adr3nokrome ha scritto:
Da qui il mio sospetto che ormai la parte formale (il sound) non sia più cosi determinante, mentre la parte sostanziale (la tecnica compositiva, o persino l'armonia, senza eccedere in divagazioni accademiche) sia in fondo l'unica per la quale valga la pena dedicare sforzi e dedizione..... (più facile a dirsi che a farsi, certo....)
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Il problema è che la realtà dei fatti dimostra l'esatto contrario, cioè che le produzioni si basano su poche idee, semplici, e tanto confezionamento.
Durante i vari lockdown mi sono fatto un paio di corsetti in ambito retrowave/synthwave, uno a cura di The Midnight e uno di Com Truise, e sono rimasto sconvolto.
La mia partenza era quella di uno che ha fatto studi classici (V di pianoforte e altro in ambito di istruzione privata), studiato e suonato prevalentemente rock blues, blues, r'n'b, soul music e soul jazz... Rimasto affascinato dall'elettronica che era l'unica musica che potessi fare in completa autonomia, in particolare dalla sfera synthwave e retrowave, mi sono capitate quests due occasion e mi sono seguito i corsi, ben fatti con video e progetti scaricabili.
Molto bene: 3 o 4 accordi, melodie e riff semplici, tonnellate di sound design.
Ma del tipo 3 o 4 campioni per tirar fuori una cassa o un rullante, relativa channel strip ed effettistica varia, lavoro infinito su effettistica dei pad, bassi realizzati mettendo assieme almeno un sub bass sinusoidale più un paio di layer di synth bass.
Ecco un lavoro gigantesco per confezionare giri di 3 accordi.
Idee poche, semplici, e tanto make up.