@ Ettore
Buonasera. Non c'è una classe migliore di un'altra. Premetto che erroneamente la gente dice: eh ormai ci sono gli amplificatori digitali che non sono più come quelli di una volta. Un amplificatore, allo stato fisico, non può essere digitale, visto che il segnale prodotto è ANALOGICO, e poi convertito digitalmente via DSP (che significa proprio digital sound processor), o al massimo anche la sezione alimentazione può essere digitale tipo i moderni switching, o pwm, i modulatori di impulso digitali, che abbassano o alzano il livello di corrente in base alla richiesta o si adeguano in base al cambio di voltaggio, quindi non hai bisogno di un grosso e pesante toroide ma ti basta un modulino switching con dei condensatori. Crest audio nella serie cpx ad esempio, classe h, ha fatto una genialata, ha usato i fusibili termici, utilizzati anche in applicazioni al di fuori dell'audio, molto più stabili rispetto ai normali fusibili, tenendo stabile la tensione senza causare lo spegnimento e cortocircuito dell'apparato. Bando alle ciance, a livello di efficienza si, c'è una differenza, e la classe d è quella con il minor dispendio energetico è quella che ha i minori consumi e un'alta resa, con un'efficienza teorica pari a >95% circa (esempio per produrre 1000w ne consuma poco di più). La classe A, quella degli amplificatori valvolari usata in ambito HiFi, tipo i celebri amplificatori mcintosh, è quella meno efficiente con un maggior dispendio energetico, pari a circa 50%, ovvero che per produrre 10w ne consuma il doppio. La ab è una fusione tra la classe a e classe b con un'efficienza teorica del 75%, usata sia in ambito pro audio che hifi, possono usarsi diversi tipi di finali come i mosfet, i darlington (usati da Sr technology nella serie live, molto più efficienti rispetto ai mosfet, si distinguono da questi per la presenza di 5 gambe anziché 3), o gli IGBT. La classe H è praticamente una classe AB con la sezione dell'alimentazione cambiata. La G da quel che so è una fusione tra la AB e D, usata da fbt nella serie himaxx. A livello di ascolto, l'orecchio umano è soggettivo, non oggettivo, quindi per qualcuno può suonare meglio un A, per qualcun altro un AB, per qualcun altro un D e via dicendo, ma tutto dipende da come viene equalizzato a livello di uscita. Ergonomicamente parlando un amplificatore con alimentazione switching sarebbe l'ideale visto che si hanno meno pesi e meno ingombri. Per quanto riguarda i watt dichiarati spesso si punta il dito verso il classe D, verso il quale i dati vengono spesso "gonfiati" dalle moderne case produttrici, poiché spesso si prende in considerazione la potenza in picco, o in EIA, quindi con una distorsione armonica più alta rispetto a quella calcolata con un valore quadratico medio, quindi la rms. O spesso si scrive la potenza effettiva del modulo di amplificazione, il quale però viene limitato via dsp in base ai limiti fisici degli altoparlanti utilizzati. Tornando alla tua domanda, un sistema ottimale per una cassa è la fusione del D+Ab, perché il suono della classe Ab sul medio alto non ha eguali, si distingue per la presenza della gamma medio alta molto avvolgente e meno aspra/fredda di un d, che richiede previa equalizzazione via dsp per un suono ottimale. Questo solo per una scelta intelligente, perché personalmente il suono che ti dà un full analogico non ha eguali, io ho due casse passive della caber amplificazioni da 15" pollici, che piloto con un crest cpx3800, un classe h da 20kg, con un suono senza paragoni, fatto da dio, indistruttibile, pesante e affidabilissimo, proprio come piace a me. Alla faccia del tipo che dice che le piccole aziende non vanno prese in considerazione perché le grandi sono più affidabili e sono più innovative. Cosa rispondo io? Non è un problema. Le grandi case come innovazioni portano principalmente a livello di software, tipo il sistema Infinito di fbt, il dante, usato da yamaha, rcf, db e molti altri, usato anche da nexo
O a livello progettuale, tolti i progressi fatti negli anni '80, ma parlando al giorno d'oggi, l'acoustics ha fatto la scelta intelligente di usare la teoria fatta da giovan battista venturi, quella del tubo venturi, usata nel ks28, il quale possiede una porta reflex allargata all'inizio e ristretta al centro in modo tale da abbassare le turbolenze d'aria e aumentare anche la gittata, diminuendo la velocità e aumentando la pressione, semplice fisica. Progetto poi copiato da rcf nel tts18a II, da fbt nel myra sub, da nexo nell'rs18 e msub 18, c'è chi suona di più e chi suona di meno in base agli altoparlanti utilizzati. Poi ormai queste cose sono a conoscenza di tutti, quindi la tua uscita non ha il benché minimo senso, ho avuto modo di confrontare le mie sconosciute caber con molte altre casse (le mie caber montano componentistica b&c speakers, italiana, toscana di preciso, de550 8ohm come driver e 15nw76 4ohm come woofer, tromba ellittica 18sound xt1086, leggi le specsheet e il suo grafico di dispersione sull'asse e vedi che bomba è, roba che se le facesse rcf le pagheresti €2.500 l'una e più; crossover del terz'ordine tagliato a 1600hz con una pendenza di 18db/Oct ) e nessuna ha avuto modo di eguagliarle in suono e performance, pagate una fesseria poi, €1.600 la coppia. Quindi dire che mpe è un brand di famiglia, beh, piano, monta componenti 18sound, la serie gos monta come woofer il 18sound serie mb750, dai parametri eccellenti, con un fattore forza BL e un eta0 piuttosto elevato per un midbass, cosa che un brand commerciale non userà mai. Tutte le casse meno conosciute che ho avuto modo di sentire, dalle bdx, dalle sr alle caber, hanno sempre avuto due marce in più rispetto ai brand commerciali. Per chi non sa usare un impianto ci sono le colonnine giocattolo eon one di jbl o gli evox, o le art, casse per incapaci a mio parere, ma non mi toccare i piccoli brand😂