DAW o non DAW: vostre esperienze

wildcat80 24-10-23 22.08
Prendetelo un po' come un sondaggio.
Voi come lavorate?
A) utilizzo un setup totalmente in the box con DAW e plugin vari (qualsiasi piattaforma, dico Mac/Win/iPad ma se qualcuno usasse Android o Linux sarei curioso di sentire la loro)
B) utilizzo un setup ibrido basato su DAW ma utilizzando sia strumenti esterni (tastiere, strumenti acustici, chitarre, etc etc) che virtuali: in tal caso usate aggregate devices, schede audio capienti, espansioni Adat ed è eventuali outboard esterni?
C) utilizzo un setup sostanzialmente DAWless, utilizzando il passaggio in DAW solo per finalizzare: in tal caso come gestite i collegamenti audio e MIDI, eventuali clock/sync?

Io, brevemente, lavoro sostanzialmente DAWless utilizzando il Fantom 0 come cuore del setup. Gli strumenti sono collegati via thru box per evitare spiacevoli fenomeni di latenza o trasmissione indesiderata di messaggi MIDI. Facendo cose di natura prettamente amatoriale, spesso non passo neppure sul Mac ma faccio rendering diretto esportando via magica chiavetta USB dal Fantom sul cellulare se voglio condividere, altrimenti faccio un breve passaggio, non necessariamente multitraccia (se il mix soddisfa), per il tocco finale (definirlo mastering è un parolone).
Mi sono posto il problema degli strumenti che entrano su un ingresso stereo da submix: in tal caso, se qualcosa non torna, campiono le singole parti e le metto in griglia via pad zone, ma probabilmente se dovessi fare qualcosa di più articolato mi toccherà passare in multitraccia.

Il mio messaggio finale è che non esiste un sistema migliore, più facile, più difficile: esiste solo il sistema con cui si lavora meglio.
Non è che a lavorare solo strumenti si è più bravi rispetto a lavorare su Mac/PC/iPad e viceversa, però devo dire che il lavoro totalmente in the box, se piace, offre maggior flessibilità rispetto al lavoro DAWless: qualsiasi DAW, anche la più semplice come GarageBand, permette di lavorare più finemente soprattutto in fase di mix, ma dall'altra devo dire che il Fantom di per sé offre suoni veramente ready to mix, facili da assemblare, mentre lavorare su plugin diversi spesso è più noioso. Ricordo le bestemmie per far girare bene mix in cui avevo usato un paio di plugin di Fullbucket, il clone DW8000 soprattutto, che suona veramente grosso come un vero synth vintage.
A voi!
dxmat 24-10-23 23.06
Setup ibrido con DAW (Cubase) e synth hardware collegati permanentemente via MIDI/audio tramite ADAT e interfaccia midi multiporta preassegnati tramite apposito template.
Una volta importate le tracce dai synth si continua il mix esclusivamente ITB con i plugin del caso.
Poi pseudo mastering ITB per finalizzare.
filigroove 24-10-23 23.14
Il computer registra, rarissimamente manda il clock per il midi, mi dà ambienti e compressioni, infine sul computer edito e finalizzo.
Tutti gli strumenti sono esterni.
michelet 24-10-23 23.21
Il mio primo sequencer fu uno Yamaha QX7 che faceva pendant con Yamaha DX7 e RX-11 (circa 1985) affiancato al classico Fostex 250, senza alcun outboard, a parte il TC Electronics Chorus Flanger per rendere stereo l'unico sintetizzatore del setup. Nel 1987 il primo Apple Macintosh Plus con driver esterno da 800K, interfaccia MIDI Opcode Studio Plus e MotU Performer 1.21. Fondamentalmente da allora ho sempre lavorato con il sequencer MIDI, tranne un periodo di "transizione" in cui utilizzavo un 8 tracce a bobine sincronizzato al computer tramite interfaccia MIDI/SMPTE. Ancora oggi, nonostante il setup sia cresciuto e abbia un sistema abbastanza complesso, non riesco ancora a staccarmi dall'idea della traccia MIDI in favore di quella audio.
Non ho alcuna esperienza di mix e mastering, posso quindi dire che le mie registrazioni sono paragonabili a dei rough demo.
morgan74 25-10-23 03.36
Registro ormai da tempo su daw software (Logic) tracce midi per virtual instruments, e tracce audio soprattutto di voci, chitarre e basso.
Il tutto mixato in the box, da cui esporto un file audio stereo a 32 bit, che importo nuovamente in Logic, per effettuare mastering, sempre con l'uso di vari plugin software.
Una volta fatto mastering, esporto in formato audio stereo 16 bit e MP3 320
Posso dire che nel tempo, anche attraverso studi e prove varie, ho raggiunto una buona qualità e resa delle mie registrazioni, chr definirei delle buone demo

