@ vin_roma
Per quello che ne so si paga sempre alla SIAE perché è l'unica in Italia ad avere una struttura di controllo e distribuzione dei diritti d'autore capillare ed efficiente e sarà sempre la SIAE a redistribuire alle altre società.
Con la liberalizzazione è successo quello che è stato per i telefoni... nuovi gestori affittano a prezzi stracciati parti della rete TIM (ex Telecom ex Sip) che rivendono a prezzi concorrenziali... Noi crediamo di aver fatto bingo ma intanto tutte le società stanno in semiasfissia economica e il territorio è sempre più pieno di precari del settore pagati una miseria se non afddirittura licenziati in favore di lavoratori in sedi albanesi o indiane. Poi, con meno dipendenti con stipendi sufficienti, si vendono meno pizze, meno scarpe, meno viaggi... ma siamo contenti di aver fottuto la SIAE o la TIM, anche se i disservizi e il caos sono diventati la normalità.
Per i diritti d'autore:
si paga meno, la SIAE trattiene comunque una quota per il servizio e all'utente finale arriva ...la lisca del pesce.
Penso che nessun pofessionista, che ci campa con il diritto d'autore, andrebbe a scegliere un servizio surrogato lasciando una struttura, anche se con tanti difetti, solida, storica e regolare nella tempistica.
La SIAE è nata nell'800 ed è certamente per lei tempo di rinnovamento, ma serio, studiato perché la strada, così come si sta delineando adesso, sembra piuttosto una giungla buia.
Grazie della risposata ma se un repertorio di un musicista è gestito solo da soundreef-lea la sia non centra più niente....se invece il repertorio in scaletta ha pezzi depositati sia su soundreef che sia allora si deve fare un doppio bollettino che però non influenza il prezzo.