@ drmacchius
ci si può allontanare per lungo tempo, ma alla fine si torna sempre su supporti musicali.
Avrei una domanda per gli esperti di canto.
A parte quando studiavo solfeggio non ho mai cantato o approfondito lo studio perché mi veniva il mal di gola, mi andava via la voce, pensavo di non avere le corde vocali adatte, mi vergognavo perché ero ridicolo.
Con 40 anni di ritardo ho scoperto la lirica e ho capito che il mio problema era semplicemente che col mio registro non potevo pensare di mettermi a cantare i Deep Purple, Aerosmith, Led Zeppelin, van allen, metallica e iron Maiden.
Ho sempre pensato di essere un baritono che non riesce ad andare in alto o un basso che non riesce ad andare in basso. Poi ho scoperto arie come la Calunnia di Rossini o l'aria di Rodolfo di bellini o "la ci darei la mano" di Mozart e sono state le uniche "canzoni" che riuscivo a cantare per intero a ore piena senza dovere andare in falsetto in alto o fare salti di ottava quando si va troppo in basso.
Pensavo di non potermi definire un basso perché in basso non riesco a cantare il re e il mi lo faccio a volume basso e lo tengo corto (e pensavo che per essere un basso bisognasse essere in grado di cantare un mi facendo tremare i muri per un minuto come cesare siepi o Giulio neri). Pensavo pure di non essere baritono perché gli acuti del figaro di Rossini li faccio solo in falsetto.
ma ho scoperto relativamente di recente che ci sono diversi tipi di basso, che oltre al registro esiste anche il colore della voce e che comunque l´estensione e il colore possono essere modulati con la tecnica.
pensavo che i bassi dovessero avere la voce cavernosa come Berry white, il cantante dei Crash test dumnies, o Mario biondi, ma poi ho scoperto che Till linderman (il cantante dei Rammstein) e Tom weites sono baritoni (come d'altronde lo era pure Freddy mercury). Poi mi sono reso conto che pure de André era un basso e non aveva la voce da orco e thomas quastoff ha la voce più chiara di frank Sinatra. Pensavo di non potermi considerare un basso perché non ho la voce cupa come chi canta Jesus must die del Jesus Christ superstar, poi ho scoperto solo di recente Christofer lee come cantante e mi sono reso conto che ha la mia stessa estensione di voce e la voce chiara -almeno da giovane-.
MMM ei crash test dummies mi viene uno schivo e sinceramente mi viene male cantare pure de André (ma anche fossati e conte) e Coen cantano sempre sul mi basso, ma faccio fatica a capire se sia un problema di estensione o del fatto che io provo di cantare quella nota di petto a voce piena e loro "parlano" più che cantarla.
Lo so che la cosa più semplice sarebbe parlare con un maestro serio, ma al momento non ne ho proprio modo e il attualmente sarebbe più un interesse "culturale" e una curiosità per capire a che registro appartengo e cosa cantare in macchina quando viaggio da solo senza farmi venire la laringite.
Le parti che mi vengono meno faticose nelle arie delle opere vengono riportate come essere scritte sia per basso che per baritono e non ho capito se sono portate in estensioni differenti a seconda dei cantanti disponibili o se sono scritte in spettri della scala intermedi che possono essere cantanti sia dai bassi andando in alto o dai baritoni andando in basso.
Quando cantano sia lirica che pop i cantanti che che ho sentito che sembrano avere una estensione a cui mi posso avvicinare io sono Thomas Quastoff, Erwin Schott, Ferruccio fontaneto, ildebrando d´ arcangelo, Ilda abdrazakov. Quando Quastoff o Abdrazakov cantano jazz mi fanno illudere che anche io potrei mettermi a fare karaoke senza dovermi vergognare, ma non mai capito se cantano le canzoni in tonalità originale o trascritta.
Qualcuno mi può spiegare come si fa a capire la differenza tra basso cantante, basso buffo, basso baritono e baritono e quali sono i colori naturali della voce o le tecniche per modularli?
hai aperto l'eterno dilemma di ogni cantante...
esistono dei limiti fisici dovuti alla lunghezza ed allo spessore delle corde vocali che determinano il range nel quale possono vibrare, ma tutto quello che ci sta intorno (cavità laringee, orali, ma anche rinofaringee) e sopratutto come riesci ad utilizzarle e modificarle nelle varie dimensioni determinano come l'emissione delle corde possa essere "caricata" acusticamente ed arricchita di preziose risonanze. ti faccio un esempio: una corda da chitarra tesa in aria libera suonerà molto flebilmente ma se sarà fissata ad un manico l'emissione verrà arricchita da delle risonanze, se il manico starà attaccato ad una cassa l'insieme ri-suonerà in maniera differente, non solo a causa delle dimensioni ma anche della a forma ed a come e con che legno è costruita quest'ultima prendendo corpo e sopratutto volume.
inoltre a seconda di come "pizzichi" la corda questa emetterà il suono in maniera differente.
emettere in basso quasi sempre è più facile e meno stancante senza utilizzare tecniche particolari rispetto a farlo in alto, per questo quasi tutti i can-tanti che non studiano approfonditamente si sottocategorizzano per cercare di giustificare la mancanza di studio con dei limiti/caratteristiche fisiologiche.
a questo aggiungici il fatto che ciò che noi percepiamo "dall'interno" mentre parliamo o cantiamo non è quello che sente ci ci sta accanto. la nostra percezione è falsata dalla trasduzione endossea che ammorbidisce ed arricchisce di basse frequenze la nostra voce. per questo motivo le prime volte che ascoltiamo la nostra voce registrata ci sembra povera, stridula e molto meno piacevole rispetto a come ci aspettavamo di sentirla.
ma attenzione, così come in alto cercare di emettere più in basso del naturale range fisiologico ad elevati livelli di emissione può portare ad affaticare e danneggiare le corde (tecnica dell'affondo con del monaco fulgido esempio)
suoni il pianoforte e nel corso della tua vita/crescita musicale negli anni avrai dedicato allo studio dello strumento molte ore che oggi ti hanno portato ad avere padronanza dello strumento ed a suonare in un certo modo.
la voce è uno strumento e come tale deve essere studiato per poter essere utilizzato bene nel canto.
il solo fatto che abbiamo incorporato uno strumento fonatorio e che lo utilizziamo per parlare (spesso male, ed anche per far quello si impiegano alcuni anni in una età nella quale si impara molto velocemente...) non significa che possiamo utilizzarlo per cantare, così come se mi porto a casa un fazioli gran coda non divento automaticamente un pianista.
si può estendere il range vocale imparando ad utilizzare le varie emissioni ed a farle risuonare correttamente in modo da ottenere una coerenza di emissione che ammorbidisce i vari passaggi, ma per riuscire a farlo occorrono anni di studio.
a tutto questo aggiungici il fatto che negli anni le corde (anche allenate) perdono elasticità e che se le maltratti, strapazzi e le rompi i problemi quasi sicuramente te li porterai appresso per il resto della vita.
purtroppo non esistono scorciatoie o metodi miracolosi, occorre studiare con un bravo maestro che possa guidarti e correggerti negli errori (impossibile farlo da autodidatti, perchè non ti accorgeresti degli errori, occorrono anni anche per sviluppare una corretta propriocettività dello strumento fonatorio e riuscire a capire dove/quando si sbaglia) per cercare di utilizzare al meglio ciò che madre natura ci ha donato, consapevoli che il tempo che passa lo degraderà e che anche volendo e/o potendo non potremo cambiarlo.