Esempio : .YouTube
giannirsc 25-10-23 04.16
@ wildcat80
Prendetelo un po' come un sondaggio.
Voi come lavorate?
A) utilizzo un setup totalmente in the box con DAW e plugin vari (qualsiasi piattaforma, dico Mac/Win/iPad ma se qualcuno usasse Android o Linux sarei curioso di sentire la loro)
B) utilizzo un setup ibrido basato su DAW ma utilizzando sia strumenti esterni (tastiere, strumenti acustici, chitarre, etc etc) che virtuali: in tal caso usate aggregate devices, schede audio capienti, espansioni Adat ed è eventuali outboard esterni?
C) utilizzo un setup sostanzialmente DAWless, utilizzando il passaggio in DAW solo per finalizzare: in tal caso come gestite i collegamenti audio e MIDI, eventuali clock/sync?

Io, brevemente, lavoro sostanzialmente DAWless utilizzando il Fantom 0 come cuore del setup. Gli strumenti sono collegati via thru box per evitare spiacevoli fenomeni di latenza o trasmissione indesiderata di messaggi MIDI. Facendo cose di natura prettamente amatoriale, spesso non passo neppure sul Mac ma faccio rendering diretto esportando via magica chiavetta USB dal Fantom sul cellulare se voglio condividere, altrimenti faccio un breve passaggio, non necessariamente multitraccia (se il mix soddisfa), per il tocco finale (definirlo mastering è un parolone).
Mi sono posto il problema degli strumenti che entrano su un ingresso stereo da submix: in tal caso, se qualcosa non torna, campiono le singole parti e le metto in griglia via pad zone, ma probabilmente se dovessi fare qualcosa di più articolato mi toccherà passare in multitraccia.

Il mio messaggio finale è che non esiste un sistema migliore, più facile, più difficile: esiste solo il sistema con cui si lavora meglio.
Non è che a lavorare solo strumenti si è più bravi rispetto a lavorare su Mac/PC/iPad e viceversa, però devo dire che il lavoro totalmente in the box, se piace, offre maggior flessibilità rispetto al lavoro DAWless: qualsiasi DAW, anche la più semplice come GarageBand, permette di lavorare più finemente soprattutto in fase di mix, ma dall'altra devo dire che il Fantom di per sé offre suoni veramente ready to mix, facili da assemblare, mentre lavorare su plugin diversi spesso è più noioso. Ricordo le bestemmie per far girare bene mix in cui avevo usato un paio di plugin di Fullbucket, il clone DW8000 soprattutto, che suona veramente grosso come un vero synth vintage.
A voi!
Hai detto bene, non esiste il sistema migliore ma quello più funzionale…

Io ho iniziato con i vecchi sequencer roland MC…oggi uso il Pc registrando synth hardware o vst usando anche l’ipad, il midi clock quando serve viene gestito dal pc tramite midi, ho una semplice scheda audio a 4 ingressi, ne avevo anche a 16 ma la sfruttavo quasi mai, utilizzo invece 6 o più uscite midi per tenere gli strumenti sotto controllo sia per il richiamo dei suoni che per il sincronismo qualora servisse..
zerinovic 25-10-23 06.03
sempre B è il sistema che più mi si addice, ho provato tutto virtual in daw ma non so…non c'è magia.
spesso mi ritrovo a lavorare sui miei strumenti anche se non è la soluzione migliore a livello suoni, perche è la più immediata, conoscendo molto bene ormai tutti i preset della macchina e come aggiustarli metto su quello che ci vuole le registro in daw (audio) e vado avanti con le idee.a volte mi aiuto con l’editor.di solito cosi finisco, perché il risultato tutto sommato è buono, o comunque valido per proporre l’idea ( cosa che facevo con il gruppo) difficilmente affino con i vst. se non quando il sound lo richiede.
converge tutto verso un mixer con scheda audio+interfaccia midi 2x2. con il comodissimo pulsante che mi consente di interfacciare gli strumenti con il pc oppure di collegarli solo tra di loro.
rinunciare alla daw mmm..non potrei perché se anche solo si tratta di spostare i vari take audio o creare dei loop, e poi magari inserire dei suoni ad hoc, la trovo insostituibile, nel caso poi devi finalizzare ad un livello superiore…
filigroove 25-10-23 08.12
michelet ha scritto:
Il mio primo sequencer fu uno Yamaha QX7

