@ WTF_Bach
L’eskimo slavato canta nel vento come una bandiera rossa, sdrucita ma mai doma.
Chissà di che materiale - lana, poliestere, esoterici tessuti artificiali che il capitalismo si ingegna a farci accettare come “più moderni, più belli” - è fatta la sua sciarpa, rossa pure quella.
Ma non importa. Bandierarossa (così i compagni chiamano il giovane Alessandro) non cammina, vola.
Vola tra urli di bebop e languidi cromatismi Mahleriani, tra i bassi numerati appena scoperti ed il rosso furore di un blues che è negritudine, dolore e acida disperazione.
Vola Bandierarossa, vola. Se tu vedessi Alessandro invecchiato, tutto soldi e potere, nascosto dietro alle ipocrite norme di un contrappunto che è oppio per il male di vivere, tu bestemmieresti, Bandierarossa.
Vola nel vento, Bandierarossa, fino a che ha tempo. Domani dovrai chinare il capo.
E affanculo l’arte, e affanculo te, Bandierarossa.
...aspettando il ritorno...