@ wildcat80
Ieri sera, dopo un paio di anni abbondanti, siamo tornati in saletta con una formazione nuova, in 4 (voce/basso, chitarra, batteria, tastiere), tutto organizzato dal mio socio.
Abbiamo fatto poco, un paio d'ore tirate, ci siamo divertiti un sacco, è stato anche produttivo: il batterista è una macchina, e il Fantom è veramente una roba mostruosa, click in inviato in cuffia, sequenze di facilissima gestione, editing delle scene e dei suoni immediato.
Ci siamo esibiti in una cover di Blinding Lights, trasposta una terza minore sotto per motivi di estensione vocale (e te credo), e nel riarrangiamento di alcuni pezzi nostri.
Tutto molto bello, non fosse che dopo due anni passati a suonare in studio (come si deve dire oggi per non essere out), è stata un'esperienza tragica dal punto di vista acustico e uditivo.
Non si possono spendere 30 euro per avere una stanza in cui non si sente nulla! Tutto ciò che stava sotto al C centrale diventava un pastone unico e indistinguibile.
C'erano 4 diffusori, due agli estremi della stanza, che avrebbero dovuto dare un'immagine stereo abbastanza veritiera, e una coppia di monitor allineati al centro della parete: il suono proveniva solo dai 2 monitor centrali.
La stanza non era trattata, o meglio, lo era per finta, visto che le pareti erano tappezzate di pezzi di pannelli fonoassorbenti di varia natura, il risultato finale era che uscivano solo basse frequenze.
Non scherzo se vi dico che la batteria, strumento che ovviamente non entrava nella PA, suonava completamente sballata: appena entravano cassa e rullante (con la cordiera che andava in risonanza appena muovevo un fader sul Fantom), Pietro doveva mettersi a picchiare come un ferraio sul charleston perché spariva in una coltre di nebbia di basse frequenze.
Tutto ciò non è dignitoso per chi offre il servizio e per chi ne usufruisce.
A Genova gli spazi sono questi: negli ultimi anni è così, o spendi cifre folli e suoni in ambienti livello Mulinetti Studio, o spendi cifre normali e diventi sordo, e non capisci nulla.
Vabbè due anni a fare il fighetto con le cuffie chiuse per l'ascolto e la registrazione, le cuffie aperte per il mix, i monitor da studio belli puliti... Va bene tutto, ma almeno capire cosa si sta suonando....
A Firenze la sale prove dove si sente bene e si spende poco ci sono. O almeno c'erano in epoca pre Covid, adesso non so se sono ancora aperte e come sono messe.
Però i miei compagni di band non ci volevano andare. Gli piacevano quelle dove il batterista è letteralmente a un metro da te. Suonando metal, ti puoi immaginare il risultato...
Dal vivo invece c'erano i missaggi fatti da maiali. Vero che suonavamo in varie birrerie e localacci che non erano certo palazzetti attrezzati, ma chi stava al mixer si considerava un incrocio tra dio e un mixing engineer, salvo poi farti sparire gli strumenti durante il concerto. Muoveva qualcosa a caso mentre faceva i c@zzi suoi al cellulare e spariva una chitarra. Un mago, praticamente.