Aaah, ero il dio del QX7! 😂 Avevo imparato a quantizzare a modo mio la batteria per avere un certo swing in between e lo facevo praticamente misura per misura! Coi numeri, niente grafica! A ripensarci era roba da matti.
Fine OT.
michelet 25-10-23 08.15
@ filigroove
michelet ha scritto:
Il mio primo sequencer fu uno Yamaha QX7

Aaah, ero il dio del QX7! 😂 Avevo imparato a quantizzare a modo mio la batteria per avere un certo swing in between e lo facevo praticamente misura per misura! Coi numeri, niente grafica! A ripensarci era roba da matti.
Fine OT.
E che dire dell’assenza, praticamente, di una funzione di “annulla”? Quello sì che era manicomio puro!
maxpiano69 25-10-23 08.20
Per me situazione B, in generale, dato che registro anche il basso e/o la chitarra; come scheda audio gli 8 ingressi della MOTU Ultralite mi bastano ed avanzano.

Tuttavia quando si tratta di buttar giù qualche idea al volo, dato che non tengo sempre tutti gli strumenti collegati alla scheda audio, non mi faccio problemi ad usare la soluzione A, per eventualmente arricchirla con strumenti esterni in uno step successivo.
d_phatt 25-10-23 08.28
Mi hai anticipato forse di qualche giorno. Considera che avevo in mente di scrivere due righe sul sistema che uso e delle linee guida molto semplici per replicarlo, ma sono in treno e a questo punto anticipo qualcosa qui.

Il mio sistema è misto: setup indipendente per live e registrazioni, più piano digitale, PC e scheda audio o mixer USB per l'attività in casa.

Non ho mai avuto un Mac, e Windows è sparito dal mio portatile personale circa dieci anni fa, anche se continuo a usarlo per lavoro (insieme a Linux) e a tenerne una installazione sul fisso, che mi serve per gli editor software dei miei strumenti musicali.

Quindi ormai da un decennio faccio tutto con Debian, che è una distribuzione Linux, ed esclusivamente con software nativi per Linux, compresa la produzione musicale. Ormai è disponibile una grande quantità di software musicali di ottimo livello, certo non paragonabile all'immensità disponibile su Mac e Windows, ma del tutto sufficiente per moltissimi scopi.

Premessa: per me "produzione musicale" significa al 99% produzione di partiture: per lavoretti o attività varie, tra trascrizioni, arrangiamenti e piccole composizioni viaggio ormai a un regime da circa 60/70 nuove partiture all'anno, con ognuna di esse che comporta parti singole, appunti, ecc., quindi alla fine si tratta di centinaia di PDF che vanno scritti e impaginati misura per misura. Considerando che cerco di farlo in maniera il più possibile precisa e professionale e che per lavoro di giorno faccio altro, non chiedetemi perché ormai studio molto poco sullo strumento...

