al massimo (127) e gli altri suoni in modo che siano equilibrati oppure tenete tutto più basso per avere margine? Ad es. a mee succede che in cuffia i violini si sentono bene ma nel mix poi spariscono, creando quasi un effetto riverbero al pianoforte. Per l’hammond poi, se in cuffia va bene ad un certo volume, alle prove lo devo alzare di brutto…..
- Al program finale composto da più suoni, assegnate qualche effetto o eq?
- Alcune tastiere, come Montage, hanno la possibilità di aumentare il guadagno in uscita (+6db o +12db); cos’è meglio e perché?
- Consigli utili?
Thanks
Ognuno ha il suo modo di gestirsi. Una cosa che non smetterò mai di consigliare è di non esagerare con le basse, soprattutto sul piano. Bisogna tagliare sotto ed è più importante che dare sopra. Per quanto riguarda il volume del piano rispetto al resto, non mi capita mai di metterlo al massimo sia perché non si ha più margine per eventualmente intervenire, sia perché nella musica leggera (chiamiamola così) il mix non vede quasi mai il piano in prima linea, anzi spesso è un bel tappeto che comunque se si suona con i giusti rivolti non fa fatica a emergere, e anche perché nel Nord Stage i pianoforti suonano forte rispetto ai campioni della sezione synth. Quindi ho un valore fisso di riferimento in db cui tengo i pianoforti, sempre quello e mixo il resto su questa base. Fai conto che se i piano sono a un po’ più di metà volume (-5db sul NS), i fiati li devo tenere quasi al massimo, mentre gli strings stanno a metà o anche meno. Per l’Hammond dipende dal ruolo che ha, dal setting dei tiranti e dal grado di overdrive, ma se è solista è a palla generalmente, visto che è imprescindibile l’uso di pedale di espressione. Ah… a tal proposito, spesso tutto ciò che non è il piano è sotto pedale, il che rende possibile far entrare e uscire elementi timbrici e offre un estemporaneo controllo del volume.
Le prove sono importantissime e lo è anche appuntarsi i dubbi eventuali da risolvere col fonico (se c’è) al soundcheck, tipo il suono di un synth solista che potrebbe essere troppo fuori.
Quando si mixano i nostri suoni (che sia in cuffia o meno) dobbiamo farlo con un volume discretamente basso perché il modo in cui l’uomo percepisce i suoni è “compresso”, ossia ad alti volumi appiattiamo tutto. Poi chiaramente si fanno le verifiche in prova.
In prova può capitare che quello che sembrava mixato bene non risulti come dovrebbe (hai detto degli archi che spariscono). In realtà non è “colpa” nostra, è che nel “mondo reale” ci andiamo a scontrare con chi suona sul nostro stesso range di frequenze, inutile che vi dica di chi sto parlando😆. Mentre nei dischi è tutto equalizzato perché ci sia spazio per ogni strumento, questo non accade live, dove dobbiamo necessariamente fare i suoni (talvolta gli arrangiamenti) col chitarrista a cui piace in “suonone” di chitarra, come a noi piace il “suonone” di pianoforte. I “suononi” non funzionano nella musica d’insieme. Quindi ego nei cassetti e pensiero rivolto al risultato finale.
Spero di essere stato in qualche modo utile. Ciao