Oltre a questo, faccio comunque uso di scheda audio, DAW, VI, e plugin vari, principalmente per registrazioni da inviare ad altri (usando sia strumenti esterni che interni) e molto saltuariamente piccole demo per uso "interno". Ma il fatto che io non faccia mix è una cosa mia che non toglie niente alle qualità di Linux come sistema di produzione, che sono moltissime e ormai da tanti anni è anche semplice da usare (dico soltanto che i primi utilizzi risalgono a quando avevo 15 anni e di informatica non sapevo quasi niente).
1paolo 25-10-23 08.45
Negli anni '90 facevo tutto con una workstation Roland Jw50 che sostanzialmente era un Sound Canvas con display di grandi dimensioni e con ottimi drum kits per l'epoca + sequencer Mc 50 integrato.
Attualmente uso Ipad/Iphone con Garageband e una ventina di App . Entrambi soluzioni molto basiche e semplici e che consiglio a chi vuole comporre e registrare la propria musica in modo veloce ed intuitivo
filigroove 25-10-23 09.01
@ michelet
E che dire dell’assenza, praticamente, di una funzione di “annulla”? Quello sì che era manicomio puro!
Per non parlare delle volte in cui saltava la corrente prima di aver salvato. Credo che starò un bel po’ in purgatorio per quelle tre o quattro volte che mi è successo.
E ora fine OT sul serio, prometto.
paolo_b3 25-10-23 09.35
Per quei 4 lavori in croce che faccio, è un anno e mezzo che non registro nulla, la mia soluzione forse è B.
Registro MIDI su Reason, poi salvo le tracce separate in formato Wav e le carico su Nuendo (si dovrebbe poter interfacciare direttamente Reason con Nuendo, ma sono pigro e non ho mai cercato di capire come si fa), a quel punto sempre sulla DAW registro le voci, in alcuni casi il pianoforte della Nord, e poi finalizzo.
wildcat80 25-10-23 09.35
Altra questione: preferite lavorare in maniera lineare o a blocchi/pattern/loop con il sequencer?
Io ho sempre ragionato a blocchi e variazioni, con Reaper mi allestivo sempre i vari blocchi intro, bridge, chorus, special, etc etc per cui ho sempre sentito l'esigenza di passare ad un sistema a pattern. Il primo tentativo testato è stato Playtime per Reaper con cui sono impazzito.
Il secondo è stato Ableton Live Lite con cui avrei lanciato il Mac dalla finestra.
Il terzo è stato Zenbeat, che dopo un periodo di studio e diffidenza mi ha convinto, per cui il passaggio a Fantom è stato naturale.
Secondo me è un ottimo compromesso il pattern sequencer del Fantom, perché gestendo blocchi fino a 64 battute di fatto diventa un sistema quasi lineare, in cui la presenza delle varie opzioni possibili sui pattern (loop, one shot, metrica impostabile per ciascun pattern) contribuisce a facilater il lavoro.
Inoltre l'editing degli eventi non è male, con due diversi livelli di dettaglio (pianoroll e microscope).
La quantizzazione può essere precisa o con margine %, diversi livelli di shuffle... Insomma non male, è un anno e mezzo che ci studio ma ne sono sempre più soddisfatto.
wildcat80 25-10-23 09.38
1paolo ha scritto:
Negli anni '90 facevo tutto con una workstation Roland Jw50


Non era affatto una brutta macchina, bel sequencer, bei drumkit, ancora attuale per pilotare strumenti esterni.
Pensa che alcune caratteristiche sopravvivono ancora sugli strumenti Roland (voice reserve e microscope editor su tutti, nonché la possibilità di editare i drumkit).
ruggero 25-10-23 10.14
bel thread!
Io alterno la situazione A con la B. Diciamo che nelle mie produzioni un 5% può essere stato fatto tutto in the box con solo strumenti virtuali. La discriminante è il tempo a disposizione e le finalità. Ho fatto un disco per un gruppo scout tanti anni fa e per questioni di produzione e velocità di correzione ho evitato tracce audio suonare realmente.

La situazione mista B è quella che più mi si addice, un po' perché suono basso e chitarre e canto e un po' perché ho tante tastiere in casa e non riesco, soprattutto quando si parla di synth, ad avere un feeling con i VST quando c'è da scolpire un po' il suono. Ho bisogno di un contatto fisico con le manopole! Uso Reaper da circa 12 anni...ma la mia origine è stata Notator con ATARI 1040!!!
WTF_Bach 25-10-23 10.26
Quel poco che faccio è:

1) registrazione diretta da digital piano su chiavetta USB.

2) FA08 su reaper
Dallaluna69 25-10-23 10.35
d_phatt ha scritto:
Ma il fatto che io non faccia mix è una cosa mia che non toglie niente alle qualità di Linux come sistema di produzione

Sono assolutamente d'accordo. Tanto che su Linux (ad esempio) gira tranquillamente Reaper, quindi nessun limite emo
Deckard 25-10-23 10.45
@ dxmat
Setup ibrido con DAW (Cubase) e synth hardware collegati permanentemente via MIDI/audio tramite ADAT e interfaccia midi multiporta preassegnati tramite apposito template.
Una volta importate le tracce dai synth si continua il mix esclusivamente ITB con i plugin del caso.
Poi pseudo mastering ITB per finalizzare.
+1…paro paro